Questo libro delinea per la prima volta una storia complessiva dei testi cristiani e del loro significato nella storia della cultura, dalle origini della Bibbia fino al Novecento, attraverso il confronto con il giudaismo e l’ellenismo, la nascita della filologia cristiana con Origene, Eusebio e Girolamo, il medioevo tra Oriente bizantino e Occidente latino, la grande stagione umanistica, l’erudizione tra Cinque e Settecento, il rapporto problematico della tradizione culturale cristiana con la modernità.
Lee Anderson, negro dalla pelle bianca, vuol vendicare l'assassinio del fratello. Ottenuto un posto di gestore di una libreria, entra a far parte di una cerchia "bene" di bianchi. Assieme a Dex, amico rivale, dopo varie scorrerie dentro e fuori Buckton, progetta di far perdere completamente la testa e sedurre le splendide, gelide e inavvicinabili sorelle Asquith... È l'avvio di una storia crudissima che miscela i tratti salienti dell'epoca dei "belli e dannati" degli anni Cinquanta: automobili a velocità sfrenata, tempo e spazi polverizzati dal brivido dell'avventura, alcool fino alla nausea e all'annientamento, violenza come sfida spudorata e senza limite, sesso facile e musica di chitarre, musica ormai giunta alle soglie del rock...
Il volume contiene saggi di: F. Alessio, L. Bianchi, G. Dahan, H. Daiber, G. D'Onofrio, G. Fioravanti, G. C. Garfagnini, O. Grassi, T. Gregory, C. Leonardi, A. Maierù, M. Mugnai, G. Roncaglia, P. B. Rossi, R. Rusconi, C. Vasoli.
Con la canonizzazione Giovanni Battista Montini, Paolo VI, sarà il quarto papa del Novecento a diventare santo. Un fatto eccezionale perché la santità dei pontefici è sempre stata problematica e rara.
Il libro affronta sul piano storico un nodo intricato e illumina di riflesso la figura moderna di Montini, il rapporto con i suoi predecessori Pacelli e Roncalli, l’uso politico e il significato della santità. Una dimensione che quando è autentica riesce ad attrarre l’attenzione non solo dei credenti.
Giovanni Maria Vian (Roma 1952), docente di filologia patristica all’Università di Roma La Sapienza e direttore dell’«Osservatore
romano», studia Montini da più di un trentennio.
Il libro inizia con la testimonianza di un'infanzia vissuta in un modo davvero singolare, con una tenerissima schiera di angioletti burloni che accompagnano una bambina per distrarla dalla sua triste realtà familiare. Questa testimonianza introduce i temi trattati nel libro e ci conferma come la nostra esistenza sia toccata da eventi straordinari più spesso di quanto si pensi; sono la fretta, la superficialità, lo scetticismo a non consentire uno sguardo più profondo che lasci intravedere la mano del Signore dietro quegli eventi. Il libro mostra come spesso lo straordinario, il trascendentale, il divino, il miracoloso si manifesti nell'esistenza delle persone per soccorrerle o indirizzarle verso il bene. Molti eventi che ad una prima analisi appaiono misteriosi o semplici coincidenze casuali, dopo una riflessione più profonda si rivelano come tappe di un progetto superiore, come interventi del Signore, come aiuti divini a sostegno della vita umana.
Con i quattro volumi della Storia del cristianesimo s'intende rendere conto della straordinaria ricchezza di un fenomeno religioso che attraversa e permea duemila anni di storia, con un linguaggio che cerchi di restituirne complessità e fascino. Il progetto dei quattro volumi è unitario, tuttavia ciascuno di essi può essere letto come opera a sé stante. L'interazione del cristianesimo con i diversi ambiti culturali è oggetto di particolare attenzione e il lettore troverà capitoli dedicati alle arti, all'economia, alle scienze, alla filosofia in una prospettiva il più possibile interdisciplinare. Il volume ripercorre il passaggio, che si realizza tra la fine del Settecento e il presente, da un cristianesimo erede delle società di antico regime ed eurocentrico all'attuale Global Christianity-, un cristianesimo a diffusione mondiale, che conta la sua maggiore presenza nel sud del pianeta e che è segnato da quello straordinario processo della recente storia dell'umanità costituito dall'emancipazione delle donne. Fenomeni che, insieme al confronto con la modernità più avanzata, ma anche con lo sviluppo dei fondamentalismi religiosi, hanno innescato un profondo ripensamento di dottrine e pratiche, indagati grazie all'apporto di specialisti.
Il cristianesimo è esperto in comunicazione. Lo mostrano venti secoli di storia: dalla vivacissima circolazione di testi, che caratterizza già le prime generazioni cristiane, sino al ruolo d'avanguardia assunto in questo ambito dalla Santa Sede nel corso dell'ultimo secolo e mezzo. Eppure, soprattutto a partire dalla metà degli anni Sessanta del Novecento, questo filo sembra essersi interrotto, moltiplicando le incomprensioni tra Vaticano e stampa internazionale. Perché? A interrogarsi in queste pagine sono figure di primo piano nell'ambito degli studi e della comunicazione: un cardinale (Gianfranco Ravasi), due docenti di storia contemporanea (Andrea Riccardi e Lucetta Scaraffia), cinque giornalisti non italiani (John L. Alien, Paul Badde, Jean-Marie Guénois, John Hooper e Antonio Pelayo) e il direttore di un quotidiano (Giovanni Maria Vian). Voci tra loro diverse, ma unite dalla volontà di capire senza tesi precostituite un nodo cruciale che, pur non limitato agli ultimi anni, affronta temi di stretta attualità. Comprendere il motivo di queste difficoltà mediatiche per un'istituzione esperta in comunicazione è un compito storico, che s'intreccia innanzi tutto con le problematiche ambivalenti della secolarizzazione e della modernità. In una tradizione di lunghissimo periodo come quella cristiana, nella quale la continuità presenta due facce: forza vitale e lentezza.
Sono le cinque del mattino del 17 giugno 1885. La fregata Isère getta l'ancora all'ingresso del porto di New York. A bordo, divisa in blocchi numerati e distribuita in 214 casse, c'è la statua della libertà, pronta per cominciare la propria vita in America dopo essere stata assemblata da un'equipe di operai italiani. Non è la statua più alta al mondo, e neanche la più pesante. Alla città l'hanno regalata i francesi e gli americani che l'accolgono ancora non sanno che diventerà la statua più famosa al mondo. Che cosa rappresenta? Da dove vengono il ferro delle sue ossa e il rame della sua pelle? E quali sono le origini della sua popolarità mediatica?
Francesca Lidia Viano racconta la storia inedita di un'icona simbolo della nostra modernità e la vicenda dei suoi artefici, lo scultore Frédéric-Auguste Bartholdi e il giurista Édouard de Laboulaye. Il lettore li seguirà nella costruzione, prima intellettuale e poi materiale, della statua. Tra spedizioni fotografiche, viaggi magnetici, riunioni massoniche e operazioni bancarie, passerà da Colmar e Strasburgo a Parigi, da Londra a Monaco, dalla Svizzera alle rive del Mar Rosso, dalle soglie del mitico regno di Saba all'Abissinia, da Pompei a St. Louis e a New York, dove la statua abbandonerà la sua vita virtuale per incarnare il sogno di libertà per tutti i popoli.