La fede nel libero mercato ci ha portato al disastro.
Occorre confutarne i dogmi e riscoprire un’economia più equa.
E più efficace.
L’ennesima recente crisi lo ha confermato: il capitalismo non è una scienza esatta e, proprio come il socialismo, ha limiti intrinseci che rischiano di portare la società al collasso, non solo economico. Dopo anni di fede cieca e immotivata nel libero mercato, come trasformare questo sistema empirico e imperfetto in uno che finalmente funzioni? Bisogna renderlo più giusto, risponde Hans Küng, perché l’etica è un principio di comportamento che va applicato in ogni settore, economia compresa. Alla base devono esserci due imperativi morali: la reciprocità, cioè non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, e l’umanità che – sembra ovvio dirlo ma alla prova dei fatti non lo è – impone di trattare ogni essere umano come tale. Su queste linee si fonda un’etica intesa non come dottrina teologica o filosofica, bensì come “atteggiamento morale interiore” di fondo, un ethos ispirato a un patrimonio di norme e modelli comuni a tutte le grandi religioni e culture, e come tale condivisibile da credenti e non.
Tra analisi concreta e spiritualità, Küng passa in rassegna le nuove sfide del nostro tempo, esaminando da una parte la globalizzazione e l’evoluzione dei mercati, dall’altra interrogandosi su concetti chiave come giustizia, equità, remunerazione. E, in nome di un’economia “onesta” che abbia sempre come fine ultimo l’uomo e la sua dignità, lancia un appello per una moralizzazione del capitalismo, sulla scorta dell’esperienza renana dell’economia sociale di mercato: la creazione di un nuovo canone di valori e regole di condotta che guidi il comportamento dei soggetti garantendo la sostenibilità e la salvaguardia del bene comune.
HANS KÜNG (1928) è un sacerdote, teologo e filosofo svizzero. Ha partecipato come esperto al Concilio Vaticano II. Nel 1979 la Congregazione per la dottrina della fede gli ha revocato l’autorizzazione a insegnare la teologia cattolica. Con Rizzoli ha pubblicato tra gli altri Ebraismo (1993), Cristianesimo (1997), Islam (2005), tutti presenti in BUR, e Ciò che credo (2010)
En numerosas ocasiones, a lo largo de su prolongada vida de teólogo, a Hans Küng le han formulado la siguiente pregunta: «Con toda sinceridad, señor Küng, ¿en qué cree usted personalmente?». Ahora, en este libro construido sobre el conjunto de su obra y de su experiencia, Hans Küng elabora su respuesta.
Se trata de la confesión personal de fe de alguien que ha transformado de manera profunda el pensamiento teológico en el mundo entero. Pero, si se dejan a un lado la erudición científica, el lenguaje cargado de fórmulas teológicas y el ingenioso edificio de la teoría, ¿qué queda entonces como núcleo de la fe? ¿Qué necesito para mi vida?, se pregunta a su vez Küng. ¿Qué considero irrenunciable?
Hans Küng escribe sobre la «confianza en la vida», la «alegría de vivir», el «sentido de la vida» y el «sufrimiento vital», ofreciendo con ello una summa de su propia existencia y de su más íntima esperanza. De este modo, la completa visión religiosa del mundo de este pensador y teólogo universal queda concentrada en las preguntas esenciales que toda persona se hace: ¿qué puedo creer?, ¿en qué puedo confiar?, ¿qué puedo esperar?, ¿cómo puedo configurar mi vida?
“Una cosa è la «religione ufficiale» di una persona.
Un’altra è la religione del cuore,
che ognuno porta dentro di sé.”
L’appassionato credo del «teologo ribelle»
che per tutta una vita ha combattuto
il dogmatismo religioso con la più autentica
delle fedi: l’umanità.
“Verso la fede cieca, e verso l’amore cieco, ho nutrito e nutro sospetti fin dai tempi in cui studiavo a Roma.” Questa diffidenza nei confronti di ogni assolutismo ha sempre guidato Hans Küng, il più critico tra i teologi cattolici, il rivoluzionario che ha detto sì alla pillola e no all’infallibilità papale. È possibile oggi, si chiede, credere in una religione? Oppure la complessità del mondo contemporaneo ci spinge sempre più verso un’etica globale, condivisa e condivisibile da tutti? Per illustrare le sue risposte a queste domande universali, Hans Küng ripercorre i momenti fondamentali della propria esistenza. Dai dubbi del periodo universitario ai dissidi con le gerarchie ecclesiastiche negli anni Settanta, dall’impegno volto a favorire il dialogo interconfessionale al conferimento nel 2008 della medaglia d’oro Otto Hahn per la pace, le tappe di questo itinerario esemplare toccano alcuni tra i temi caldi della nostra epoca: il multiculturalismo, la natura contraddittoria della libertà, la delicata relazione tra morale e ricerca scientifica, la necessità di superare i limiti angusti dell’intolleranza religiosa. Questo libro racconta l’avventura affascinante di una ricerca personale instancabile e coraggiosa. Scagliandosi contro il nichilismo di troppi pensatori moderni, Küng accompagna il lettore in una straordinaria ascesa spirituale, alla ricerca di una nuova prospettiva fondata sull’amore, la consapevolezza di sé e il rispetto del diverso. Un autentico inno alla gioia capace di rivolgersi a tutti, anche a chi non crede: perché sia il valore dell’uomo, e non il dogma, a guidare finalmente la nostra storia.
Ci spinge la speranza che la domanda sulla responsabilità
personale dell’uomo nei confronti della sua morte possa
essere posta in maniera nuova e sobria, degna e moralmente
seria, al di là di ogni dogmatismo e di ogni fondamentalismo.
Hans Küng e Walter Jens
Nel 1995, anno della sua prima edizione, questo saggio ha scatenato aspre polemiche e discussioni accese, tanto da diventare un punto di riferimento imprescindibile, un classico ampiamente diffuso e tradotto. Il teologo Hans Küng e lo storico della letteratura Walter Jens discutevano di una morte che viola la dignità dell’uomo: quella che spegne, talvolta dopo sofferenze prolungate artificialmente dalla medicina, un corpo e una mente piagati da malattie incurabili. Da allora i dubbi, i timori, la diffidenza che accompagnano le pratiche di eutanasia non si sono placati; Chiesa, politica, e morale faticano ancora a trovare un punto d’incontro. E Walter Jens oggi sta vivendo in prima persona il dramma su cui si interrogava: affetto da alcuni anni da demenza senile, è sprofondato in un mondo al di là del pensiero, al di là delle parole. Nei contributi inediti di questa nuova edizione, Hans Küng, insieme a Inge Jens – la moglie di Walter, che racconta la sua sofferenza e la sua disperata ricerca di una direzione da seguire – tira le fila del dibattito attuale e lancia un appello per una discussione oggettiva, che metta al primo posto l’uomo e la sua volontà, e sopratutto che riconosca al malato la libertà di scegliere come lasciare questo mondo.
Los acontecimientos de la historia reciente han vuelto a poner de manifiesto que el mundo en que vivimos no tendrá ninguna posibilidad de desarrollarse en paz mientras siga existiendo un espacio para éticas que, independientemente de su diversidad, se afirmen como opuestas o antagónicas. Un mundo único y globalizado requiere también, ahora más que nunca, un compromiso y una actitud ética fundamentales; no ciertamente una religión o una ideología unitarias, pero sí alguna clase de principios, valores, ideales y fines compartidos, obligatorios y obligantes.
A partir de su estudio de las religiones mundiales, Hans Küng ha dedicado una buena parte de sus esfuerzos durante los dos últimos decenios a la elaboración, difusión y desarrollo del Proyecto de una Ética Mundial, un programa de pensamiento y acción que propone un consenso sobre valores éticos, normas y actitudes que cualquier comunidad, desde la familia hasta la sociedad de las naciones, necesita para convivir humanamente. La propuesta de una ética mundial para la economía y la política, para la educación y el diálogo interreligioso, quiere promover un compromiso que autorice una esperanza realista para el futuro.
Fruto del viaje de Hans Küng a Colombia y México para la presentación de las dos nuevas sedes de la Fundación Ética Mundial en esos países, el presente libro recoge las conferencias que el teólogo y pensador pronunció en distintos foros durante animadas jornadas de trabajo y discusión. Unos textos que quieren contribuir a la difusión y consolidación del Proyecto de una Ética Mundial en América Latina.
Attraverso una narrazione intensa dei primi quattro decenni del suo viaggio spirituale, Kung ci parla degli anni della giovinezza in Svizzera, della decisione di diventare sacerdote, e degli studi nel prestigioso Pontificio Collegio Germanico a Roma. E, soprattutto, ci offre un resoconto dettagliato sui retroscena del Concilio Vaticano II, cui partecipa dall'interno, per volere di papa Giovanni XXIII. In questa occasione stringe amicizia con Joseph Ratzinger, che diventerà in seguito uno dei più implacabili accusatori della sua teologia critica. L'autore ci narra anche, con grande forza, delle personalità incontrate in quegli anni cruciali - da John F. Kennedy a Paolo VI - e del suo conflitto con le gerarchie ecclesiastiche, a causa della sua opposizione al dogma dell'infallibilità papale. Hans Kùng si è dunque sempre battuto contro il regredire e i conservatorismi imperanti all'interno della Chiesa, e a favore di istanze progressiste, o semplicemente umane, civili, ma sempre teologicamente indagate, su temi quali l'eutanasia, il dialogo interreligioso.
Il famoso teologo svizzero del dissenso interviene sul tema fortemente discusso della decisione sulla fine della vita. L'analisi di Küng è teologica e politica e investe il diritto inalienabile di ogni uomo a decidere che la fine della sua vita sia degna e umana. L'uomo ha il diritto di vivere e di morire degnamente. E questa scelta compete solo a lui. Un libro di grande impatto sociale e religioso per la forza delle tesi sostenute e l'autorità teologica di Küng. Un contributo decisamente laico di un autorevole cattolico alla tematica dell'eutanasia, dell'accanimento terapeutico, della libertà di scelta di fronte alla dignità della morte.
L'Autore ripercorre la vicenda del mondo musulmano nel suo sviluppo storico: dalla tradizione orale al Corano, dall'affermazione della politica del califfato alle grandi stagioni della cultura scientifica e filosofica.
I conflitti di civiltà possono e devono essere evitati attraverso un dialogo fra le religioni e fra gli uomini con l'obiettivo di costruire una nuova etica globale.
Critico e chiaro, Hans Kung descrive come la posizione della donna nel cristianesimo e mutata: dal cristianesimo delle origini al Medioevo, e alla Riforma, fino al presente.