L'autore
Lucio Russo, psicoanalista con funzioni didattiche della Società Psicoanalitica Italiana, vive e lavora a Roma. È autore, oltre che di diversi articoli e saggi, dei libri Nietzsche, Freud e il paradosso della rappresentazione (Roma, 1986), L'indifferenza dell'anima (Borla, Roma, 20002) e Le illusioni del pensiero (Borla, Roma, 20062). Per le Edizioni Borla ha inoltre curato il volume Del genere sessuale (Roma, 1988, con M. Vigneri), e l'edizione italiana de La scorza e il nocciolo, di N. Abraham e M. Torok (Roma, 1993).
Il libro
Nuovi miti identitari e nuove forme di sapere sulle identità mettono in crisi il vecchio ordine familiare, la differenza tra i sessi e tra le generazioni, le identità di genere e la stessa etica. La molteplicità dei processi di soggettivazione nell'attuale epoca della «tecnopoiesi» ha generato, e continua a generare, una consistente varietà di modi di concepire l'identità umana. Questo cambiamento ha contribuito a dissolvere l'identità in una miriade di modelli progettati dalle ideologie presenti nella cultura attuale, generando negli individui e nei gruppi umani crisi identitarie. La scienza, la letteratura e le esperienze artistiche della nostra epoca insistono nel sottolineare, con linguaggi diversi, questo fenomeno; ciò vuol dire che una trasformazione storica delle identità si è effettivamente compiuta. Trasformazione che si manifesta nelle «identità mutanti», vere e proprie mutazioni antropologiche dell'umano, e che si presenta nella soggettività di ognuno come una ferita aperta, una lacerazione, un evento enigmatico, dentro cui l'individuo è preso. Le implicazioni di questa trasformazione non sono date e il suo senso resta ancora da decifrare.
Lucio Russo fa dialogare tra loro alcuni tra i maggiori psicoanalisti (Freud, Bion, Fédida, Lacan, Milner e Winnicott), e costruisce feconde ibridazioni tra il linguaggio psicoanalitico e quello letterario, ripensando, attraverso la sua esperienza clinica, i limiti delle identità per differenziare ciò che è invariante da ciò che non lo è nella formazione soggettiva del senso di sé. Nella visione psicoanalitica delle soggettività, l'identità è un evento complesso, che non si riduce alla formula della coscienza riflessiva «Io=Io>: essa è piuttosto il sentimento che il soggetto ha di se stesso e della propria filiazione. Sentimento che è il risultato di un lavoro psichico interminabile, singolare e non ripetibile, di relazioni tra il pulsionale, l'immaginario e il simbolico.
È passato oltre mezzo secolo da quando morì nel suo letto un omino di sessant'anni e nacque un mito destinato ad averne sempre venti. Tazio Nuvolari, nato nelle campagne di Mantova il 16 novembre 1892, è diventato una leggenda sfidando la sorte a bordo di auto e moto sempre più potenti, vincendo tutto quello che poteva vincere, e spesso anche quello che non poteva, almeno secondo la logica. I tifosi di tutto il mondo, infiammati dalle sue epiche imprese, lo chiamavano "II Campionissimo", "The Master", "El conductor de l'emociòn", "Der Teufel". II suo fascino era potente e trasversale. Anche per gli addetti ai lavori la sua audacia e la sua sensibilità al volante erano qualcosa di magico e irripetibile. Enzo Ferrari, che lo conobbe in pista nei primi anni Venti, lo considerò il termine di paragone assoluto per ogni altro pilota, mentre Ferdinand Porsche lo definì, con teutonica sintesi, "il miglior pilota di ieri, di oggi e di domani".
Si può educare a parole, ma è soprattutto con i fatti e con la testimonianza personale che si può convincere gli altri a modificare il comportamento. Don Bosco educò i suoi ragazzi anzitutto con il suo esempio. I ragazzi che lo incontravano vedevano in lui la realtà di ciò che voleva da loro. Questo libro presenta Don Bosco nella sua veste di educatore. Le testimonianze dei ragazzi e dei salesiani che gli vissero a fianco sono tratte dai manoscritti del processo di beatificazione e canonizzazione. Ogni capitolo termina con una riflessione e una proposta per la vita personale.
Il dibattito, oggi, tra laici e credenti - per usare ancora una terminologia "generalista" -, sembra più alimentato da interventi autorevoli, anche se, a volte, troppo ideologizzati. Questo libro, traendo spunto da tre modelli di laici per eccellenza - Croce, Sartre, Fromm - vuole inserirsi nel dibattito non con il solo obiettivo di un apporto critico, ma con il tentativo di individuare percorsi che, pur nella laicità, evitino le secche del laicismo. Da ciò il riferimento al rapporto pensiero-anima, relativismo-assolutismo, nonché alle prospettive escatologiche di una società umana fatta non più di bieca mediazione, ma di condivisione.
Venti racconti, venti semplici favole sui grandi temi dell’esistenza, scritti con un linguaggio agile e immediato,lieve e a volte ironico. La penna dell’Autore sa agganciare la complessità dell’esistenza nelle sue multiformi sfaccettature per riproporla poi in immagini fantasiose e colorate,senza la pretesa di esaurirne la ricchezza. I brevi racconti mettono al centro l’uomo e le sue relazioni, attorno al quale prendono forma emozioni,passioni,desideri e paure che intessono il vivere quotidiano,quei temi universali,cioè,che vanno dall’amicizia all’amore,dalla gelosia alla delusione,dall’entusiasmo gioioso alla fatica nella debolezza. Forte della propria esperienza come educatore nell’Azione Cattolica, l’Autore riesce a cogliere ogni volta nelle fragilità e nei limiti che contraddistinguono l’uomo la ricchezza che si annida nel profondo che porta a saper cambiare e crescere. Quest’attenzione rende il volume un utile sussidio in percorsi di carattere educativo.
AUTORE
Francesco Russo, avvocato, ha una lunga esperienza come educatore e presidente in Azione Cattolica. Nel 1997 ha vinto il premio giornalistico Buone notizie. Nel 2007 è stato finalista al premio Parole in corsae finalista al premio L.I.T.T.L.E.II Una favola per l’Europa.
La pubblicazione affronta le principali questioni dibattute a livello europeo riguardo l'alternanza scuola-lavoro, partendo da un progetto biennale di sperimentazione segnalatosi a livello italiano e internazionale. Contiene una trattazione completa delle metodologie, dei modelli teorici e degli strumenti operativi che consentono di sviluppare un'offerta formativa realmente integrata tra scuola, azienda e attori del territorio, oltre ad una serie di indicazioni e osservazioni critiche tratte dall'esperienza concreta. La riflessione e la successiva attività sperimentale sono articolate in modo da assicurare sia alla scuola che all'impresa un ruolo attivo e una reale possibilità di interrelazione, anche nei termini di un costante e mutuo apprendimento dei diversi valori che le connotano. Il volume intende offrire, inoltre, una risposta circa il meccanismo con cui la formazione aziendale può integrarsi con i programmi scolastici in funzione della costruzione di competenze spendibili nel mondo del lavoro.
Nato a San Vito al Tagliamento (Udine), Luciano studiò a Pordenone, nel collegio salesiano. L'adesione e l'impegno nell'Azione Cattolica gli permisero di crescere e maturare. Sportivo, socievole, simpatico, amante della vita e delle cose belle, Luciano affrontò con serietà i problemi della vita e del cuore. All'età di 18 anni una malattia alle vie respiratorie fermò la sua corsa. Ancora oggi è vivo il suo ricordo e il valore della sua testimonianza cristiana, ripercorsa in questa fresca biografia.
"In 'D'amore e d'ombra' ci troviamo di fronte a poesie dell'anima. L'artista diventa figlio di Icaro, consapevole delle sue ali di pece, 'dei segreti e delle illusioni del volo'. 'Ebbrezza' diventa la parola chiave. Ebbrezza si contrappone a un paesaggio di nebbie, a un cuore "di ghiaccio"; diventa fuga consapevole, esaltazione necessaria per continuare a sperare, per approssimarsi a una felicità che si fa fugace ma che si vuole assaporare fino in fondo. Una poesia, quella di Russo, lontana sia da sperimentalismi e sterili astrazioni che dalle tentazioni della dimensione edonistica di un certo postmoderno, riverso in una continua dispersione dei fatti e nella negazione di un centro. L'Autore mette in atto una forma di resistenza contro le nostre ne-vrosi, attraverso l'esercizio di una lingua classica e suggestiva che si fa custode di un forte io poetico. Le immagini e i suoni che evoca sono, come nei quadri di Hopper, raggi di luce che attraversano una camera vuota".
«Vidi un ragazzo vestito da montanaro, di mediocre corporatura, di aspetto rozzo e con il volto pieno di lentiggini. Stava con gli occhi spalancati ad osservare i suoi compagni a divertirsi». Così Don Bosco descrive Francesco Besucco appena entrato nell'Oratorio di Valdocco. Il libretto racconta la storia di questo ragazzo, nato da una famiglia povera ma profondamente cristiana. Un giorno gli vengono regalate le biografie di Domenico Savio e di Michele Magone. Francesco le legge e ne rimane entusiasta. Va a Torino da Don Bosco: «Vorrei farmi buono come Domenico e Michele. Mi aiuti». E Don Bosco lo accoglie e lo educa secondo la formula della santità: «Allegria, Studio, Pietà». Il testo ripropone con linguaggio moderno ma fedele all'originale la biografia di Besucco scritta da San Giovanni Bosco.
"Destinati più ai giovani che alle discussioni dei dotti", così l'autore nel presentare ai lettori questi personaggi manzoniani raccontati in forma popolare e colloquiale. "Attraverso l'apparente ricostruzione di quattro personaggi, l'Innominato, il cardinale, don Rodrigo, fra Cristoforo, io vengo cogliendo i motivi fondamentali di tutto il capolavoro manzoniano e li vengo ravvicinando insieme e illuminando reciprocamente". Luigi Russo (1892-1961) è il critico e il polemista di impronta desanctisiana che Gramsci postillava in carcere; è il commentatore dei "Promessi Sposi".