
Cos'è l'intelligenza? È davvero possibile accrescerla? Quali sono i pro e i contro delle intelligenze artificiali? Queste e altre sono le domande alle quali questo testo, dalla vocazione divulgativa, si propone di rispondere. Dalla memoria come luogo della costruzione identitaria, fino al problema dell'insegnamento scientifico nelle scuole, questo testo affronta un argomento interessante e versatile: la natura del cervello umano. Scritto da due scienziati e grandi divulgatori, il volume coinvolge il lettore in una narrazione che si rivela più attuale di quanto possa sembrare. Parlare della natura di quest'organo, infatti, significa parlare non soltanto della scienza propriamente detta ma anche di società, politica, cultura: dal dibattito sull'eutanasia, all'analisi delle emozioni, fino al tema centrale, quello dell'analfabetismo scientifico in Italia, perché - come dicono gli autori - per usare bene il cervello bisogna conoscerlo.
Abbiamo adorato dèi antropomorfi e fatto per millenni degli animali l'oggetto del nostro culto. Eppure la forza cosmogonica più importante sul nostro pianeta sono le piante: sono loro le nostre ultime divinità. Sono loro ad aver prodotto il mondo così come lo conosciamo e lo abitiamo. Sono loro a mantenerlo in vita. Attraverso la fotosintesi, hanno permesso di cambiare lo statuto della materia che ricopre la crosta terrestre, trasformandola in centro di accumulazione dell'energia solare. E soprattutto hanno trasformato irreversibilmente la nostra atmosfera. Non illudiamoci: lungi dall'essere un elemento qualunque del paesaggio terrestre, le piante cesellano e scolpiscono incessantemente il volto del nostro mondo.
Bertrand Russell ha scritto che la matematica può stupire e ammaliare tanto quanto la poesia. E in fondo nell'opera di fisici e matematici è sempre stata riconosciuta una forma di arte e bellezza, anche se con altri strumenti e altri sguardi. Formule e serie numeriche al posto di parole, scalpelli e colori. Più di due secoli fa Eulero, matematico svizzero tra i più prolifici della storia, scrisse quella che è stata definita «l'equazione di Dio», una formulazione stilisticamente semplice eppure profonda nel suo significato e nelle sue implicazioni, capace di creare un inaspettato legame tra cinque simboli alla base dell'analisi matematica. Da allora l'identità di Eulero, considerata dalla comunità scientifica come la più bella formula di sempre, ha conosciuto un numero sterminato di applicazioni, dall'aritmetica di base agli interessi composti in economia, fino alla tecnologia che tutti noi maneggiamo quotidianamente.
Quando visitiamo una casa che non è la nostra chiediamo il permesso di entrare, ci puliamo le scarpe, guardiamo solo nelle stanze in cui siamo invitati, consumiamo solo quanto ci viene offerto, domandiamo dove possiamo gettare un rifiuto quando ce ne troviamo uno in mano... È con questo spirito che dovremmo imparare a stare sulla terra, il pianeta su cui viviamo, di cui siamo i custodi ma che non ci appartiene («Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse...»: in fondo, la soluzione per la salvaguardia del nostro pianeta si trova già nella Genesi). Un saggio di testimonianza e proposte (e consigli pratici per tutti), nel continuo confronto con gli insegnamenti dell'Antico Testamento.
Il testo si apre con uno sguardo sulla comunità scientifica internazionale, che non cessa di misurarsi con il tema complesso della terapia dei bambini abusati, senza desistere dal cercare strumenti sempre più efficaci. Una rassegna bibliografica sul tema costituisce l'introduzione al volume. Ci si concentra poi sul panorama nazionale, attingendo all'esperienza di terapeuti che si riconoscono nel CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia). Attraverso i tredici casi clinici riportati, gli autori, a partire da formazioni di base differenti (psicoanalitica, sistemica, cognitivista), illustrano diverse specificità dell'abuso sessuale sui bambini e descrivono nel dettaglio come hanno utilizzato nella terapia tecniche e competenze. Li accomuna il fatto che tutti hanno completato le risorse di base per adeguarle alle specificità del funzionamento post-traumatico di questo gruppo di pazienti, arrivando a una confortante convergenza di scelte terapeutiche, in un percorso che non nasconde ostacoli, fallimenti e risonanze personali.
"Tutti noi speriamo in qualcosa. Ma il malato spera più di ogni altro. E sono le parole il mezzo più importante per infondere speranza: parole empatiche, di conforto, fiducia, motivazione. Oggi la scienza ci dice che le parole sono delle potenti frecce che colpiscono precisi bersagli nel cervello, e questi bersagli sono gli stessi dei farmaci che la medicina usa nella routine clinica. Le parole innescano gli stessi meccanismi dei farmaci, e in questo modo si trasformano da suoni e simboli astratti in vere e proprie armi che modificano il cervello e il corpo di chi soffre. È questo il concetto chiave che sta emergendo, e recenti scoperte lo dimostrano: le parole attivano le stesse vie biochimiche di farmaci come la morfina e l'aspirina." Fabrizio Benedetti, uno dei massimi studiosi al mondo dell'effetto placebo, presenta in questo libro un approccio rivoluzionario alla malattia e alla guarigione, testimoniando l'importanza delle suggestioni verbali positive per il loro potere di modificare il cervello e l'intero organismo. E apre a uno scenario innovativo in cui le parole di speranza, ingrediente cruciale di ogni terapia, diventano parte integrante della pratica medica. "In questo libro voglio lanciare un messaggio: parole, speranza e farmaci inducono effetti simili con meccanismi simili. E lo faccio parlando sì di scienza, ma raccontando anche brevi storie di pazienti che ci hanno fatto capire tutto ciò. Solo con questo duplice approccio, la scienza da una parte e la prospettiva di chi soffre dall'altra, è possibile comprendere la vera forza della speranza nella sofferenza e nella malattia."
Quando, a 21 anni, gli diagnosticarono la sclerosi laterale amiotrofica, gli avevano dato due anni di vita. Che decise di godersi a pieno, dedicandosi ai grandi quesiti che affascinano da sempre l'uomo: cosa c'è là fuori? Che cosa sono lo spazio e il tempo? Come si è evoluto il cosmo? Contro ogni pronostico, Stephen Hawking è morto a 76 anni dopo aver viaggiato con la mente in tutto l'universo: le sue ricerche nel campo della cosmologia, e in particolare dei buchi neri, l'hanno reso famoso nel mondo come fisico e divulgatore scientifico e gli sono valse la nomina a Professore Lucasiano di Matematica all'Università di Cambridge, un incarico già rivestito da Isaac Newton. La sua è la storia di una battaglia costante tra mente e corpo: più erano alte le vette che raggiungeva nel lavoro, più difficile e gravosa diventava la sua lotta per condurre una vita normale. Eppure, proprio i limiti fisici sono stati uno stimolo per affinare ed espandere le possibilità del ragionamento, colmando con la logica e la visione gli interrogativi del nostro tempo, tanto che Hawking affermava di saper pensare in undici dimensioni. Ripercorrendo la sua esperienza e la sua vita, questo libro ricostruisce il suo metodo e spiega come applicarlo in ogni ambito: mettere in discussione le predizioni, seguire le intuizioni, lasciarsi guidare da una curiosità insaziabile, trasformare gli ostacoli in risorse. Come ha fatto lui, che diceva: perché guardarsi i piedi quando si può puntare al cielo?
Una guida per analizzare la scrittura di un individuo che entra nel tunnel della psicosi, del disturbo bipolare, della depressione e della dipendenza da alcol.
Per secoli la geometria euclidea, pietrificata nella inesorabile logica dei suoi cinque postulati, è rimasta il sistema matematico per eccellenza. Violando i postulati, soprattutto il più enigmatico, ovvero il quinto, si scoprì che la magnifica costruzione non era sola: erano possibili altri modi di scalare l’infinito, altre geometrie non euclidee, altrettanto belle e coerenti, attraverso le quali si poteva anche considerare uno spazio a molte dimensioni. Lo sguardo da allora si spostò ancora più lontano fino a scorgere un’intera città fatta di molte costruzioni geometriche, dalle forme più strane e meravigliose, alcune delle quali utilizzate dai fisici, a cominciare da Einstein, per misurare lo spazio astronomico. Da Saccheri a Eulerio, da Beltrami a Gauss a Riemann, una storia affascinante di idee, tentativi e conquiste.
Traduzione di Giuliana Olivero
Millenarismi, profezie, utopie, speranze e apprensioni: oggi nell’aria c’è una sensazione condivisa di precarietà. Il mondo sembra trovarsi in un momento di svolta senza precedenti, alle soglie di un grande e radicale cambiamento. La vita alla quale eravamo abituati sbiadisce ormai nel passato e non è destinata a tornare, mentre il mondo di domani si annuncia estremamente diverso da quello che conosciamo. I nostri nipoti e pronipoti si troveranno con ogni probabilità a vivere in un contesto così differente dal nostro che facciamo fatica a immaginarlo. Sembra però scontato che le generazioni future si differenzieranno dalle precedenti in maniera ben più marcata di quanto sia storicamente avvenuto finora.
In effetti anche i nostri nonni sono stati testimoni di enormi cambiamenti: sono nati con le prime automobili e il grammofono, e nella loro vita hanno visto nascere la televisione, l’avvento degli antibiotici, il nucleare, la conquista della Luna, la plastica, Internet, la pillola contraccettiva, l’esplosione demografica e la telefonia mobile; per non citare che poche rivoluzioni. Ma il futuro che verrà, da adesso in poi, appare molto più accelerato di così.
Di cosa saranno testimoni, allora, quelli che verranno dopo di noi? Jim Al-Khalili ha raccolto le voci degli scienziati più autorevoli e ha chiesto loro, a ciascuno per la parte che gli compete, di fare delle stime realistiche. Non è più il tempo dell’ottimismo tecnologico a tutti i costi, per cui in questo volume troverete un paesaggio dipinto a tinte alterne, alcune più ottimiste, altre decisamente meno. Demografia, biosfera, cambiamento climatico, ingegneria genetica, biologia sintetica, intelligenza artificiale, robotica, computazione quantistica e finanche viaggi nel tempo: possiamo aspettarci tutto questo e altro ancora in un futuro che in parte è già a portata di mano e in parte, forse, vedrà la luce tra qualche secolo. Vale comunque la pena di fantasticare un po’ e allenare la mente al futuro, guidati dalle migliori firme della divulgazione scientifica.
Con il consueto linguaggio suggestivo e illuminante, che libro dopo libro ci guida a liberare il nostro nucleo più profondo per attivare le nostre capacità innate e guarire la nostra vita, Raffaele Morelli ci inizia alla pratica di salute più antica che ci sia: il digiuno.
"Non possiamo pensare di stare bene se ci dimentichiamo delle nostre radici, immerse nel buio della materia, nell'invisibile. Eppure trascorriamo la maggior parte della nostra esistenza prigionieri dell'esterno, identificati con i nostri problemi, i nostri pensieri, i nostri progetti, i nostri ricordi, il nostro modo di guardare il mondo e le nostre teorie sulla vita e su noi stessi. Ma allora, come possiamo fare per incontrare la nostra essenza originaria? La risposta a questa domanda è stata la stessa per tutte le tradizioni antiche: attraverso il digiuno."
Con il consueto linguaggio suggestivo e illuminante, che libro dopo libro ci guida a liberare il nostro nucleo più profondo per attivare le nostre capacità innate e guarire la nostra vita, Raffaele Morelli ci inizia alla pratica di salute più antica che ci sia: il digiuno. Oggi anche la medicina si è accorta delle straordinarie proprietà terapeutiche del digiuno in termini di depurazione dell'organismo e di prevenzione delle malattie. Così quest'antica pratica, che ha fatto parte dei riti di tutte le tradizioni, sta via via tornando in uso. Il potere curativo del digiuno – scritto insieme al figlio Michael Morelli che da anni studia il digiuno e i suoi benefici effetti – è un prezioso manuale che ci invita a liberarci dalle zavorre mentali e fisiche che appesantiscono la nostra anima e il nostro corpo, e ci insegna come farlo nel modo più semplice che ci sia: saltando qualche pasto. Un sacrificio presto compensato da un nuovo senso di benessere e di vitalità, segno che il nostro corpo si sta liberando dalle tossine e dai grassi accumulati, e la nostra anima dal peso soffocante del mondo esterno. Il digiuno potrà limitarsi a una sera alla settimana, ma perché diventi un rito di purificazione fisica e mentale dovrà essere accompagnato da solitudine e silenzio. Queste "serate con noi stessi", lontani dal cibo ma anche dalla tv, dal computer, dalla compagnia e dal rumore, diventeranno presto una nuova abitudine: forse la più benefica della nostra vita.
Eugenio Borgna, nel corso della sua lunga carriera, ha incrociato molte vite: le ha incontrate in manicomio, in clinica, in ospedale, nel proprio studio. Ha ascoltato le loro voci fragili e si è fatto carico di paure, angosce e speranze. Ha cercato di porre un rimedio al dolore attraverso il dialogo e l'immedesimazione con l'altro. E non lo ha fatto soltanto attraverso la razionalità del medico, ma anche mettendo in gioco i suoi sentimenti e il suo calore di uomo, consapevole che la psichiatria ha bisogno anche della comprensione, della vicinanza, del riconoscimento per guardare davvero negli abissi insondabili dell'interiorità. Una vita dedicata alla conciliazione fra le parole e il silenzio, all'attenzione per le fragilità e alla cura di emozioni e sentimenti; all'ascolto del corpo e dell'anima. Sempre con umanità, fiducia e gentilezza.