La scoperta del Nuovo Mondo offrì all'Europa l'inattesa possibilità di realizzare una "conquista spirituale" che aprì interrogativi epocali. Come condurre l'immensa opera di conversione alla fede cattolica di popolazioni, che per secoli avevano vissuto nell'ignoranza dell'annuncio cristiano e fuori dai confini della Chiesa? Quale linguaggio parlare a genti che venivano percepite infinitamente lontane non solo geograficamente ma anche per culture e credenze religiose caratterizzate da valori giudicati inferiori e "selvaggi" rispetto a quelli che strutturavano l'identità e la coscienza cristiana? Come evangelizzare gli indios in un contesto di conquista armata e di dominazione coloniale? Come rispondere alla sfida di coniugare non solo la liberazione spirituale dal peccato, ma anche quella temporale dalla servitù, dall'oppressione e dalle violazioni della dignità umana che accompagnavano la conquista materiale? Il volume vuole dare una risposta a queste domande analizzando le esperienze concrete in Messico, Perù e Brasile: un quadro complesso, che mostra come dal versante europeo nacque l'esigenza di una nuova teologia e di una visione della Chiesa depurata da ogni compromissione con il potere; dal versante indigeno, come si produssero forme di ibridazione culturale e di cristianizzazione dell'immaginario sociale.
L'autore ci consegna il frutto di uno studio lungo e appassionato della storia della Chiesa per farcela conoscere e amare nella sua verità, oltre ogni censura e falsità. Ogni capitolo è corredato da un'ampia documentazione. Un volume indispensabile per una memoria viva delle radici su cui costruire il nostro futuro. «Non ho inteso occuparmi di tutta la storia della Chiesa, ma soltanto dei periodi più significativi del suo ricco percorso, come pure degli avvenimenti più chiacchierati da parte di coloro che pubblicano con molta disinvoltura, esponendo non tanto i fatti nella loro verità, ma piuttosto le loro interpretazioni ideologiche. Capita così che non infrequentemente si incontrino nei libri di testo, che corrono fra le mani inesperte degli allievi delle scuole medie, sia inferiori che superiori, notizie sui fatti che hanno coinvolto la Chiesa, o di cui la Chiesa stessa è stata protagonista lungo i secoli, tutt'altro che conformi alla verità. Mi sono quindi proposto di fare opera di divulgazione sintetica e chiara e di fornire al lettore una veridica comunicazione degli avvenimenti, guardati e interpretati con l'occhio di chi ama la Chiesa e perciò la presenta come essa è stata voluta dal suo Fondatore, Gesù Cristo. Una Chiesa che, grazie ai suoi santi, è lievito nella pasta del mondo; che riscatta la storia dell'umanità dalle sue trasgressioni e dai suoi delitti; che riporta la luce dove dimoravano le tenebre, seguendo fedelmente la sua vocazione missionaria sulle tracce del suo Fondatore e Maestro».
Paolo VI, che Francesco ha voluto all’onore degli altari, è conosciuto come il papa intellettuale, il pontefice che concluse il Concilio, l’uomo di chiesa confrontatosi drammaticamente con la modernità.
Spesso, però, un altro tratto di Montini passa sottaciuto: egli fu il primo papa viaggiatore tra i popoli, pellegrino – come lui stesso si definì – di pace e carità. La Terra Santa che vide nascere, morire e risorgere Cristo; l’India dei poveri e delle religioni, l’Onu dei potenti del mondo a New York. E ancora:
Fatima, Turchia, Colombia, Ginevra, Uganda, Filippine, Samoa, Australia.
È una sorta di nuova mappa del Vangelo in cui il magistero montiniano si è trasformato in gesti eloquenti: lo storico abbraccio con il patriarca ortodosso Atenagora; l’affetto popolare dei tantissimi non cristiani a Mumbai; l’accorato appello «mai più la guerra» al Palazzo di Vetro; la visita alla bidonville di Manila; l’appello missionario a tutti i cristiani alle Samoa, una delle tante «periferie» che Paolo VI ha fatto entrare nella chiesa a pieno titolo grazie alla sua presenza. Attraverso resoconti dell’epoca e testimonianze inedite di protagonisti, gli autori ci fanno vivere in presa diretta questi viaggi che hanno ridisegnato la geografia del cattolicesimo. Facendo diventare la chiesa veramente «cattolica», cioè globale.
«Paolo VI ha guidato la chiesa in un momento decisivo della storia»
Luis Antonio G. Tagle, cardinale di Manila
Le Repubbliche delle donne è un libro fotografico denso, attento e in qualche modo straordinario. Attenta sempre alle relazioni tra donne, Sebastiana Papa ha viaggiato a lungo visitando e vivendo nei monasteri di tutto il mondo. Conoscendo, studiando, ricercando e solo poi fotografando, alla ricerca di una narrazione che si dipana come un filo. La vita quotidiana e la meditazione, la preghiera e la ricerca, i gesti e il silenzio, la solitudine e l'amicizia. Le sue foto con forza e semplicità hanno la capacità di cogliere l'anima e raccontare per immagini le storie delle donne che ne sono protagoniste.
a cura di Katrin Tenenbaum e Ella Baffoni
Testi e immagini di Sebastiana Papa
"È necessario un grande sforzo di ricerca per capire i molti risvolti della personalità e dell'azione di papa Benedetto XV Spesso la sua figura ha rischiato di venire quasi compressa e quasi trasformata in una semplice premessa a quella frase memorabile, lapidaria al pari di un giudizio profetico, della Prima guerra mondiale come «inutile strage», riducendo la sua azione a un puro contorno a quell'atto. Mi guardo bene dal sottovalutarlo, ma credo che esso trovi il suo senso profondo in una disamina più ampia della sua vicenda." (Dall'Introduzione di Alberto Melloni)
Se oltrepassi il confine, entri in una dimensione singolare, nella quale convivono l'umano e il divino, lo straordinario e il quotidiano.
Aldo Maria Valli è una guida d'eccezione per varcare la soglia del più piccolo Stato al mondo, il più misterioso.
«All'ingresso di porta Sant'Anna, subito dopo il controllo della gendarmeria, sulla destra, c'è un bancomat dello Ior. Si trova in una nicchia ricavata nel muro e, apparentemente, è come tutti i bancomat di questo mondo. Se però vi avvicinate (e siete in compagnia di chi dispone dell'apposita tessera) scoprite che ha una particolarità. Le istruzioni, oltre che in italiano, francese, tedesco, inglese e spagnolo, sono fornite anche nella lingua dei padri. "Carus expectatusque venisti" dice la videata introduttiva: in pratica, "benvenuto". Dopo di che, ecco l'indicazione operativa: "Inserto scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem", che sarebbe come dire "inserisci per favore la scheda, per accedere alle operazioni consentite". I latinisti hanno un po' arricciato il naso, perché secondo loro l'adattamento è stato un po' troppo disinvolto, ma bisogna ammettere che non è facile tradurre in una lingua antica concetti moderni. E una volta inserita la scidula che succede? Quattro le opzioni: "deductio ex pecunia" (prelievo), "rationum aexequatio" (saldo), "negotium argentarium" (movimenti) e "retrahe scidulam deposita" (ritirare la tessera). L'unico problema è che se scegliete la prima opzione dopo pochi secondi il bancomat sputerà fuori comunissimi euro e non preziose monete romane d'oro e d'argento».
Aldo Maria Valli non lesina dettagli, spiega come si entra in Vaticano, racconta curiosità, stranezze e aneddoti, visita il garage del papa, fa un giro nell'appartamento pontificio, entra anche nella mensa, nel supermercato e nella famosa farmacia, scopre che a Castel Gandolfo ci sono una fattoria e un pollaio e gli astronomi dell'Osservatorio cercano gli extraterrestri, indaga i molti misteri, dall'omicidio del comandante delle guardie svizzere alla talpa del caso Orlandi
Il sindacato, con l'insegnamento e l'impegno politico, era una delle strade che don Milani indicava ai suoi ragazzi per praticare l'amore e dare finalità alla vita. Molti allievi del priore di Barbiana hanno seguito questo invito, generazioni di sindacaliste e sindacalisti hanno tratto e traggono ispirazione dalle parole e dai gesti del sacerdote fiorentino. Eppure il rapporto, intensissimo, tra don Milani, la sua scuola e il mondo del lavoro non è tra i più studiati e conosciuti. Questo testo, a più voci, pensato in ricordo di Michele Gesualdi, racconta di un filo intrecciato tra la collina sul versante nord del Monte Giovi e la scuota di formazione per sindacalisti Cisl che sorge non molto distante, sulle colline che, da Firenze, portano a Fiesole. Una storia di riscatto, impegno, denuncia e testimonianza che, a partire dai primi sei allievi accolti da don Milani nell'«esilio» di Barbiana, ha incastrato - dal Sessantotto fino a oggi - la dimensione collettiva e plurale della rappresentanza del mondo del lavoro. Giungendo fino a latitudini lontane e a sentieri fecondi e inaspettati.
Di cosa parla un papa a tavola con i vescovi di un paese che sta visitando? Nonostante lo sviluppo mediatico e la informalità cui ci ha abituati papa Francesco, non è facile saperlo. Non ci sono registrazioni, appunti, trascrizioni. O almeno non nella maggioranza dei casi. Solo in un caso, solo per un Pontefice, o meglio per un santo, abbiamo la preziosa possibilità di rileggere e rivivere alcuni di questi momenti. Lo storico e ineguagliabile archivio sonoro della Radio Vaticana infatti custodisce alcune registrazioni di quei momenti. Brani di discorsi improvvisati da Giovanni Paolo II in ogni parte del mondo dai quali si traggono significative indicazioni su come il Concilio abbia cambiato il senso stesso della comunione tra i vescovi e con il Vicario di Cristo. Brani che raccontano, fin dall'inizio del pontificato, quale fosse l'ecclesiologia di Giovanni Paolo II anche attraverso dei riferimenti non specificamente dottrinali, ma attraverso le pagine della memorie di un vescovo, Wojtyla appunto, che aveva portato la Chiesa polacca a Roma perché nella Chiesa della sua patria c'era da sempre Roma. Polonia semper fidelis, un motto che molti di noi hanno imparato in quello scorcio di anni '70 che, per gli italiani in particolare, erano un'epoca buia. Terrorismo, crisi economica, parole che più di trenta anni dopo sono tornati prepotenti nelle pagine di cronaca.