Il mondo sta per cambiare, di nuovo. Al termine di un anno sconvolto da avvenimenti inimmaginabili, gli americani hanno scelto il 46° presidente degli Stati Uniti in una delle elezioni più contese della storia. Joe Biden e Kamala Harris sono il nuovo volto della Casa Bianca. La loro vittoria ha catalizzato le speranze di decine di milioni di persone, ma la sfida che hanno davanti non è semplice: sarà interessante osservare come proveranno a traghettare gli Stati Uniti fuori dal momento più delicato della storia recente. Il modo migliore per conoscere come sarà la Casa Bianca di Joe Biden e Kamala Harris è conoscere chi sono e cosa hanno fatto fin qui. Perché la politica e il potere non cambiano le persone: le rivelano per quello che sono. Francesco Costa traccia quindi un ritratto della nuova presidenza percorrendo le straordinarie biografie dei due protagonisti, e i momenti che hanno segnato le loro vite. Dalla campagna elettorale del 1972, con cui Joe Biden diventò il più giovane senatore degli Stati Uniti, alla vicepresidenza al fianco di Barack Obama, dall'infanzia di Kamala Harris nei quartieri-ghetto per afroamericani della West Coast alla carriera da avvocata e procuratrice che l'ha portata a scrivere il suo nome nella storia americana ancora prima di diventare la prima donna, la prima persona di colore e la prima indiana-americana vicepresidente degli Stati Uniti d'America. Le vittorie, le sconfitte, gli errori ci raccontano qualcosa non solo del tipo di presidente e vicepresidente che governeranno la più grande potenza mondiale, ma anche delle lezioni che hanno imparato nel corso delle loro vite, di come hanno affrontato avversari e ostacoli. Soprattutto, quelle vittorie, sconfitte ed errori sono rappresentativi «di una comunità che va molto oltre le loro persone». Perché «nelle loro qualità e nei loro limiti, Joe Biden e Kamala Harris somigliano all'America».
Questo libro è la continuazione di Quando tuo figlio ti interrogherà e ne è la naturale conclusione. Esso racconta la storia dell’Esodo del popolo d’Israele fino alle soglie della Terra Promessa; si chiude con Mosè che contempla la Terra dal monte, prima di morire.
Perché è stato raccontato e scritto ancora una volta questo evento storico dell’Esodo? Come già il libro precedente, anche questo vuole essere uno strumento di lavoro per famiglie, catechisti, insegnanti. Uno strumento privilegiato per quanti si trovano a dover passare ad altri, soprattutto fanciulli, la propria esperienza di fede.
Per «passare la fede» il racconto dell’Esodo è fondamentale. È infatti il centro della salvezza per Israele, profezia della Risurrezione di Gesù Cristo. L’Esodo ancor oggi rivive come memoriale in tutte le Pasque che la Chiesa celebra.
Questo libro può servire come traccia e stimolo per un lavoro nella famiglia, nella parrocchia, nella scuola. È necessario che la notte dell’Esodo, il cammino di quarant’anni nel deserto, l’entrata nella Terra Promessa diventino vivi e attuali nella nostra storia. Diventino cioè garanzia, per mezzo di Gesù Cristo, che l’evento mirabile dell’Esodo si sta compiendo anche nella nostra vita.
Michi COSTA È stato itinerante in Sud Africa e in Olanda, è stato il primo rettore del Seminario Diocesano Missionario “Redemptoris Mater“ della diocesi di Haarlem-Amsterdam in Olanda, poi parroco in Naarden (Olanda). Ora è padre spirituale del seminario. È autore di vari testi di catechesi biblica, tra gli altri:
Angeli i racconti del tuo angelo; Chi schiaccerà la testa del nemico? Giuditta; Le cinque madri; Come ai giorni di Noè; Fammi udire la tua voce; Gerusalemme ricostruita; Il nipote di zio Paolo; Noi non siamo scappati!; L’ora della spada; Perché vuoi scappare?; Quando tuo figlio ti interrogherà; L’uomo di Babilonia; Voglio andare a Gerusalemme.
Questo volume presenta un articolato approfondimento dei temi emersi dalla ricerca nazionale quali-quantitativa sulla religiosità in Italia portata avanti tra il 2017 e il 2018, che ha coinvolto molti poli universitari e centri di ricerca e mobilitato diversi studiosi del nostro Paese. È anche una sorta di esperimento di sinergia metodologica, perché ha messo insieme approcci, tecniche, metodi ? alcuni tradizionali e altri più innovativi ? al fine di evidenziare limiti e potenzialità di un modo di fare ricerca il più possibile aperto a diverse prospettive analitiche e mirato a cogliere, weberianamente a "comprendere", l'odierna complessità del credere. Attraverso il percorso proposto, il testo vuole valorizzare la pluralità: diversi approcci, plurimi attori e molteplici forme del credere. Infatti, se è vero che nella moltiplicazione delle possibilità esplicative, osservative ed esperienziali si rischia di smarrire il senso dell'unità e di alimentare l'incertezza, è anche vero che soltanto con una prospettiva polisemica e multidimensionale si possono cogliere in profondità le sfumature dei fenomeni più complessi.
Orso Blu è il pupazzo preferito di Tom. Stanno sempre insieme! A volte però è difficile fare il bravo orsetto. Quando a pranzo c'è un piatto nuovo Orso Blu non lo vuole! Riuscirà Tom a convincerlo che bisogna almeno assaggiare? Anche gli orsetti fanno i capricci! Età di lettura: da 2 anni.
Orso Blu è il pupazzo preferito di Tom. Stanno sempre insieme! A volte però è difficile fare il bravo orsetto. Quando si fa sera, Orso Blu non vuole dormire! Riuscirà Tom a convincerlo a rilassarsi e chiudere gli occhi? Anche gli orsetti fanno i capricci! Età di lettura: da 2 anni.
Umberto Veronesi è stato per cinquant'anni una delle figure centrali del mondo scientifico italiano, un simbolo di eccellenza e di empatia nei confronti dei pazienti, e un grande catalizzatore di energie nella ricerca come nelle politiche sociali. In questa biografia, che si concentra anche sul Veronesi più intimo, Alberto Costa, anch'egli medico, amico personale e collaboratore per più di trent'anni del grande oncologo, racconta la carriera di Veronesi e la sua passione per la professione di medico attraverso mille piccole storie quotidiane: dalle notti insonni dopo un intervento difficile, al sorriso delle moltissime donne salvate dal tumore al seno. Una passione che Veronesi ha dimostrato anche nella sua attività politica, come ministro della Sanità e senatore, e nell'impegno sociale che lo ha fatto diventare una figura di spicco e molto seguita dal grande pubblico italiano. Nella parte finale del volume sono raccolti, in forma di monologhi in prima persona, gli appunti dell'autore tratti dai suoi ultimi incontri con Veronesi, che offrono al lettore uno sguardo illuminante sulla vita privata del medico milanese. Mostrandoci la dimensione pubblica e quella più personale di questo sognatore tenace, questa biografia disegna il ritratto di un uomo che ha lasciato un segno indelebile non solo nell'approccio alla cura del cancro, ma anche nel cuore di tutti.
Lo sviluppo dell'arte occidentale è stato profondamente condizionato dalla nuova presenza, a partire dal XIX secolo, degli ebrei nel mondo dell'arte e, in seguito, dal pensiero estetologico ebraico. Mario Costa sostiene che la penetrazione della riflessione e delle esigenze religiose ebraiche nelle vicende dell'arte occidentale ha portato sì all'attuale situazione di caos e di deperimento dell'arte, ma ha posto, a un tempo, le premesse per un nuovo cominciamento dell'estetico nella direzione di quello che, trent'anni fa, l'autore ha chiamato sublime tecnologico.
La nuvola Olga e la luna Giovanna fanno tante cose insieme e hanno molti amici... tutti da colorare! Un album per divertirsi colorando con i fantastici personaggi di Nicoletta Costa. Età di lettura: da 3 anni.
L'orologio circadiano, che regola i ritmi sonno-veglia e altri aspetti della nostra fisiologia, si sincronizza con l'ambiente naturale che ci circonda, soprattutto per mezzo della luce del Sole. Tuttavia le nostre abitudini di vita, condizionate dall'orologio sociale, spesso confliggono con i ritmi dettati dall'orologio circadiano. Questo favorisce l'insorgenza di malattie, anche gravi. Alcuni semplici accorgimenti possono aiutarci a prevenirle, e a vivere in modo più sano e piacevole.
Ci sono pochi posti nel mondo dove il divario tra quello che crediamo di sapere e quello che sappiamo è tanto ampio quanto nel caso degli Stati Uniti. L'influenza statunitense nei nostri consumi è così longeva che pensiamo di conoscere bene l'America quando in realtà, nella gran parte dei casi, la nostra idea è un impasto di luoghi comuni e poche informazioni concrete. Convinti che gli statunitensi siano tutti armati fino ai denti, non sappiamo, per esempio, che la metà delle armi in circolazione in America è posseduta dal 3 per cento della popolazione. Coltiviamo il luogo comune per cui gli Stati Uniti usino la mano pesante contro l'evasione fiscale e i reati dei cosiddetti colletti bianchi, ma in carcere ci vanno ancora soprattutto ragazzi neri. Ragioniamo e discettiamo sulla cultura americana e sulla sua idea di Stato e libertà, paragonando il tutto a quello che succede qui da noi, senza sapere o tener conto che gli Stati Uniti sono un Paese molto poco popolato: ci sono più persone nella sola New York di quante ce ne siano in 40 dei 50 Stati. Siamo abituati a leggere l'intera politica estera statunitense innanzitutto sulla base del petrolio, e della necessità di trovarlo, ma oggi gli Stati Uniti sono pressoché indipendenti dal punto di vista energetico. L'elenco potrebbe continuare. Allo stesso modo, abbiamo accolto il risultato elettorale più clamoroso in quasi tre secoli di storia statunitense, la vittoria del repubblicano Donald Trump alle presidenziali del 2016, a pochi anni di distanza dell'elezione di Barack Obama, primo presidente nero, come la logica e prevedibi
La nuova edizione del messale romano approvata dalla CEI offrire alla liturgia anche una diversa traduzione della preghiera del «padre nostro». una delle novità che ha fatto scalpore è la notizia di una traduzione “nuova” nella sua penultima domanda: «non ci indurre in tentazione». su questa espressione già in passato sono stati versati fi umi di inchiostro. «Non abbandonarci alla tentazione» sarà la nuova traduzione. Questa decisione dei vescovi italiani ha incuriosito molti. È davvero tutta “colpa” di papa Francesco?