Si tratta di una panoramica della poesia del Novecento italiano alla ricerca delle sue molteplici anime. Liriche di fede dichiarata in Cristo, come quelle di Betocchi, Bono, Luzi e Turoldo, o di fede sostanziale, come quelle di Marin, Onofri, Pozzi e Roboni, insieme a altri poeti in seria e costante ricerca come Caproni, Montale e Vigolo formano questo affresco venuto alla luce dalla ricostruzione meticolosa e appassionata degli autori. Ogni poeta è presentato da una brevissima introduzione che ne inquadra il percorso poetico e umano.
Con il consueto stile provocatorio ed efficace Silvano Fausti parte dalla Parola, in questo caso la prima lettera di Paolo ai tessalonicesi, che analizza puntualmente, per condurre il lettore a una riflessione approfondita e affascinante sulle domande che ogni uomo si pone.
Il libro raccoglie le meditazioni per il tempo di Avvento e Natale tenute dall’autore in occasione di Esercizi spirituali. I testi da cui prende spunto la meditazione sono quelli del profeta Isaia, riportati integralmente nel volume, che vengono letti nelle prime nove messe feriali del tempo di Avvento.
Partendo da qui Franco Brovelli sviluppa la sua riflessione tenendo ben presenti alcune domande fondamentali che pone ai suoi ascoltatori/lettori e a cui intende rispondere: il nostro cercare il Signore che cosa è stato sinora? Che cosa è oggi? Che cosa vorremmo che fosse?
Nel libro si ricostruiscono la vita e le opere, con largo uso di citazioni da documenti, lettere, testimonianze dell’epoca, sottolineando tutti gli incroci con gli altri autori e amici di Lewis (Tolkien, per esempio, fu fraterno amico di Lewis).
Si sottolineano molto i legami di Lewis con l’Italia: il singolare carteggio, in latino, con don Giovanni Calabria, prete veronese iniziatore dell’omonima Opera; il nome Narnia, viene dall’odierna cittadina umbra di Narni; la prima edizione delle "Lettere di Berlicche" era dedicata a mons. Francesco Olgiati, cofondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Gulisano riesce quindi a dipingere un profilo attento e variegato, ricco e suggestivo come lo sono le opere di questo grande scrittore.
É una brumosa serata d’inverno. Due amici, entrambi raffinati cultori d’arte (e non solo), si trovano sul far della sera, per una chiacchierata davanti a una tazza di caffè. Attraverso questo artificio letterario l’autore sviluppa cinque "conversazioni", quasi dei dialoghi filosofici, che ripercorrono i punti salienti dell’avventura umana e artistica di Vincent Van Gogh seguendo un’interpretazione originale e stimolante.
La tesi del libro è quella di compiere una lettura dell’arte di Van Gogh in chiave teologica, come contemplazione "essenziale" del mondo creato da Dio, quasi una rassegna degli archetipi che stanno "in mente Dei". Una raffinata diatriba estetico-filosofico-teologica, in cui compaiono strada facendo temi di grande profondità e spessore: la concezione del "genio" nel Romanticismo; il peso della psicanalisi nella storia della cultura contemporanea; il declino della teologia nell’orizzonte dei saperi del Novecento.
In questo terzo volume di commento alle letture il testo del Vangelo domenicale del ciclo B viene riproposto per intero per poi essere analizzato nei suoi passaggi principali con un approccio sempre nuovo ed efficace, molto legato alla concretezza e all’esperienza del vivere quotidiano.
Uno strumento caratterizzato da agilità e facilità di comprensione; pensato e realizzato dall’autore (uno tra i pochi laici che eserciti la professione di docente di esegesi) per essere usato dai parroci come traccia per le omelie domenicali, ma anche dai fedeli come preparazione e approfondimento della Parola.
Si tratta di “editoriali evangelici” pubblicati settimanalmente su “L’Adige”, il principale quotidiano del Trentino. E – come sottolinea il direttore del giornale, Paolo Ghezzi – don Farina ha trovato il registro giusto per inserire e collegare le sue riflessioni sulla Parola alle altre “parole” che quotidianamente riempiono un giornale.
Si tratta di un manoscritto inedito di Federico Borromeo che scrisse questo breve componimento tra il 1627 e 1630, e che in questo libro viene riproposto nella versione in italiano corrente, e nel testo originale.
Lo scopo dello scritto era quello di esporre in modo semplice e chiaro le verità cristiane ai non credenti e per fare questo il card. Borromeo decise di raccontare una favola.
Il protagonista è un persiano di fede islamica che racconta di avere avuto una visione mentre era assorto in preghiera alle prime luci dell’alba. Egli viene rapito dall’incanto del cielo e gli appare un venerando re vissuto da cristiano in tempi remotissimi il quale gli espone, attraverso ragionamenti ed esempi, il cuore della fede cristiana.
Un libro di un’altra epoca ma che letto oggi riacquista tutta la sua attualità.
Si tratta di una antologia nella quale l’autore ha raccolto più di 60 brani della letteratura mondiale, prosa e poesia, che abbiano come protagonista un personaggio del tutto particolare: il diavolo.
Sembra che Lucifero abbia frequentato volentieri le pagine di molti tra i maggiori autori di tutti i tempi, e in questo libro ne troviamo una nutrita rappresentanza: Machiavelli, Marlowe, Milton, Goethe, Blake, Leopardi, Allan Poe, Whitman, Melville, Baudelaire, Flaubert, Dostoevsky, Rimbaud, per citarne alcuni.
Ogni testo è introdotto da un breve inquadramento sull’autore presentato e la sua poetica.
La storia di Abd el Jalil, nato a Fez nel 1904 e morto a Parigi nel 1979, è di quelle destinate non solo a essere ricordate ma a lanciare lampi di riflessione e sfide profetiche per il nostro futuro.
Brillante studente marocchino, avviato a una promettente carriera di studioso, egli si converte a Cristo ma resta profondamente convinto di non dover per questo rinunciare a nulla della fede islamica. Il libro ripercorre le tappe della sua vita e di questa particolare vocazione di fedeltà al Profeta e a Cristo, ben sintetizzata da quel doppio nome, datogli da papa Pio XI: Giovanni-Maometto.
Nel volume vengono poi riportati molti stralci di testi e studi di Padre Abd el Jalil che mostrano anche il suo straordinario valore di studioso, rafforzato dalla conoscenza dal di dentro dei due mondi culturali che egli continuamente mise a confronto.
La cultura del nostro tempo ha desacralizzato il corpo umano, riducendolo o ad un banale insieme di organi e funzioni o a "idolo", da servire secondo il culto dell'immagine a tutti i costi. L'autore, riafferma la verità del corpo come segno del divino, e ridisegna, attingendo dalla tradizione biblica e dalla mistica ebraica, una vera e propria "mappa corporea", nella quale ogni organo, ogni tessuto è riscoperto nel suo valore sacrale e simbolico, portatore del legame tra cuore e anima e Dio.
Si tratta di un volume dedicato a San Francesco, attraverso la riproposizione di episodi tratti dalle Fonti francescane, famosi come quello del lupo e altri meno conosciuti, accostati a rappresentazioni artistiche originali nelle quali l’occhio dell’artista coglie quello che il testo racconta in maniera personale e suggestiva. Il volume comprende tre saggi introduttivi: Un breve profilo del Santo; un saggio sulla pittura di Sergio Bertinotti e uno su questo particolare ciclo pittorico .