Corredato da uno scritto di Massimo Cacciari e da un saggio introduttivo di Corrado Bologna, questo volume contiene una scelta molto ampia della vasta produzione accademica, d'intervento e creativa di Alberto Asor Rosa, a cura di Luca Marcozzi. Da "Scrittori e popolo" ai racconti di "Amori sospesi", passando per le pagine di "Genus Italicum" e "L'ultimo paradosso", il Meridiano offre la sfaccettata rappresentazione di un ingegno versatile, che ha segnato la cultura letteraria e intellettuale del Paese dal Dopoguerra ai nostri giorni.
Alberto Mieli dopo settant'anni racconta per la prima volta alla nipote Ester la sua infernale esperienza da deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. "Non c'è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere." Ricorda la vita in una Roma nazifascista, le leggi razziali e il giorno in cui è stato portato via dalle SS, dopo il tragico 16 ottobre 1943. Rivive, ancora con le lacrime agli occhi, l'arrivo nei campi, l'odore acre dei corpi che bruciavano nei forni crematori in funzione tutti i giorni. Parla del lavoro giornaliero e stremante, dei corpi senza vita ammassati gli uni sugli altri, della stanchezza e della fame continua e cieca che pativa, fame che ha portato alla pazzia e poi alla morte migliaia di deportati. Fame di cibo, di vita, di libertà. "Ad Auschwitz ho visto l'apice della cattiveria umana." Con queste parole Alberto Mieli racconta, con dolore, aneddoti e luoghi, parla delle torture subite. Ridisegna volti di gente incontrata e poi persa, spiega come sia riuscito a convivere tutta una vita con questa doppia cicatrice: una alla gamba, causata da una granata lanciata dagli Alleati esplosagli troppo vicino e che a volte ancora sanguina, e una più grande nel cuore.
La corrispondenza intercorsa nell'arco di ventisette anni (1925-1952) tra Eugenio Zolli (1881-1956) e Raffaele Pettazzoni (1883-1959) rende testimonianza di una lunga e feconda collaborazione scientifica fra i due studiosi e, anche attraverso la narrazione di vicende e traversie accademiche, aiuta a ricostruire il contesto in cui si afferma la storia delle religioni, si compie la parabola del modernismo, si diffonde la psicoanalisi. Dettagli talvolta marginali, in apparenza insignificanti, rendono l'epistolario documento di un momento breve ma rilevante della storia italiana nella prima metà del Novecento. Il lavoro di Alberto Latorre contribuisce a restituire alla storiografia contemporanea Eugenio Zolli, uno dei suoi dimenticati protagonisti, e getta un ulteriore sprazzo di luce sull'attività civile e scientifica di uno dei padri fondatori della storia delle religioni italiana, Raffaele Pettazzoni, a cavallo del periodo storico più doloroso della storia nazionale.
Come si è differenziata la riflessione di Heidegger sul male morale rispetto alla tradizione moderna? Sul filo di questa indagine filosofica, sinora poco esplorata e qui corredata di una scelta antologica, il volume mostra l'originalità con cui Heidegger - nei suoi scritti giovanili, in Essere e tempo, fino ai Quaderni neri - elabora il problema del male nella sua dimensione ontologica, superando la classica distinzione fra male metafisico, fisico, morale. Un'analisi fenomenologica che porta a riconsiderare, e mettere in discussione, anche la grande questione di una giustificazione heideggeriana dell'antisemitismo, dai diversi punti di vista: storico, filosofico, metafisico. Confondere i piani, come giornalisticamente è accaduto, e ricondurre il tutto a un "a priori" razionalistico con cui spiegare insieme il pensiero e la vita del filosofo, non aiuta a comprendere il rapporto, osservato in queste pagine, fra teoria ed esperienza umana, capace di illuminare le sue scelte biografiche e politiche.
In ogni celebrazione eucaristica, prima di rinnovare la "Cena del Signore" e di porgere ai fedeli il pane sacratentale, corpo di Cristo, la Chiesa ha cura di offrire loro il Pane della Parola di Dio. Non è possibile, infatti, nutrirsi bene del "Pane della vita" (Gv 6,35.48) senza aver accolto prima le "parole di vita eterna" (Gv 6,68). Per favorire l'assimilazione gustosa di tali parola, questo volume presenta brevi commenti alle letture bibliche per le settimane XVIII-XXXIV del Tempo ordinario. Non si tratta di commenti scientifici, ma di riflessioni utili alla vita spirituale, che aiutano a gustare la Parola ispirata e a esserne illuminati, confortati e trasformati. "Nei Libri Sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli e dialoga con essi" (Dei Verbum, n. 21).
"La curiosità mi incuriosisce." Così inizia questo saggio in cui Alberto Manguel, spaziando tra alcuni dei più grandi pensatori, scrittori e artisti, indaga lo stimolo che dalla notte dei tempi ci porta alla conoscenza e suscita in noi la tentazione di addentrarci nel proibito, nell'occulto, nel pericoloso. Non a caso, una delle prime parole che impariamo da bambini è "perché?". E una volta imparato a chiederlo non smettiamo più, anche se presto scopriamo che la curiosità è raramente ricompensata da risposte rivelatrici e che le domande rinviano continuamente ad altre domande. In "Una storia naturale della curiosità" confluiscono molti anni di letture, scrittura e pensieri, nati da una passione e da una vivacità travolgenti: nulla che possa ispirare curiosità è estraneo ad Alberto Manguel. In diciassette capitoli, dove i riferimenti letterari si intrecciano a riflessioni sulle ultime scoperte scientifiche, traccia infatti un percorso suggestivo attraverso i territori che conosciamo, ma senza trascurare di affacciarsi in quelli inesplorati che si aprono costantemente davanti a noi. E se Dante aveva voluto delle guide per i suoi viaggi, anche Manguel si sceglie le sue, e la principale è proprio Dante, perché le domande formulate nella "Divina Commedia" lo aiutino a tracciare la rotta delle sue. Domande sull'essere umano, sul nostro posto nel mondo, sulla relazione con la natura...
La vita e le vicissitudini di Miguel e Zbigniew, le famiglie di origine, gli anni della formazione, le amicizie e le inquietudini nella scelta vocazionale, la morte violenta di due testimoni, ora beati. Miguel Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski, francescani conventuali polacchi, erano arrivati sulle Ande peruviane nel 1989. Annunciavano la Buona Notizia di Gesù, una rivoluzione profonda. Non quella auspicata, però, da Sendero Luminoso. Un commando armato, il 9 agosto 1991, condannerà i frati a morte, perché "con l'attività caritativa e con la Bibbia addormentano la coscienza rivoluzionaria del popolo". Miguel non aveva ancora 31 anni, Zbigniew ne aveva 33.
Se dovessimo raccontare la Storia dell'umanità utilizzando dieci immagini, una di queste sarebbe certamente la Basilica di San Pietro: non solo è un luogo simbolo della cristianità, ma rappresenta la suprema sintesi di duemila anni di arte e scienza, creatività e potere. È un'immagine per noi talmente familiare che spesso non ci domandiamo nemmeno quali papi e artisti l'abbiano voluta, progettata e costruita, né come sia diventata quell'incredibile scrigno di capolavori che, nella sua magnificenza, ogni anno torna ad affascinare sette milioni di visitatori. Eppure seguire l'evoluzione di San Pietro nel tempo, come ci dimostra Alberto Angela in questo libro che abbina illustrazioni a un racconto, è un viaggio senza pari nella Storia che svela anche vicende poco note e curiosità inedite. Tutto comincia nel I secolo d.C. quando l'apostolo Pietro viene crocifisso a testa in giù sul Vaticanum: qui c'era il circo di Nerone e, accanto, si stava sviluppando una vasta necropoli che sarebbe rimasta sepolta per secoli prima di tornare alla luce nel 1939. Come fu possibile? Nel IV secolo Costantino decise di costruire una grande basilica sul luogo del martirio di Pietro e... interrò la necropoli: nasceva così la chiesa più importante della cristianità, ricca di tesori e teatro per secoli di ogni genere di eventi come l'incoronazione di Carlo Magno.
Quando Einstein divenne universalmente famoso, quando cioè iniziò a delinearsi quell'icona della scienza e dell'intelligenza che noi oggi conosciamo, il "New York Times" scrisse che i suoi lavori potevano essere capiti solo da una dozzina di uomini in tutto il mondo. Cent'anni dopo, le due teorie della relatività - la relatività ristretta del 1905 e la relatività generale del 1915, poi pubblicata nel 1916 - sono entrate a pieno diritto nel sapere comune e persino nella nostra vita quotidiana. Le idee proposte in quegli scritti originali, all'inizio del Novecento - orologi che rallentano il loro corso, spazi che si deformano, raggi luminosi che si piegano - non sono più appannaggio di pochi, sono a tutti gli effetti parte integrante della nostra vita. Pochissimi scienziati potrebbero vantare un primato simile. Che un lascito così imponente sia stato concepito in poche pagine, in due soli articoli scientifici, è poi doppiamente notevole, così come è quasi incredibile che ancora oggi - a distanza di un secolo! - nelle università di tutto il mondo si insegni la teoria einsteiniana sulla falsariga di quei due articoli originali, gli stessi che vengono proposti qui in traduzione italiana, assieme alla prefazione esplicativa di Vincenzo Barone.
A comienzos de los años cincuenta, un joven sacerdote italiano se da cuenta de que la gran mayoría de los jóvenes con los que se encuentra, pertenecientes a una sociedad aparentemente cristiana, manifiestan una gran ignorancia sobre qué es el cristianismo, o viven una fe formal y sin incidencia alguna en sus ambientes cotidianos. Ante esta situación, decide abandonar una prometedora carrera como teólogo y empieza a dar clase de religión en un instituto público de Milán.
Partiendo de un primer encuentro con cuatro de sus alumnos, pronto reunirá en torno a sí a centenares de chicos y chicas que darán vida a una novedosa experiencia eclesial que, a partir de los años setenta, se conocerá con el nombre de «Comunión y Liberación», en la que participan actualmente decenas de miles de personas de más de ochenta países.
El presente libro, escrito por un estrecho colaborador de Giussani, nos permite conocer, a partir de diversas fuentes escritas y de testimonios significativos, pero sobre todo, de lo que el propio Giussani dijo y escribió, quién era y cómo vivió este carismático sacerdote ambrosiano, fallecido en 2005, que hizo de nuevo atractivo el cristianismo a miles de jóvenes y adultos, convirtiéndose en su maestro y compañero de camino, y en un importante referente para la Iglesia de nuestro tiempo.
Alberto Savorana (Forlí, 1959), casado, con tres hijos, es licenciado en Historia y Filosofía por la Universidad de Bolonia. Periodista desde 1987, ha trabajado en la RAI-USA en Nueva York. De 1994 a ... >>
L'autore ricostruisce il processo che condusse il latino - originariamente una varietà di indoeuropeo parlata nell'VIII secolo a.C. nella bassa valle del Tevere e sui colli Albani - a differenziarsi geograficamente in una serie di varietà linguistiche, le lingue romanze, che sono oggi in uso in gran parte dell'Europa, nell'America centrale e meridionale e altrove. Di questo processo l'autore illustra le diverse fasi, offrendo un quadro sintetico delle caratteristiche linguistiche degli idiomi che ne derivarono e fornendo alcuni possibili modelli d'interpretazione delle innovazioni avvenute.