
Per imparare a conoscersi gli uomini devono comunicare, e per comunicare essi devono imparare a pensare. L'atto del pensare si è spostato sempre più sul versante delle contaminazioni: culturali, linguistiche, di identità, educative. In uno scenario con questi contorni prende corpo il confronto serrato tra identità diverse, culture e mezzi di comunicazione, che condiziona profondamente i sistemi educativi esistenti, nei confronti dei quali si avanzano richieste per nuove direzioni di senso.
Chi sono i ragazzi del Duemila? Come capire che cosa avviene dentro di loro? "L'età incerta" segue le trasformazioni dell'adolescenza, la complessa e affascinante fase di passaggio all'età adulta, dalle prime inquietudini fino alla conquista dell'identità e dell'autonomia personale. Le autrici affrontano temi attuali e snodi problematici di quest'età, aiutando genitori ed educatori a conoscere dal punto di vista dei ragazzi i sentimenti e le emozioni che li animano.
L'agilità mentale è educabile e un discreto allenamento su test sperimentali può portare a un sensibile miglioramento del quoziente d'intelligenza. Questo libro può servire, quindi, sia a chi abbia semplicemente la volontà di provare o di aumentare il proprio quoziente tecnico d'intelligenza, sia a chi, per passatempo, ami cimentarsi con problemi e quiz. Una tavola inserita in fondo al volume fornisce al lettore la valutazione della sua intelligenza e agilità mentale sulla base dei problemi che a mano a mano avrà risolto.
Questo saggio parte da un luogo comune. Quello per cui i romanzi di Umberto Eco sarebbero costruiti su complesse alchimie intellettuali, su di un uso freddo della narrativa, inevitabile per un semiologo abituato ad analizzare i libri altrui secondo parametri e schemi teorici codificati. Roberto Cotroneo dimostra che tutto questo è falso e svela che il rapporto tra autore e romanzo è molto più stretto di quanto si pensi. Solo che è sapientemente celato, nascosto da un sistema di rimandi che fa di Eco un narratore fortemente diffidente, come se avesse una sorta di pudore narrativo.
A due anni di distanza dal suo primo volume, Ian Kershaw completa la sua analisi della Germania nazista. Buona parte della storiografia contemporanea ha spiegato l'ascesa hitleriana ricorrendo ai concetti di "unicità" e "grandezza", il popolo tedesco si sarebbe lasciato coinvolgere nell'avventura nazista, trascinato dal carisma di un solo uomo e dall'infallibile apparato burocratico che egli seppe architettare. Una visione che finisce per addossare tutte le colpe a Hitler, assolvendo il popolo tedesco. L'indirizzo di ricerca in cui Kershaw è un pioniere privilegia invece l'analisi del contesto sociale e politico dell'epoca.
Talvolta l'infelicità dell'età adulta sembra recare in sé ciò che Laing definisce "la forma e lo stampo" delle situazioni dolorose avvenute all'interno dell'utero e al momento della nascita. E' possibile stabilire una correlazione? Partendo dai suoi ricordi personali, il medico presenta una teoria che ipotizza collegamenti fra la vita fetale e la mitologia, che sottolinea i rapporti fra i traumi del parto e gli studi neuroscientifici, che allude a comportamenti adulti molto simili a nevrosi traumatiche altrimenti inspiegabili.