
In molte famiglie le notti sono un tormento: nonostante tutti gli amorevoli tentativi di far dormire il bambino, questi non vuol chiudere occhio. In questo manuale Jirina Prekop fornisce preziose raccomandazioni per far godere a bambini e genitori un sano riposo notturno, e un CD di musiche, che accompagna il volume, concilia il sonno e rasserena l'atomosfera.
Prima di essere genitori, educatori, insegnanti, operatori sociali siamo tutti maestri di vita perché impegnati a riconoscere alla nuove generazioni il desiderio di nascere come persone in un gruppo. Il cammino suggerito in queste pagine, dense e coinvolgenti, è impervio. Il traguardo però sicuramente allettante. Il punto d'arrivo è proprio la comprensione del motivo per il quale si ottiene l'obbedienza. La via suggerita è l'ascolto della parola, ingenua quanto acuta, dei ragazzi, in fondo i veri autori di questo libro. Ma per udire la parola del bambino è necessario sedersi e fare silenzio. Allora ci si potrà stupire o adirare, divertirsi o commuoversi. Lasciare che le parole del bambino giungano alla parte più innocente in ciascuno di noi.
Chi si accosta alla psicologia è in genere mosso non solo dal desiderio di sviluppare le proprie conoscenze, ma anche da un'aspirazione personale a una migliore comprensione di sé. Questo volume si propone come un'introduzione alla teoria psicologica come si è sviluppata negli ultimi cinquant'anni, nel suo intento di costituirsi come scienza fondata sulla verifica sperimentale. Per quanto esistano, infatti, anche in ambito psicologico, prospettive e approcci diversi, queste hanno dovuto abbandonare il carattere di scuole chiuse e acquisire la capacità di confrontarsi sul piano scientifico.
A partire dagli studi dell'etologia, l'autrice spiega le radici biologiche che stanno alla base delle nostre relazioni affettive e sessuali e ripercorre tappe e snodi dei legami di coppia. Chi scegliamo come partner? Perché gli uomini sono attratti da donne giovani e belle e le donne da uomini che possano garantire sicurezza a sé e alla propria prole? Si tratta di criteri non dettati solo dal gusto e dall'interesse, ma piuttosto da un'astuta strategia della specie volta ad assicurare il processo riproduttivo. Completa il volume l'analisi dei diversi modi di amare e di reagire alla rottura di un legame affettivo, incluse alcune patologie della vita di coppia, dalla gelosia ossessiva all'incapacità di amare.
Una sintesi aggiornata della ricerca e del trattamento dell'ansia a firma di un'autorità indiscussa in questo ambito di studi. Stanley Rachman è professore emerito presso l'University of British Columbia a Vancouver, Canada. I suoi studi hanno fornito valide basi empiriche agli interventi di terapia del comportamento. Tra i suoi principali interessi rientrano i disturbi d'ansia e, in particolare, il disturbo post-traumatico da stress e i comportamenti ossessivo-compulsivi.
Si tratta del risultato di una vita di pratica clinica e di ricerche. Il libro dimostra l'importanza della stima di sé per la nostra salute psicologica, i successi personali, la felicità e le relazioni positive. Branden definisce i sei pilastri dell'autostima, quali il vivere consapevolmente, l'accettazione, la responsabilità e la sicurezza di sé, il porsi degli scopi e l'integrità personale. Analizzando la questione nell'ambito dell'ambiente di lavoro, in famiglia, nell'educazione, nella psicoterapia e nella società l'autore fornisce non solo le linee guida per quanti sono impegnati nel promuovere la stima di sé negli altri, ma presenta anche dei semplici esercizi per accescere la consapevolezza e l'efficienza personali.
Avere l'intelligenza del cuore significa non solo saper amare e capire gli altri, ma anche essere capaci di rimanere se stessi in tutte le situazioni. Si tratta insomma della capacità di essere felici, di non lasciarsi dominare dalle avversità, di scegliere la propria vita e di stabilire relazioni armoniose con gli altri. Chi non desidera questo per i propri figli? Traendo spunti ed esempi dal vivere quotidiano, Isabelle Filliozat, psicoterapeuta, ci aiuta a capire il significato di tanti comportamenti e a trovare le parole e i modi "giusti" per risolvere anche le situazioni che paiono più difficili.
Pur essendo l'ultima opera di Jung, "L'uomo e i suoi simboli" rappresenta forse la più valida introduzione al suo pensiero, poiché si tratta dell'unico testo a carattere dichiaratamente divulgativo pubblicato dal grande psicologo svizzero. Oltre al saggio di Jung, "Introduzione all'inconscio", il volume raccoglie quattro contributi dei suoi più stretti collaboratori: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Jolande Jacobi e Aniela Jaffé. Ne risulta una trattazione a più voci, chiara ed essenziale, della «psicologia analitica», una limpida esposizione di cosa sia l'«inconscio collettivo» e di come si manifesti.
Perché giovani e meno giovani fanno uso di sostanze stupefacenti? L'uso e la dipendenza sono la stessa cosa? Che ruolo giocano l'ambiente, i compagni e la famiglia nella tossicodipendenza? Esiste una specificità per ogni droga? Come si possono interrompere l'uso, l'abuso e la dipendenza? Sono alcune delle grandi questioni, legate alla droga e alla sua gestione quotidiana, affrontate in questo libro. L'autore si chiede quello che i tossicodipendenti e i familiari si domandano, offre risposte chiarificatrici, fa opera di divulgazione e guida il lettore nell'universo tuttora per molti versi misterioso della droga e delle droghe. Il tutto tenendo ben ferma la distinzione tra uso e dipendenza, e tra le diverse droghe.
In questo libro gli autori denunciano l'insufficienza di una teoria analitica ridotta a una teoria della rappresentazione psichica e propongono la nuova nozione di lavoro di raffigurabilita dell'analista. A partire dalla loro esperienza con pazienti nevrotici e bordeline, oltre che con bambini, gli autori denunciano l'insufficienza di una teoria analitica ridotta a una teoria della rappresentazione psichica e sviluppano in questo libro una concezione ampliata e originale del lavoro psichico in seduta che tiene conto dei cedimenti dei sistemi rappresentazionali. Il funzionamento psichico viene allora considerato come una dinamica rappresentazione-percezione-allucinazione, un equilibrio fragile a causa della costante pressione dell'allucinatorio. Quest'ultimo e definito come la tendenza spontanea e permanente dell'attivita dell'inconscio. Quanto alla pratica psicoanalitica essi propongono la nuova nozione di lavoro di raffigurabilita dell'analista.
Con questo libro, l'autrice vuole comunicare, come clinica, la propria esperienza agli altri analisti nonche a tutti coloro che desiderano saperne di piu sulla psicoanalisi. L'autrice cerca di trovare parole che toccano e da numerosi esempi che permettono di intravedere cio che una psicoanalista e il suo paziente possono vivere nella relazione transferale nel corso di un'analisi. Grazie alla sua esperienza clinica, Danielle Quinodoz osserva che ognuno di noi utilizza contemporaneamente meccanismi psichici evoluti e altri piu primitivi: i primi sono accessibili al simbolismo, mentre i secondi lo sono di meno. Ma lei distingue le persone che tollerano di percepire la propria eterogeneita, anche se talvolta ne soffrono, da quelle che sono angosciate per la mancanza di coesione interna e che temono di perdere il sentimento della propria identita. Queste ultime hanno bisogno di essere toccate da parole in grado di cogliere nello stesso tempo fantasmi, pensieri, sentimenti e sensazioni.
Cenerentola, vestita di stracci e accovacciata nella cenere, è una figura ben presente nel nostro immaginario e incarna l'ingiusta sofferenza di una persona nobile e buona perseguitata dall'invidia. In altre forme, con poche varianti, la ritroviamo nelle favole provenienti da ogni parte del mondo, come espressione di un contenuto profondamente radicato nella psiche umana. Un archetipo, in termini junghiani. Seguendo la traccia indicata dalla fiaba e illustrandola con numerosi esempi tratti dalla letteratura, dalla religione e dalla storia, Ann e Barry Ulanov esplorano il tema dell'invidia, un sentimento universalmente presente, ma così dolorosamente sgradevole da essere stato assai poco trattato nella letteratura psicologica.