Questa storia della scuola in Italia, che vede il contributo di alcuni dei massimi specialisti, abbina il rigore storico e lo sguardo pedagogico, proponendo una struttura a tre livelli. Nel primo si presenta la situazione di partenza, gli Stati italiani prima dell'Unità, mentre nel secondo livello si ricostruisce lo svolgersi storico dei diversi ordini e gradi scolastici: asili nido e scuole dell'infanzia, scuola primaria, istruzione post-elementare e secondaria (con specificazioni sull'istruzione magistrale e su quella tecnica e professionale), università. Nel terzo livello si approfondiscono tre problemi trasversali, come la visione di genere (le donne a scuola), i rapporti tra istituzione ed economia, le complesse relazioni tra la scuola italiana e la religione cattolica. Per finire, un confronto tra la situazione attuale della scuola in Italia rispetto agli altri Paesi europei e agli Stati Uniti. Introduzione di Fulvio De Giorgi. Contributi di: Nicola S. Barbieri, Paolo Bonafede, Pietro Causarano, Daria Gabusi, Angelo Gaudio, Andrea Mariuzzo, Tiziana Pironi, Maurizio Piseri, Fabio Pruneri, Vincenzo Schirripa, Caterina Sindoni.
Padri (In dialogo, collana Mutamenti, pagine 136, euro 16) è un volume a più voci, in cui si raccontano le storie di sette diversi papà di oggi; ciascuno, a partire dalla propria esperienza, ripercorrere le caratteristiche di san Giuseppe individuate da papa Francesco nella sua lettera Patris corde. Sono padri biologici, come Simone o Michele, adottivi o affidatari, come don Claudio, che vive con i suoi adolescenti nella comunità Kairòs. Padri nelle prese con la malattia dei propri figli, come Gabriele, o messi di fronte al dramma della separazione, perché costretti a fuggire dalla guerra, come Basel; padri che imparano a farsi da parte, come Maurizio, per consentire ai propri figli di spiccare il volo, oppure che accolgono come proprio un figlio che non hanno generato. Unifica questo “poliedro” la riflessione sull’essere padre nel terzo millennio a cura di Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva.
Quando si diventa davvero padri? Quando si scopre la positività di un test di gravidanza o quando si accoglie dentro di sé il mistero di una nuova vita, qualcosa di così enorme e meraviglioso da generare nella nostra esistenza un prima e un dopo! Tocca ad Alberto Pellai, medico psicoterapeuta dell’età evolutiva, noto saggista e divulgatore, offrire l’incipit del volume “Padri. Istantanee dei mille volti di paternità” , che passa i rassegna i molteplici volti che assume oggi la paternità.
Si cimentano nell’impresa, sotto la guida del curatore Edoardo Buroni, sette diversi papà, alcuni genitori biologici, altri accompagnatori nella vita di “figli” adolescenti, bambini o ragazzi, che sono tali in ragione di una costante e amorevole cura educativa, pur non essendo stati generati anagraficamente da loro, perché adottati, o affidati.
Esiste un “manuale del perfetto genitore“? Dove trovare un “modello di padre” a cui poter assomigliare? Le storie narrate da Maurizio, Michele, Basel, Gabriele e gli altri, mostrano che la paternità è un variopinto poliedrico, con sfumature e sapori capaci di rispecchiare la bellezza e la fragilità, la complessità e il mistero di un ruolo antico e sempre nuovo, bisognoso di pazienza e tanto coraggio per affiancare le nuove generazioni nel loro cammino. Emerge così la bellezza dell’esperienza di un giovane papà come Simone Bosetti, con un bimbo di due anni e due gemelle in arrivo, che dice di sentirsi come su un ottovolante e confida: “Padre amato è quello che sa cogliere il bene più grande, il miracolo di una vita che cresce di fronte a sé, un progetto di vita che va a costruirsi giorno per giorno. É l’uomo che è consapevole che questo progetto miracoloso va oltre le valutazioni e gli umori giornalieri, il momento di felicità o di rabbia quotidiano. sa mettersi al servizio di qualcuno che non gli appartiene, ma di cui è consapevole di essere profondamente responsabile. La coscienza di essere amati permette di accettare se stessi, con i propri pregi e i propri difetti, senza avere la pretesa di voler apparire ciò che non si è. Aiuta a contestualizzare quello che si vive e a inquadrare i limiti, le piccolezze e le fragilità in una cornice più grande, come dono e ricchezza nelle esperienze vissute”.
Il "Dizionario Teologico degli scritti di Qumran" prende in considerazione nella sua integrità il lessico dei manoscritti rinvenuti nei pressi del Mar Morto attorno alla metà del secolo scorso e ne illustra la semantica da una prospettiva primariamente teologica. Dopo la fase di ricostruzione, deciframento ed edizione del corpus integrale degli scritti qumranici, questo dizionario persegue il duplice intento di mettere a disposizione del grande pubblico i risultati raggiunti dalla ricerca più recente sulla letteratura portata alla luce nelle grotte di Qumran, e insieme di fornire allo studioso e allo specialista dati imprescindibili per qualsiasi lavoro che si concepisca saldamente radicato ai testi. Sempre più chiaramente va emergendo la grande varietà del giudaismo dei tempi di Gesù, e in questa prospettiva il Dizionario Teologico degli scritti di Qumran consente di comprendere in modo più puntuale lo sviluppo delle relazioni fra i grandi gruppi e raggruppamenti del giudaismo antico, in modo particolare il sacerdozio veterotestamentario e giudaico fino ai sadducei dell'età neotestamentaria. Da ?e?ed/???îd a k?bôd, passando per ji?r?'?l, questo terzo volume si distingue per Tutta una serie di voci di rilievo, ad esempio ??kam (sapiente), ??sab (calcolare, progettare), ??m?' (purità), ecc.
"Vita di rugiada, vita di rugiada, eppure, eppure il sole che brilla non è male..."
Tutti abbiamo un'idea di Giovanna d'Arco. Probabilmente, come accade alle icone, tutti abbiamo una nostra Giovanna d'Arco. Un volto cinematografico, un simbolo, un modo di portare i capelli o vestire, un'idea di rivoluzione, giovinezza e martirio. Attraverso gli atti del processo e grazie a cronache, lettere e dichiarazioni coeve, in questo testo assistiamo alle intemperanze, ai racconti e alle parole - sempre semplici, sempre dirette - di una donna molto giovane che suscita ammirazione e, talvolta, soggezione in uomini più grandi e più importanti di lei, cavalieri e titolati che hanno un piede già impigliato in quella corda della Storia che va sotto il nome di guerra dei Cent'anni. Questa Giovanna d'Arco non è ipotesi, è persona; il libro non contiene una attualizzazione, ma documenti d'archivio tradotti dal francese e dal latino, e tuttavia la sua struttura è analogica e non cronologica: ciò autorizza chi legge a pensare e seguire Giovanna d'Arco anche come una ragazza di oggi, sola contro un sistema di uomini che la valuta, la imbecca o tenta di intimorirla. E questo, oltre alla bellezza e alla forza sorprendente dei testi, è il motivo per cui oggi ripubblichiamo, in una versione completamente rivista e aggiornata, Il processo di condanna di Giovanna d'Arco - perché non bisogna chiedere il permesso a nessuno per intraprendere una battaglia.
Le discipline insegnate al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, la filosofia della religione, la teologia e la liturgia, si occupano tutte, in un modo o nell'altro, della questione del sacro. Il centenario della pubblicazione del famoso libro di Rudolf Otto Il sacro. L'irrazionale nell'idea del divino e il suo rapporto al razionale (1917) è stata un’ottima occasione per riflettere ancora una volta su questo tema. Ad esso è stato quindi dedicato il colloquio interfacoltà del 2017, i cui atti sono presentati in questo nuovo volume di Studia Anselmiana. Se il libro e il pensiero di Otto offrono il punto di partenza, vengono molto rapidamente ripresi e reinterpretati in una prospettiva teologica prima che la riflessione sul sacro si apra e moltiplichi approcci, allontanandosi sempre più da questo punto di partenza, per parlare anche di sacrificio o di tempi e luoghi sacri. Sono quindi chiamate in causa la filosofia e la teologia sistematica, ma anche l'esegesi biblica, l'archeologia religiosa e la spiritualità dell’Oriente cristiano. Coinvolgendo il linguaggio come il dono, la filialità come l'essere-nel-mondo, l’antropologia come la creazione o la comunità, la questione del sacro è sempre cruciale per il pensiero, nel senso in cui appare centrale, ovviamente, ma soprattutto in cui si rivela come ciò che lo sfida in quanto pensiero.
Dopo i volumi precedenti dedicati alla pittura e all'architettura, questo terzo capolavoro ritrovato di Arsenio Frugoni è dedicato alla scultura italiana. Un evento editoriale molto atteso, che ricostruisce il racconto delle più significative opere scultoree d'Italia con un suggestivo apparato iconografico del tutto inedito. Un libro per tutti, scritto con la penna di un grande storico e ricco di illustrazioni bellissime: da leggere, da collezionare, da regalare.
Autorevoli esponenti del pensiero contemporaneo rileggono i dieci comandamenti alla luce delle provocazioni del tempo presente. Chi sono oggi gli "idoli"? Cosa significa "non rubare" o "non uccidere"? Cosa "non desiderare"? Attraverso diverse voci il libro indaga come le antiche "Parole" bibliche incidono sulla coscienza individuale e sociale contribuendo a creare le basi del diritto e della convivenza umana. Una rilettura dei dieci comandamenti biblici a cura di autori autorevoli. Un libro che penetra in profondità le radici della convivenza e del diritto pubblico. Parole antiche che gettano luce sulle sfide del tempo presente. Prefazione Francesco Occhetta. Postfazione di: Giovanni Grandi. Con i contributi di: Bartolini E. - Bignami B. - Bindi R. - Costa G. - Dalla Chiesa N. - Magnoni W. - Moia L. - Riccardi F. - Santerini - Virgili R.
La diffusione delle piattaforme digitali - da YouTube a Instagram, fino a Twitch e TikTok - sta modificando profondamente le forme e i modelli della produzione culturale, con risultati complessi e imprevedibili: le vecchie industrie dei media attraversano enormi sconvolgimenti e riconfigurazioni, mentre le nuove factory digitali - legate allo streaming, agli influencer e al podcasting - crescono a una velocità vertiginosa e inattesa. "Piattaforme digitali e produzione culturale" sviluppa le sue analisi a partire da ricerche aggiornate e resoconti provenienti da Nordamerica, Europa, Sudest asiatico e Cina, prendendo in esame tre settori specifici - il giornalismo, i videogiochi e i social media - analizzati con esempi e dovizia di particolari, ma traggono spunti anche dalla musica e dalla pubblicità per esplorare con profondità e acume il processo di «piattaformizzazione» dell'industria culturale, individuando i principali cambiamenti che investono sia i mercati e le infrastrutture tecnologiche che la produzione di contenuti e la creatività, e indagandone le profonde ricadute sul nostro modo di vivere la democrazia.
Donato Giannotti nacque a Firenze nel 1492, pochi mesi dopo la morte di Lorenzo il Magnifico. Benché molto piú giovane, conobbe Machiavelli e ne fu amico. Fu segretario della Repubblica di Firenze tra il 1527 e il 1530, prima del ritorno degli odiati Medici. Dopodiché emigrò esule in Veneto e poi a Roma, dove morì nel 1572. Scrisse tre volumi sulla corretta istituzione di un governo repubblicano: Della Republica Fiorentina (1538), il dialogo Della Republica de' Vinitiani (1540), che ebbe molto successo, concludendo la trilogia con la trattazione Della Republica Ecclesiastica (1541), scritta su richiesta del cardinale Niccolò Ridolfi, suo protettore, e letta solo da pochi amici fidati per timore delle autorità ecclesiastiche. Una copia manoscritta di quest'opera è stata ritrovata recentemente e viene qui pubblicata per la prima volta. Dunque il volume è un inedito assoluto. L'importanza di questo testo consiste già nel fatto di essere la prima storia della Chiesa scritta da un laico. Ma, oltre a questo, sono i contenuti dell'ultimo capitolo a sorprendere e a far sì che il libro sia destinato a diventare un fondamentale oggetto di studio per gli storici. Lì infatti Giannotti, all'alba del Concilio di Trento, enuncia la sua proposta politica: e cioè spostare l'autorità politica della Chiesa dal papa al Collegio dei cardinali, sulla falsariga del rapporto fra doge e Senato nella Repubblica di Venezia.