Come ha potuto l’Universo svilupparsi da una minuscola palla di fuoco fino a raggiungere le dimensioni attuali? Da dove proviene la vita sulla Terra? Come si formano i pianeti e quale sarà la loro fine?
John Gribbin, tra i migliori divulgatori scientifici, racconta la storia più spettacolare in assoluto, quella dell’Universo. A partire dal Big Bang 14 miliardi di anni fa, dalla formazione di stelle e galassie fino alle ultime ipotesi sulla materia oscura e sulla teoria del tutto, e ancora oltre, fino all’eventualità di un Big Crunch o di un Big Rip, questa è la biografia dell’intero mondo che ci circonda.
La duplice arte del fumetto, parole e immagini ben accoppiate, al servizio di una delle più straordinarie rivoluzioni scientifiche nella storia dell’umanità. Alla teoria della relatività sono state dedicate opere ponderosissime ma in realtà i suoi concetti sono accessibili anche a chi non abbia una preparazione matematica superiore.
Lo dimostrano in modo straordinariamente efficace e divertente gli autori di questo libro che, senza far uso di tecnicismi, si muovono con agilità tra la narrazione del fumetto tradizionale e le sequenze in cui si spiega la scienza.
Ogni giorno facciamo uso della memoria per le attività più varie: ricordare un numero di telefono mentre lo si compone, andare in bicicletta, pagare una bolletta, sapere che cosa si compra o conoscere in quale Stato andremo quando siamo in partenza per Parigi: tutto ciò richiede l'intervento di componenti distinte di memoria. Questo libro descrive l'architettura della memoria - da quella a breve termine a quella a lungo termine, da quella retrograda a quella prospettica - e la sua patologia. Per chiarezza di esposizione, efficacia di scrittura, capacità di incuriosire si rivolge anche a un pubblico non esperto in materia ma interessato ad approfondire le conoscenze che riguardano una delle nostre più importanti capacità.
Alex un pappagallo africano e Irene una scienziata sono riusciti a dimostrare che un semplice pennuto può conquistare vette di apprendimento più elevate delle scimmie antropomorfe. In trent'anni di esperimenti instancabili sulle capacità cognitive, in particolare linguistiche, della sua specie, il pappagallo ha appreso un vocabolario di oltre cento parole e ha imparato a contare, arrivando a intuire l'idea di "zero" e altri concetti astratti come "uguale" e "diverso". Impossibile farlo tacere o limitare le sue irrefrenabili associazioni di idee. Finché l'incontro tra la curiosità di Irene e l'entusiasmo di Alex si è trasformato in qualcosa di più di una relazione tra scienziato e "cavia": a dispetto degli scettici fautori di una scienza fredda e oggettiva, è nata una vera amicizia. Destinata ad aprire la strada a nuove ipotesi sui meccanismi del pensiero. "Parla con Alex" non è solo una parabola sulle sfide del sapere, ma la storia di un legame speciale, che ha superato ogni barriera. Il lutto generale seguito negli Usa alla morte improvvisa di Alex, nel 2007, ha dimostrato che non era entrato solo nella vita di Irene, ma in quella di un'intera nazione. Perché il racconto delle sue avventure e delle sue capacità, dei suoi attacchi di gelosia e della sua profonda capacità di affetto permette di sbirciare in un mondo misterioso, che vive accanto a noi e che spesso non riusciamo a interpretare: il mondo delle menti animali.
Il ruolo delle formiche nella biosfera - dice Edward Wilson - è così importante che l'umanità forse non potrebbe sopravvivere senza di esse. Ma l'umanità, prigioniera della propria strategia arcaica della sopravvivenza a breve termine, è ancora troppo concentrata su se stessa e sui propri bisogni, e sta distruggendo la natura con la forza di un meteorite. Entro la fine del secolo, metà di tutte le specie potrebbero essere definitivamente uscite di scena. Avrà allora inizio quella che potrebbe venire ricordata un giorno come l'Era eremozoica - l'Età della Solitudine. I costi materiali e spirituali per le generazioni future rischierebbero di essere sbalorditivi, ma a scongiurare tutto questo non bastano mere considerazioni utilitaristiche. Per risultare realmente efficace, la strategia di conservazione deve tentare di collegare l'approccio razionale tipico della scienza con quello più emotivo e spirituale offerto dalla nostra innata "biofilia", tendenza che permane, seppure atrofizzata, persino nei bozzoli artificiali in cui scorre la nostra esistenza urbana e che potrebbe diventare il fondamento di una nuova etica. Wilson per la sua perorazione ha scelto la singolare forma di una lettera indirizzata a un immaginario uomo di chiesa, nella speranza che religione e scienza, "le forze più potenti nel mondo di oggi", possano incontrarsi "al di qua della metafisica" per salvare il futuro della vita sulla Terra.
Qualcuno ricorderà il dilemma giornalistico lanciato sulle pagine di "Repubblica" da Pietro Citati secondo il quale il sapore dei pomodori non è più quello di una volta. Quale fondo di verità abbiano simili discorsi se lo chiede Antonio Pascale che, oltre a essere una delle voci sicure della narrativa italiana contemporanea, è anche agronomo. E da scienziato si misura con gli interrogativi e i timori della scienza che la grande discussione bioetica di questi ultimi anni ha portato tra di noi. Lo fa attraverso una riflessione originale e pragmatica, che parte dal dato quotidiano, per poi spingersi, con ironia e piedi in terra, attraverso le ossessioni, i timori, i luoghi comuni legati al mondo della scienza così come viene comunemente percepito.
Il ronzio delle api racconta la storia di questo incredibile e laborioso insetto partendo da una prospettiva diversa da quelle usualmente note, mostrando le api in modo diverso. La colonia di api domestiche non è una società perfetta governata da una regina, ma bensì un "superorganismo", cioè un sistema capace di autogestirsi e di adattarsi all'ambiente che lo circonda, grazie all'efficace sistema di comunicazione esistente fra le sue componenti. L'autore, Jürgen Tautz, e il suo gruppo di lavoro attraverso le più recenti scoperte, offrono in questo libro la possibilità di entrare a stretto contatto con questo mondo. Con fotografie di Helga R. Heilmanmn.
Può il battito d'ali di una farfalla causare un uragano dall'altra parte del mondo? La definizione del celebre "buttetfly effect", fatta dal meteorologo Edward Lorenz negli anni Settanta del Novecento, ha aperto la strada a una nuova stagione nel settore degli studi di logica e matematica. La linea frastagliata di una costa, l'evoluzione delle condizioni meteorelogiche, la forma delle nubi, i crash dei sistemi informatici, le oscillazioni dei mercati azionari: per la scienza tradizionale questi fenomeni sarebbero stati assegnati al regno dell'informe, dell'imprevedibile, dell'irregolare. In una parola, al caos. Ma attenzione, avverte Leonard Smith: "caos" non è sinonimo di "caso", come la logica potrebbe indurre a pensare. E nemmeno si può parlare di disordine: i sistemi caotici e non lineari, alla luce delle nuove scoperte, sono sistemi dinamici sempre prevedibili a breve termine, e quindi riconducibili a una logica nuova, a un nuovo approccio conoscitivo che, abbandonata definitivamente la pretesa di un dominio completo dell'uomo sulla natura, ne rispetta e interpreta la complessità.
Lo studio e l'osservazione delle galassie è da sempre il nodo centrale del crescente interesse per l'origine del cosmo, e rimane tuttora uno dei temi fondanti dell'astronomia. John Gribbin coinvolge il lettore in un viaggio che dalle osservazioni a occhio nudo degli antichi attraversa la storia dell'invenzione del cannocchiale e del telescopio per arrivare alle ultime frontiere della ricerca, spingendoci fino alla notte dei tempi, alle collisioni intergalattiche, giù giù in quel frammento di secondo che ha dato origine a tutto. D'altronde, come restare indifferenti a una disciplina scientifica che nei secoli è stata in grado di sondare e interrogare le profondità infinite del ciclo, di stabilirne l'incommensurabilità, di rivelarci quanto è vero che siamo "un puntino minuscolo alla periferia di una piccola galassia di un universo in continua espansione"? Quel viaggio ai limiti del tempo e dello spazio - ci dice Gribbin - altro non è in fondo che un viaggio dentro noi stessi, una scossa alle nostre inquietudini più profonde.
Rivelando gli stupefacenti collegamenti di natura chimica tra fatti apparentemente scollegati, gli autori presentano nel libro 17 gruppi di molecole che hanno cambiato il corso della storia, arrivando a determinare moltissimi aspetti della nostra vita quotidiana. Il lettore apprenderà per esempio come i bottoni delle uniformi dell'armata napoleonica, fatti di stagno, si sbriciolassero alle basse temperature, mettendo in notevoli difficoltà i soldati impegnati sul fronte russo (e, chissà, ipotecando così l'esito della campagna); come un banale incidente domestico con un grembiule detonante ebbe come conseguenza lo sviluppo dei moderni esplosivi e la nascita dell'industria cinematografica; come la passione degli europei per la caffeina, una molecola che dà una blanda dipendenza, finì per portare alla rivoluzione comunista in Cina.
Spesso l'intero progresso tecnico e scientifico è attribuito a un ristretto numero di menti geniali che si eleva al di sopra della gente comune. Ma la verità è che la scienza è sempre stata il prodotto di uno sforzo collettivo, e che di volta in volta il risultato del singolo si è avvalso di una consolidata esperienza popolare. Questo studio ripercorre il cammino della scienza dalle sue radici primitive ai nostri giorni illustrando il contributo imprescindibile dei cacciatori-raccoglitori, dei contadini, dei marinai, dei minatori, dei fabbri, delle masse anonime di lavoratori che nei secoli hanno ricavato i propri mezzi di sussistenza dal confronto quotidiano con la natura. La medicina si sviluppò attraverso le proprietà terapeutiche delle piante, scoperte dai popoli preletterati. La chimica e la metallurgia mossero i primi passi nelle antiche fucine, nelle botteghe dei vasai e nelle buie gallerie delle miniere, dove nacquero anche la geologia e l'archeologia. La matematica deve la sua esistenza e molti dei suoi progressi alle pratiche millenarie di mercanti, agrimensori, contabili e meccanici. Contro il retaggio della "tradizione eroica", la ricerca storica di Conner rintraccia le origini trascurate delle grandi scoperte scientifiche per rivelare il vero genio. Quello del popolo.
Ne parlano tutti ma nessuno l'ha mai visto: il tempo è un mistero la cui natura profonda resta ancora oscura. Ci hanno provato e sono stati sconfitti fisici e filosofi, biologi e teologi. Il tempo che noi percepiamo, che lascia il segno sul nostro viso, è lo stesso di quello degli scienziati? Ha avuto un inizio? E ha davvero una direzione? I teorici hanno provato a invertirlo. Ma, riflettendo sulla sua disperante irreversibilità, Étienne Klein avverte che il tempo non è altro che un'"enigmatico spazio" in cui però non ci si può spostare a proprio piacimento.