In 48 voci - scritte da alcuni dei più autorevoli esperti nel loro settore - le chiavi interpretative e il panorama del dibattito e della ricerca scientifica sui principali temi della politica, oggi soggetta a continui cambiamenti, accelerati dall'esplosione della comunicazione digitale e dei social media. Ci sono "parole nuove" (Beni comuni, Bio-politica, Capitalismo digitale...), accanto a quelle classiche (Democrazia, Lavoro, Stato...) e ad altre di carattere antropologico (Libertà, Passioni, Persona...). L'obiettivo è favorire quel "pensare politicamente" auspicato da Giuseppe Lazzati, costituente e storico rettore dell'Università Cattolica di Milano. Anche nel nostro Paese c'è bisogno di una cultura politica degna di questo nome, di pensieri e giudizi informati, capaci di una sintesi che tenga conto di tutti i fattori in gioco.
Il testo raccoglie numerosi ed importanti contributi, che inquadrano problemi, risorse e nuove prospettive dei mondi scolastico e universitario, entrambi fortemente sollecitati dai processi di trasformazione indotti dai fenomeni connessi alla globalizzazione, allo sviluppo scientifico e tecnologico, alla convivenza in una società sempre più "plurale". Scuola e università, tuttavia, ciascuna secondo le proprie specificità, devono saper promuovere progetti formativi capaci d'integrare patrimonio storico-culturale e istanze dell'oggi, in una prospettiva volta a maturare nelle giovani generazioni conoscenze, competenze e senso di responsabilità.
Per molti aspetti della vita personale e sociale nell'Italia di oggi si può parlare di un confine sottile, ossia rarefatto, se non addirittura inesistente, fra legalità e illegalità. Il confine costituisce non solo una metafora del discrimine fra due universi morali e normativi (il lecito e l'illecito), ma anche un tratto specifico della modernità, uno spazio fisico-temporale, che esalta il desiderio e la libertà dell'uomo contemporaneo di stabilire autonomamente orizzonti e direzioni di senso. Tutto questo riguarda, in modo specifico, l'odierna realtà giovanile. Stili, 'riti', comportamenti dei giovani, non di rado, si collocano in bilico, su una linea di confine 'mobile' e di significati disomogenei. Da una parte si collocano quelli ispirati a logiche di costruttività, responsabilità, apertura sul futuro, dall'altra stanno quelli legati a evasione, 'sperimentalismo', disillusione. Certi 'scollinamenti' di confine talvolta prefigurano passaggi senza ritorno, viaggi di sola andata, privi della possibilità di riprendere il cammino da capo. Di ciò si è discusso nel convegno "Il confine sottile. Culture giovanili, legalità, educazione", promosso il 26-27 novembre 2009 dal Centro Studi per l'Educazione alla Legalità (Università Cattolica, sede di Brescia). Il volume ne propone gli atti, articolandoli in tre Sezioni: approfondimenti psico-sociologici e pedagogici; fenomenologia del confine; 'buone pratiche'.
La biografia di Carlo Caretto (1910-1988) presenta due fasi distinte: la prima, relativa agli anni della militanza nell'Azione Cattolica, con l'incarico di Presidente centrale della Gioventù Maschile dal 1946 al 1952; la seconda, dal 1954 in poi, concernente la scelta di vita religiosa fra i Petits Frères de Jésus e in seguito fra i Petits Frères de l'Evangile, comunità di vita religiosa legate alla spiritualità di Charles de Foucauld.
Nella raccolta antologica qui presentata di è mantenuta questa distinzione.
Nella Parte prima si coglie la passione apostolico-educativa di Carretto, orientata alla formazione di giovani credenti tutti d'un pezzo, militanti in favore di un ideale, quello cattolico, che avrebbe dovuto non solo plasmare la coscienza personale, ma anche incidere di costumi, ambienti, istituzioni dell'intero Paese.
I testi nella Parte seconda rivelano un considerevole cambio di registro. Dopo l'ingresso nella comunità dei Petits Frères, Carretto si scosta decisamente dalla visione troppo "attivistica" che l'aveva ispirata e opta per un'adesione "disarmata" al Vangelo: Parola di vita da accogliere e testimoniare senza interpolazioni umane sulle strade del mondo, specialmente in mezzo ai più poveri e bisognosi.
Ne scaturiscono pagine d'intensa spiritualità, in grado d'illuminare ancora oggi convincenti percorsi di educazione cristiana
In Italia siamo davvero di fronte a un'"emergenza democratica", come da più parti si avverte? Quali sono gli elementi principali che segnalano il divario tra aspetto formale e sostanziale del sistema democratico nel nostro Paese? A che punto siamo nell'attuazione del modello democratico personalistico-solidale, indicato nella Costituzione repubblicana del 1948? Sono queste le domande su cui si interroga il volume, raccogliendo dal contributo dei diversi autori risposte innovative alle più urgenti istanze istituzionali, politiche, socio-economiche e culturali derivanti dai cambiamenti epocali in corso. E la domanda di fondo, sottesa a tutta la riflessione, resta la seguente: la "democrazia" può (o deve) essere storicamente coniugata con "etica" e "verità"?