La mafia ha "rispettato" la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto "affiziu ru parrinu" (l'ufficio del prete) tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che "campa e fa campari". Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel "puzzo del compromesso". Scrivono due testimoni che hanno conosciuto don Pino: uno studioso del fenomeno mafioso e un teologo cattolico provano, in una sorta di dittico, a rileggere il "caso Puglisi" soprattutto in prospettiva costruttiva: cosa possono fare le agenzie educative - in particolare la Chiesa cattolica - per contribuire a disarmare il sistema di dominio mafioso e a svelarne definitivamente le radici culturali ed etiche.
Si può testimoniare di un prete che la Chiesa cattolica proclama "beato" senza cedere alla retorica, alla falsificazione storica, al buonismo" interpretativo? I tre autori di questo libro ci provano: hanno conosciuto don Pino Puglisi (ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993) e hanno scritto di lui in diverse occasioni. Nella prima e nella quarta parte Francesco Palazzo ricostruisce i tre anni di don Puglisi a Brancaccio, con qualche cenno a quanto accaduto dopo. Traccia inoltre una storia recente, sino all'arrivo di don Pino, della parrocchia di S. Gaetano e del quartiere. Nella seconda parte Augusto Cavadi riflette sul significato teologico e filosofico di questo martirio evidenziando soprattutto come esso costituisca la spia eloquente di una comunità ecclesiale spesso indifferente. Nella terza parte Rosaria Cascio ricostruisce la metodologia pastorale di don Pino alla luce della sua formazione teologica e psicologica e delle diverse esperienze nel corso della sua generosa esistenza.
Il volume è impreziosito dalle testimonianze di don Francesco Michele Stabile e di Salvo Palazzolo.