
Questo volume propone un percorso psicologico e spirituale sulla relazione tra fratelli e sorelle e sul sentimento di fratellanza.
Questo libro insegna a padroneggiare l'arte di realizzare tutti i desideri. Il dono più grande che è stato fatto all'uomo è l'immaginazione: questo libro è un viaggio di scoperta che insegna a risvegliare il potere che ognuno di noi possiede di progettare una vita in cui tutto ciò che immaginiamo diventa realtà. Wayne indaga le regioni più alte del nostro Sé e dimostra come cambiare l'idea che abbiamo di noi stessi e dei nostri bisogni allineandoli alle nostre vere aspirazioni spirituali. "Ogni tuo desiderio sarà esaudito" svela la nostra più intima natura e insegna l'arte della manifestazione: un'arte che si può padroneggiare attraverso il consapevole controllo della nostra immaginazione.
Imparare a studiare: facile a dirsi, non sempre facile a farsi. Studenti di ogni età si impegnano ogni giorno per applicare nei compiti a casa le nozioni apprese a scuola, e spesso tutto questo si rivela una vera impresa, con grande spreco di fatica, energie e frustrazioni. Matteo Rampin spiega cos'è il metodo di studio e come usarlo in modo proficuo per studiare bene e senza perdere tempo inutilmente. Ma non solo: imparare un metodo vuol dire acquisire le basi fondamentali per non lasciarsi travolgere dall'impegno; è l'organizzazione consapevole delle linee guida per agire con efficacia, scegliere con razionalità, essere "centrati" e presenti a se stessi, e prendere in mano la propria esistenza: in altre parole, il metodo di studio è la metafora perfetta dell'arte di vivere.
Il libro intende sfatare la tesi che nega alla psicologia tomista, in genere definita "psicologia razionale", qualsiasi valenza applicativa nell'ambito della psicologia clinica. L'autore presenta quindi il contributo di alcuni psicologi come Padre Duynstee, Anna Terruwe e Conrad Baars, i quali hanno invece tratto dalla psicologia tomista molti insegnamenti utili ad inquadrare, tramite la profonda e ricca visione antropologica offerta da San Tommaso D'Aquino, i principali disturbi clinici. Il libro espone quindi in modo sintetico ma esaustivo il lavoro dei tre Autori menzionati, rendendolo per la prima volta accessibile in lingua italiana.
L’aquisizione della differenza di genere (maschile e femminile) non è scontata, ma è un processo di evoluzione. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa.
Questa identificazione cresce col tempo e non sempre si acquisisce con la maturità. Ciascuno, poi, perviene alla definizione della propria identità sessuale attraverso un percorso autonomo, con periodi di ambivalenza più o meno lunghi, specialmente nell’adolescenza. Compito dei genitori è di rispetto e di comprensione per il figlio che vive tale conflitto.
Inoltre vengono considerati, nel testo, i vari fattori che possono interagire sul fenomeno omosessuale: contesto culturale in cui vive il bambino, il ragazzo (pare che sia un fenomeno che interessa più i maschi che le femmine) genitori problematici, ambienti chiusi come collegi, seminari eccetera.
Con il passare del tempo la maggioranza supera il conflitto. Per altri, spesso la causa è da attribuire alla natura. In tal caso, però, resta sempre la libertà dell’individuo di gestire la propria situazione, ancorché conflittuale, le proprie scelte.
Il testo, pur nella sua brevità, è piuttosto esaustivo dei vari aspetti del fenomeno, che sono trattati con obiettività e delicatezza.
Molti dei comportamenti violenti messi in atto dagli adulti sono agiti nelle relazioni di coppia e omicidi e femminicidi avvengono spesso per mano del partner. Quali aspetti entrano in gioco? Come si combinano tra loro innescando una possibile escalation tragica? Sono alcuni dei quesiti a cui il volume risponde facendo riferimento al ruolo svolto dalla regolazione emotiva, dall'attaccamento e dalle pregresse esperienze traumatiche nel determinare le dinamiche, i fattori di rischio e gli elementi che portano ad agire la violenza all'interno dei legami sentimentali.
Quando guardiamo i bambini degli altri, stiamo guardando il nostro. Il bambino che portiamo dal pediatra, che addormentiamo la sera, che siamo convinti di conoscere profondamente e di cui parliamo con l'insegnante a scuola o al quale dispensiamo le nostre massime di vita - anche se per qualche motivo pensiamo che sia del tutto speciale - è esattamente come il bambino degli altri. Perché tu non sei immune dai vizi di tutti. Non sei speciale. E tuo figlio non è più speciale degli altri. Funziona nello stesso modo. Appartiene alla stessa infanzia. Avrà gli stessi sogni. Combatterà le stesse battaglie. Per quanto sia consolatorio illudersi che non sia così, essere consapevole che il nostro modo di pensare l'infanzia determina i confini, il ruolo e le aspirazioni di ogni singolo bambino - anche del tuo - ti servirà almeno per spostare ogni tanto il punto di vista. Per guardare le cose che vedi tutti i giorni in un modo un po' diverso. E chiederti in che senso le cose che fa o dice il tuo bambino sono cose 'infantili'. In che senso sei infantile tu. E dove finisce l'una e dove inizia l'altra cosa.
La ricerca della felicità è da secoli un mantra per filosofi e letterati. Lo psicologo Shimon Edelman, partendo dall'immagine della mente come macchina complessa e stratificata che accumula sempre nuove esperienze, inverte gli elementi della formula per dimostrare che la felicità non sta tanto nel raggiungimento di un particolare stato esistenziale, quanto nell'incessante processo di crescita di tutti noi. Letteratura e filosofia fanno da ideale contrappunto, nelle pagine di Edelman, al ritratto della nostra mente disegnato in questi anni da scansioni e imaging cerebrali. "La felicità della ricerca" è un connubio tra rigore scientifico e approccio poetico e visionario; l'ultima, definitiva prova che oggi le neuroscienze sono in grado di offrire un importante contributo alla comprensione di noi stessi e della nostra vita.
Nel 1959 Charles P. Snow tenne la sua ormai famosa Rede Lecture all'Università di Cambridge, sul tema de Le due culture, una riflessione sull'accademia basata sul presupposto che esistessero due soli tipi di cultura: le arti e le discipline umanistiche da una parte e la scienza dall'altra. Da allora è emersa una terza cultura, generalmente detta delle "scienze sociali", che comprende discipline come la sociologia, la scienza politica, l'economia e la psicologia. Il libro di Jerome Kagan si propone dunque di descrivere gli assunti, il vocabolario, i contributi e i limiti di ciascuna di queste culture. Fa emergere le differenze tra i significati di molti dei concetti usati da ognuna nel proprio campo e non immediatamente trasferibili ad altri, passa in rassegna i vari criteri di indagine e i risultati conseguiti nella ricerca della verità. Evidenzia gli apporti dati anche dalle scienze sociali e dalle discipline umanistiche alla nostra comprensione della natura umana e mette in discussione il diritto di predominio di una delle tre culture sulle altre, come è successo alle scienze naturali con i grandi investimenti in fisica, chimica e biologia molecolare. L'obiettivo è quello di ristabilire un equilibrio tra i rispettivi campi della conoscenza, con le conseguenze teoriche ma anche pratiche che questo comporta. Si tratta di un'analisi dello stato della cultura per fare chiarezza sulla realtà accademica italiana di oggi e di domani.
Quando c'è una depressione in corso, a soffrirne non è solo il diretto interessato, ma anche i familiari ne risentono notevolmente e spesso rischiano di crollare di fronte all'enorme stress psichico cui sono sottoposti. Ulrike Borst, esperta terapeuta familiare e di coppia, ci spiega la malattia, presenta le varie tipologie di cura e, soprattutto, fornisce ai familiari di persone depresse utili consigli per tutelare la propria salute psicofisica e per fornire, al contempo, il miglior sostegno possibile al partner nel corso della guarigione. L'autrice illustra i segnali rivelatori della malattia, nei suoi vari stadi di gravità, svela le modalità di pensiero e le emozioni della persona depressa, l'influsso che egli esercita sulle persone che gli stanno accanto. Poi affronta ogni aspetto della convivenza con una persona depressa: dall'atteggiamento più consono da adottare nei suoi confronti, a come dialogare con lui e come organizzare le giornate. Attenzione non secondaria è dedicata a come proteggere i figli dalle ricadute che la malattia può avere su di loro e a come riprendere una vita di coppia, inevitabilmente minata dalla depressione. Infatti, muovendosi in bilico tra il ruolo di "sostenitore/sostenitrice della terapia" e quello di partner con personali bisogni ed esigenze, chi vive accanto a una persona depressa sperimenta a sua volta sentimenti contrastanti, che meritano considerazione e devono essere riconosciuti.
Cos'è successo all'uomo, alla civiltà? Concentrati su un qui e ora puramente corporei, abbiamo ucciso tutti gli dei e reso la bellezza l'unica nostra religione. Non abbiamo più sogni, non coltiviamo progetti, non sopportiamo il silenzio, facciamo rumore per vincere la solitudine, sradicati come siamo dalle nostre origini, incapaci di amare, di insegnare ai nostri figli e di imparare dai nostri padri. E siamo pieni di paura. Vittorino Andreoli, che non distoglie mai l'attenzione dal destino dell'uomo contemporaneo, ripercorre la parabola della propria vita per descrivere, nel modo più personale e insieme collettivo, l'importante mutamento cui stiamo andando incontro. Dall'emergenza parsimoniosa e crudele della guerra, dove tutta la famiglia sedeva intorno al piatto in cui campeggiava un'unica grande aringa annegata nell'olio, al boom economico, in cui il dilagare del benessere ha condotto in fretta all'eccesso, alla saturazione, all'inutile; dall'entusiasmo delle scoperte scientifiche, che ci hanno permesso di rimuovere il dolore, di controllare le nascite, di nascondere ma non cancellare la morte, alle crisi, sempre uguali e sempre diverse, della Repubblica. Andreoli non dà giudizi né offre ricette, non ha certezze né dogmi da imporre. Ha però uno sguardo profondamente umano, e la consapevolezza della sua e nostra fragilità, l'unica meravigliosa forza su cui possiamo e dobbiamo contare per risorgere.
"C'è un sogno che mi accompagna da molti anni: scrivere un manuale che, anziché indirizzarsi ai medici, agli psichiatri o agli psicologi clinici, parli a tutti. Oggi, in queste pagine, il mio sogno trova finalmente concretezza." In questa nuova opera, Vittorino Andreoli ci insegna con chiarezza e serenità ad affrontare i primi segni di disagio o disturbo mentale a partire dai progressi scientifici raggiunti in questo campo. Se in passato infatti si tendeva ad attribuire le malattie della mente a un determinismo genetico o familiare, oggi sappiamo che è possibile risolverle, o per lo meno attenuare le loro manifestazioni, intervenendo subito. "Nei miei cinquant'anni di psichiatria" scrive Andreoli "sono rimasto talora persino sconvolto dall'osservare che persone vicine a un adolescente con comportamenti devastanti, o a un anziano che ha precorso la morte naturale con un suicidio, hanno minimizzato segnali che invece erano chiari." Grazie alla sua esperienza di una vita trascorsa a fianco dei pazienti, Andreoli riesce a parlare sia a chi sta male mentalmente sia a chi deve vivere vicino alla sofferenza degli altri: adulti, adolescenti, anziani. Il risultato è un percorso mirabile fra le emozioni e tutte le loro manifestazioni, da quelle più comuni come la paura o l'ansia, a quelle più complesse come la tristezza, aiutandoci a individuare i segnali d'allarme prima che sia troppo tardi.