Le parabole di Gesù ci parlano di Dio e del suo mistero. Si rivolgono a tutti, grandi e piccini, perché nessuno è escluso dall'amore del Padre. Gesù, con la sua vita e con il suo insegnamento, trasmette i tratti più belli del volto di Dio. Suo desiderio è quello che ciascuno si senta figlio come lo è lui, amato come lo è lui, coinvolto come lo è lui. Per raggiungere questo scopo Gesù usa un linguaggio che tutti possono capire, facendo ricorso anche a immagini, simboli, scene quotidiane. Le parabole rientrano in questo tipo di comunicazione e desiderano parlare a tutti, grandi e piccini, principianti ed esperti... perché nessuno resti lontano dalla luce che sgorga dal volto del Padre. Un'edizione tutta illustrata che piacerà a grandi e piccini con i testi delle parabole adattati per i bambini. Età di lettura: da 6 anni.
Publicado en los primeros meses de 1670 de forma anónima y con falso pie de imprenta, el TRATADO TEOLÓGICO-POLÍTICO ocupa un puesto privilegiado no sólo en el sistema de SPINOZA (1632-1677). Como señala Atilano Domínguez Basalo (traductor, prologuista y anotador de esta edición), la aparición de la obra ­«una auténtica revolución intelectual»­ seproduce en un momento crucial, situado entre la reforma religiosa, que había conducido a la Paz de Westfalia, y las ya incoadas revoluciones políticas que desembocarían en el estado laico. Dos nociones corren paralelas a lo largo de toda esta obra que fue perseguida y prohibida por iglesias y sectas: «Por un lado, la necesidad de libertad de pensamiento, la cual sólo tiene cabida en un Estado democrático; por otro, la idea del estado como poder supremo, único garante de la unidad y la seguridad y, en definitiva, del pacto social que lo constituye».
"La grandezza e la modernità di Spinoza, che è uomo religioso, consistono nell'aver esorcizzato i fantasmi di una religiosità superstiziosa che continuamente evoca l'ultraterreno e sconfessa i poteri della ragione. Gli avversari più accaniti e intransigenti, tutti coloro che hanno esecrato Spinoza, erano ben consapevoli della sostanza esplosiva contenuta nel suo pensiero. Spinozismo vuol dire, infatti, sottoporre ogni evento naturale o sociale al controllo metodico di una ragione che obbedisce solo al suo "ductus", incurante di ogni autorità o di ogni vincolo che non siano l'esercizio stesso della ragione." (dall'introduzione di Remo Cantoni)
Da quando è apparso nel 1677, il capolavoro di Spinoza ha sempre suscitato reazioni forti. Dopo il clamore di scandalo sollevato ai suoi tempi, e la presenza continuata lungo il secolo dei Lumi, oggi "Etica" esercita ancora un largo fascino, per la combinazione delle tesi metafisiche più ardite con un messaggio di liberazione laica. Panteismo e determinismo, ossia naturalizzazione di Dio e della mente umana, in alternativa alla trascendenza del divino e all'antropocentrismo. Ma anche la denuncia critica dei pregiudizi, una morale antiascetica, e l'appello appassionato per l'ideale dell'«uomo libero». Questa nuova traduzione, curata e introdotta da Sergio Landucci, è condotta sull'edizione che è ancora di riferimento: il volume II degli "Opera di Spinoza" a cura di Cari Gebhardt, Heidelberg 1925. Accoglie però diverse modifiche al testo nel frattempo proposte e altre ne avanza essa stessa.
Il volume presenta tutte le opere del grande filosofo, a eccezione della "Grammatica ebraica", ritenuta dai più intraducibile. Scritti talvolta in olandese ma soprattutto in latino, i suoi trattati rappresentano uno dei caposaldi della filosofia occidentale: oltre all"'Etica" i lettori potranno così leggere, ciascuno con un'esaustiva introduzione e ricche note, il "Breve trattato", il "Trattato sull'emendazione dell'intelletto", i "Principi della filosofia di Cartesio" con l'appendice delle "Riflessioni metafisiche", il "Trattato teolofico-politico" e il "Trattato politico". Di tutti i testi si danno nuove traduzioni, condotte con assoluta coerenza terminologica. Completano il volume le "Lettere" che, suddivise per corrispondenti, contribuiscono a mettere in rilievo discussioni connesse alla genesi di specifiche opere.
Con l'Etica di Spinoza, la filosofia occidentale ha raggiunto un vertice, che resta e resterà forse per sempre ineguagliabile. Giorgio Colli ha scritto che il libro "ha la fermezza di un tempio in un paesaggio disabitato". Non sembra rivolgersi a nessuno, non chiede di essere ascoltato e, tuttavia, "offre molto di più di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare da un libro: indica la via della felicità". Di questo libro essenziale, non sono oggi disponibili in Italia edizioni col testo latino a fronte. Con questa edizione bilingue, che riproduce il testo dell'edizione critica di Gebhardt, si intende offrire un sussidio insostituibile per chiunque voglia misurarsi con il capolavoro di colui che Deleuze ha definito "il principe dei filosofi".
Piero Martinetti - "grande rimosso" della filosofia italiana e "pensatore di statura europea", nelle definizioni di Massimo Cacciari - si confronta con l'opera capitale di Spinoza, uno dei fondamenti della filosofia moderna. Spinoza appare agli occhi di Martinetti, un "mistico della ragione", il cui pensiero è accostabile, per tragitto di ricerca, a quello di altri grandi spiriti dell'umanità che, come Lev Tolstoj, seppero far rinascere la religione nel grembo della ragione. Il commento di Martinetti si sviluppa dunque sotto la luce di un'affinità profondamente vissuta, sempre messa alla prova dall'analisi del testo in una costante tensione morale. Al centro, rimane la necessità di trasformare la realtà attraverso la conoscenza e di raggiungere una vera libertà. Libertà che consiste nell'avere conoscenza dei propri affetti e nel saperli, di conseguenza, dominare.
Il libro propone un'opera poco conosciuta e un contributo allo studio del pensiero di Spinoza. Nel volume si pubblica infatti la prima edizione italiana del Compendium grammatices linguae Hebraeae di Spinoza condotta direttamente sul testo originale latino ed ebraico. Nell'Introduzione e nelle Note di commento vengono ricostruiti, esposti e discussi alcuni temi cruciali della filosofia spinoziana in relazione all'analisi del linguaggio, all'epistemologia, all'impostazione metodologica e storico-critica, all'esegesi biblica e alla storia della lingua.
Spinoza murió en enero de 1677. En noviembre de ese mismo año vio la luz su Ética, incluida en un paquete de obras póstumas financiado por sus amigos. Al siguiente, 1678, ya estaba condenada esa obra por el gobierno holandés. Hubo que esperar más de un siglo a que irrumpiera el rescate del pensamiento de Spinoza, iniciado por la vena más profunda de la ilustración alemana y el neopaganismo romántico de Goethe y continuado por el romanticismo filosófico y el idealismo absoluto germanos. Ese rescate marca un momento estelar del pensamiento contemporáneo. (De la Presentación de M. Garrido) La Ética es mucho más que la definición de marcos metafísicos en alianza pugna con un método. En la Ética hay mucho más. Por ejemplo, hay una extraña relación entre su título y su contenido, y no ya sólo porque esta «ética» sea en buena parte metafísica, doctrina del conocimiento, generalísima física especulativa y psicología, sino porque, cuando es ética, lo es de tal manera que no privilegia al hombre, y eso puede sorprender hoy –e incluso incomodar– a los temperamentos éticos. (De la Introducción de Vidal Peña) El recelo frente a las derivas utópicas marca el nacimiento de ética y política modernas, sobre la consigna lanzada por Maquiavelo: “conocer el tiempo y el orden de las cosas y acomodarse a ellos”. A ese llamamiento a favor de una desengañada cautela, tendrá que dar concepto el siglo xvii. ¿Es pensable una ética que se ajuste a las solas exigencias de la razón? ¿Y una política? Tal, el envite cuya entidad dibujará Spinoza al comienzo de esa inacabada prolongación de la Ética que quiso ser el Tratado Político. «Si la naturaleza humana estuviera dispuesta en el modo adecuado para hacer vivir a los hombres bajo el solo imperio de la razón, sin tender a cosa otra alguna, entonces el derecho de naturaleza no estaría determinado más que por la potencia de la razón. Pero…» (Del Epílogo de Gabriel Albiac)
Le religioni sono tante che non ci si crede. In un momento in cui quelle ufficiali attraversano una fase di declino, decine di nuovi culti più o meno raccomandabili hanno approfittato per prosperare e diffondersi: caderne preda è più facile di quanto sembri, anche per gli scettici più irriducibili (anzi, forse ci siete già dentro fino al collo e non lo sapete). In questo esilarante "Manuale di autodifesa dalle religioni" Vauro e Spinoza.it raccontano il loro viaggio attraverso tutti i principali culti, più o meno pagani, in voga ai nostri tempi. Dal Cristianesimo alla Apple, dal Calcio al Padanesimo, dal Vegetarianesimo a Scientology, i nostri eroi hanno sacrificato il loro corpo e la loro anima per permettere al lettore di districarsi con agilità da ninja in una delle attività più controverse di tutta la storia dell'uomo: il credere. Grazie a queste pagine Vauro e Spinoza.it spazzeranno via tutti i vostri dubbi sulla fede, sostituendoli con altri più grandi, facendovi tra le altre cose risparmiare un sacco di fatica: loro le religioni le hanno provate (quasi tutte), così non dovrete farlo voi.