I testi qui raccolti coprono due secoli di storia dei Balcani, dalla guerra civile ottomana di fine '700 alla ristrutturazione geopolitica tuttora in corso. Una "transizione alla modernità" che è un penoso processo di adattamento, segnato dalla tensione fra le strutture ereditate e i modelli di successo proposti dalla più avanzata esperienza europea. Un processo mai concluso: da condizione normale di esistenza dei piccoli popoli balcanici, la precarietà si è incorporata come tratto caratteristico nelle loro stesse identità nazionali, soggette a pressioni sempre più esplosive.
La cavalleria medievale, lungi dal costituire una realtà stereotipata, fu un mondo complesso e variegato, caratterizzato da molteplici ambiguità. Ambiguo fu anzitutto il termine "cavaliere", che dal significato originario di guerriero a cavallo passò ad indicare successivamente un uomo di rango sociale elevato, e solo molto più tardi divenne titolo nobiliare. La cavalleria costituì in realtà una funzione pubblica, che si privatizzò durante il Medioevo e accentuò il proprio carattere aristocratico e militare, fino ad assurgere in epoca feudale a braccio armato della Chiesa. Risale al Medioevo la nascita dell'ideale cavalleresco che tanto determinò i modelli di comportamento dell'epoca fino ad entrare nell'immaginario comune.
Non una storia del fascismo e del nazismo, bensì un bilancio puntuale dei tratti che li apparentarono, e delle singolarità rispettive. Grande attenzione è data anche al parallelo sul governo dell'economia, incluse l'agricoltura, l'autarchia e la mobilitazione economica; al rapporto dei due regimi con la cultura e la società, al rispettivo grado di consenso, infine al modo in cui nazismo e fascismo affrontarono la sfida della guerra.
Il bilancio dell'azione rivoluzionaria e una sintesi della più recente storiografia in argomento: è quanto si propone l'esposizione di Forrest, che discute le ragioni politiche e sociali per cui nell'89 s'innesca il processo rivoluzionario e valuta in particolare l'apporto popolare. Esamina poi da un lato l'aspetto politico della rivoluzione, le fazioni in conflitto, le riforme costituzionali e amministrative tentate e attuate, e dall'altro l'opera di riforma dell'ordine sociale.
Braudel dispiega la sua insuperata capacità di tracciare le grandi linee di uno sviluppo storico individuando le nervature dei processi. Si dedica al "lungo Cinquecento", i quasi due secoli che vedono il primo sviluppo del capitalismo europeo e la formazione di un'economia mondiale: processo interrotto a metà Seicento e riavvito un secolo dopo. Braudel illustra dapprima le tendenze generali del periodo, poi analizza gli episodi particolari, infine il lungo e frastagliato riflusso che frena lo sviluppo europeo nella prima metà del Seicento.
Nascita e sviluppi del mercato dell'arte contemporanea internazionale. Il prodotto artistico. Le strutture di vendita. Gallerie, fiere, case d'asta. La domanda. I collezionisti. I musei d'arte contemporanea. Le grandi manifestazioni espositive critici d'arte. Riviste, cataloghi e editoria d'arte. Gli artisti. Una trattazione al tempo stesso chiara e sistematica del rapporto esistente fra valore estetico e valore economico, in una società dove anche la produzione artistica tende a essere sempre più condizionata dal mercato e dalla moda. Francesco Poli (Torino, 1949) insegna Storia dell'arte contemporanea presso l'Accademia di Brera ed è chargé de cours all'Università Paris 8.