Paisij Velickovskij nacque nel 1722 a Poltava e si chiamava Pëtr. Sua madre era ebrea e ciò lo rende unico nel panorama dei santi russi. Si iscrisse all'accademia teologica di Kiev ma non vi rimase a lungo. A lui interessava la mistica e un'unione più profonda con Dio. Perciò, per diverso tempo fece il giro di diversi monasteri in Ucraina e Moldavia ma senza trovare quel che andava cercando. Alla fine andò a stare sul Monte Athos, in Grecia, dove intendeva imparare la pratica dell'esicasmo (la cosiddetta "preghiera del cuore"). Qui nel 1750 prese i voti monastici col nome religioso di Paisij. Col tempo si radunò attorno a lui una comunità di discepoli, i quali si diedero alla raccolta, trascrizione e, quando serviva, traduzione dei trattati ascetici dell'Egitto, la Siria, la Palestina e Bisanzio. Nel 1758 Paisij venne ordinato sacerdote e superiore dell'eremo che si era creato. In seguito, con i suoi monaci, si trasferì in Moldavia, dove il gruppo dimorò in diversi monasteri, fermandosi alla fine a Neam qui il santo morì, all'età di 71 anni, nel 1794. Di Neam era stato archimandrita (superiore) e fu lui a ripristinare lo "starcestvo" (gli "starcy" erano monaci direttori spirituali), poi continuato dai famosi monaci di Optina.
Uniti nella fede in Cristo ma divisi nella pratica liturgica e in alcuni dogmi, i cristiani di oggi si trovano davanti a un mondo che ha la necessità di una loro forte presenza unitaria; per questo motivo, ormai da decenni, voci sempre più autorevoli sostengono fortemente l'ecumene, l'unione delle Chiese cristiane. Ma in cosa differiscono esattamente i cattolici dai protestanti, gli ortodossi dagli anglicani, i copti dai siriani? Questo volume offre al lettore una "storia delle Chiese cristiane" che illustra con chiarezza le differenze, sottili ma anche molto evidenti, tra i modi di essere cristiano oggi.
Una storia appassionata in cui la protagonista, venuta a Roma, fa scorrere all'interno di una cornice il film della sua vita, rivolgendosi direttamente alla città per dirle ciò che non ha mai avuto il coraggio di dirle.
Attraverso la lettura del "De pace fidei" Monaco affronta il tema della pace tra le religioni in Cusano. Per il filosofo tedesco il riconoscimento della stessa ricerca di Dio è il fondamento per la pacificazione tra le religioni che non sacrifichi la pluralità dei riti, ma anzi che l'esalti, vedendovi le molteplici manifestazioni di una stessa umana ricerca e preghiera all'unico Dio.
Per nostro aiuto e ammaestramento Dio permette che anime dannate vengano ad avvisarci del loro stato di fallimento definitivo. Questo libro contiene diverse di queste testimonianze, verificate dal magistero della Chiesa e risultate credibili. La verità certa dell'esistenza dell'Inferno è stata ribadita anche da Maria SS. Nelle apparizioni di Fatima e Medjugorie, qui riportate con le visioni avute dai veggenti. Non che la salvezza e l'eterna beatitudine del Paradiso non siano stati offerti da Dio. Quasi che il Creatore e la sua creatura non si siano potuti incontrare per fatti contingenti. Ogni uomo ha avuto il suo «tempo» per decidere della propria vita, per salvarsi o no. L'esistenza dell'inferno non è una sconfitta della Misericordia Divina, ma un avviso paterno che nell'arco della libertà l'uomo si può rovinare per sempre.
Dalla loggia centrale della Basilica, compare una figura bianca, semplice. Il nuovo papa ha scelto paramenti sobri, e una croce d'acciaio, grezza, che spicca nel candore dell'abito. Sarà Francesco. Ammette di essere stato ripescato "dalla fine del mondo" e da lì sembra venire, dal disfacimento di una grandezza ormai di facciata, dalla consapevolezza di un rinnovamento non solo ecclesiastico ma universale. Un papa umano, che non usa parole impostate se non quelle canoniche per la benedizione e che colpisce per la semplicità e il contenuto con cui sembra voler riempire gli abiti che indossa. Ha un passato oscuro e nel sorriso la semplicità di chi ha visto la rovina. In un'epoca di transizione come la nostra, riuscirà la chiesa a rinnovare la propria immagine e rimediare ai torti del passato?
Un delizioso quaderno attivo: per ogni pagina, un grande disegno al tratto che illustra i vari momenti della celebrazione eucaristica, e che i bambini potranno colorare liberamente. In testa alla pagina un titolo che sintetizza il momento cui si riferisce il disegno, e a piede pagina una breve didascalia.
Una bella raccolta di disegni da colorare per scoprire la gioia dell'incontro con Gesù in famiglia, a scuola, a catechismo.
Il testo, curato da Camilla Monaco, dottore di ricerca e coordinatore pedagogico presso la Federazione provinciale Scuole materne di Trento, raccoglie e sistematizza i materiali relativi al convegno "Tenere la classe. La responsabilità degli adulti", tenutosi a Trento nei giorni 1-2 dicembre 2011 e organizzato dall'Associazione Context in partnership con l'IPRASE (Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa) di Trento. L'obiettivo dell'evento era quello di inquadrare la complessa problematica del tenere la classe nei suoi molteplici aspetti e sfaccettature, che riguardano il lavoro in classe e la motivazione ad imparare, il lavoro degli adulti, le regole della convivenza e la loro costruzione, i rapporti con le famiglie, "i casi" che si incontrano nella normalità della vita scolastica. Facendo riferimento a esperienze scolastiche concrete e situate, e grazie al prezioso contributo di esperti ed insegnanti del settore, è stato possibile mettere a fuoco e problematizzare aspetti diversi, che vanno dal lavoro quotidiano degli insegnanti alla costruzione di relazioni educative, all'allestimento di contesti adeguati.
Un delizioso quaderno attivo: per ogni pagina, un grande disegno al tratto che rappresenta una scena della natività di Gesù e che i bambini potranno colorare liberamente. In testa alla pagina il titolo dell'episodio cui si riferisce il disegno, e a piede pagina una breve didascalia tratta dal racconto evangelico.
Sull'esercizio conoscitivo della letteratura, sull' "onestà" nell'interrogazione appassionata e totale della realtà si accorda il "canto a tre voci" di Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, mutuando l'espressione da quella "fuga", da quel "religioso idillio" del Canzoniere sabiano in cui l'autrice dell'Isola di Arturo coglie il senso dell'esperienza del poeta triestino, toccando al tempo stesso le note fondanti di questa ideale partitura comune. Il senso acuto della realtà, pur nella più ardita delle finzioni, il costante ripensamento di sé e delle ragioni della propria arte, la vocazione a ritrarre nel proprio mondo narrativo lo svolgersi dei destini umani alimentano la comune linfa di una militanza intellettuale da cui si snodano poi i diversi percorsi letterari delle tre autrici
Età di lettura: da 8 anni.