«Si accorge di qualcosa, Klaus Eichmann? Si accorge che il cosiddetto "problema Eichmann" non è un problema di ieri? Che esso non appartiene al passato? Che non abbiamo alcun motivo - e le eccezioni sono veramente molto poche - di essere presuntuosi nei confronti del passato? Si accorge che noi tutti, proprio come Lei, abbiamo a che fare con qualcosa che è troppo grande per noi? Che tutti noi accantoniamo il pensiero del troppo grande e della nostra non-libertà nei confronti del troppo grande? Che tutti noi quindi siamo ugualmente figli di Eichmann! O perlomeno figli del mondo eichmanniano?», così scriveva nel 1964 Günther Anders al figlio di Adolf Eichmann, il principale responsabile del trasporto degli ebrei nei campi di sterminio nazisti, sviscerando il problema sempre tragicamente attuale della responsabilità individuale nel mondo delle macchine. Günther Anders nacque nel 1902 a Breslavia. Nel 1923 si laureò con Edmund Husserl, nel 1933 fuggì a Parigi e nel 1936, separatosi dalla moglie Hannah Arendt, andò in esilio negli Stati Uniti. Nel 1950 tornò in Europa e si stabilì a Vienna, dove visse fino al 1992, anno della sua morte.
Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: inizia così a studiare i testi alchimistici. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la "presa di coscienza" della psicologia moderna. L'alchimia in sostanza è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano in realtà essere il ritrovamento di universali esperienze.
Per essere democratici oggi è ancora necessario essere antifascisti? Il riferimento alla Resistenza è tuttora determinante? E a quale resistenza ci si deve riferire? Sono questi gli interrogativi ai quali l'autore intende rispondere con questo volume che ripercorre alcuni passaggi decisivi che dalla Resistenza armata portano alla democrazia del 1945-47. Un momento centrale della nostra memoria storica e della nostra identità collettiva che si riflette inevitabilmente (da allora in poi) sul grado e sulla qualità della legittimazione della Repubblica.
L'autore descrive il funzionamento del sistema proporzionale in Italia fino al 1993. Poi spiega come e perché il proporzionalismo sia entrato in crisi e attraverso quali vicende si sia arrivati all'attuale sistema elettorale. Il corpo centrale del volume è dedicato all'attuale legislazione per la Camera e per il Senato, in tutti i suoi aggrovigliati dettagli, compresa la legislazione di contorno. L'autore dà poi alcune valutazioni sull'esperienza delle elezioni politiche del 1994 per concludere sulle ulteriori ipotesi di modifiche. In particolare illustra i collegamenti tra questi aspetti e il tema più generale delle riforme costituzionali con riferimento ai rapporti tra corpo elettorale, governo, parlamento e capo dello Stato.
Un libro per chiunque si interessi allo psichico e piu specificatamente alla sofferenza psichica. Il tema e trattato in modo da aprire nuove vie, sia alla teoria psicoanalitica che alla teoria della tecnica. Un libro che mantiene aperto il dibattito sull'ipotesi della trasmissione della vita psichica tra le generazioni. Appoggiandosi sulle molteplici dimensioni dell'interesse mostrato da Freud sulla questione, propone alcune delle ricerche conttemporanee piu innovative in un campo controverso. R. Kaes delinea innanzitutto la concezione freudiana di un soggetto che e simultaneamente erede, servitore e beneficiario della vita psichica di coloro che l'hanno preceduto. H. Faimberg riprende e sviluppa i suoi lavori sul telescopage delle generazioni e sulla genealogia di certe identificazioni. M. Enriquez descrive le confusioni fondamentali che sono in causa nella trasmissione del delirio al bambino. J.J. Baranes evidenzia le trasformazioni prodotte nella teoria e nella pratica psicoanalitiche dal passaggio da una topica realitaria, alle origini della psicoanalisi.