«Il padre che fu madre» è una rilettura della parabola del «figliol prodigo» come appello forte per una chiesa amante e profetica, simbolo di libertà. «Non è il "figliol prodigo" il protagonista del racconto più bello di tutto il vangelo. Egli infatti, dopo avere metaforicamente "ucciso" il padre, non ritorna a lui perché pentito, ma per fame e per necessità. Il vero gigante che la parabola mette in luce è il padre, che ama a perdere, senza aspettarsi in cambio nulla dai due figli, uno peggiore dell'altro. Proprio per questo, il padre è sempre padre e, pur di salvare i figli ribelli, non esita a farsi madre, madre che genera sempre... senza fine».
Campione assoluto di ciclismo, vincitore di tre Giri d'Italia e di due Tour de France. Di carattere deciso, rude nelle battaglie della vita come in quelle in sella alla sua bici, ma allo stesso tempo docile e generoso nelle situazioni più intime e familiari. Questa biografia, seguendo l'ordine cronologico degli eventi e delle vittorie sportive, svela numerosissimi particolari inediti della vita privata e pubblica del campione, documentati da foto e ricerche storiche approfondite.
Questo fiume è grande come il mare. Lo dicono sempre gli anziani della tribù di Okuvana Tanka quando raccontano le loro storie. Ed è quello che pensa anche Hubert appena arriva con gli altri coloni nel Nuovo Mondo. Lungo le rive del fiume, le vite dei due ragazzi si intrecciano in una serie di coincidenze, fino a legarsi indissolubilmente...
Lontano da una pretesa esegetica e quindi scientifica, le pagine di questo libro desiderano essere semplicemente riflessioni sull'umano vivere cercando di guardare lontano, ma indietro, attingendo cioè alla sapienza degli autori ispirati della Bibbia nella consapevolezza che, grazie a loro e in particolare al primo Libro, si può giungere al principio delle cose, e quindi di noi stessi e così alle cose di Dio.
Lasciarsi "semplicemente" raggiungere: questo è la salvezza.
Paolo Scquizzato appartiene alla comunità dei sacerdoti del Cottolengo e si dedica alla predicazione e alla formazione spirituale in particolare del laicato; dirige la Casa di spiritualità «Mater Unitatis» di Druento (To).
Descrizione dell'opera
Nella società occidentale cresce l'indifferenza nei confronti di Dio e della religione, ma è contemporaneamente in atto un risveglio religioso imprevisto e sorprendente, seppure carico di soggettività e privo di riferimenti veritativi. Alla comunità cristiana si pone la questione di riproporre il messaggio evangelico in maniera comprensibile, credibile e fruibile, non solo come una preziosa eredità del passato, ma come una convincente risposta ai desideri, alle aspirazioni dell'uomo d'oggi e ai gravi problemi che l'assillano.
Quale figura di Chiesa e, più in particolare, di parrocchia si va delineando e come è necessario operare perché si realizzi una risposta socialmente rilevante alle attese dei nostri contemporanei? A partire da questa domanda si sviluppano le tre parti del volume, che prendono il via da un'attenta disamina della situazione attuale per passare a un invito a ridire Dio in modo chiaro e persuasivo e infine concludere concentrandosi più esplicitamente sulla parrocchia, luogo reale dell'evangelizzazione.
Sommario
Introduzione. I. Cultura ed evangelizzazione. 1. L'antropologia cristiana a confronto con lo scientismo, il neopositivismo e il neopaganesimo contemporanei. 2. L'uomo di oggi e le domande religiose. 3. La crisi e la rinascita del cristianesimo in prospettiva culturale. 4. La rievangelizzazione è improrogabile. II. Il primato di Dio (Prima di tutto Dio). 5. Ritornare a Dio. Un invito, un progetto. 6. Gesù Cristo e il presbitero. Chi dite che io sia? 7. Il cristiano al servizio della parola di Dio. 8. La religiosità popolare nella Chiesa cattolica. III. La comunità cristiana. 9. La parrocchia domani. Brevi considerazioni teologiche. 10. La Chiesa è soggetto indispensabile del «primo annuncio». 11. I laici e la costruzione della comunità ecclesiale. 12. La politica e i cristiani. È possibile dare un'anima alla politica? Fonti.
Note sull'autore
Paolo Selvadagi, sacerdote della diocesi di Roma, è parroco e docente alla Pontificia Università Lateranense (corsi di Critica della religione nel pensiero moderno e contemporaneo, Introduzione alla filosofia, Teologia delle religioni e del dialogo interreligioso), consultore della Congregazione per l'Educazione Cattolica, dei Seminari e degli Istituti di Studi, del Pontificio Consiglio del Dialogo interreligioso. Ha pubblicato: Il giovane Schleiermacher. Individualità e religione, Roma 1984; Cristianesimo e religioni. Saggi teologici, Roma 1998; Teologia, religioni, dialogo, Roma 2009. Collabora con il Centro di Orientamento Pastorale (COP) e con la redazione della rivista «Orientamenti Pastorali».
Paolo Pombeni, uno dei massimi e più accreditati studiosi di storia politica oggi in Italia, in questo volume ha inteso sintetizzare il suo ormai lungo lavoro di ricerca centrato sull'evoluzione della politica nell'Ottocento e nel Novecento in Italia e in Europa. Diviso in tre parti, il volume studia dapprima il sistema costituzionale europeo dell'Ottocento, con l'emersione di quell'istituto fondamentale della politica moderna che è il partito; la seconda parte mette a fuoco il caso italiano, analizzandone (sempre nel quadro dei paralleli sviluppi europei) le fasi essenziali: l'impianto, il consolidamento e la crisi del costituzionalismo liberale fra l'Unità e il fascismo, la fase della dittatura mussoliniana, e il nuovo costituzionalismo affermatosi con la ricostruzione. La terza parte infine si misura con alcuni nodi emersi con la crisi contemporanea della politica: il rapporto fra autorità politica e autorità sociale, il populismo, la questione del leader carismatico e la più generale questione della leadership politica.
Ritenuta concordemente la piú importante scoperta archeologica della seconda metà del Novecento, Ebla, nella Siria settentrionale, poche decine di chilometri a sud di Aleppo, riportata alla luce dagli archeologi dell'Università di Roma La Sapienza, ha rinnovato le piú leggendarie imprese dell'archeologia orientale. Dopo il sorgere delle prime città della storia nella Mesopotamia dei Sumeri e il formarsi del primo stato dei Faraoni nella Valle del Nilo nella seconda metà del IV millennio a.C., il III millennio a.C. è l'età della sfida in Siria e in Alta Mesopotamia a consolidare la grande conquista della civiltà urbana fuori dalle piane alluvionali. Ebla - con i suoi edifici monumentali e le migliaia di tavolette del 2350-2300 a.C. - è oggi, per un millennio, fino alla definitiva distruzione attorno al 1600 a.C. il centro urbano meglio conosciuto dove questa grande sfida del mondo civilizzato è stata vinta, avendo ragione delle asperità della natura e delle contese degli uomini. La fine di Ebla, caso unico nella storia orientale antica, fu cantata in un poema hurrito-hittita, che la distruzione della città ha rievocato con modi e toni che da vicino preannunciano l'Iliade. In questo libro riemerge in tutti i suoi aspetti, dopo quasi cinquant'anni di scavi ininterrotti, l'immagine a tutto tondo di uno dei maggiori centri urbani dell'Antichità preclassica nella ricostruzione del protagonista della sua rinascita.
In un cammino che parte dalla filosofia greca e dalla dottrina del peccato originale, confrontandosi con le scoperte della psicoanalisi e delle neuro- scienze, Paolo Ferliga mostra l’importanza che la colpa riveste nella psiche individuale e collettiva. Ispirandosi al pensiero di Carl Gustav Jung, l’autore distingue tra un senso di colpa patologico, da cui è necessario liberarsi, e un senso di colpa archetipico, indispensabile per lo sviluppo psicologico personale.
Senza relazione con la colpa, l’individuo si ammala. Proiettato all’esterno, nel mondo delle immagini virtuali, perde contatto con il corpo e con l’anima, e si chiude in un atteggiamento narcisistico spesso caratterizzato da un’ansia inspiegabile e da una forte tendenza depressiva.
Prendere contatto con la colpa favorisce invece un movimento di introversione, un viaggio dentro di sé che aiuta a ritrovare le proprie energie vitali. La terapia dell’anima fa sì che il senso di vuoto e la disperazione lascino il posto a una vita piena, ricca di sentimenti e di emozioni che merita di essere vissuta con gioia.
DESTINATARI
Un libro per chi vuole conoscersi e conoscere.
L'AUTORE
Paolo Ferliga, psicoterapeuta di formazione junghiana, insegna Filosofia e Storia al Liceo classico Arnaldo di Brescia e Psicologia dell’educazione alla Facoltà di medicina dell’Università Bicocca di Milano. Fa parte del gruppo condotto da Martin Kalff a Zollikon (Zurigo) per la Sandplay Therapy. Negli ultimi anni ha focalizzato la sua attenzione sull’identità di genere, in particolare maschile, sull’importanza del padre nella psiche individuale e collettiva, sul rapporto tra psicologia del profondo, filosofia e religione. Nel 2005, come risultato di queste ricerche e della sua esperienza clinica, ha pubblicato il libro "Il segno del padre nel destino dei figli e della comunità" (Moretti&Vitali, Bergamo).
Da Caruso a Pavarotti, da Mina a De Andrè, da Toscanini a Morricone, dalla Pausini ai talent show, la musica ha contribuito a plasmare un’idea di Italia che da tempo circola sotto l’egida del “made in Italy” e che in 150 anni ha intrecciato dialoghi con la cultura, i consumi e il tempo libero in modo tanto originale da conquistarsi il diritto di rappresentare il Bel Paese accanto ad altre apprezzate primizie come la cucina, la moda, i beni artistici e naturali. Sotto la superficie della popolarità si agita una musicalità diffusa che attraversa tutte le fasi della storia nazionale, dall’Italia contadina a quella operaia, dall’era industriale alla vocazione globale. Fra stereotipi e realtà, fra dilettantismo e professionismo, il libro ripercorre i momenti principali della storia musicale italiana nell’intreccio dei suoi generi (classica, lirica, canzone, rock, jazz, musica di tradizione orale, da ballo, per il cinema…), dei media (dal 78 giri all’I-Pod), delle industrie (editoria, discografia, radio e televisione), delle culture e sottoculture, delle istituzioni e degli eventi, dei luoghi pubblici e privati (circoli, teatri, caffè, discoteche) che hanno visto la nascita di fenomeni e decretato la morte di altri. La ricognizione a tutto campo tenta, in ultima analisi, di rispondere alla domanda se esista o meno uno specifico spazio culturale/mentale denominato “italianità in musica” e se questo trova piena corrispondenza nella dimensione storica in cui la “musica italiana” si è manifestata. A corredo del volume, un repertorio di immagini e appendici statistiche fa la gioia dei semplici curiosi e degli addetti ai lavori.