E' stato pubblicato un altro libro di mons. Gemma: si tratta di una raccolta di preghiere di 144 pagine, tascabile e molto facile da usare.
Il materiale qui offerto è servito ad animare fervorosi gruppi di preghiera nei quali, insieme all'autore, hanno trovato conforto schiere di anime assetate di Dio e anime tribolate, in cerca di rimedio spirituale.
Si è pensato anche, per far comprendere l'origine e l'impegno dell'abbondante materiale qui raccolto, di farlo precedere da una lettera pastorale, che l'autore indirizzò alla sua diocesi: Le porte degli inferi non prevarranno, e poi ampiamente diffusa tra il popolo di Dio, grazie a riviste che l'hanno ripresa con apprezzamento.
Una seconda premessa, offre un esauriente studio su quella che è invalso chiamare "preghiera di liberazione", anche allo scopo di dissipare dubbi e ambiguità.
Si è attinto, per la pubblicazione del sussidio, alla Santa Scrittura e alla tradizione liturgica.
Dove nulla è segnato si tratta di formule ricavate dai libri liturgici, oppure composte dall'autore.
Mons. Andrea Gemma, vescovo di Isernia-Venafro, da molti anni aiuta e conforta persone che soffrono a causa della perversa azione del maligno. In questo volume ha raccolto alcune delle loro lettere in cui raccontano le loro dolorose esperienze.
Borgogna, 1098: un gruppo di monaci al seguito dell'abate Roberto abbandona definitivamente l'abbazia benedettina di Molesme, dopo una serie di tentativi vòlti a svincolarsi dai condizionamenti della realtà monastico-feudale del tempo, per edificare una nuova realtà spirituale, comunitaria e sociale ispirata alla Regula S. Benedicti e ai Padri del deserto. Nasce così il Nuovo Monastero nella località paludosa chiamata Cistercium, Cîteaux. Pertanto la figura del «capostipite» della generazione cisterciense, Roberto, lungi dall'essere rivestita dalla patina di una letteratura edificante (eccettuata almeno in parte la sua agiografia), si presenta al lettore odierno come l'oggetto di opposte interpretazioni a partire dal tempo della sua morte, fino ai nostri giorni. Il presente volume intende fornire una ricostruzione e un'interpretazione della vicenda delle origini di Cîteaux nel contesto della riforma della Chiesa dell'XI secolo, attraverso un'originale rilettura delle fonti storiche e letterarie (tra cui testi rari o poco visitati) e uno studio sistematico del dibattito storiografico.
Questo libro è il racconto di un cammino, quello che Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, ha percorso dal giorno dell'omicidio del marito, cinquant'anni fa. Una strada tortuosa che, partendo dall'umano desiderio di vendetta di una ragazza di 25 anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo, l'ha condotta, non senza fatica, al crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e all'abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l'idea del perdono. Un racconto che, partendo dalla vita di una giovane coppia che viene sconvolta dalla strage di Piazza Fontana, attraversa mezzo secolo, ricucendo i momenti intimi e privati con le vicende pubbliche della società italiana. Un'intensa e sincera testimonianza sul senso della giustizia e della memoria. Una storia di amore e pace.
Questo libro è il racconto di un cammino, quello che Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, ha percorso dal giorno dell'omicidio del marito, nel 1972. Una strada tortuosa che, partendo dall'umano desiderio di vendetta di una ragazza di venticinque anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo, l'ha condotta, non senza fatica, al crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e all'abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l'idea del perdono. Un racconto che comincia dalla vita di una giovane coppia che viene sconvolta dalla strage di Piazza Fontana e attraversa mezzo secolo, ricucendo i momenti intimi e privati con le vicende pubbliche della società italiana. Un'intensa e sincera testimonianza sul senso della giustizia e della memoria. Una storia di amore e pace.
Come scrive Ugo Volli nell'introduzione, "questo studio, pubblicato nel 1960 da La Rassegna Mensile di Israel, ha avuto il merito di riportare dopo un secolo all'attenzione del pubblico un episodio che suscitò, moltissima emozione pubblica quando avvenne, fra il 1858 e il 1860. Ma in seguito esso cadde per molti decenni nel silenzio e nell'oblio. Questi sono i fatti: Edgardo Mortara nacque a Bologna il 27 agosto 1851 da Salomone Momolo e Marianna Padovani. La sera del 23 giugno 1858 la polizia dello Stato pontificio, per ordine dell'inquisitore di Bologna, si presentò presso l'abitazione dove i coniugi Mortara vivevano con i loro otto figli per prelevare Edgardo affermando che il bambino era stato battezzato all'insaputa dei genitori. Una giovane domestica aveva raccontato all'inquisitore che durante il periodo in cui era stata a servizio presso la famiglia Mortara aveva fatto battezzare Edgardo, allora di circa un anno, preoccupata del grave stato di malattia in cui il bambino si trovava. Secondo le leggi dello Stato pontificio, il bambino non poteva quindi continuare a vivere in una famiglia ebraica. La comunità ebraica di Roma, subito contattata dai Mortara, si attivò per aiutare la famiglia bolognese a recuperare Edgardo. La notizia rimbalzò in tutto il mondo. La pressione su Pio IX per la liberazione del bambino si fece sempre più intensa. Nonostante i ripetuti appelli, Pio IX si oppose al suo ritorno in seno alla famiglia.
Piemontese (1896-1948), religioso della Società San Paolo, formò molti discepoli per annunciare il Vangelo con un appropriato uso dei mezzi di comunicazione.
Personalità unica e attraente, genio letterario di incredibile fecondità e maestra della vita spirituale contemplativa, Teresa d'Avila appartiene al 'siglo de oro', il periodo che vede l'immensa estensione della potenza spagnola in America centrale e meridionale. Sesta di undici tra fratelli e sorelle, Teresa dà un contributo fondamentale al rinnovamento della Chiesa a partire dalla preghiera, un principio che ispira la fondazione di monasteri in Spagna, Italia, Francia, Polonia, Fiandre e Germania e orienta i suoi scritti. La prima grande opera è l'Autobiografia, seguita dal Cammino di perfezione e dalle Fondazioni, anche se il testo principale resta il Castello interiore, immagine dell'anima che ospita Dio.
Questo volume raccoglie una serie di contributi in onore di Mino Laneve. In tale raccolta vi sono sia giovani che meno giovani, padri della pedagogia italiana, ma anche studiosi di altra provenienza scientifica, tra i quali Franco Frabboni, Franco Cambi, Elio Damiano e Giuseppe Zanniello.
Un'edizione aggiornata rispetto alla precedente, arricchita in appendice di alcuni pronunciamenti del Santo Padre Papa Francesco, il quale, sin dall'inizio del suo pontificato, ha alla Chiesa il nefasto e diffuso potere del nemico delle nostre anime, rompendo così quel silenzio su cui il Maligno stesso ha giocato la sua pervicacia e spavalderia a danno delle anime.