Christopher Dawson, uno dei maggiori storici del dopoguerra, affronta in questo fondamentale saggio il tema della religione quale elemento dinamico dello sviluppo della civiltà dell'Occidente.
L'autore descrive il cammino della civiltà europea dalla caduta dell'Impero romano alla crisi del XIV secolo, individuando nella presenza della Chiesa l'elemento che, agendo nella realtà e coinvolgendosi in essa, fu capace di trasformarla e di porre i fondamenti di una civiltà che ha segnato in maniera indelebile il Vecchio Continente.
Il rapporto con i Barbari, il legame con la tradizione bizantina e con le civiltà dei popoli nordici, la tensione continua alle riforme che ha segnato la vita della Chiesa, sono le tappe descritte da Dawson, la cui lettura del Medioevo cristiano come adolescenza della civiltà occidentale risulta ancora oggi di estrema attualità.
Introduzione di Serenella Carmo Feliciani
Secondo l'interpretazione più diffusa, sotto il dominio di Roma, le numerose genti italiche (i Latini, gli Umbri, gli Etruschi, i Marsi, i Sanniti, i Liguri, i Lucani, gli Apuli ecc.) hanno dato vita a una patria comune, a una "terra Italia" estesa dal confine delle Alpi allo Stretto di Messina, con una sua "lingua nazionale" (il latino) e valori comuni, tipici del carattere italico: la virtù guerriera, la religiosità, la vita dei campi. In questo libro, invece, Giardina racconta la storia dell'Italia antica, sottolineando come non si sia mai andati al di là di "storie" di una identità incompiuta, in quanto mai vennero meno gli elementi contrari al processo di unificazione: la consapevolezza della diversità fra le genti, la rivalità fra città, ecc.
Gli splendori di Versailles, gli sprechi di un'aristocrazia al tramonto, le follie dell'etichetta sono spie di una società complessa e fortemente gerarchizzata, in cui il particolare più trascurabile acquistava un significato enorme. Un vestito, una carrozza, un cane non erano un lusso fine a se stesso, bensì una necessità per il cortigiano, uno status symbol che ne accompagnava l'ascesa o la disgrazia. Questo sistema di interazioni aveva il suo punto di equilibrio nel re che esercitava il potere assoluto. Analizzando con rigore la logica interna del "gioco" e la condotta dei "giocatori", Elias ricostruisce le origini e l'evoluzione di un sistema sociale nato in Frnacia, ma affermatosi poi in tutta l'Europa fino alla rivoluzione e oltre.
Che cosa è stato il mito greco e quali sono i motivi della sua inesauribile vitalità? Graf risponde alla domanda ripercorrendo i vari momenti storici della presenza del mito nella cultura greca: nei poemi epici come nelle raffigurazioni cosmologiche, nella storiografia come nella tragedia, presso gli allegoristi come presso i filosofi. Una introduzione chiara e puntuale al mito greco, che ne rintraccia la presenza in molti aspetti della vita sociale e della civiltà di ieri e di oggi.