Se, da una parte, l'Italia è la patria indiscussa del melodramma, dall'altra non si può dire caratterizzata da una vitalità biblica paragonabile a quella dei paesi nord-europei (i paesi della Riforma), proprio per la sua peculiare storia della Chiesa contraddistinta, dopo il concilio di Trento, dalla centralità dei sacramenti rispetto alla Parola. Bibbia e melodramma tuttavia si incontrano, in un processo di secolarizzazione e contaminazione, attraverso la storia sacra piuttosto che direttamente nelle Scritture, dando frutto per esempio nella tradizione ottocentesca dell'oratorio, composizione drammatica che ruota attorno a un soggetto sacro. Sul filo rosso di questi incroci si snodano i quattro contributi qui raccolti: l'eredità di figure e temi biblici (l'oppresso Israele, l'esilio, la terra promessa) risplende nella rappresentazione artistica italiana e in due opere - le sole di ispirazione biblica - sempre in repertorio, il "Mosè" di Rossini e il "Nabucco" di Verdi.
Raccolta di saggi fondamentale curata da uno dei più importanti teologi evangelici del novecento, Carl F. H. Henry. Con un'impaginazione elegante e moderna in un agevole formato a rivista il lettore potrà approfondire una delle discussioni chiave della teologia: la Rivelazione di Dio attraverso la Bibbia. Scopo principale degli autori di quest'opera è la presentazione positiva della dottrina cristiana delle Scritture.Questi studiosi sono annunziatori di un'era nella quale le Scritture comunicano nuovamente il loro messaggio sovrannaturale con potenza sovrannaturale. Intraprendere un serio studio della testimonianza resa dalla Scrittura nei confronti della Parola di Dio – quella incarnata e quella scritta – significa adempiere a una responsabilità divinamente imposta (cfr. Giovanni 5:39) e ritrovare di nuovo quella nota di autorità che è venuta a mancare in molto del protestantesimo contemporaneo. In un'epoca di analfabetismo biblico, questi saggi spingeranno il lettore a un attento studio delle Scritture, grazie a contributi di altissimo profilo, ancora oggi rilevanti.
"Merito e non solo metodo. Questa frase racchiude il senso di questo volume sulla cruciale tematica dell'interpretazione della Sacra Scrittura. Trascorsi, ormai, trent'anni da quando la Pontificia Commissione Biblica ha dato alle stampe L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa - documento fondamentale che sdogana metodi e approcci - si avverte una duplice esigenza tra i biblisti e, in generale, tra i cultori della Parola di Dio. Da un lato, la necessità di una verifica sulla reale recezione delle proposte ermeneutiche offerte dal documento del 1993. Dall'altro lato, la volontà di misurarsi con l'attuale panorama degli studi e del più ampio contesto pastorale. I diversi contributi consegnano un ampio ventaglio di proposte e celebrano il diritto di cittadinanza di approcci differenti: si parte dall'imprescindibile metodo storico-critico, si passa per la retorica, la narrativa e le interpretazioni giudaiche, per poi entrare nei sentieri tracciati dalle scienze umane, giungendo infine alla lettura patristica, spirituale e specificamente teologica. "
Gli scritti "segreti" del Nuovo Testamento, gli Apocrifi, appartengono alla nostra tradizione più di quanto possiamo immaginare. A cominciare dal bue e dall'asinello che scaldavano Gesù bambino nella greppia e di cui i Vangeli non fanno menzione, o i tre magi di cui tutti conosciamo il nome, senza che questi siano mai citati nei testi canonici. Sono aneddoti ed episodi racchiusi in altri testi, che non hanno avuto il riconoscimento di Testi Rivelati, ma che rappresentano un elemento di massima importanza per comprendere le origini del cristianesimo. Sono insomma "l'altra Bibbia", quella che non fu scritta da Dio.
Il volume è il risultato del convegno organizzato dal settore "Apostolato biblico" dell'Ufficio catechistico nazionale, volto a offrire le linee fondamentali della teologia biblica, disciplina che presenta un'identità multiforme per cui con ragione si può parlare al plurale di teologie bibliche.
Rivista semestrale n. 2/2019
L'edizione quadriforme del libro dell'Esodo, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: ? il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008;? il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo;? il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica;? il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico;? la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
Quarto e ultimo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Menachem Emanuele Artom (Salmi), Paolo Nissim (Proverbi), Dario Disegni (Giobbe; Daniele), Aldo Luzzatto (Meghilloth), Samuele Avisar (Ezra-Nehemia), Giuseppe Laras (Indici).
L'edizione quadriforme del libro della Genesi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
L’uomo, diceva Aristotele, è un’animale politico. Nell’affermare questo egli voleva sottolineare il fatto che la realtà relazionale dell’uomo è qualcosa di genetico, di profondo. E quando questa relazionalità si fa istituzione allora essa diventa anche il contesto dove l’uomo può diventare veramente se stesso. Anche la Bibbia affronta questa tematica della “politica”, ma più che affrontare una proposta tecnica essa ci dà una direzione da seguire. Proposta di Dio e creatività dell’uomo diventano le due componenti essenziali di questa nuova relazionalità. Il volume raccoglie alcuni contributi di esegeti di fama che affrontano il problema della “politica” nei diversi approcci dei testi biblici del Vecchio e del Nuovo Testamento.