Argo, il gigante dai cento occhi; Cerbero, custode dell'oltretomba; l'Idra di Lerna, serpente velenoso dalle sette teste; la Chimera, la Sfinge, il Minotauro; e ancora i Ciclopi, i Giganti, le Sirene e le Arpie... La mitologia classica e, con essa, l'arte e la letteratura antica, offrono un repertorio incredibilmente vasto e brulicante di animali, mostri ed esseri fantastici che partecipano in modo misterioso al grande ordine dell'universo, incarnando spesso le paure ancestrali dell'uomo. Il volume, edito in concomitanza di una mostra itinerante, si presenta come un manuale illustrato dedicato a questo tema affascinante che unisce, allo studio dell'iconografia antica, greca, romana ed etnisca, una grafica contemporanea, ispirata alle sanguigne rinascimentali ma vicina al mondo dei fumetti. Un'occasione per riscoprire, in una veste nuova, la forza dei miti classici e la loro immutata attualità, affidata proprio alla compresenza di umano, divino e mostruoso e all'eterna lotta tra il bene e il male. Introduzione di Stefano Zuffi.
Chi sono Yahweh, Dio, Allah, e le altre divinità del pantheon induista, o di quello greco, egizio? «Dio» sembra essere una presenza costante e nient’affatto monolitica, anzi multiforme e ricchissima di sfumature, nella vita dell’uomo. Cosa sono quindi le «religioni»? Cosa significa tracciarne una storia oggi, agli albori del secondo millennio? Quali sono le radici profonde del fondamentalismo, così prepotentemente attuale oggi, e dell’universalismo religioso? Che sfide devono affrontare le grandi religioni di massa nell’epoca della globalizzazione?
Sono domande cui Paolo Scarpi tenta di fornire una risposta, offrendo un’ampia panoramica che intreccia passato e presente, e che suggerisce molteplici punti di vista su temi apparentemente «intoccabili». Ma ciò che più preme all’autore, ancor prima che fornire risposte, è formulare le domande giuste, restituendo alle parole il loro significato più autentico: è quindi necessario rivedere il nostro stesso concetto di «religione», stabilire il peso dei filtri storici e sociali attraverso i quali osserviamo e viviamo il fenomeno religioso. Perché «si fa presto a dire Dio», basandoci su convinzioni e credenze tanto radicate da sembrare verità incontrovertibili e nient’affatto complesse. Al contrario, l’esercizio del dubbio e del pensiero critico si rivelano strumenti indispensabili anche per chi intende ricercare le tracce dell’eterno nella storia.
Chi è un iniziato? Una persona che conosce segreti che gli altri non sanno, che individua aspetti del Reale che gli altri non vedono, che constata nessi e rapporti non accessibili a tutti e indica una diversa dimensione della vita: un maestro del cammino interiore, capace di ampliare gli orizzonti della coscienza, un maestro di verità - o comunque di aspetti fino a quel momento non conosciuti e non rivelati della Verità. Emanuel Swedenborg, Jakob Lorber e Pietro Ubaldi rientrano nella tradizione della conoscenza ispirata; Allan Kardec nell'ambito medianico, il pastore Oberlin in quello mistico. Madame Blavatsky e Rudolf Steiner sono esoteristi di matrice rispettivamente orientale e cristiana. Gurdjieff è un personaggio a sé, inquietante e stimolante insieme, teso soprattutto al risveglio dell'uomo, alla sua presa di coscienza. Carl Gustav Jung e Roberto Assagioli, medici e psichiatri, furono aperti alla spiritualità nel senso più altro del termine; René Guénon, Julius Evola e Frithjof Schuon rappresentano la grande Tradizione, la saggezza perenne. Krishnamurti, Aurobindo e Mère sono portatori del pensiero orientale, nonché annunciatori di una nuova libertà per l'uomo di oggi. Viktor Frankl, psichiatra ebreo reduce dal lager, insegna a dare un senso alla vita, anche nelle condizioni più estreme, e Mikhaël Aïvahnov dedicò tutta la sua vita all' utopistico progetto della fratellanza umana. Infine Padre Lassalle, gesuita e maestro Zen, invita l'uomo di oggi a un autentico salto evolutivo.
Una breve ma completa presentazione della religiosita, dei riti e della mitologia dell'America precolombiana. Seguiranno le trattazioni sui Maya, gli Incas e gli Aztechi. Quando, dopo Cristoforo Colombo, gli spagnoli giunsero sulle terre che poi vennero chiamate le Americhe, trovarono in alcune popolazioni un notevole grado di civilta, con una organizzazione sociale e profonde conoscenze in molti campi come l'astronomia, l'agricoltura e una grande abilita nel realizzare opere tessili e di oreficeria. Questi popoli possedevano anche un profondo spirito religioso, con un Pantheon" formato da moltissimi dei, una complessa liturgia e un appassionante insieme di miti e leggende. Questo libro e introduttivo rispetto a quelli che seguiranno sui Maya, gli Incas e gli Aztechi e ci guida alla scoperta di un mondo che ancora oggi rimane in gran parte, misterioso. "
Un'analisi dello Shintoismo attraverso il suo sviluppo e il rapporto con le altre religioni orientali.
Le grandi nazioni moderne si sono costituite intorno a patti sociali e politici che ne hanno stabilito le regole di convivenza, costituendone l'anima più profonda, il tessuto destinato a garantirne coesione, integrità e durata. "Patto" è tuttavia anche un termine biblico fondamentale che rimanda alla relazione verticale tra il credente, o la comunità dei credenti, e Dio. Proprio un patto è infatti alla radice della tradizione ebraica e cristiana, così come all'origine di tante comunità di fede. In un tempo di grande crisi e incertezza come il nostro, il volume propone una riflessione a più voci - tra teologia, filosofia, etica, politica e attualità - per una rivisitazione anche critica di alcuni principi-chiave della nostra vita di cittadini e di credenti.
In questa pubblicazione, docenti ed esperti in scienze umane e religiose esplorano dimensioni inedite riguardanti diritti e doveri dell'uomo in relazione al fatto religioso. In sostanza, viene analizzato il "circolo dinamico fede-cultura-educazione": quando la fede dice all'uomo chi egli è e come deve cominciare a essere uomo, la fede crea cultura. Appartenere a una tradizione religiosa non è una limitazione della libertà e dell'inventiva personale ma, al contrario, è la condizione del loro miglior esercizio, perché fornisce un'ipotesi di partenza nella lettura del reale.