Una visione delle posizioni dei francescani sulla cristologia. Partendo da S. Francesco e S.Antonio, Bonaventura e Duns Scoto, viene ripercorso un itinerio di pensiero che colpisce per la sua profondita e attualita.
L'Autore dimostra come il tentativo del razionalismo Otto-Novecentesco e finito. Percio ripropone la tesi di Gesu fondatore del Cristianesimo. Previsto per il 20 maggio nella storia dell'umanita gesu`ha sempre rappresentato un personaggio con cui confrontarsi, sepcialmente se si hanno esigenze e interessi storici e religiosi, poiche da lui prende vita e nome il cristianesimo, la religione piu`diffusa e conosciuta nel mondo. La struttura del cristianesimo, come fede, sta o cade con la professione che gesu`di nsazareth e`figlio di dio, in un senso unico e trascsendetne; ma gesu`di nazareth, uomo della storia, detto il cristo, non pur essere ridotto, da chi non crede, a un personaggio insignificante o a un mito espellendolo dalla fondazione del cristianesimo. L 'autore dim ostra come questo tentativo del razionalismo ottro-novecentesco e`fallito. Percir ripropone, dal punto di vista di una storia critica ispirata alla metodologia della fenomenologia storico-comparata della religione, la tesi di gesu`fondatore del cristianesimo.
Le lezioni riportate in questo volumetto sono state svolte da don Giovanni Moioli nel 1980 e nel 1983 nella Scuola di spiritualità francescana dei frati minori del Convento di S. Angelo in Milano. L'articolazione del discorso si snoda a partire della figura dell'uomo spirituale, di chi, cioè, "nato dallo Spirito"(Gv 3) vivente "secondo lo spirito"(Gal 5,13), unicamente riferito a Gesù Cristo, è capace di essere memoria, qui e ora in questo tempo e per questo tempo. Di qui muove la comprensione dell'esperienza spirituale, propria di quanti "diventano sapienza nuova, speranza nuova, amore nuovo", perché nati dallo Spirito.
In questo volume sono compresi tre testi inediti (La morte, Un quadro, Tentazione nel convento), il racconto "ciclistico-esistenziale" Il dio del Roserio (qui riprodotto secondo la versione originale, ricca di elementi dialettali/gergali), la grande saga lombarda de Il ponte della Ghisolfa e della Gilda del Mac Mahon, i testi teatrali della Maria Brasca e de L'Arialda, i romanzi Il Fabbricone e Nebbia al Giambellino, quest'ultimo ritrovato fra le carte dello scrittore e risalente ai primi anni Sessanta.