Perché da un certo periodo storico in poi la scienza entra prepotentemente in cucina? Perché gli scienziati ricorrono spesso a immagini e similitudini prese di peso dal mondo culinario? Qual è il filo che lega esperimenti e ricette succulente? Perché il pollo occupa un posto così importante nell'immagine pubblica della scienza, da Bacone a Pasteur passando per Newton e gli illuministi? Tra esperimenti nei caffè, controversie sulla birra, ricette per la cioccolata custodite gelosamente come brevetti, un racconto ironico, e rigoroso sulle intersezioni tra scienza e cibo, tra gastronomia e ricerca, tra laboratorio e cucina.
A partire dall’esperienza di quanti sono coinvolti negli errori medici – pazienti, familiari, medici e altri professionisti della salute – il volume affronta le difficoltà insite nel parlare di errori con onestà e franchezza nella pratica clinica. Basandosi sulle linee guida sviluppate dall’Institute for Professionalism and Ethical Practice e sull’esperienza degli autori, l’approccio esperienziale presentato in questo libro offre un aiuto concreto per iniziare la conversazione, gestire le reazioni dei pazienti con professionalità ed empatia, decidere chi dovrà partecipare alla conversazione, selezionare quali informazioni documentare nella cartella clinica, rispondere alle domande relative al risarcimento economico.
Con l’obiettivo di favorire la soluzione dei conflitti e la cura, gli autori sottolineano l’importanza di una comunicazione chiara ed empatica per riparare agli errori nel miglior modo possibile. Una particolare attenzione è riservata ad alcuni aspetti della relazione medico-paziente: trasparenza, rispetto, responsabilità, continuità e sensibilità. Le esperienze in prima persona raccolte in questo libro mostrano come parlare degli errori possa migliorare il percorso di cura.
Gli autori
Robert D. Truog è professore di Etica medica, Anestesia e Pediatria presso la Harvard Medical School e senior associate presso il reparto di terapia intensiva del Children’s Hospital di Boston.
David M. Browning è ricercatore presso l’Institute for Professionalism and Ethical Practice del Children’s Hospital di Boston e docente presso la Harvard Medical School.
Judith A. Johnson è avvocato ed eticista clinico presso il Children’s Hospital di Boston e docente presso la Harvard Medical School.
Thomas H. Gallagher è medico internista e docente presso il Dipartimento di Medicina e il Dipartimento di Bioetica e Scienze Umane della Facoltà di Medicina, della University of Washington, a Seattle.
Il fulgido e rassicurante benessere dell'Occidente convive da sempre, ignorandola colpevolmente, con la sua metà oscura, fatta di inquinamento ambientale, spaventosi squilibri sociali ed economici, povertà inaccettabile. Il sistema, però, dice Philippe Kourilsky, così non può reggere: i cedimenti strutturali che si avvertono ovunque denunciano la necessità di un cambiamento radicale. Ma non si tratta di sostituire un sistema economico o politico con un altro, o di generici appelli alla moralizzazione e alla generosità per i più svantaggiati. Il cambiamento deve essere più profondo, e investire l'individuo prima ancora che la società. "mi sembra che sia giunto il tempo di dare all'altruismo il posto che gli spetta" scrive Kourilsky. Un libro forte come un pugno allo stomaco; un richiamo potente alla responsabilità, personale e collettiva, che nel torpore generale della nostra epoca è una rigenerante doccia fredda. Prefazione di Amartya Sen.
L'esperienza della gravidanza, del parto e dei primi mesi con il bambino rappresenta uno dei momenti più intensi della vita di una coppia. Oltre all'impegno fisico legato ai cambiamenti organizzativi e ai nuovi ritmi quotidiani, si attivano emozioni nuove e profonde, alcune assolutamente imprevedibili, altre non del tutto coscienti. Soprattutto con il primo figlio, le incognite possono produrre paure spesso eccessive o inutili. Ogni timore, però, può essere utilizzato positivamente: la paura, se contenuta, ci rende attenti e sensibili, ci mostra l'importanza e il valore di ciò che stiamo compiendo, ci spinge ad affidarci a chi può darci una mano, ci aiuta ad accettare i nostri limiti. Alessandro Volta, pediatra, risponde alle più frequenti "paure" (che il bambino non sia sano, che stia male durante il parto, di non riuscire ad allattarlo, di non interpretarne il pianto) espresse da mamme e papà durante gli incontri di accompagnamento alla nascita che tiene da molti anni, e a quesiti reali molto specifici (come rendere indolore il distacco dal seno, come abituare il piccolo a dormire da solo, l'uso della fascia bebé, le precauzioni quando si viaggia in auto o in aereo, è giusto parlare in "mammese", la lettura precoce, le vaccinazioni, il ritorno della mamma al lavoro e l'aiuto dei nonni), formulati nel periodo successivo alla nascita.
Radiazioni misteriose, extraterrestri, reperti archeologici rivoluzionari, dispositivi elettronici fantascientifici, macchine che controllano il clima e che fanno rivivere il passato... sono solo alcune delle scoperte e delle invenzioni che avrebbero potuto modificare radicalmente la nostra vita, se solo fossero state reali. Il libro analizza con rigore storico una serie di false scoperte scientifiche, immaginando cosa sarebbe successo se fossero state vere. Un viaggio insolito e intrigante all'interno della scienza che mostra aspetti poco noti della ricerca e dei ricercatori.
"Le malattie", scriveva Gina Lagorio, "sono più intelligenti di noi, trovano la risposta dei nostri problemi prima della ragione". Il cancro è la malattia più intelligente di tutte e scriverne vuol dire confrontarsi inevitabilmente con le fragilità dell'uomo, con la sua più grande imperfezione di fronte a un Male astuto, capace di resuscitare ogni volta. Nonostante il Novecento lo abbia definito "il Male del secolo", il cancro accompagna da sempre il cammino dell'umanità e l'uomo lo ha temuto e combattuto con strumenti via via più raffinati. Questo libro ci conduce alla ricerca del cancro nei suoi segni più lontani, per delineare, partendo dalla realtà geografica, una sorta di atlante storico della presenza della malattia, dei tentativi di "stanarla", del grado di consapevolezza nel corso del tempo, degli sforzi per cercare cure credibili risorgendo da continue sconfitte. Il racconto di quest'avventura umana e scientifica - sapientemente condotto evocando atmosfere, episodi, sogni parte dalla preistoria e si addentra di volta in volta nel trascendente, nella magia, nella superstizione, per poi incontrare il metodo cartesiano e una medicina in grado di affrontare con strumenti tecnici adeguati una lotta spesso impari. Sullo sfondo una proposta: la definizione di una nuova disciplina, "archeologia medica", in cui gli apporti della cultura scientifica, umanistica, cibernetica, sociale, religiosa convergano per leggere i segni del passato. Prefazione di Cesare De Nichelis.
"Siamo andati a esplorare la Luna ma, in realtà, abbiamo scoperto la Terra". Parla l'astronauta Eugene Cernan, in riferimento all'impatto culturale determinato dalle celeberrime missioni spaziali Apollo. Sembra un'affermazione paradossale, ma non lo è affatto, perché è guardando la Terra da un altro punto di vista che è possibile comprendere meglio il pianeta in cui viviamo in relazione al resto dell'universo. Il sistema mondo che comprende la Terra ha una età incredibile: 13,7 miliardi di anni e c'è una profonda differenza, per il nostro modo di concepire il mondo e la vita, nel sapere che il pianeta azzurro ha alle spalle un tempo così lungo e non sia stato creato 6000 anni fa, come riteneva la tradizione biblica nel Seicento (e come alcuni incredibilmente sostengono ancora oggi). Siamo al centro di un progetto cosmico oppure, in uno spazio popolato da miliardi e miliardi di galassie e di stelle, abitiamo un piccolo pianeta, di cui siamo gli ultimi malcapitati occupanti, dopo una serie interminabile di specie e in seguito ad almeno cinque grandi estinzioni di massa? Marco Ciardi racconta, a partire dalla nascita della scienza moderna nel 1600, il modo in cui è cambiata l'idea della Terra nel mondo occidentale, quali riflessioni sono scaturite nella scienza, nella filosofia, nella religione, nella letteratura e nell'arte, mutando il ruolo dell'umanità sul pianeta e il suo rapporto con l'ambiente e le risorse naturali.
Nel 1959 Charles P. Snow tenne la sua ormai famosa Rede Lecture all'Università di Cambridge, sul tema de Le due culture, una riflessione sull'accademia basata sul presupposto che esistessero due soli tipi di cultura: le arti e le discipline umanistiche da una parte e la scienza dall'altra. Da allora è emersa una terza cultura, generalmente detta delle "scienze sociali", che comprende discipline come la sociologia, la scienza politica, l'economia e la psicologia. Il libro di Jerome Kagan si propone dunque di descrivere gli assunti, il vocabolario, i contributi e i limiti di ciascuna di queste culture. Fa emergere le differenze tra i significati di molti dei concetti usati da ognuna nel proprio campo e non immediatamente trasferibili ad altri, passa in rassegna i vari criteri di indagine e i risultati conseguiti nella ricerca della verità. Evidenzia gli apporti dati anche dalle scienze sociali e dalle discipline umanistiche alla nostra comprensione della natura umana e mette in discussione il diritto di predominio di una delle tre culture sulle altre, come è successo alle scienze naturali con i grandi investimenti in fisica, chimica e biologia molecolare. L'obiettivo è quello di ristabilire un equilibrio tra i rispettivi campi della conoscenza, con le conseguenze teoriche ma anche pratiche che questo comporta. Si tratta di un'analisi dello stato della cultura per fare chiarezza sulla realtà accademica italiana di oggi e di domani.
L'Oceano di plastica racconta la scoperta da parte di Charles Moore di una vera e propria isola di rifiuti galleggiante nell'Oceano; Moore vi incappò con il suo catamarano nel 1997 e da quel momento ne ha denunciato l'esistenza agli enti preposti alla salvaguardia dell'ambiente, alle accademie scientifiche, al mondo intero, e per farlo è dovuto ritornare più volte in loco e raccogliere quante più evidenze scientifiche possibili perché la sua denuncia fosse presa seriamente. Questa isola fluttuante, chiamata Great Pacific Garbage Patch, ha l'estensione del Canada. È fatta di rifiuti plastici, alcuni integri, altri ridotti a "zuppa" per l'azione dei raggi UV e dei processi chimici; insomma, ridotti a molecole, ma molecole sintetiche! E intorno a questo pezzo di "oceano di plastica" nuotano e vivono pesci, che si nutrono di quella zuppa plastica, che a loro volta vengono mangiati da altri pesci. Gli effetti sulla catena alimentare marina sono devastanti. Con questo libro Moore ci racconta la sua incredibile scoperta e disvela la vita segreta e le nascoste proprietà della plastica. Dai cartocci del latte alle molecole di polimeri, piccole abbastanza da penetrare la pelle umana o da essere inavvertitamente inalate, la plastica è sospettata di contribuire a una serie di malattie gravi tra cui infertilità, autismo, disfunzione della tiroide e alcune forme di cancro. Un libro che è un invito alla mobilitazione ecologista radicale.
Il libro raccoglie i contributi dei relatori ai due convegni organizzati dal Centro Filippo Buonarroti in collaborazione con Ilaria Vinassa de Regny ed il Museo di Storia Naturale di Milano, in occasione del bicentenario della nascita di Darwin (il 28 ottobre 2009) e del 400° anniversario delle prime osservazioni con il cannocchiale di Galileo (il 21 gennaio 2010). Ci sembrava infatti un peccato lasciare che i qualificati interventi degli studiosi intervenuti ai due convegni si perdessero nella labile memoria individuale dei partecipanti; abbiamo così pensato di raccogliere le relazioni, opportunamente ampliate, e di arricchire il libro con materiale di documentazione in modo che fosse utilizzabile non solo dai professori ma anche dagli studenti (segnaliamo in particolare il famoso scritto di Lewontin e Gould sui Pennacchi di San Marco). Il libro è perciò diviso in due parti, la prima dedicata a Galileo e la seconda a Darwin.
La Scienza si è illusa di aver già compreso la natura della realtà: le questioni fondamentali hanno già trovato risposta, lasciando solo i dettagli da definire. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi ed esponente di quello che viene definito un approccio «organicista», pensa invece che le scienze stiano attraversando una impasse determinata proprio da ipotesi date regolarmente per sottintese, mai messe in dubbio, accettate come un articolo di fede. Egli sostiene che la «visione scientifica», ancorandosi ai suoi assunti trasformati in dogmi, sia diventata un sistema di credenze: tutta la realtà è o materiale o fisica, il mondo è una macchina, e la materia è priva di coscienza, il libero arbitrio è illusorio, le leggi di natura sono costanti e la natura è senza finalità, la coscienza non è altro che l'attività fisica del cervello e Dio vive solo come un'idea nella mente umana, la medicina meccanicistica è l'unica che funziona veramente, e così via. Sheldrake individua dieci «dogmi» del materialismo, trasforma ciascuno di essi in una domanda e a ciascuno dedica uno dei capitoli del libro, in cui sottopone a esame la sua credibilità, i problemi e le anomalie che possono metterlo in crisi, le ricadute nella pratica della vita e della ricerca dell'atteggiamento fideistico che lo supporta. Aprendo nuovi possibili percorsi di indagine, svincolandosi da tali dogmi, la scienza sarebbe migliore: più libera, più interessante, più divertente.