Fin dalle origini del Movimento dei Focolari, la tensione a vivere la volontà di Dio anima la vita di chi aderisce alla spiritualit dellunit come risposta allamore personale e infinito di Dio. Rappresenta infatti uno dei cardini fondamentali di tale spiritualità, leit motiv di tanti scritti e discorsi di Chiara Lubich. In essa la fondatrice dei Focolari individua una strada di santit per tutti, laici e consacrati, adulti, giovani, bambini, uomini e donne di qualsiasi condizione sociale. Il volume raccoglie le meditazioni più significative sul tema.
Negli oratori sono cresciuti dei santi, sono nate vocazioni alla famiglia, alla Chiesa, all'impegno civile e sociale; germogli apparentemente fragili che sono diventati frutto. Laici operosi, dal cuore grande, disposti a dare la vita per i giovani: Attilio Giordani è un esempio. In questo volume, anche attraverso le lettere da lui scritte in diversi periodi della vita, cogliamo il ritratto di un uomo che vuole appassionare giovani e adulti a essere educatori. Per dare un volto e colore nuovo al futuro, per cambiare il mondo cominciando da se stessi. Le indicazioni educative di Giordani sono di grande attualità anche nella pastorale giovanile di oggi: egli suggerisce "lo stare" nella quotidianità dei ragazzi, come segno d'amore. L'educazione è anzitutto relazione: occorre amare, valorizzare e incentivare colui che si vuole educare, qualunque sia il suo aspetto, il suo carattere, la sua salute fisica.
In cattedra è un libro sui docenti universitari, che escono dalle aule e si presentano al lettore. Chi sono, come insegnano e perché lo fanno? Rispondono otto studiosi di scienze umane che in Italia, in Europa e negli Stati Uniti discutono ogni giorno con i loro più giovani concittadini di contesti e fonti, di identità, alterità e potere, di libertà, ricerca e istituzioni. Non saggi di pedagogia, ma autobiografie al lavoro. Otto voci italiane di una medesima generazione fanno tesoro della loro storia personale e intellettuale, e raccontano in prima persona cosa vogliono trasmettere a studentesse e studenti sempre diversi, esplicitando ambizioni e preoccupazioni, e come cambiano al cambiare delle persone cui si rivolgono, delle lingue che parlano, dei luoghi che li ospitano.Testimonianze e riflessioni sono raccolte qui senza tecnicismi e con una forte tensione ideale, muovendosi tra Dante e Netflix. Scritti di Giovanna Borradori, Gianluca Briguglia Marco Formisano, Manuele Gragnolati, Antonio Montefusco Silvia Romani, Miriam Ronzoni, Stefano Simonetta.
S. Maria Maddalena di Firenze (1566-1607) e' stata una donna capace di accettare la sfida di credere, di fidarsi di Gesu' di Nazareth in un tempo in cui grandi erano gli interrogativi aperti su diverse realta' ecclesiali.Recuperare lo spessore storico di una donna, dei suoi sogni e dei suoi ideali, ma anche della fatica che ha fatto per rimanere fedele alla scelta compiuta, e' l'intento di questa biografia condotta alla luce degli ultimi studi, sulla base delle parole della mistica carmelitana raccolte e trasmesse dalle sue sorelle.
La vita di Camilla da Varano raccontata in forma di filastrocca e gradevolmente illustrata. Per parlare ai bambini della misericordia di Dio. Protagoniste del libro sono le lacrime: cominciano a uscire appena nati, proseguono negli anni fino alla morte. A volte sembrano inutili, assurde come il dolore che manifestano. Camilla da Varano ne ha compreso il valore e dentro le lacrime ha scoperto che il dolore e il sacrificio sono la manifestazione di un grande amore.
Francesco fu il primo santo ad avere le stimmate. Tuttavia non spese mai una parola su queste ferite, che invece frate Elia, potente Vicario dell'Oriente, aveva constatato sul suo cadavere. Si trattò di un ritrovamento vero o di un'audace invenzione? Certo Gregorio IX non vi credette, e nella bolla di canonizzazione non ne fece parola, anche se più tardi mutò opinione; una versione ancora differente fu quella di frate Leone, l'amico più caro del santo. Incertezze e discordanze che si rispecchiano nelle tre biografie ufficiali, commissionate a Tommaso da Celano, sul quale influiscono le tensioni e i mutamenti dell'Ordine, diviso tra la fedeltà al Francesco delle origini e l'adattamento a una regola meno rigida che il travolgente successo del fondatore imponeva.
Originariamente simbolo di un modo di intendere la religione diverso e innovatore rispetto alle tradizioni ecclesiastiche, la figura di Francesco è stata in seguito oggetto di continue e sistematiche revisione volte a censurarne gli aspetti più rivoluzionari. Il suo percorso biografico appariva infatti come simbolo di molte di quelle istanze centrifughe, quanto non decisamente sospinte su posizione eretiche, contrastate dalla Chiesa, incapace di riassorbirle. D'altra parte, il credito e la popolarità raggiunte dal santo, tenaci anche dopo la sua morte, rendevano difficili e poco opportuno ogni tentativo di gettare discredito alla sua figura. Di qui la necessità di organizzare una campagna capillare di informazione, affidata a biografie «controllate» appositamente commissionate e distribuite nei conventi con stupefacente efficacia e sistematicità. Infine, la biografia ufficiale di san Bonaventura, per riportare la luce, impose un nuovo Francesco, facendo di lui la figura dolce e un po' stucchevole che oggi siamo abituati a conoscere.
Di pari passo furono distrutte tutte le biografie precedenti, anche quelle non ufficiali, recuperate in parte e fortunosamente, a volte in un unico esemplare, solo nel secolo scorso. Così, per secoli, Francesco fu il Francesco di Bonaventura.
Sfuggono al controllo le immagini, che pure avrebbero dovuto subire la stessa censura. Attraverso di esse è quindi possibile recuperare una diversa interpretazione dell'episodio delle stimmate. Un episodio - con rivoluzionaria versione di Giotto - che è l'avvenimento più famoso a conclusione della vita di Francesco. Non meno controversa è l'interpretazione della predica agli uccelli, di cui si offre qui una nuova e suggestiva lettura.
Incrociando quindi fonti scritte e iconografiche l'autrice riesce, con grande agio narrativo, a fornire non solo un'inedita lettura della vita del santo, ma anche a recuperare un singolarissimo momento di storia religiosa, culturale e artistica.
Nel percorso improvvisativo tutto accade a seconda di chi coglie l'oggetto, vive l'esperienza, suona lo strumento, risponde all'indovinello. Non è permesso pianificare le proprie mosse prima di compierle perché devono essere il risultato di una profonda capacità di ascolto di se stessi e degli altri. La nostra capacità di comprendere dipende da quanto siamo in grado di ascoltare. E non si ascolta solo con l'orecchio ma con tutti i sensi e soprattutto con il corpo. Se ascolto me, saprò ascoltare te e quindi sarò in grado di riconoscere parte di me. Ed ancora una volta il cerchio si chiude. Si parte dall'Io per tornare all'Io. Questa forma compositiva fa appello alla creatività, alla capacità di comunicazione e allo sviluppo personale. Come dimostrano i giochi contenuti in queste pagine, soprattutto con l'infanzia, l'uso dei materiali è più libero che tecnico e più che il prodotto finale conta il processo attraverso il quale si realizza. Dunque, la creatività che si sprigiona rende liberi i bambini e soprattutto più consapevoli.
Esistono ancora il genere maschile e femminile? Oppure sono comprensioni obsolete del carattere sessuato dell’umanità, ormai superate e sostituite dalla riclassificazione in 5 o più «generi» legati all’orientamento sessuale? Quando parliamo di persona umana, ci riferiamo ad una realtà ontologicamente sessuata, descrivibile, oggettivabile, o ad un’identità astratta, a un soggetto astratto, indefinibile, connotato primariamente dalla direzione del suo orientamento sessuale, dal suo desiderio a prescindere dal biologico e, in virtù di questo essere desiderante, portatore di diritti? Evidenziando la trappola della falsa opposizione tra «natura-cultura» – sottolineando i rischi della frantumazione dell’essere umano, in cui per il determinismo psichico la persona coinciderebbe con il suo «sentire soggettivo», per il determinismo socio-culturale il soggetto sarebbe solo il risultato di una costruzione socio-culturale, e per il determinismo biologico l’uomo equivarrebbe ai suoi geni – il testo vuole rimettere a tema la imprescindibile, reale unitarietà ed inestricabile interdipendenza di tutti questi fattori nella formazione dell’identità sessuata di ogni uomo e di ogni donna, smascherando le irragionevoli pretese dell’indifferenza del binario maschile/femminile portate avanti dall’ideologia gender.
Chiara Atzori, medico ospedaliero specialista in infettivologia presso un ospedale milanese, è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito HIV-AIDS. Membro di Scienza e Vita Milano e dell’Associazione Obiettivo Chaire, partecipa da anni alla rubrica « Il medico in diretta» a Radio Maria, con conversazioni di argomento infettivologico e bioetico. Ha pubblicato articoli su Studi Cattolici, il Timone, Avvenire.
Mandorla è la bambina felice di una ragazza madre piena di fantasia. Maria, la mamma, lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo... Quando un tristissimo giorno Maria muore cadendo dal motorino, i condomini di via Grotta Perfetta 315, quelli che più le volevano bene, scoprono da una lettera che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita... ma su chi sia il padre, la lettera tace. Proprio perché con tutti Maria sapeva instaurare un legame intenso, nessun uomo tra i condomini si sente sollevato agli occhi degli altri dal sospetto di essere il padre di Mandorla. È così che verrà presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla, che verrà adottata dalla sola condomina single ma crescerà vivendo a turno in ciascuna delle famiglie di via Grotta Perfetta: un piccolo grande caleidoscopio dei modi di “fare famiglia” oggi. Ma per Mandorla sapere chi è il suo vero padre si farà sempre più irrinunciabile...
La vita di Camilla da Varano raccontata in forma di filastrocca e gradevolmente illustrata. Per parlare ai bambini della misericordia di Dio. Protagoniste del libro sono le lacrime: cominciano a uscire appena nati, proseguono negli anni fino alla morte. A volte sembrano inutili, assurde come il dolore che manifestano. Camilla da Varano ne ha compreso il valore e dentro le lacrime ha scoperto che il dolore e il sacrificio sono la manifestazione di un grande amore.
Il libro illustra il ciclo dedicato a san Francesco, spiegandone il significato ed i particolari scena per scena, come se accanto al visitatore ci fosse una guida che parla e chiarisce. Il linguaggio è semplice e piano, ma il racconto è anche aggiornato alle tante novità emerse negli studi più recenti. Il ciclo, dipinto sotto il pontificato di Nicola IV (1288-1292), il primo papa francescano, esalta San Francesco ma anche le virtù dei compagni nel seguire le orme di Cristo. Infatti l’Ordine, quando decise di fare dipingere le storie con la vita e i miracoli di san Francesco, poteva già contare nelle proprie file un altro grande santo: Antonio da Padova. A lui è affidato il compito di trasmettere il messaggio di san Francesco, adeguato ai mutamenti storici avvenuti nel frattempo.
Continua la lotta spirituale di Chiara M. Continua il suo interrogare e il suo affidarsi, la sua protesta e la sua lode, il suo oscuro dolore e la sua gioia luminosa. Sono stati in molti, tra i numerosi lettori di Crudele dolcissimo amore, a chiedere a Chiara di scrivere un altro libro per poter sentire ancora la sua voce. Ma se Chiara ha scritto di nuovo non è solo per questo, è anzitutto per un intimo bisogno della sua anima di dare oggettività all’ininterrotto colloquio con Dio. Lei lo chiama il suo Socio. Ma non si tratta di una società tutta rose e fiori, vi sono anche spine, crisi, momenti di buio. Anzi, è proprio la notte la categoria più adatta per descrivere il viaggio di Chiara incontro all’eterno.