Da quando è apparso nel 1677, il capolavoro di Spinoza ha sempre suscitato reazioni forti. Dopo il clamore di scandalo sollevato ai suoi tempi, e la presenza continuata lungo il secolo dei Lumi, oggi "Etica" esercita ancora un largo fascino, per la combinazione delle tesi metafisiche più ardite con un messaggio di liberazione laica. Panteismo e determinismo, ossia naturalizzazione di Dio e della mente umana, in alternativa alla trascendenza del divino e all'antropocentrismo. Ma anche la denuncia critica dei pregiudizi, una morale antiascetica, e l'appello appassionato per l'ideale dell'«uomo libero». Questa nuova traduzione, curata e introdotta da Sergio Landucci, è condotta sull'edizione che è ancora di riferimento: il volume II degli "Opera di Spinoza" a cura di Cari Gebhardt, Heidelberg 1925. Accoglie però diverse modifiche al testo nel frattempo proposte e altre ne avanza essa stessa.
Il volume presenta tutte le opere del grande filosofo, a eccezione della "Grammatica ebraica", ritenuta dai più intraducibile. Scritti talvolta in olandese ma soprattutto in latino, i suoi trattati rappresentano uno dei caposaldi della filosofia occidentale: oltre all"'Etica" i lettori potranno così leggere, ciascuno con un'esaustiva introduzione e ricche note, il "Breve trattato", il "Trattato sull'emendazione dell'intelletto", i "Principi della filosofia di Cartesio" con l'appendice delle "Riflessioni metafisiche", il "Trattato teolofico-politico" e il "Trattato politico". Di tutti i testi si danno nuove traduzioni, condotte con assoluta coerenza terminologica. Completano il volume le "Lettere" che, suddivise per corrispondenti, contribuiscono a mettere in rilievo discussioni connesse alla genesi di specifiche opere.
Con l'Etica di Spinoza, la filosofia occidentale ha raggiunto un vertice, che resta e resterà forse per sempre ineguagliabile. Giorgio Colli ha scritto che il libro "ha la fermezza di un tempio in un paesaggio disabitato". Non sembra rivolgersi a nessuno, non chiede di essere ascoltato e, tuttavia, "offre molto di più di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare da un libro: indica la via della felicità". Di questo libro essenziale, non sono oggi disponibili in Italia edizioni col testo latino a fronte. Con questa edizione bilingue, che riproduce il testo dell'edizione critica di Gebhardt, si intende offrire un sussidio insostituibile per chiunque voglia misurarsi con il capolavoro di colui che Deleuze ha definito "il principe dei filosofi".
Piero Martinetti - "grande rimosso" della filosofia italiana e "pensatore di statura europea", nelle definizioni di Massimo Cacciari - si confronta con l'opera capitale di Spinoza, uno dei fondamenti della filosofia moderna. Spinoza appare agli occhi di Martinetti, un "mistico della ragione", il cui pensiero è accostabile, per tragitto di ricerca, a quello di altri grandi spiriti dell'umanità che, come Lev Tolstoj, seppero far rinascere la religione nel grembo della ragione. Il commento di Martinetti si sviluppa dunque sotto la luce di un'affinità profondamente vissuta, sempre messa alla prova dall'analisi del testo in una costante tensione morale. Al centro, rimane la necessità di trasformare la realtà attraverso la conoscenza e di raggiungere una vera libertà. Libertà che consiste nell'avere conoscenza dei propri affetti e nel saperli, di conseguenza, dominare.
Il libro propone un'opera poco conosciuta e un contributo allo studio del pensiero di Spinoza. Nel volume si pubblica infatti la prima edizione italiana del Compendium grammatices linguae Hebraeae di Spinoza condotta direttamente sul testo originale latino ed ebraico. Nell'Introduzione e nelle Note di commento vengono ricostruiti, esposti e discussi alcuni temi cruciali della filosofia spinoziana in relazione all'analisi del linguaggio, all'epistemologia, all'impostazione metodologica e storico-critica, all'esegesi biblica e alla storia della lingua.
Spinoza murió en enero de 1677. En noviembre de ese mismo año vio la luz su Ética, incluida en un paquete de obras póstumas financiado por sus amigos. Al siguiente, 1678, ya estaba condenada esa obra por el gobierno holandés. Hubo que esperar más de un siglo a que irrumpiera el rescate del pensamiento de Spinoza, iniciado por la vena más profunda de la ilustración alemana y el neopaganismo romántico de Goethe y continuado por el romanticismo filosófico y el idealismo absoluto germanos. Ese rescate marca un momento estelar del pensamiento contemporáneo. (De la Presentación de M. Garrido) La Ética es mucho más que la definición de marcos metafísicos en alianza pugna con un método. En la Ética hay mucho más. Por ejemplo, hay una extraña relación entre su título y su contenido, y no ya sólo porque esta «ética» sea en buena parte metafísica, doctrina del conocimiento, generalísima física especulativa y psicología, sino porque, cuando es ética, lo es de tal manera que no privilegia al hombre, y eso puede sorprender hoy –e incluso incomodar– a los temperamentos éticos. (De la Introducción de Vidal Peña) El recelo frente a las derivas utópicas marca el nacimiento de ética y política modernas, sobre la consigna lanzada por Maquiavelo: “conocer el tiempo y el orden de las cosas y acomodarse a ellos”. A ese llamamiento a favor de una desengañada cautela, tendrá que dar concepto el siglo xvii. ¿Es pensable una ética que se ajuste a las solas exigencias de la razón? ¿Y una política? Tal, el envite cuya entidad dibujará Spinoza al comienzo de esa inacabada prolongación de la Ética que quiso ser el Tratado Político. «Si la naturaleza humana estuviera dispuesta en el modo adecuado para hacer vivir a los hombres bajo el solo imperio de la razón, sin tender a cosa otra alguna, entonces el derecho de naturaleza no estaría determinado más que por la potencia de la razón. Pero…» (Del Epílogo de Gabriel Albiac)
Sostuvo que el sabio es alegre por definición y se opone siempre a la tristeza, y que sin alegría el pensamiento es menos productivo y creador. Tan lejos del optimismo ingenuo como del pesimismo moral e ideológico, su objetivo fue comprender en vez de juzgar. Serenidad, cautela y honestidad fueron los valores que sustentaron la vida y la obra de Spinoza, con una coherencia poco frecuente en el mundo intelectual.
“Dopo che l’esperienza
mi ebbe insegnato come fossero vane
e futili tutte quelle cose
che capitano così frequentemente
nella vita quotidiana, decisi infine
di cercare se ci fosse qualcosa
che mi facesse godere in eterno
di una continua e somma letizia.”
Il volume offre al lettore italiano le opere complete di Baruch Spinoza, per la prima volta presentate con testo a fronte, secondo l’ormai storica edizione critica di Carl Gebhardt, opportunamente adattata. Vissuto nel pieno della rivoluzione scientifica e nel clima di fervore religioso e politico dell’Olanda del Seicento, Spinoza rappresenta uno dei pensatori più importanti della storia del pensiero Occidentale. La sua riflessione si forgia alla confluenza di molteplici tradizioni, unificando in una sintesi di straordinaria ricchezza tanto suggestioni tipicamente ebraiche quanto i risultati più avanzati della nuova filosofia cartesiana. Destinato dapprima a un’unanime condanna dai suoi contemporanei, immortalato poi nell’immagine dell’“ateo virtuoso”, Spinoza è oggi al centro del dibattito filosofico internazionale, per l’estrema rilevanza sia storiografica che intellettuale ricoperta dai suoi scritti. Se il Trattato teologico-politico può ben dirsi uno dei manifesti del liberalismo seicentesco, i cui valori di tutela della libertà di pensiero e di culto costituiscono senz’altro uno dei fondamenti della nostra civiltà, dalle pagine dell’Etica emerge un sistema metafisico, epistemologico e morale con cui i grandissimi nomi della filosofia successiva – da Leibniz a Hegel, da Marx a Nietzsche – hanno sempre avvertito l’esigenza di confrontarsi. Ma il lettore potrà meglio destreggiarsi tra le pagine dei due sommi capolavori spinoziani grazie alle altre opere qui pubblicate, di non certo minor rilievo: il Trattato sull’emendazione dell’intelletto e il Breve trattato costituiscono infatti i prodromi essenziali per comprendere le linee guida dell’Etica, così come i Principi della filosofia di Cartesio e Pensieri Metafisici offrono un materiale prezioso per valutare il rapporto di Spinoza con il suo grande maestro Cartesio. Ma è altresì dal Trattato politico che emerge più compiutamente l’idea spinoziana della scienza politica intesa come architettura delle istituzioni, così come è dal Compendio di grammatica ebraica – qui per la prima volta offerto in traduzione italiana – che si rileva la straordinaria attenzione dedicata dal filosofo alla lingua santa. L’Epistolario costituisce invece il luogo privilegiato non solo per seguire gli importanti rapporti di amicizia e scambio culturale con i suoi contemporanei (tra cui Leibniz), ma anche per vedere discusse le principali difficoltà sorte intorno alle opere che il filosofo andava elaborando. Il volume è infine corredato dai due brevi trattatelli Sull’arcobaleno e Sul calcolo delle probabilità – anch’essi per la prima volta tradotti in italiano – che danno un’idea dell’attenzione di Spinoza per le conquiste più avanzate della scienza moderna. La Prefazione, tratta dagli Opera Posthuma, conclude quindi offrendo una testimonianza del modo in cui le opere del pensatore olandese erano state offerte per la prima volta al pubblico nel 1677. L’ampio saggio introduttivo, le note esplicative, gli indici, nonché l’amplissima bibliografia ragionata, che dà conto in modo esaustivo degli studi apparsi su Spinoza tra il 1978 e il 2008, offrono al lettore altrettanti strumenti per agevolarlo nello studio di un corpus di opere tanto complesso quanto affascinante.
Chi erano Mosè, Gesù e Maometto? Quali erano le vere intenzioni di questi tre uomini che hanno cambiato per sempre il corso dei secoli? Il Trattato dei tre impostori Mosè, Gesù, Maometto, primo libro scandalo dell'Europa moderna torna in libreria con un'inedita prefazione di Piergiorgio Odifreddi per una riflessione su uno degli argomenti più attuali e controversi del momento. La prefazione al volume di Piergiorgio Odifreddi arricchisce con ulteriori contenuti e spunti di riflessione le teorie esposte, con una sintetica e incisiva storia del libro, della sua recezione e del suo ruolo nelle tappe della storia dell'ateismo. Questo breve saggio tenta di rispondere a queste semplici domande. Un pamphlet pungente, che vuol dimostrare la natura prettamente politica dei tre grandi monoteismi, e dei tre profeti che fondarono le religioni, qui considerati come veri e propri impostori dediti alla gloria personale e al controllo dei popoli.
Spinoza elabora un'etica laica, in cui l'uomo è visto come un essere naturale che deve essere incluso nell'ambito della produttività infinita della natura. Secondo Spinoza l'uomo è parte della natura universale, e non si può parlare della sua libertà senza conoscere in che cosa questa consista e come sia possibile all'interno della totalità della natura: la conoscenza della natura delle cose è pertanto prioritaria e fondamentale. Come per i classici, anche per Spinoza il momento propriamente etico, ossia la descrizione delle azioni che consentono all'uomo di pervenire alla sua massima perfezione, giunge al termine di un percorso che fonda le conoscenze indispensabili allo scopo.