Chateaubriand è stato il fondatore del moderno opinionismo politico, e questo violento pamphlet, scritto tra l'inverno e la primavera del 1814 per spianare la strada al ritorno dei Borbone sul trono di Francia, lo conferma. Fu, il suo, uno di quei gesti risoluti e instintivi che nascono dall'indignazione e tagliano tutti i ponti dietro di sé. Scopo di Chateaubriand era di convincere i francesi che per evitare una nuova repubblica o l'instaurazione di un governo straniero bisognava restituire la fiducia ai Borbone e insieme togliere loro il potere assoluto, dando alla Francia un governo monarchico-costituzionale.
Per molto tempo la storiografia, sia ottocentesca sia contemporanea, non si è occupata di come sia nato il concetto di identità nazionale nell'Italia del Risorgimento, concetto che è stato considerato un dato di fatto. Solo negli ultimi anni gli eventi internazionali e interni hanno costretto tutti, collettività e specialisti, a esaminare la questione: ciò nonostante, gli studi si sono concentrati soprattutto sulla fase postunitaria, sul bisogno del neo-Stato italiano di diffondere una vera e propria pedagogia della nazione, mentre continua a mancare un esame dei significati che, durante il Risorgimento, si attribuivano all'idea di nazione. Il saggio di Banti intende colmare questa lacuna.
Il Medioevo ha un'importanza capitale nello sviluppo dell'Occidente: esso si pone infatti come il raccordo fondamentale tra il mondo greco-romano e la modernità, tra classicità e dinamismo contemporaneo. In questo ampio raccordo l'alto Medioevo, compreso tra il V e il X secolo, si presenta come un periodo particolarmente travagliato, in cui l'eredità antica deve confrontarsi e amalgamarsi con la cultura delle popolazioni seminomadi che dall'Europa centrale si sono allargate nell'area mediterranea. Il basso Medioevo, dall'XI al XV secolo, va considerato come il prologo del mondo moderno, un prologo caratterizzato da una pluralità di elementi e trasformazioni anche violente.
L'emergere del gruppo socio-professionale dei "dotti" è uno dei fenomeni caratterizzanti della società del pieno e basso Medioevo. All'argomento aveva dedicato oltre quarant'anni fa un celebre libretto Jacques Le Goff: "Gli intellettuali del Medievo". Ora in una prospettiva diversa questo libro di Verger viene a integrare e in parte a correggere il quadro tracciato da Le Goff, fornendo una sintesi organizzata in maniera tematica, del mondo della cultura medievale.
Nonostante "il mare abbia inghiottito buona parte della civiltà antica", Canfora riesce a mettere insieme mirabilmente i frammenti del mondo greco, rendendoli familiari e comprensibili. Luciano Canfora insegna Filologia classica all'Università di Bari.