Il tema del disagio sociale è affrontato e declinato con un interesse particolare a quelle periferie esistenziali (e dunque non solo geografiche) su cui ha attirato più volte l'attenzione papa Francesco, quelle periferie "dove Dio non c'è" e dove non si cammina per "andare incontro all'altro" (discorso nella Cattedrale di San Rufino ad Assisi, 4 ottobre 2013). C'è una diffusa difficoltà a far fronte alla complessità esistenziale, riscontrabile anche nel disagio di molti giovani e adolescenti; ecco quindi l'importanza, soprattutto per la comunità cristiana, di mettere al centro la persona e la promozione di relazioni capaci di reciprocità e prossimità, interpretando la realtà e il mondo che cambia, nella prospettiva di un miglioramento esistenziale e di una nuova progettualità di vita.
Chiedere e dare consiglio, nella Chiesa, sono attività strutturali che corrispondono alla sua più profonda natura comunitaria: l'essere insieme 'sotto' la stessa Parola e la stessa Grazia di Dio. Le funzioni ecclesiali di governo sono personali ma non soggettive: nessuno dispone in proprio del Deposito della Fede e degli strumenti della Grazia. La vera corresponsabilità ecclesiale non si realizza nelle decisioni prese ma nel percorso che le ha generate. Anche nella Chiesa guidata dallo Spirito è il modo di giungere alle decisioni che ne garantisce la qualità.
In questo studio Xavier Tilliette, colui che ha dato forma e legittimità alla cristologia filosofica, scandaglia con agilità estrema e sconfinata erudizione i fondali sterminati del romanticismo. L'ombra del Cristo errante accompagna gli scrittori romantici e nonostante i rintocchi funebri della morte di Dio, il Cristo rimane riferimento sorgivo e sopravvive con tratti molteplici nelle diverse forme della sensibilità romantica. In particolare la confessione a Cesarea di Filippo e soprattutto l'orto degli ulivi sono i due luoghi eminenti della cristologia romantica. Negli autori che si susseguono, da Jean Paul a Hölderlin, da Novalis a Schleiermacher, da Lamartine a Lamennais, da de Vigny a Musset e G. de Nerval, fino ai due romanzieri simbolo, Balzac e Dostoevski, e nella schiera innumerevole di epigoni e autori minori, l'autore rinviene costantemente la traccia di Colui del quale il romanticismo non è riuscito o non ha voluto liberarsi; fosse anche solo come il peso di un'assenza, la tristezza di un non esserci più, il Cristo continua ad albergare il cuore di ogni uomo anche nel secolo cosiddetto della morte di Dio.
Non sembra si possa intravedere un luogo ove l'Eucaristia - pane, alimento e sostegno della vita del credente - possa integrarsi, più autenticamente, come nel pellegrinaggio cristiano, poiché il mistero eucaristico si ritrova in questa pratica devozionale come in uno spazio proprio e, in qualche modo, alla sua sorgente. C'è un'evidente armonia e analogia tra pellegrinaggio ed Eucaristia per il fatto stesso che l'una e l'altra "riuniscono". Infatti, se il pellegrinaggio facilita l'incontro e la fusione ed è sua caratteristica quella di saldare insieme in una stessa esperienza spirituale i pellegrini, dove si completa la pienezza della comunione fraterna se non nell'Eucaristia? Quando il "popolo peregrinante" fa l'Eucaristia, l'Eucaristia fa la Chiesa, la genera, la costruisce, poiché è sorgente dell'unione che Dio offre in Gesù. Solo l'Eucaristia è sacramento del "corpo" del Signore che costituisce il "corpo ecclesiale" del Cristo. È logico, dunque, domandare all'Eucaristia di completare l'opera del pellegrinaggio: quest'ultimo riunisce un popolo; la Messa ne fa il corpo ecclesiale del Cristo. È evidente che il valore dell'Eucaristia è omogeneo (anche se sostanzialmente più ricco) all'efficacia del pellegrinaggio; secondo una logica interna si può dire che il pellegrinaggio, "che riunisce", esige come suo coronamento la "comunione" che è l'effetto tipico dell'Eucaristia.
COEDIZIONE PUL/MURSIA. I CONTRIBUTI PRESENTI NEL LIBRO TRATTANO LA VITA E IL VIVENTE. LA POSIZIONE ORIGINARIA DELL UOMO DI FRONTE ALLA VITA, ALLE SUE FORME E AL SUO SIGNIFICATO. L'argomento centrale di quest o volume e`la vita", in particolare l'autore puo`lasciando al lettore l'approfondimento in tutte le direzioni dei contributi presenti nel volume con la consapevolezza dell'impo rtanza, attualita e complessita della tematica affrontata, propone una risposta con una chiave nuova, qual e`l'approcci o storico-speculativo. Si tratta di ripercorrere la storia del pensiero filosofico con la tensione puntata verso il futuro, nella misura in cui le filosofie del passato restano aperte a reinterpretazioni moderne. I vari contributi come articoli, che cercano di suggerire il sofferto cammino tentato dall'essere umano per la compr ensione della sua vita nell'o rizzonte in cui abbiamo la vita, il movimento e l'essere, e nella tensione verso quel fine ultimo che e`anche principio. Contributi: a. Ales bello, e. Berti, n. Bosco, f. Bosio, f. Chiereghin, g. Cottier, f. Jacques, j.m. Malmadi, j. Marlas, s. Nicolosi, g. Penzo, a. Pieretti, p. Prini, a. Rigobello, c. Ruini, m. Sanchez sorondo, h. Seidl, a.t. Tymieniecka, c. Vinti. "
In corrispondenza con il Giubileo straordinario della misericordia (2015-2016) l'Accademia Alfonsiana ha voluto rivisitare il nesso tra misericordia e vita morale con un corso "Misericordia e vita morale", svolto durante l'anno accademico 2016-2017. La dimensione multidisciplinare coincide con gli approcci che strutturano lo studio in Accademia, corrispondendo alla praticità e alla benignità pastorale alfonsiana: oltre la sensibilità epistemologica, la visione morale sistematica viene elaborata ed esplicitata, per la prassi più concreta, attingendo alla Scrittura, alla storia, alla teologia e all'antropologia, in dialogo con le scienze umane e sempre "alla luce del mistero di Cristo" che vive e agisce nell'umanità di oggi.
L'esistenza di ciascuno di noi è segnata da alcuni distacchi, perdite, crisi, abbandoni a volte violenti e improvvisi, altre volte meno cruenti; comunque, il più delle volte, difficili da accettare, da elaborare e da superare. Nonostante la sofferenza che si portano dietro, questi eventi sono inevitabili nella nostra vita e dobbiamo essere in grado di affrontarli: i distacchi sono necessari all'esperienza di ognuno di noi. Ciascuno, prima o poi, si troverà a fare i conti con i propri personali distacchi: distacchi che contengono e raccontano il bene e il male, la rottura e il legame, la voglia di fuggire e quella di restare. A volte è proprio dal dolore, dalla sofferenza, dal vuoto, che sembra incolmabile, che può nascere la voglia di riscatto, di cambiamento, di crescita, di sperimentare nuove opportunità creative, di andare avanti.
Raccoglie i testi pronunciati a Roma e a Tubinga nella giornata di studio in occasione della presentazione dell'opera Sacramento e Parola nel fondamento e contenuto della fede secondo la dottrina cattolico-romana ed evangelico-luterana pubblicato contemporaneamente in Italia e in Germania dalla Lateran University Press e dalla Mohr Siebeck.
Descrizione
Questo nuovo volume della Collana “Le lanterne” raccoglie i contributi della Tavola rotonda sul tema della Misericordia, tenutasi il 6 maggio 2016 nella Pontificia Università Lateranense, organizzata dall’Associazione di Studi Tardoantichi - Sezione di Roma, nel cuore dell’Anno Giubilare. L’evento si è inserito all’interno di un più ampio itinerario di riflessione tra Filosofia e Teologia, avviato da qualche tempo dalle rispettive Facoltà della Pontificia Università Lateranense, che propone una possibile nuova sintesi tra queste due discipline [cfr. E. DAL COVOLO (ed.), Per una sintesi tra filosofia e teologia - Itinerari di dialogo, in Le lanterne, 10, LUP, Città del Vaticano 2016]. Sulla scia di questo percorso già iniziato, affinché esso assuma sempre più il carattere dell’interdisciplinarità, si è pensato di aggiungere la dimensione del Diritto nella riflessione sulla Misericordia, in particolare attraverso l’analisi delle fonti romanistiche. Il risultato ha superato ogni aspettativa: è emerso, infatti, che il confronto tra saperi, nello specifico quello filosofico, teologico e giuridico, offre sempre un’opportunità straordinariamente efficace per parlare all’uomo del nostro tempo. Dalla Prefazione
Il libro raccoglie vari articoli che sono stati pubblicati nel corso degli anni sulla rivista accademica Studia Moralia. Essi sviluppano il concetto di giustizia e misericordia come dono di Dio, arrivando a delineare il giusto comportamento morale a cui è tenuto ogni uomo. L'opera, nel suo insieme, raccoglie pluralità di pensiero, frutto dello studio di diversi autori in tempi e in contesti sociali differenti. A seguire, si è analizzato il rapporto tra giustizia e misericordia alla luce del pensiero di Sant'Alfonso, una rilettura più che mai appropriata per i giorni nostri.
L'opera offre profili di grandi predicatori del primo millennio della storia cristiana. Con diversa ampiezza di approfondimenti, si ricordano le opere oratorie e si delineano gli stili che hanno caratterizzato le rispettive forme di retorica adottate. Nell'alveo della tradizione secolare si innesta l'evento del Concilio Vaticano II con la successiva riforma liturgica: è da questo evento che anche la predicazione e soprattutto l'omiletica ha ripreso una configurazione secondo i parametri essenziali che provengono dall'esperienza del primo millennio. L'accostamento dell'opera si apre a varie considerazioni che chiamano in causa soprattutto le modalità con cui l'unica sorgente della predicazione, la Parola di Dio, è stata interpretata lungo il tempo e nei più variegati contesti delle Chiese locali. Una lezione, questa, di perenne attualità; una lezione che dà adito a una vita spirituale modellata dall'incontro tra la Scrittura, la teologia e soprattutto la celebrazione liturgica in cui la Parola attua ciò che annuncia. La retorica di cui i Padri e gli Scrittori ecclesiastici sono maestri costituisce un elemento prezioso per attivare nell'oggi del perenne annuncio del Vangelo quelle forme che permettono di facilitare e realizzare l'incontro tra Dio e il suo popolo.
La morte improvvisa di Vladimír Boublík avvenuta prematuramente nel 1974 non fu l'ultima parola, neppure per la sua eredità teologica. Già due anni dopo la sua morte, per la solerte sollecitudine del prof. Alessandro Maria Galuzzi (che fu anch'egli Decano della Facoltà di Teologia della Lateranense dal 1984 al 1988) vennero pubblicati cinque scritti inediti di Boublík in un libro dal titolo "Il mistero della salvezza. Saggi teologici", PUL, Roma 1976. Ultimamente sono stati scoperti altri scritti inediti e incompiuti di Boublík che per la prima volta (almeno in lingua italiana) vengono presentati in questo volume postumo: "Alla ricerca di Gesù di Nazareth" e "La storia della salvezza". Il primo saggio appare come un testo già ben congeniato anche nell'apparato critico e rilancia alcune proposte che già si trovavano nei suoi scritti. Erano passati solo pochi anni dalla chiusura del Vaticano II, eppure Boublík già aveva assorbito e recepito i temi centrali della Rivelazione come storia e del dramma dell'uomo alla ricerca della verità che è Cristo. E tutto questo nella preoccupazione che la salvezza in Cristo possa giungere ad ogni creatura sulla faccia della terra. Il secondo saggio, "La storia della salvezza", letto con gli occhi di oggi, appare quasi scontato, ma le cose non stavano così nel momento in cui fu redatto. La novità consistette nel manifestare una sensibilità storica nel considerare la Rivelazione in Cristo e nello Spirito e più in generale nel fare della storia salvifica l'asse portante per ripensare tutta la teologia fondamentale e la dogmatica.
Il volume è contestualizzato dalla Prefaione del curatore Nicola Ciola che tratteggia la figura di Boublik come "teologo post-conciliare venuto dall'est" e dalla Postfazione di Giuseppe Lorizio che fa risaltare tutta la fecondità del pensiero di Boublik fino ad oggi, per la specializzazione in Teologia Fondamentale della Facoltà di Teologia della PUL e non solo. Il rapporto virtuoso tra l'esperienza di vita drammatica e la teologia di Vladimir Boublik, è stato ricostruito magistralmente da un saggio introduttivo di Karel Skalicky, che di Buoblik fu l'immediato successore sulla medesima cattedra di Teologia Fondamentale.