The Catholic Church is on the verge of a transition of great consequence.
As Catholic theologian, historian, and papal biographer George Weigel notes, the next pope will probably have been a teenager or a very young man during the Second Vatican Council (1962–1965); he may even have been a child during those years. Thus the next pope will not have been shaped by the experience of the Council and the immediate debates over its meaning and reception like Pope John Paul II, Pope Benedict XVI, and Pope Francis. The next pope, Weigel writes, "will be a transitional figure in a different way than his immediate predecessors. So it seems appropriate to ponder now what the Church has learned during the pontificates of these three conciliar popes—and to suggest what the next pope might take from that learning."
Drawing on his personal discussions with John Paul II, Benedict XVI, and Francis, as well as his decades of experience with Catholics from every continent, George Weigel examines the major challenges confronting the Catholic Church and its 1.3 billion believers in the twenty-first century: challenges the next pontificate must address as the Church enters new, uncharted territory. To what is the Holy Spirit calling this Church-in-transition? What are the qualities needed in the man who will lead the Church from the Chair of Saint Peter?
Taking lessons from the pontificates of John Paul II, Benedict XVI, and Francis, George Weigel proposes what the Catholic leaders of the future, especially the next pope, must do to remain faithful to the Holy Spirit's summons to renewed evangelical witness, intensified missionary fervor, and Christ-centered reform in the wake of grave institutional failures, mission confusion, counter-witness, and the secularist challenge to biblical faith.
I leader populisti non usano parole a caso, sanno quali reazioni provocheranno nel nostro cervello. In questo libro il linguista e scienziato cognitivo George Lakoff chiarisce i meccanismi attraverso cui il linguaggio politico influenza le nostre scelte. La mente, spiega l'autore, funziona metaforicamente. Ogni parola rimanda a una cornice (o frame) che rappresenta un'idea di mondo. È sorprendente scoprire quanto sia autoassolutoria l'espressione "cambiamento climatico" rispetto a "riscaldamento globale"; come "sgravio fiscale" veicoli l'idea che le tasse siano un inutile fardello; o le metafore "ondata" e "invasione", associate ai migranti, contribuiscano a rovesciare i termini del problema. La vera sfida è nelle parole. Se si vuole imporre una visione diversa da quella intollerante e populista, bisogna smarcarsi da quel lessico e definire nuovi quadri di riferimento ideali. Significa questo "Non pensare all'elefante!": non usare le stesse parole dell'avversario, o si finirà per veicolare le stesse idee. Prefazione di Gianrico Carofiglio.
Come si scrive un bestseller internazionale? Risponde a questa domanda Elizabeth George, per la stampa «la regina incontrastata del mystery», che grazie ai suoi thriller e gialli è riuscita a rivoluzionare un genere letterario. In queste pagine condivide con aspiranti scrittori e non le sue preziose conoscenze relative al processo creativo. Qui, la scrittrice che ha inventato l'ispettore Lynley diventa la professionista che non si limita a fare luce sui procedimenti tecnici e narrativi che stanno alla base di uno dei suoi romanzi polizieschi, ma propone anche consigli esperti, chiari, intelligenti e funzionali tutti da sottolineare e ricordare. Moltissimi sono gli esempi celebri e le indicazioni specifiche sul lavoro dei colleghi romanzieri più venduti al mondo, insieme a veri e propri esercizi guidati e incoraggiamenti. Se da un lato «L'arte di costruire un romanzo» rappresenta un giubbetto di salvataggio per chi ha un'idea ma non sa come svilupparla e ha un evidente risvolto pratico e informativo, dall'altro questo libro diventa anche un viaggio all'interno di un mestiere difficilissimo, che, come risulta evidente, Elizabeth George ama e comprende benissimo.
Numerosi lettori della Bibbia avvertono la necessita di possedere un manuale esplicativo, in cui la fede nell'ispirazione totale delle Scritture sia unita a una rigorosa serietà scientifica e storica.
Il presente lavoro ha lo scopo al facilitare lo studio diligente del testo biblico e di renderlo accessibile a tutti, senza voler essere un doppione di dizionari e di commentari biblici già esistenti.
Il Manuale della Bibbia vuole aiutare i lettori ad approfondire ii messaggio della Parola di Dio, discernere la Sua volontà e sperimentare una comunione più intima con Cristo. Per questo facciamo nostre le parole del Vangelo di Giovanni dove troviamo riassunto lo scopo che si può applicare a tutto l'insieme del libri sacri: "queste cose sono scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, iI Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (20:31).
Come i discepoli sulla via di Emmaus, ogni credente può fare l'esperienza della presenza di Cristo risorto il quale.
"cominciando da Mose e da tutti i profeti, spiego loro in tutte le Scritture, le cose che lo riguardavano" (Luca 24:27). Abbiamo dato alle stampe quest'opera proprio con questo intento: aiutare il lettore ad avere una panoramica completa sul libri della Bibbia, sulla storia del popolo di Dio nei Secoli, sugli usi e i costumi dei tempi biblici e su tanti altri argomenti che riguardano l'intramontabile Parola di Dio, unica regola di fede e di condotta per ogni credente.
Che cosa significa difendere la democrazia oggi? Quali pericoli sta affrontando lo Stato di diritto? La visione che ci offre George Soros è quella, unica, di chi sa di essere il nemico pubblico per eccellenza dei sovranisti e populisti di tutto il mondo. Personaggio odiato e invidiato, è a capo di un impero finanziario colossale ma, allo stesso tempo, in prima linea per combattere le tendenze autoritarie a livello globale. Attraverso le sue fondazioni ha donato 14 miliardi di dollari per promuovere i diritti umani. Ed è diventato il bersaglio prediletto di movimenti antisemiti, complottisti, oltre che di Donald Trump, Viktor Orbán e Matteo Salvini. Oggi Soros vede a serio rischio anche le conquiste democratiche in Occidente. È tempo di reagire. Così, in queste pagine sferzanti, critica apertamente i suoi nemici, indaga una varietà di temi attualissimi - dall'uso delle nuove tecnologie come strumenti di controllo sociale, all'andamento dei mercati finanziari, al futuro dell'Unione europea - e ci consegna un distillato del suo pensiero a difesa dell'ideale di società aperta.
Chi si avvia a formare una famiglia custodisce sempre in sé l'aspirazione, il desiderio che la vita coniugale e familiare sia fonte e motivo di benessere, sicurezza, e una stabile gioia: accresciuta poi dalla presenza dei figli. Prendendo spunto dalla Amoris laetitia l'autore riflette sui vari stimoli che questa Esortazione di papa Francesco offre alla coppia sul tema e gli «ingredienti» necessari perché l'uomo e la donna che decidono di intraprendere questa via possano raggiungere un esito felice della loro vita insieme, a dispetto di tutte le esperienze che possono far vacillare la loro unione e mettere in crisi il loro ideale. Piccoli, semplici ma concreti suggerimenti per chi intende fondare una famiglia cristiana.
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri. Stanchi dei soprusi, gli animali di una fattoria decidono di ribellarsi agli umani e, cacciato il proprietario, danno vita a un nuovo ordine fondato sull'uguaglianza. Ben presto, però, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con astuzia, cupidigia e prepotenza si impongono sugli altri animali. L'acuta satira orwelliana contro il totalitarismo è unita in questo apologo a una felicità inventiva e a un'energia stilistica che pongono "La fattoria degli animali" tra le opere più celebri della narrativa del Novecento.
L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.
George Steiner ripercorrere in queste pagine l'intera storia della filosofia focalizzando l'attenzione sul rapporto tra il pensiero e il linguaggio, ovvero tra la filosofia e la poesia. È un viaggio che risale fino ai frammenti presocratici e ai dialoghi di Platone, che bandiva i poeti dalla sua città ideale, governata dai filosofi. Ma ci fa avvicinare Lucrezio e Dante, Leonardo e Giordano Bruno, Galileo e Cartesio, e naturalmente Wittgenstein... A segnare i punti culminanti della riflessione, due incontri: quello tra Hegel e Hölderlin e quello tra Martin Heidegger e Paul Celan. "La poesia del pensiero" è una sintesi straordinariamente ricca di implicazioni. Perché ogni atto filosofico passa necessariamente attraverso il linguaggio, ed è dunque sottoposto a due tensioni: da un lato aspira alla trasparenza e alla verificabilità della matematica, dall'altro a intuizioni che sembrano precedere il linguaggio, alla inesauribile ricchezza di significati della musica. E questa continua tensione modula il linguaggio di tutti noi: la nostra capacità di costruire e comprendere le metafore, ma anche la struttura grammaticale e sintattica delle nostre frasi, la loro ricchezza lessicale. Perché quello di Steiner è un atto di fede nella parola come produttrice di senso, che si apre però - in un profetico finale - alla possibilità di una filosofia "post-linguistica o post-testuale", dove "il senso può essere danzato".
Si tende in genere a immaginare i grandi scienziati come gente “seria” e “inquadrata”, dalla vita noiosa e ripetitiva. George Gamow è esattamente all’opposto di questa descrizione: la sua curiosità smisurata per i campi di studio più vari e la sua vita a dir poco rocambolesca lo rendono uno dei personaggi più affascinanti della storia della scienza.
Protagonista assoluto della grande rivoluzione della fisica e della biologia del XX secolo, la sua «autobiografia informale» è un ritratto divertente e ironico – corredato da fotografie e disegni – di un genio irriverente e fuori dagli schemi, nei suoi primi trent’anni di vita e attività scientifica.
Attraverso storielle «da raccontare agli amici attorno a un fuoco», con uno stile brillante e ricco di umorismo, Gamow fornisce una panoramica originale e inedita della scienza del primo Novecento, che non si può fare a meno di trovare irresistibile.
Pubblicato nel 1923 per la prima volta, "Il Libro dell'Es" rifugge ogni tipo di definizione tradizionale, in bilico tra il romanzo epistolare, il resoconto pseudoscientifico dell'attività medica di un analista e un trattato psicoanalitico. Groddeck con quest'opera non si rivolge a un'élite avvezza ai discorsi sull'inconscio, ma mira ad un pubblico ampio di cui fa parte la spettabile ma assai curiosa amica immaginaria a cui le sue lettere sono indirizzate. L'autore espone la propria concezione dell'inconscio, l'Es, termine successivamente adottato da Freud, servendosi di dimostrazioni condotte su casi clinici, aneddoti, ricordi tratti dal repertorio della sua ricca esperienza terapeutica. Con tono leggero, talvolta autoironico, l'autore espone teorie di un'audacia tale che il libro venne, infatti, messo al bando dal Nazionalsocialismo e bruciato insieme alle altre sue opere.