Premessa di Vittorio Possenti
DESCRIZIONE: Quest’opera imponente, la più organica del pensatore francese, ha assunto col suo stesso titolo un valore emblematico per designare l’intento fondamentale della sua impresa filosofica, il ripensamento del tomismo. Maritain imposta una ricerca rigorosa e un’indagine su tutta la gamma dei gradi in cui si distribuisce il sapere umano. Percorre quindi il cammino dalla percezione sensibile alla conoscenza delle scienze naturali, “empiriologica” ed “empiriometrica”, come egli la chiama con efficace coniazione di parole, a quella matematica e geometrica, dalla regina scientiarum, la metafisica, alla sacra scientia, la teologia, per giungere al culmine, dove il sapere si trasforma, attraverso la “notte oscura”, nel non-sapere sovraluminoso: la mistica. L’itinerario si snoda attraverso una selva di pensatori, antichi e moderni, le cui tesi sono vagliate con accuratezza e giudicate con vigore. La sovrana padronanza della materia risulta, ad esempio, con mirabile evidenza nel capitolo Conoscenza della natura sensibile, dove l’epistemologia contemporanea è discussa a fondo. Ma altrettanto bisognerebbe dire per le ricchissime trattazioni su Esperienza mistica e filosofia, per le precisazioni preziose sui rapporti tra la Sapienza agostiniana e san Tommaso, per i due capitoli su San Giovanni della Croce (cui si aggiungono ampliamenti e puntualizzazioni nelle numerose Appendici).
COMMENTO: Nuova edizione della più importante opera di Maritain, che si propone di designare l'intento fondamentale della sua impresa filosofica: affermare il pensiero cristiano calandolo nel tempo. Un classico in una nuova veste editoriale, con la Premessa di Vittorio Possenti, un'autorità nelgi studi maritainiani.
JACQUES MARITAIN (1882-1973) è considerato uno dei massimi esponenti del neotomismo del XX secolo. Tra le sue opere presso la Morcelliana ricordiamo: Tre riformatori. Lutero, Cartesio, Rousseau (20018); La persona e il bene comune (200912); Breve trattato dell’esistenza e dell’esistente (19984); Dio e la permissione del male (20006); Per una politica più umana (19793); Della grazia e dell’umanità di Gesù (19772); La filosofia morale. Esame storico e critico dei grandi sistemi (a cura di A. Pavan, 19995). Sempre Morcelliana ha tradotto, Diario di Raissa, a cura di Jacques Maritain (200013 ed. ampliata).COLLANA: Filosofia - Testi e studi n. 41
La democrazia non è uno tra i tanti regimi politici affermatisi nel travaglio della storia, ma l’unico regime politico degno dell’uomo: solo nella libertà si può costruire una società civile, ed è il risultato concreto del fermento cristiano, ma appartiene di per sé, per diritto naturale, all’uomo: che non nasce suddito ma cittadino, anzi, per non essere suddito dello Stato, concittadino. Questa filosofia politica si trova ben delineata negli scritti maggiori di Jacques Maritain: Umanesimo integrale (1936), I diritti dell’uomo e la legge naturale (1942), Per una politica più umana (1944), L’Uomo e lo Stato (1951), lavori ben noti, tradotti in tutte le lingue europee, e persino in arabo, giapponese, cinese, coreano, ecc. Accanto a queste opere, vi sono però, scritti meno sistematici -lezioni, conferenze, discorsi…- che non potrebbero tuttavia essere definiti tout court “minori”, ma certamente meno noti. Per la prima volta questi testi vengono raccolti e introdotti da Piero Viotto, uno dei maggiori specialisti della figura del filosofo cristiano, nel volume appena pubblicato dall’Editrice La Scuola: "Maritain, Elogio della democrazia" (pagg.159, euro 9). Si tratta di interventi che mantengono la freschezza originaria ed affrontano problemi concreti della vita politica, nazionale ed internazionale, secondo approcci e prospettive di grande attualità. Maritain si preoccupa di combattere ogni forma di fondamentalismo, ma anche di evitare ogni forma di relativismo, perché la democrazia deve rispettare la libertà di coscienza sia nel non imporre una verità di fede o di ragione, sia nel garantire a ciascun cittadino il diritto di manifestare le sue convinzioni. Lo stato democratico implica la distinzione tra religione e politica, ma nello stesso tempo rispetto alla religioni esistenti nel corpo politico dev’essere neutrale e non neutro, facendo della laicità una religione. Pertanto il pluralismo, naturale in società democratica, non è una filosofia ma solo una metodologia politica. Maritain distingue tra la Chiesa, popolo di Dio, che vive nella storia, ma trascende la storia, e le diverse cristianità che si succedono, distinguendo tra religione e cultura. Non solo. Maritain propone un umanesimo planetario, dove sia possibile vivere in pace e in collaborazione reciproca in una società multiculturale. L’antologia, offrendo una sintesi fedele del pensiero del filosofo, caratterizza le connotazioni dello Stato di diritto, rilevando da una parte che chi esercita il potere non deve impersonarlo, e dall’altra l’esigenza di rispettare le Istituzioni pubbliche malgrado le persone che le amministrano. Argomentazioni importanti in una società nella quale il conflitto politico sta degenerando in quello ideologico.
In questo ormai classico studio Jacques Maritain affronta uno dei problemi di maggiore attualità: il rapporto tra persona e società. In esso l'autore, riferendosi alla concezione tomistica, critica le tre principali filosofie sociali e politiche - individualismo borghese, anti-individualismo comunista, anti-comunismo e anti-individualismo totalitario o dittatoriale - che, ognuna a suo modo, con la divinizzazione o con la "organizzazione" dell'individuo considerato come entità materiale, hanno condotto a una svalutazione della persona umana in quanto entità spirituale.
Scritto nel 1942, allorché le sorti della guerra erano ancora indecise, Cristianesimo e democrazia pone in luce l'origine evangelica della grande corrente democratica e rivoluzionaria. La tesi di fondo è che la crisi delle coscienze di cui la guerra mondiale è l'effetto più tragico ed evidente si deve ad un doppio mancato riconoscimento da parte dell'uomo moderno: se infatti da un lato i cristiani devono riscoprire nella loro stessa esperienza l'elemento democratico che caratterizza fin nella sostanza il loro credo, dall'altra parte il mondo laico deve saper riconoscere l'elemento spirituale come fulcro di ogni umana dignità.
Ma questo libro è anche una testimonianza dell'alto tentativo da parte di uno dei grandi testimoni spirituali dell'epoca di riflettere sul destino dell'uomo in un momento in cui tutto sembra in balia della cieca violenza; chiedersi, dunque, perché questo avviene, avere coscienza che la guerra non è soltanto un prodotto di circostanze sfavorevoli, e che solo ragionando in profondità si potrà davvero sperare, distruggendo lo schiavismo totalitario, non solo di sgombrare il cammino della storia, ma di stabilire le condizioni positive che permetteranno il risorgere di una nuova, più umana, civiltà.
Il libro
«Nell'opera più vasta e più sistematica di Jacques Maritain, Les degrés du savoir, che esamina analiticamente i "gradi del sapere", dalla scienza sperimentale alla contemplazione mistica, non c'è un capitolo dedicato alla "saggezza paolina", perché la saggezza di san Paolo non è classificabile ad un particolare livello teoretico, in quanto è più nella sua vita apostolica che nei suoi scritti: "L'insegnamento di san Paolo è inseparabile dalla sua esperienza di vita". Infatti le lettere di san Paolo sono la testimonianza scritta del suo apostolato, e, pur affrontando con impegno teologico diversi argomenti di dottrina, tanto da essere con i vangeli gli scritti più importanti del Nuovo Testamento, non costituiscono formalmente parlando un trattato di teologia.
La saggezza di san Paolo non è una "saggezza filosofica", perché non si conduce con la sola ragione; non è una "saggezza teologica", perché non si conduce con la ragione ispirata dalla fede ma procedente secondo i modi del sapere umano; non è solo una "saggezza mistica", come quella di san Giovanni della Croce, al livello soprannaturale della fede in unione con i doni dello Spirito Santo; è una saggezza di tipo particolare, che appartiene, come quella del Cristo, anche se in modo profondamente diverso, alla "rivelazione"...»
(PIERO VIOTTO)
Il libro
Come in Umanesimo integrale Maritain indica nella formazione di uno stato laico cristiano la risoluzione del problema politico sociale, così in quest'opera indica nella rinascita di una filosofia cristiana — autenticamente filosofica e autenticamente cristiana — la soluzione della crisi epistemologica in cui si dibatte la cultura contemporanea.
Sono raccolti in quest'opera tre saggi sul problema dei rapporti tra scienza e saggezza e sulla relazione tra ragione e fede, alla luce dello sviluppo storico di questi problemi. E' un'opera importante anche per comprendere più a fondo molte considerazioni di Umanesimo integrale.
Il libro
« Il ritorno alle stampe di questi due libretti va salutato senza dubbio con entusiasmo non solo da parte degli estimatori di Jacques e Raïssa Maritain, ma anche da coloro che, pur non essendo addetti ai lavori, intendono conseguire un'idea puntuale e della vita di preghiera e del rapporto tra questa e la liturgia...
Ancora una volta viene riaffermata l'attualità della contemplazione come risposta dell'essere all'angoscia profonda pervadente il mondo; come atteggiamento esistenziale in una città secolare raziocinante e tecnologica, quale la nostra, che ha smarrito le dimensioni dello spirito; infine come soluzione possibile all'uomo in cerca di unità e armonia interiore: sintesi che nulla gli potrà mai dare se non l'incontro con l'Assoluto.
... Da qui il "valore" dei due scritti maritainiani, grande ed apprezzabile. In essi, difatti, vi si riscontra un valore oggettivo, in quanto proposta di dottrina-itinerario da percorrere e un valore soggettivo come presentazione originale e personale di un contenuto spirituale collaudato nei secoli dalla tradizione della Chiesa » (dalla presentazione di Luigi Borriello).
Un classico di Maritain in cui è esposta la dottrina tomista del male.