Lui solo, di notte, lui e il foglio bianco dove affiorano i suoi tormenti, i suoi personaggi che sono tutti lui, sono tutti K col punto anche quando si chiamano diversamente. Eppure lui avrebbe voluto essere un attore yiddish, essere come loro un "uomo d'aria", i tedeschi li chiamano così. L'aria, certo, c'entra poco con la prosa di Kafka, così materiale, terrigna, ignifuga e lui allora quando li vedeva esibirsi voleva essere così anche lui, sfuggire a tutti i Processi a tutti i Castelli che sono lì acquattati nella sua mente colpevole. E invece solo il gesto libero e non compromesso, solo corpo senza gravità, solo corpo che si solleva, niente pesi, niente di niente, solo l'aria che quegli uomini respirano, come fanno tutti, ma nessuno la fa vedere questa cosa come sanno fare loro. Forse era quella la vera vita che gli era sempre sfuggita? E cos'era allora la sua scrittura? Solo una cosa sua? Solo una rappresentazione sognante di una vita interiore? Una continua interrogazione a un mistero in cui non si crede, ma solo si spera?
Con una penna affilata e un'intelligenza scintillante, Calvino ha tessuto trame narrative che sfidano i confini della realtà e si inoltrano in mondi fantastici e surreali. Il nucleo centrale del saggio è l'idea che Calvino ha della letteratura, intesa come poetica di confine e "sfida al labirinto", cioè alla complessità del reale. Fasoli analizza quindi le tematiche dell'opera calviniana: Le città di Calvino (quelle biografiche: Torino, Parigi, Roma; quelle letterarie: Le città invisibili). Le ambiguità della storia. L'uomo del Novecento (con i tratti dell'incompiutezza, della fuga dalla realtà, dell'inconsistenza). La crisi della forma romanzo. Il lascito spirituale e letterario.
Riconoscere il cammino educativo che modella la vita di ogni creatura, e integrare tale percorso nel lavoro di crescita vocazionale vuol dire aprirsi alla presenza di Dio nella storia dell'umanità. Questo è l'itinerario che la vita consacrata è chiamata a percorrere. La prospettiva di amore e di speranza che caratterizza ogni carisma proietta i religiosi e le religiose a saper riscoprire ancora una volta il senso più profondo della propria esistenza. Il loro «sì» vocazionale diventa un compito che impegna a dare una risposta specifica, anche e soprattutto quando è più difficile. Anzi, è proprio in un mondo terribilmente diverso che la vita consacrata è chiamata a riscoprire più che mai il valore educativo della propria vocazione. Si tratta di un progetto formativo che diventa vero e proprio «laboratorio di speranza», un percorso di crescita quotidiana dove le fragilità psicologiche e le prospettive vocazionali si intrecciano e si completano a vicenda. Le pagine di questo libro aiutano a riconoscere l'urgenza di questo cammino educativo.
Un'attenta esplorazione dei mondi fantastici creati da J.R.R. Tolkien e insieme un ritratto in punta di penna di un "filologo ritardatario e malinconico" divenuto suo malgrado un autore di culto: questo ci offre Saverio Simonelli in un libro scritto con taglio narrativo, che va al cuore dell'opera tolkieniana. «Con coraggio e molta cura Tolkien si è addentrato, immerso, nel mondo complesso e affascinante delle parole umane e le ha prese sul serio, cercando di mantenersi fedele rispetto all'impegno che essere richiedono. Così ha fatto Tolkien per tutta la vita, ed è da questa "immersione" che poi è sbocciato come un fiore (o un albero ricco di rami) il suo corpus narrativo che trova le sue radici proprio lì, nella filologia, l'amore per la parola. E così ha fatto Simonelli. I suoi libri (e i suoi amici) possono testimoniarlo» (dalla prefazione di Andrea Monda).
La storia «dovrebbe fare più spazio a un grande riformatore come Padre Lombardi» (Andrea Riccardi). Un sognatore, un uomo proteso per tutta la sua esistenza verso l'idea di cambiare il mondo, costruendone uno nuovo, più giusto e più umano. Profondamente preso dall'idea del Concilio, da cui fu invece escluso, ne era stato un antesignano e ne fu poi autorevole interprete e promulgatore. Alla fine della sua vita - quando il declino delle forze fisiche lo aveva ormai da tempo escluso dalla scena pubblica italiana e mondiale, che egli aveva occupato da protagonista per oltre vent'anni - con un radicale capovolgimento di prospettiva (è questo il tornante meno esplorato della sua vita) Lombardi superò l'idea di rinnovare la Chiesa per rinnovare il mondo. L'ultima sua intuizione profetica è quella di una libera e aperta dinamica della Chiesa al servizio dell'umanità, in dialogo con tutti i credenti di tutte le religioni e con tutti gli uomini di buona volontà; la meta è la realizzazione del Regno di Dio, già presente nel cuore di chiunque ubbidisce alla propria coscienza, e che lo Spirito Santo costruisce ben al di là dei confini della Chiesa.
Se resta ancora aperta- verosimilmente non destinata a chiudersi mai - la discussione su quanto la canzone d'autore sia imparentata con la poesia, impossibile è invece negare che essa abbia saputo interpretare al meglio sogni e bisogni, ansie e difficoltà del nostro paese, a partire dalla stagione del boom economico. Uno dei protagonisti di tale fenomeno è stato senza dubbio Enzo Jannacci, milanese doc, nato nel 1935 e morto nel 2013, che per quasi sei decenni ha alternato la professione di medico chirurgo alla musica cosiddetta leggera. Sapendo coniugare, come nessun altro nel panorama artistico nazionale, il gusto irriverente per lo sberleffo e una sensibilità geniale e stralunata, con una vena poetica tendente alla malinconia e alla nostalgia per un mondo arruffato ma ancora capace di riconoscere la purezza.
A 20 anni dalla morte (29 marzo 2003) una nuova edizione - interamente riveduta e aggiornata - del libro che ripercorre la vita di Carlo Urbani, il medico che per primo isolò il Coronavi- rus responsabile della SARS, una forma atipica ed estremamente pericolosa di polmonite. La morte di Urbani di SARS non fu altro che la "logica" conseguenza di una vita spesa sempre e all'estremo per gli ultimi, da medico "senza frontiere" e da cre- dente. Ma - racconta il libro - la sua eredità non è solo morale: proprio il metodo di ricerca sul Coronavirus messo a punto da Urbani nel 2003 è stato fondamentale nelle ricerche sul "nuovo" Coronavirus che hanno poi condotto alla preparazione a tempo di record dei vaccini anti-Covid.
In questo volume a tema è la vita cristiana che scaturisce quando l'uomo, entrando in contatto vivo con Cristo, annunciato e celebrato dalla Chiesa, agisce nel mondo.
Questo libro è un racconto di alcuni cammini a piedi fatti da noi negli ultimi anni. Sulle strade secondarie, poco trafficate, con un passeggino, inseparabile compagno di viaggio, su cui portiamo i bagagli. Di paese in paese, dove abbiamo gustato accoglienza e ospitalità e conservato la memoria di tanti incontri con persone diverse. Il libro racconta il tempo della preparazione del viaggio, le motivazioni, i sentimenti, i dialoghi vissuti con le persone, la bellezza della natura, il ritorno a casa. Ci poteva bastare attraversare l'Italia, dal mar Tirreno al mar Ionio; e invece non si sazia in noi il desiderio di camminare a piedi e di attraversare ancora e sempre più in là la terra, i paesi, le case e le strade, per nuove rivelazioni e nuovi percorsi che legano il cuore alla terra; siamo pronti a ripartire appena concluso il cammino.
La missione della Chiesa, e quindi anche quella della vita consacrata, gravita attorno alla missione dello Spirito, caratterizzata dalla presenza e assenza del Gesù terreno, poiché solo allora Cristo può essere contemporaneo ad ogni tempo: il primo, vero protagonista della missione è lo Spirito Santo. Le consacrate e i consacrati sono chiamati ad essere dei complici anonimi dello Spirito di Gesù e alleati della sorpresa di Dio. La sfida che sono chiamati ad assumere è quella della credibilità: cosa fare, infatti, quando le grandi parole della dottrina non toccano la vita di tutti i giorni? È proprio a partire dalla loro capacità di vivere relazioni autentiche nella comunione che i consacrati saranno veri missionari. L'incontro con Cristo crocifisso dilata il cuore del consacrato, così che il cuore di Cristo diventa il cuore del missionario.
Francesco, come tutti i grandi uomini, risulta essere in anticipo sui modelli culturali e le consuetudini assimilate del suo tempo. Da questo punto di vista emerge, tra gli altri aspetti, il suo rapporto totalmente nuovo con il mondo femminile.
Questo libro rivisita la vita di san Francesco d’Assisi a partire da questo punto di vista e assumendo come “canovaccio” gli affreschi di Giotto nella basilica di Assisi. Con il sostegno di 15 tavole a colori l’autrice passa in rassegna le figure femminili che hanno costellato la vita del santo e ci restituisce un Francesco inedito, in cui lo sguardo “al femminile” sul mondo e le relazioni umane assume un valore universale.
In questo volume a tema è la vita cristiana che scaturisce quando l’uomo, entrando in contatto vivo con Cristo, annunciato e celebrato dalla Chiesa, agisce nel mondo.