Per la prima volta è ricostruita la parabola storica del ruolo degli assistenti nell’Azione cattolica italiana. Lungo i centocinquant’anni di questa vicenda, Francesco Sportelli traccia un profilo complessivo del modello di prete nell’associazione, che da vigilatore per conto dell’autorità ecclesiastica, soprattutto verso i giovani, ne diventa quasi «anima», per poi assumere l’identità di «assistente». Seguono poi varie figure che hanno incarnato nella storia questo modello, secondo stili differenti e con risposte sempre arricchenti, a livello centrale ma anche nelle realtà locali. La storia degli assistenti dell’Azione cattolica italiana ha visto fasi diverse, intrecci delicati e cammini complessi, ma sempre ha intercettato preti che hanno aiutato questa associazione di laici a ricentrare con sapienza vite personali e circostanze storiche.
Il volume è stato riconosciuto di rilevante interesse culturale e realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Con i quattro volumi della Storia del cristianesimo s'intende rendere conto della straordinaria ricchezza di un fenomeno religioso che attraversa e permea duemila anni di storia, con un linguaggio che cerchi di restituirne complessità e fascino. Il progetto dei quattro volumi è unitario, tuttavia ciascuno di essi può essere letto come opera a sé stante. L'interazione del cristianesimo con i diversi ambiti culturali è oggetto di particolare attenzione e il lettore troverà capitoli dedicati alle arti, all'economia, alle scienze, alla filosofia in una prospettiva il più possibile interdisciplinare. Il volume ripercorre il passaggio, che si realizza tra la fine del Settecento e il presente, da un cristianesimo erede delle società di antico regime ed eurocentrico all'attuale Global Christianity-, un cristianesimo a diffusione mondiale, che conta la sua maggiore presenza nel sud del pianeta e che è segnato da quello straordinario processo della recente storia dell'umanità costituito dall'emancipazione delle donne. Fenomeni che, insieme al confronto con la modernità più avanzata, ma anche con lo sviluppo dei fondamentalismi religiosi, hanno innescato un profondo ripensamento di dottrine e pratiche, indagati grazie all'apporto di specialisti.
La crisi modernista rappresentò, a cavallo tra Otto e Novecento, la fase più acuta del confronto plurisecolare del cristianesimo con il moderno, inteso soprattutto come istanza di autonoma determinazione, emancipazione da ogni prospettiva e sistema di valori compiuto e di carattere assolutistico, affermazione delle scienze legate alle metodologie sperimentali e al vaglio della critica. Il modernismo si concretizzò in un articolato tentativo di ripensare il messaggio cristiano alla luce delle esigenze della società di inizio Novecento. La sua condanna da parte di Pio X chiuse ogni spazio al dibattito teologico e culturale con numerose istanze della modernità e contribuì in modo decisivo all'atteggiamento della Chiesa cattolica verso la società nel Novecento. Sono qui pubblicati studi innovativi sulle prime censure del "prete romano" Buonaiuti, sull'elaborazione del "nuovo Sillabo". Lamentabili, sulla ricezione dell'enciclica Pascendi da parte dei vescovi d'Italia e Francia e sulle reazioni di alcuni ambienti culturali legati a Lucien Laberhonnière, sul giuramento antimodernista del 1910, sulle tensioni a Vicenza tra gli antimodernisti e il vescovo Rodolfi. Il volume ha anche un significato attuale, perché una catena di richiami al modernismo da parte delle gerarchie ecclesiastiche ha segnato la storia succesiva della Chiesa, con la sola eccezione del pontificato di Giovanni XXIII, contribuendo alla diffusione e al rafforzamento di un preciso modello di Chiesa.