In occasione del quinto anniversario di Pontificato di Benedetto XVI la LEV pubblica in italiano il volume “Benedetto XVI Urbi et Orbi.
Il volume fotografico accompagna passo dopo passo l’intensa attività quinquennale del Sommo Pontefice con foto originali ed inedite. Le annotazioni rapide e puntuali del Curatore ne fanno un prezioso diario di bordo fruibile da chiunque voglia seguire le vicende di questo Pontificato.
Un ragazzino di dieci anni, insieme al fratello maggiore, intraprende nel maggio 1938 un viaggio che da Amburgo, passando per l’Italia, lo porterà in un collegio sperduto dell’Alta Savoia. I due fratelli vivranno da soli, senza genitori, «in esilio» da una guerra che minacciosa si stringe attorno a loro. Una guerra che il piccolo Jürgen-Arthur, il quale non sa nulla (non sa nemmeno di essere ebreo), tenta di spiegare a modo suo: si convince di avere una colpa, una di quelle colpe che agli occhi dei bambini sono indicibili e imperdonabili. Quel bambino è lo stesso Goldschmidt, il grande scrittore tedesco che in questa narrazione autobiografica ripercorre gli anni del passaggio dall’infanzia all’adolescenza; anni difficili e delicati, in cui l’acuta sensibilità che li caratterizza è intensificata e portata a un punto estremo di tensione dagli eventi bellici, che si insinuano anche all’interno del collegio francese, inquinandone il microcosmo in apparenza sereno. Il giovane, infatti, ritrovatosi solo, senza neanche la compagnia del fratello, sarà costretto a subire le angherie e le sevizie della Direttrice e dei compagni, diventando la vittima preferita delle loro prepotenze. Ma nel momento stesso in cui il dolore scaturisce ed esplode nel corpo torturato e martoriato, Jürgen-Arthur scopre il potere misterioso e sorprendente del piacere che proprio nel corpo dimora. Il cuore del romanzo è infatti il corpo, percepito come rifugio ma anche, specie nelle punizioni più dure, come un bastione che non può essere soggiogato né distrutto, una linea di fuga. Si creano così sottili e complesse dinamiche psicologiche, indagate e messe a nudo con abilità ed estrema lucidità da una scrittura che non esita a setacciare i percorsi più oscuri della mente. Non a caso Goldschmidt per questo romanzo si affida al tedesco, dopo aver scritto sempre in francese: decide di tornare alla lingua madre, quella che avverte come lingua del trauma, della separazione, della perdita, del dolore; e insieme lingua del corpo e della salvezza: asciutta e spietata, ma capace di toccare inaspettate vette liriche. «Non esiste un altro libro che gli sia paragonabile nella storia meravigliosamente lunga dei libri», scrive Peter Handke nella sua Prefazione. L’unicità del libro è tutt’uno con i frequenti scarti narrativi che lo percorrono, con le improvvise impennate della fantasia che permettono a Jürgen-Arthur, in un continuo trascolorare e trasformarsi delle immagini, di aprire squarci fulminei nel dolore e scoprire la libertà e il piacere della natura, le grandi montagne alpine e i fitti boschi che le ricoprono, e insieme scoprire per la prima volta se stesso, allargando lo sguardo per abbracciare una terra respirata e vissuta «come se ancora fosse il primo giorno del mondo».
Hans-Georg Gadamer ripercorre le tappe fondamentali della filosofia del ventesimo secolo che hanno portato a maturazione la sua filosofia ermeneutica, e con Riccardo Dottori ne discute i temi fondamentali: la fine della metafisica con Heidegger e la sua filosofia nella bufera del Nazionalsocialismo, il problema del pluralismo, della globalizzazione e del necessario dialogo delle culture e delle religioni. Salvando tutto quello che in tutto questo si può salvare, un ultimo dio, ovvero un ultimo concetto di verità. È la verità del dialogo, che non è legata ad un sapere, ma al fare e al suo principio guida: la saggezza.
La gravità governa l'Universo. Tiene unite le centinaia di miliardi di stelle della nostra galassia, la Via Lattea; fa girare la Terra intorno al Sole e la Luna intorno alla Terra; fa cadere al suolo le mele mature. In questo volume, pubblicato per la prima volta nel 1962, George Gamow ripercorre la storia della fisica della gravitazione attraverso l'opera dei tre personaggi che più hanno contribuito a plasmarla: Galileo, il primo a studiare in dettaglio la caduta dei corpi; Newton, che colse la natura universale della forza di gravità; ed Einstein, che interpretò la gravità come la curvatura del continuum spazio-temporale a quattro dimensioni. I lettori ostili alle equazioni potranno comunque saltare la parte più tecnica senza perdere l'essenza del racconto, grazie al talento narrativo di Gamow. Il libro è arricchito dai disegni originali dell'autore.
Un trabajo magistral que muestra los principios morales, la estrategia y las tácticas necesarias para ganar esta guerra por la supervivencia de Occidente y de la democracia.
¿A qué nos enfrentamos tras los atentados del 11-S, y la cadena de ataques que se han sucedido desde entonces? ¿Cuál es el enemigo en esta guerra asimétrica y tan poco convencional? ¿A qué responde su odio hacia Estados Unidos, en particular, y Occidente, en general?
George Weigel, uno de los intelectuales más interesantes y sugerentes de hoy en día, responde a estas preguntas identificando, en primer lugar, al adversario, el yihadismo: la ideología religiosa que persigue la sumisión del mundo entero al Islam. Según esta doctrina, los musulmanes tienen la obligación moral de emplear cualquier medio necesario para lograr este objetivo; entre ellos, los atentados suicidas indiscriminados.
La civilización occidental, con su deriva relativista y secularizadora, parece no entender la verdadera guerra de las ideas en la que nos encontramos sobre cuál debe ser el futuro de la humanidad. Algo que si ha visto Benedicto XVI y que anunció en su discurso de Ratisbona, considerado por algunos como una imprudencia del Papa que provocó la ira del Islam y avivó el choque de civilizaciones. Sin embargo, las palabras del Pontífice apuntaban a uno de los temas más importantes de este siglo, el papel de la fe y de la razón en el mundo actual.
"Un trabajo magistral que nos muestra, de modo coherente y persuasivo, los principios morales, la estrategia y la táctica que hay que seguir para ganar esta guerra por la supervivencia de Occidente y de la democracia." R. James Woolsey, ex director de la CIA.
George Weigel es uno de los intelectuales católicos más interesantes y sugerentes de hoy en día, especializado en temas sociales y políticos. Actualmente, trabaja en el Ethics and Public Policy Center, en Washington.
La fede della Chiesa non si basa su concetti astratti, ma sulla “Buona Notizia” di un Dio che ha fatto il suo ingresso nel mondo assumendo la natura umana. Per questo motivo, il “mondo cattolico” è fatto di luoghi fondamentali per la fede della Chiesa così come per quella di ogni singolo fedele, luoghi – come il Santo Sepolcro – che sono stati testimoni di eventi straordinari o che, come la parrocchia nella quale si è cresciuti, hanno contribuito alla formazione dell’identità cristiana di ognuno. Le Lettere a un giovane cattolico di George Weigel sono appunto un racconto epistolare dell’atmosfera e del significato di alcuni luoghi simbolo per la fede cristiana: da Baltimora, città natale dell’Autore e prima diocesi statunitense, alla Basilica di San Pietro, dal monte Sinai al pub preferito da Chesterton, da Gerusalemme alla Cracovia di Karol Wojtyla.
Da qui Weigel parte per illustrare la ricchezza e la profondità della fede cristiana a quanti, giovani anagraficamente o solo nell’animo, sono affascinati dal Mistero e sperano di potergli dare un volto lungo il loro cammino.
Di cosa parliamo quando parliamo di politica? Può sembrare sorprendente, ma non lo sappiamo con certezza: la maggior parte dei nostri pensieri su temi cruciali come giustizia, libertà, eguaglianza, sicurezza agiscono in noi, e determinano i nostri comportamenti, senza raggiungere la soglia della coscienza. Questi concetti, scaturiti da ciò che George Lakoff chiama "inconscio cognitivo", sono infatti influenzati da una ragione non del tutto razionale, che si fonda sulle emozioni, e si nutre di metafore ed empatia. Ancora: dietro alle opposte visioni del mondo di progressisti e conservatori è rintracciabile una base di narrazioni e strutture mentali che mettono in scena valori in conflitto. Se schemi di pensiero di cui non siamo consapevoli condizionano i messaggi politici e le ideologie, giocando un ruolo fondamentale nel determinare le nostre decisioni, è essenziale comprenderne i risvolti nascosti confrontando stereotipi, simboli e immagini ricorrenti nella comunicazione pubblica, come il leader in veste di padre severo, la metafora della mela marcia o la reazione americana all'11 settembre nella forma di una guerra al terrore. Mettendo in discussione idee silenziosamente sedimentate, la brillante analisi di Lakoff rivela che per modificare il pensiero politico occorre in primo luogo conoscere, e trasformare, i cervelli.
La storia vera di Paul Rusesabagina, direttore di un hotel a quattro stelle in Rwanda, che ha aiutato più di un migliaio di rifugiati Tutsi a nascondersi dalle milizie Hutu che negli anni '90 scatenarono il terrore nello stato africano. Allo scoppio del conflitto, non si limita a mettere in salvo i suoi familiari, ma, facendo leva sui suoi privilegi lavorativi, apre le porte dell'hotel a quanti rischiavano di essere uccisi nel terribile eccidio che ha provocato un milione di morti.
Gli esperimenti scientifici che oggi si guadagnano le prime pagine dei giornali sono frutto del lavoro di folte équipe e richiedono ingenti risorse tecnologiche e finanziarie. Ma c'è stato un tempo, non troppo lontano, in cui le scoperte rivoluzionarie erano frutto della curiosità, dell'intuizione e dei calcoli di un singolo. I dieci esperimenti raccontati in questo libro non hanno in comune uno specifico ambito di ricerca, né la posizione al vertice di una ideale - e impossibile - gerarchia stilata in base all'importanza: sono, a giudizio di George Johnson, noto divulgatore scientifico, i più belli. Includono il motivetto cantato da Galileo per scandire il tempo mentre la palla rotola sul piano inclinato, il braccio di Harvey stretto nel laccio emostatico per provare che il sangue circola, il bastoncino con cui Newton fruga dentro la propria cavità oculare per capire come avviene la percezione dei colori, per arrivare all'apparato da tavolo messo a punto da Millikan per osservare gli elettroni e misurarne la carica. Sono storie in cui lo sperimentatore, dopo essersi posto una domanda precisa, ha sondato la realtà tramite un procedimento lineare ed elegante e ne ha ottenuto una risposta altrettanto chiara, riuscendo nell'intento, per citare lord Kelvin, di scrutare più da vicino i segreti della natura.