Oggi l’annuncio del Vangelo richiede di guardare nuovamente la realtà con occhi innamorati dell’umanità, che soffrono e patiscono insieme a chi soffre, per costruire un percorso in due tappe: dapprima farsi prossimo, per provare a rispondere – nella comunione – alla domanda di senso di fronte alle provocazioni che scaturiscono dalla dura realtà della malattia, della disabilità e della morte, nei diversi contesti (domanda che può traslucere in uno sguardo più che in mille parole); poi, per guardare insieme, come l’apostolo Giovanni, al di là di una tomba vuota, e intercettare con lo sguardo una prospettiva diversa, la pienezza della vita umana in Dio, anticipata e conosciuta nella fede. È uno sguardo aperto alla trascendenza quello capace di vedere il volto di Cristo nella carne sofferente del malato, e quindi capace non solo di entrare nella storia, e possibilmente di cambiarne le storture, ma di farla diventare anche storia di salvezza per ciascuno.
"On the Road. Gli incontri inaspettati" è il sussidio rivolto agli educatori e agli animatori per accompagnare i ragazzi durante il periodo estivo in un percorso ispirato al motto scelto per il Giubileo del 2025 "Pellegrini di Speranza", e da quanto scritto da papa Francesco nella sua lettera che annuncia l'evento giubilare e nel Messaggio per la Giornata Missionaria Universale 2023. La scuola è finita e Anita e Peppino, i due protagonisti della storia, accompagnati da Otto, un simpatico cagnolone incontrato durante il percorso, hanno voglia di passare un'estate diversa e decidono di compiere un viaggio verso una meta che ancora non conoscono. E tu hai pensato a un viaggio da fare? Prendi un quadernetto e annota i tuoi pensieri. Pianifica il viaggio, segna le tappe ma lascia tante pagine vuote... le riempirai lungo la strada!
Ci sono parole che per ognuno di noi hanno un valore speciale: da cui la memoria sprigiona in forma di pura emozione, si fa sentimento attraverso i sensi; porta con sé un suo sapore, un suo odore o colore, una superficie levigata o ruvida, una strana consistenza concreta e tridimensionale. In un tempo in cui ogni nostra parola può essere amplificata, moltiplicata, enfatizzata o tradita dalla rete e dai social network, la responsabilità dell'uso del linguaggio è diventata molto più grande per ciascuno di noi. Il volume illustra l'inesauribile ricchezza del nostro lessico: la provenienza delle parole, la loro storia e struttura, il loro ambito d'uso, il modo in cui hanno segnato un'epoca o un aspetto della nostra società. I capitoli, scritti con passione e competenza da firme di rango, disegnano nel loro insieme un mosaico vivace e variegato. Uno straordinario viaggio alla scoperta del patrimonio lessicale dell'italiano, una lettura di grande piacevolezza, che riserverà utili consigli, curiosità e sorprese.
Filosofia e bambini è un binomio che si ritrova sempre più spesso nelle pratiche educative, soprattutto dagli anni Settanta quando Matthew Lipman ideò il metodo della Philosophy for children, in contrapposizione a un'istruzione basata solo sull'accumulo di conoscenze, per sviluppare innanzitutto a scuola, la capacità di ragionare, di immaginare e di stupirsi. A questo metodo o modo di pensare l'educazione al pensiero, che gode oggi di grande diffusione, è dedicata la prima parte del manuale. La seconda invece si sofferma su altre modalità di fare filosofia con bambini, ragazzi, ma anche adulti. La terza parte raccoglie infine contributi sul valore pedagogico del pensare insieme e dell'essere in tal modo comunità: al centro di ogni pratica filosofica emerge la costruzione di relazioni intersoggettive, di spazi di incontro e confronto, di co-costruzione di interrogativi e significati. La filosofia viene intesa come forma di vita e pratica di comunità. Educare a essa significa valorizzare l'altro, il suo pensiero e il suo sentire: un antidoto per un tempo segnato da individualismi e incompetenze relazionali.
A 32 anni dalla sua prima pubblicazione, è tempo per il Rapporto Immigrazione di tornare a riflettere sulla libertà di scegliere: anzitutto, se migrare o restare. È questo il tema dell'edizione 2023 della pubblicazione curata da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, dedicata agli studi sull'immigrazione in Italia. Come di consueto, vi trovano spazio analisi statistiche, riflessioni qualitative, il mondo della ricerca e quello dell'incontro personale, la lettura del presente, un respiro spirituale e lo sguardo ad un futuro orientato al bene comune, al diritto a vivere in dignità e all'accesso allo sviluppo sostenibile.
Il volume raccoglie i contributi di sette autori, che si confrontano con le domande attuali relative al Messale romano e alla liturgia in genere. Le voci di questi specialisti sono raccolte intorno a tre nuclei tematici: la tradizione, poiché nella Chiesa fin dall’inizio abbiamo a che fare con la trasmissione di ciò che abbiamo ricevuto (cfr. 1Cor 11,23); la traduzione, passaggio imprescindibile ma per il quale sempre corriamo il rischio di perdere qualcosa della ricchezza che ci è stata consegnata; la teologia, perché la riflessione a partire dalla celebrazione consenta di fare un piccolo passo verso una conoscenza più profonda di quanto ci è stato donato.
L’augurio è che l’insieme di queste voci possa essere un valido contributo alla scienza liturgica, e che ciascuno dei saggi che compongono il testo possa aiutare altri a proseguire sul cammino iniziato, per una maggiore intelligenza del grande mistero che è la vita in relazione con Dio, così come essa si esprime nella celebrazione liturgica.
Giovanni Zaccaria (1979) insegna Teologia dei sacramenti presso l’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce ed è direttore della collana Biblioteca di iniziazione alla Liturgia. Oltre a diversi articoli su temi liturgici, tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Liturgia. Un’introduzione (Roma 2016, in collaborazione con J.L. Gutiérrez Martín), La Messa spiegata ai ragazzi (e non solo a loro) (Milano, 2018), Immitte Spiritum Paraclitum. Teologia liturgica della confermazione (Città del Vaticano, 2019), Sacerdoti, re profeti e martiri. Teologia liturgica della Messa crismale (Roma 2022).
In questi decenni i Ministri straordinari della Comunione hanno contribuito a rendere più vicino alle membra sofferenti della Chiesa il Corpo di Cristo, e la necessità di una riflessione orante è sempre stata presente alla Chiesa italiana.
Il testo propone un’introduzione sintetica al cuore della fede cristiana, pensata per chi si accosta ai concetti di base della teologia. Nella parte di teologia fondamentale, l’itinerario comprende la riflessione sul concetto di Rivelazione e di fede. Nella parte di teologia dogmatica, viene proposta una visione sistematica del mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo e dell’idea di salvezza, per poi accostarsi al mistero della Trinità di Dio e del male. Il testo si conclude con l’illustrazione dei principi per una teologia delle religioni.
È ancora possibile vivere nelle aree demograficamente rarefatte, con pochi bambini, sempre meno donne in età fertile, lavoro introvabile, tanti anziani e con una dotazione di servizi pubblici in contrazione? Si può abitare in comunità ormai rinsecchite, in paesi sempre più ostili al benvivere, nell'Italia fuori Italia, dove i diritti della Costituzione sono calpestati quotidianamente? Un'ampia ricerca empirica nella Calabria interna - l'estremo dell'Italia estrema - testimonia che in questi luoghi si continua ad abitare, a fare progetti, a manifestare bisogni, a sognare. C'è ancora vita. Ci sono famiglie con figli piccoli che hanno deciso di restare. Tanti giovani che hanno scelto di continuare a risiedervi e tanti altri che resterebbero se si creassero le condizioni per fermarsi. E soprattutto ci sono anziani, il più delle volte soli, che restano perché da sempre radicati in quelle terre e che mantengono vive relazioni sociali di prossimità e minute economie. Si può aspirare a un futuro diverso da quello contratto e cupo delle tendenze demografiche e dell'indifferenza istituzionale, se si rovesciano i vincoli in opportunità: la rarefazione demografica come alternativa alla congestione urbana; la lentezza come guadagno di tempo per abitare lo spazio; le pluriclassi per mettere a punto nuovi metodi didattici; la distanza dai poli di servizi per sviluppare forme di mobilità e accessibilità diverse, diagnostica innovativa e cure mediche adeguate. Serve uno sguardo partigiano per riconoscere i cittadini che hanno scelto di restare, la loro voglia di continuare a vivere in contesti appartati, diversamente appaganti. Serve dare potere decisionale e assicurare la rappresentanza politica ai residenti. Serve il coraggio delle sperimentazioni per porre domande alla società intera, perché sostenere la qualificazione della vita in aree rarefatte significa anche rendere meno fragile la ricchezza nelle aree dense. Servono politiche dal basso e dall'alto per far diventare strategie, progetti, azioni le visioni di futuro che - come gli acini dell'uva puttanella - maturano anche in questi luoghi.
I testi delle preghiere di Agostino non sono composizioni a sé stanti, ma s'intrecciano con i suoi discorsi sull'uomo e su Dio, sulla sua vita, sui suoi peccati, sulle sue esperienze di misericordia. In esse Dio appare costante interlocutore della sua esistenza, presenza viva e costante. Una preghiera intessuta di pensieri e di sentimenti, di luci e di ombre, costantemente aperta al futuro pur nutrita di mille memorie. Egli un giorno, volendo riassumere il nocciolo di ogni preghiera, scriverà che essa è tendere con amore a Dio, alla vita eterna, cioè all'incontro svelato e definitivo con lui, espressione del desiderio più profondo del cuore umano. Questo radicamento degli interrogativi, dei pensieri e della stessa preghiera nel cuore degli uomini ha reso Agostino nel corso dei secoli vicino anche alle persone che si ritengono lontane da Dio, ma che sono pensose. Le parole di Agostino fanno per così dire corpo con la sua persona, con la sua esperienza, con la sua lingua, con i vari tempi della sua vita; per questo risulta difficile la loro traduzione, anche perché egli costantemente allude sia ad espressioni della sacra Scrittura che non sempre cita in modo esplicito, sia ad esperienze della sua esistenza che richiama solo in forma allusiva.
Lo Spirito Santo, come fuoco e vento, continua ad animare la sua Chiesa e a far intendere le opere di Dio nel vissuto delle persone e nella propria lingua. Come assecondare e favorire l'azione di Dio? Quali sono i linguaggi dell'annuncio? La catechesi si esprime innanzitutto nel linguaggio biblico, simbolico-liturgico, dottrinale e in quello della testimonianza, ma anche con altro... poiché la catechesi è luogo di inculturazione della fede. La Quattro Giorni Comunità Educanti 2023 esplora alcuni linguaggi: il canto e la musica, le espressioni artistiche della pittura o scultura, del cinema e del teatro. Essi non sono semplicemente mezzi per annunciare la fede o strumenti per diventare più accattivanti nel modo di comunicare ai ragazzi. L'arte, in tutte le sue forme, esprime il Vangelo, lo testimonia, lo fa entrare nella cultura di un popolo. L'arte ci immerge nelle pagine della Scrittura, ci consegna la tradizione della Chiesa attraverso forme sensibili, visibili, corporee. Prefazione di Mario Antonelli.
Il Sessantotto è inseparabile oggi dalle sue rappresentazioni successive, dal racconto che su di esso hanno costruito una produzione scientifica e una memoria costruite quasi esclusivamente da un unico punto di vista, quello del movimento studentesco, della generazione dei protagonisti. Ma gli altri attori? I molti che sulla scena pubblica e privata furono direttamente coinvolti nelle vicende della contestazione studentesca: docenti, studenti all'epoca estranei o contrari al movimento, genitori, fratelli e sorelle di età diverse e magari lontane, e poi in generale l'establishment politico? Esiste una loro memoria del Sessantotto? Ed è questa memoria diversa, altra da quella del movimento? Quante differenze e quante contaminazioni? Quali, soprattutto? Ecco le domande che presiedono a questi due volumi. E che si sono concentrate su chi, inevitabilmente, a prescindere dal proprio giudizio e dal proprio atteggiamento verso i 'contestatori' di allora, ha condiviso con quelli - materialmente negli stessi spazi e virtualmente dentro lo stesso discorso - ciò che accadeva nell'università durante quel periodo. A chi, insomma, seppure con altro protagonismo, fece parte in quell'anno del corpo docente coinvolto nelle lotte studentesche.