Nella vita di ciascuno di noi puntualmente arriva, in forma di vera e propria crisi o di semplice verifica, quello che riconosciamo come un giro di boa. Può succedere a qualsiasi età e per le più svariate ragioni, come quando guardandoci allo specchio notiamo per la prima volta qualcosa che ci sconvolge o l'immagine riflessa non corrisponde più all'essere pieno di energia che sentiamo dentro. Come uscirne senza ricorrere alla fuga dalla carriera, alle avventure mistiche, all'edonismo e a tutto il catalogo di soluzioni che immancabilmente si rivelano illusorie? Alternando racconto autobiografico e viaggio tra le questioni del nostro tempo, Antonio Polito ci guida alla scoperta di una di quelle fasi in cui avvertiamo un improvviso bisogno di sobrietà, di «fare pulizia» e alleggerirci dai pesi inutili, applicando del sano senso pratico al nostro bagaglio di vissuti e di valori. Una metamorfosi che ha mille facce: riguarda l'essere figli e genitori, la dimensione amorosa, il rapporto con la tecnologia, l'idea della morte, la politica e la responsabilità, la riscoperta del corpo e del piacere. Mentre rivela che cosa per lui ha superato le maglie della selezione e ciò che invece è risultato d'intralcio alla sua crescita come uomo, padre, cittadino, Polito formula una proposta estesa a tutti: avviare un percorso di «perdita» per riconquistare se stessi può essere la chiave per costruire un nuovo senso di appartenenza e rifondare così non solo le nostre vite, ma il nostro modo di essere comunità. Un invito a ridiventare padroni del proprio tempo, a mollare gli ormeggi e riprendere in mano la propria vita.
La scrittura frammentaria, rapida e, nello stesso tempo, incisiva di questi libretti di sala rispecchia fedelmente gli spettacoli di Paolo Poli, il cui teatro è fatto di parodie di romanzi o di commedie dell'Ottocento e del primo Novecento. Capace di suscitare ilarità con una grazia lontana dallo snobismo, dalla pubblicità e dalla moda, egli si muove tra i capisaldi della morale Liberty (la mamma, la guerra e il sentimento), fruga tra i romanzi d'appendice, per esempio le opere di Carolina Invernizio, e porta in scena La Vispa Teresa per criticare l'ottocentesco, selvaggio «consumo di virtù». Poli avanza con disinvoltura «nel magazzino del ciarpame di casa nostra» e in quello dei suoi ricordi personali: i dischi a settantotto giri, il fez da balilla, il cinema muto, il tip-tap, l'oratorio delle monache, il teatro dei burattini e il settimanale a fumetti per ragazzi. Il segreto del suo fascino, ha scritto Natalia Ginzburg, «è proprio nella maniera nobile, civile e intelligente con cui tocca, esamina ed esprime la volgarità rimanendone pienamente immune». Perché non siamo mai tanto comici come quando ci prendiamo molto sul serio.
"E poi sarà amore" è il diario di un papà in attesa, un racconto intimo per riscoprire la figura del padre a partire dal confronto immaginario con un figlio che sta per arrivare. Ventisette lettere scritte durante la gravidanza per esplorare le emozioni della nascita dando voce ai sentimenti inediti di un uomo: dalla paura per le visite ginecologiche, ai movimenti uterini percepiti anche dentro di sé; dall'adorazione per il corpo in trasformazione della compagna, alla ferma condanna per le leggi italiane sulla paternità; dalla spiegazione favolistica delle regole del mondo, all'esilio a Tenerife per vivere a pieno i primi mesi da padre. Una lunga corrispondenza amorosa che ripercorre la dolce attesa anche attraverso il punto di vista maschile, destinata agli altri papà e alle altre mamme per concedere a ciascuno il diritto di amare teneramente i propri figli e prepararsi alla nascita di una famiglia. Una testimonianza diretta che offre a ogni lettore il manifesto vissuto di una nuova forma di paternità.
Nel mondo di oggi, che mette in discussione ogni forma di autorità, la sfida educativa dei genitori diventa sempre più complicata. Se il conflitto tra generazioni non è certamente una novità, quello che sta accadendo è però qualcosa di diverso, di molto più serio: una vera e propria interruzione del tradizionale passaggio di valori dai padri ai figli. I genitori sono soli, insidiati da mille modelli alternativi che li contraddicono, parlano un'altra lingua, dettano altre priorità. Diventato padre in due momenti diversi e distanti della sua vita, Antonio Polito entra nel vivo di una battaglia culturale volta a smascherare i nemici dei genitori: le idee e le figure che tendono a sabotarne l'autorità o che semplicemente hanno smesso di aiutarli. Dai social alla scuola, dalla politica alla Chiesa, dai cattivi maestri fino alla famiglia stessa, che ha commesso gravi errori, importando stili di vita che ne minano il ruolo. Davanti all'urgenza di rifondare l'autorità dei genitori, la soluzione sta forse nel tornare al più classico dei compiti: trasmettere cultura, comportamenti, esperienze e valori, primo tra tutti l'amore e il rispetto per la vita. «A padri e madri bisognerebbe dire: non credete più a chi vi colpevolizza, riprendetevi 1 vostri figli, ribellatevi a chi sta alienando la vostra potestà, credete di nuovo possibile la vostra missione».
Un dialogo serrato tra il genitore e lo psicoterapeuta, per capire la natura del dialogo con i figli. Per mettere da parte la presunzione di "sapere tutto". Per sfatare il mito della "trattativa a oltranza". Per mettere la parola fine ai sensi di colpa. E arrivare così a una dimensione tutta nuova: quella del confronto adulto. Un salto di qualità nella relazione in cui, per la prima volta, i figli impareranno a conoscere la dimensione della responsabilità. Questo libro, spiega Osvaldo Poli, è per tutti i genitori che, esauriti i tentativi suggeriti dal buon senso, si sentono al capolinea. Per loro serve un "aggiornamento del software del dialogo": un diverso modo di porsi nei confronti dei figli.
È possibile amare troppo i figli? Sì, molte mamme li amano troppo. Ma li amano male, pensando di amarli molto. La sensazione di non farcela più, di avere le pile scariche, accende in loro il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Ed è una sofferenza carica di delusione e frustrazione, oltre che immeritata, perché nessuno ha il diritto di far star male le mamme: neppure i figli. Si chiedono allora: ma è proprio necessario sentirsi spremute come un limone per crescere i figli? È davvero l'amore che richiede tutto ciò? Rivedono le loro estenuanti fatiche e sono colte dal dubbio di essere state troppo presenti, troppo disponibili anche quando non era forse opportuno e necessario. Di essere state - come dicono - «un po' troppo buone». Poli descrive i virus psicologici e relazionali che spingono una mamma ad amare troppo; analizza le cause che generano tali virus; suggerisce strategie, strumenti e metodi per guarire dal troppo amore.
I giudizi dei genitori sui propri figli rischiano a volte di peccare in obiettività ed equilibrio, con il pericolo di condizionarne negativamente la crescita: “Mio figlio è un re: bravo, intelligente, ordinato, educato, un genio del computer. Mio figlio è un asino: sbaglia sempre, non capisce, va male a scuola, è un imbranato”.
Osvaldo Poli, psicologo e psicoterapeuta tra i più noti in Italia, aiuta i genitori a maturare la “prudenza educativa”, ossia la capacità di guardare ai propri figli con occhio lucido e realista: non una dote innata, ma piuttosto una virtù che va educata.
"In realtà, questa era già una grande novità, l'ingresso nell'agenda conciliare della Chiesa popolo di Dio, composta da tutti i cristiani, vescovi, preti, religiosi e laici, una Chiesa che capiva l'esigenza di una partecipazione di «uditori in concilio» con la possibilità di prendere la parola, almeno dalla seconda sessione, anche se con l'eccezione, purtroppo, delle donne, ancora e sempre costrette al silenzio. Certo, era un timido inizio. Ma nel prossimo concilio si potrà ignorare la presenza delle donne? E si potrà ancora togliere loro la voce?" (tratto dall'Introduzione)
L'adolescenza non è una malattia che deve portare con sé sensi di colpa, urla, sofferenze di genitori e figli, ma una splendida stagione della vita in cui i ragazzi possono maturare e imparare a non essere più condizionati dal loro carattere. È una stagione che richiede un rapido aggiornamento del software genitoriale; il momento in cui rompere la bolla protettiva in cui si vorrebbe far vivere i figli. Essere genitori di un adolescente vuol dire accettare l'impossibilità di risparmiare ai ragazzi la fatica di diventare grandi e dire loro: "Non ti eviterò le difficoltà, ma ti aiuterò a risolverle". Questo libro, nato dagli incontri con padri e madri in difficoltà nel loro ruolo di educatori, spesso stanchi, delusi, in crisi o alle prese con figli indocili e ribelli, è una guida pratica e sicura per affrontare uno dei momenti più importanti nella vita di genitori e figli.
"Il Milione" è la cronaca, tra fantasia e realtà, del grande viaggio compiuto da Marco Polo nella Cina di Kublai Khan, nipote di Gengis Khan, nel XIII secolo. Il racconto fu scritto da Rustichello da Pisa al quale Marco Polo raccontò la sua esperienza durante la prigionia nelle carceri genovesi. Ha un grande valore storico in quanto è stato il primo libro a narrare di un mondo pressoché sconociuto: dalla leggendaria Via della Seta - migliaia di chilometri tra l'impero romano e quello cinese attraverso l'Armenia, la Persia, l'Afghanistan, la valle del Palmir, il deserto dei Gobi - fino alla Cina con le sue grandiose città e le immense terre abitate da popolazioni che stupivano per le loro usanze e i loro costumi. Oltre che una relazione di viaggio, "Il Milione" è anche un compendio che mette in luce la mentalità mercantile italiana della fine del '200 e l'attenzione agli aspetti economici e sociali propri di un esperto mercante.
Un libretto che ritma le giornate per vivere al meglio la Quaresima e la Pasqua entrando in uno degli aspetti essenziali della misericordia di Dio: la gratuità del perdono. 54 giorni di meditazione: dal Mercoledì delle ceneri all’ottava di Pasqua. Ogni giorno è così strutturato: il vangelo del giorno, un breve commento tratto dall’insegnamento di Francesco e, infine, una provocazione a convertire la rotta e cambiar vita.
Leonardo Polo (Madrid, 1926 - Pamplona 2013) se licenció en Derecho (1949); posteriormente realizó la licenciatura y el doctorado en Filosofía. Se incorporó a la Universidad de Navarra en 1954. Obtuvo la cátedra de Fundamentos de Filosofía de la Universidad de Granada en 1966, que ocupó dos años. El resto de su vida académica lo pasó en Navarra, excepto los veranos, en los que impartía cursos de licenciatura y doctorado en universidades de México, Perú, Colombia, Chile, etc. Desempeñó diversos cargos, como director de estudios de la Facultad de Filosofía y Letras, director del Departamento de Historia de la Filosofía, director del programa doctoral en Filosofía, etc. Doctor Honoris causa de la Universidad de Piura (Perú). El Gobierno de Navarra le concedió en 2008 la Cruz de Carlos III el Noble en reconocimiento de su labor filosófica con alumnos de licenciatura y doctorado, de diversas carreras y universidades.