Il libro
Chi scrive, cerca di accompagnarci fraternamente a vivere i vari momenti della celebrazione suggeriti dalla liturgia, per evitare il pericolo di restare semplici spettatori mentre siamo chiamati a coinvolgerci come attori intorno al protagonista Gesù perché l’azione sacra ci porta all’emozionante incontro con lui, così da poter comprendere, secondo l’espressione di san Paolo “quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza, la profondità dell’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza” (Ef 3,18). Come è possibile uscire indifferenti dalla Messa come da un qualunque ritrovo? Se ciò avviene è assai probabile che noi non l’abbiamo capita e tanto meno vissuta. Non è una delle tante cerimonie religiose: è il cuore del Cristianesimo che dà impulso ad ogni nostra esperienza spirituale, dove si attinge la forza, l’energia necessaria alle nostre battaglie per celebrare le nostre vittorie, dove ci è permesso ciò che più di ogni altra cosa dovremmo desiderare: l’incontro con lo stesso Signore Gesù. Essa rimane per tutti un grande Mistero dal quale tuttavia si sprigiona una luce che inonda il nostro cammino, una fiamma che incendia il nostro cuore. Gesù ci ha concesso di celebrarla come suo memoriale – “Fate questo in memoria di me!”. Da essa esce quel fuoco che Egli è venuto a portare sulla terra e vuole che divampi nel mondo. Desidera che ci facciamo avvolgere da questo fuoco del suo amore perché non ci vuole servi ma amici, chiamati ad una stupenda esperienza di comunione con lui. Se l’amicizia umana tocca così profondamente il nostro cuore, che cosa sarà quella di Dio? Gesù ci risponde ancora con il suo invito: “Venite e vedrete” (Gv 1,39). Con questo desiderio si va alla Messa.
UNA RACCOLTA DELLE OMELIE DI BALDUCCI IN MERITO ALLA LITURGIA DELLA PAROLA.
L'autore
PHILIPPE FERLAY, della diocesi di Lione, ha redatto l'introduzione e la prima parte (Credo in Dio Padre).
JEAN-NOEL BEZANCON, della diocesi di Parigi, ha avuto l'incarico per la seconda parte (Credo in Gesù Cristo). JEAN MARIE ONFRAY, della diocesi di Orléans, è l'autore della terza parte (Credo nello Spirito Santo).
Il libro
Il Credo si deve "dire", come la liturgia si deve "vivere". Ma per dirlo veramente, per pronunciarlo personalmente, col cuore e con l'intelligenza, occorre innanzitutto comprenderne il significato.
Ecco una guida sintetica e chiara. Tre autori — tre sacerdoti con Incarichi di formazione — hanno lavorato insieme due anni per redigere, nello spirito della collana "Per leggere...", una iniziazione alle principali formulazioni che la chiesa ha dato della fede cristiana. Frase per frase, articolo per articolo ci viene spiegato ciò che credono i discepoli del Cristo.
Questo volume tenta di dire l'essenziale, come il Credo stesso. Esso si rivolge a tutti coloro che vogliono credere e capire, capire e credere la fede che proclamano nell'assemblea ogni domenica.
L'autore
JESUS ESPEJA, domenicano, è professore di teologia dogmatica (Cristologia) nella Pontificia Facoltà di San Esteban a Salamanca.
Il libro
Per sapere come va il cristianesimo abbiamo l'abitudine di basarci sul numero dei battezzati e sulla pratica dei sacramenti. A seconda che queste percentuali salgono o scendono, giudichiamo la situazione. Il criterio può essere valido se le celebrazioni sacramentali, non solo sono valide, ma anche vere.
La verità cristiana dei sacramenti è decisiva in teologia sacramentale, sfigurata molte volte dal ritualismo che soffoca la celebrazione festiva del gratuito e impone obblighi religiosi dimenticando lo spirito evangelico. La carenza in teologia e in catechesi si nota in molti battezzati che non conoscono la verità cristiana dei sacramenti e continuano a praticarli come atti religiosi senza incidenza alcuna nel loro impegno per trasformare la realtà secondo la volontà di Dio. Specialmente qui il dualismo tra sacro e profano uccide la buona notizia dell'incarnazione e rende di nuovo gli uomini schiavi. Questo libro vuole essere un servizio alla verità cristiana della pratica sacramentale in cui si manifesta la verità di Dio e si promuove la libertà dell'uomo.
Il libro
«Parlare in un quadro liturgico, abbandonarsi alle risorse immediate del cuore e della mente, non è mai un evento estemporaneo, come quelli che mi avviene di vivere quando parlo come conferenziere; è collocarsi in un "luogo" dove affluiscono i silenziosi apporti sapienziali dell'assemblea, che in quel momento non è un pubblico, è un soggetto attivo e creativo.
Queste pagine dunque non sono, a parlare rigorosamente, mie, sono state dettate dall'assemblea domenicale della Badia fiesolana che ormai, pur nell’avvicendarsi naturale delle presenze e delle assenze, da due decenni è in viaggio verso l'adempimento. Esse fanno parte di una Trilogia che si aggiunge alle altre due — II mandorlo e il fuoco e Il Vangelo della pace — con il titolo Gli ultimi tempi. Anche in questo caso, il titolo non è arbitrario, intende esprimere l'indole del tempo in cui la meditazione corale si è svolta, i secondi anni 80. Il tempo corre, per chi lo viva con ottica evangelica, non per pura successione quantitativa ma secondo ritmi qualitativi tra loro diversi. Ebbene, io ho vissuto quest'ultimo arco di anni come sopraffatto dai segnali di una svolta epocale su cui batte la luce degli ultimi Eventi. Lo sguardo escatologico rende possibile una specie di sintesi a priori, in cui la forma immutabile è, appunto, la categoria dell'Oggi di Dio, dell'eschaton, dei tempi ultimi, e il contenuto è la trama empirica della storia collettiva. Quando questo contenuto è contrassegnato, come in questi anni — gli anni della perestroika, della caduta del muro di Berlino, dell'ecumenismo ecologico, della Guerra del Golfo — da profondi processi di mutazione, si ha l'impressione che l'istanza ultima prenda carne e sangue nel tempo mutevole, offrendoci, in forza della fede, il dono del discernimento. È questo il sentimento dominante della mia predicazione degli ultimi anni» (Ernesto Balducci).
L'autore
JEAN LEBON, sacerdote della diocesi di Lille, in parrocchia da quindici anni, è redattore capo della rivista Eglise qui chante, e dirige l'Institut de Musique liturgique di Lille.
Il libro
Vivere la liturgia è possibile a tutti. Ma per capire in profondità lo spirito della celebrazione, le sue azioni, il suo linguaggio, è necessario esservi introdotti. Compiere i riti proposti dalla riforma liturgica del Vaticano II non è cosa che si possa improvvisare.
Ecco una guida, sintetica e chiara. Vi si ricorda, anzitutto, che la liturgia cristiana ha le sue radici nell'humus dei gesti e dei comportamenti simbolici (I parte). Stabilendo l'alleanza con il suo popolo, Dio riprende e precisa questo linguaggio dell'uomo per comunicarsi attraverso segni privilegiati: l'assemblea, i ministeri, i sacramenti, ecc. (Il parte). La celebrazione dell'eucarestia è fatta oggetto di una trattazione particolare, nella misura in cui pone in essere parecchi riti all'interno di un insieme dinamico (III parte).
Questo libro cerca di dire l'essenziale. Si rivolge a tutti coloro che si sforzano, una settimana dopo l'altra, di rendere più vitali le assemblee cristiane. Sviluppa tutta un'arte di abitare i luoghi e i ritmi, i gesti, le letture, i canti... Un'arte coerente e duttile che mette d'accordo la fedeltà alla chiesa con la libertà di espressione.
L'autore
Sergio Gaspari è nato a Venarotta (AP) nel 1946. Sacerdote monfortano dal 1972. Dopo aver conseguito la Licenza in Teologia Liturgica al Pont. Ist. Liturgico S. Anselmo (Roma) ha ottenuto il dottorato in Teologia all'Urbaniana (1985). Attualmente è docente di Teologia Liturgica al Pontificio Istituto "Regina Mundi" (Roma) e presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose all'Apollinare (Roma).
Il libro
"Lascia libero il mio figlio perché mi renda culto!" (Es 4,23). Questo è l'imperativo di Dio al Faraone nel costituirsi un popolo fra le nazioni, questa è la motivazione ideale che spinge come un sol uomo Israele a seguire il richiamo della coscienza risvegliata da Mosè. Su questa impegnativa origine nasce l'Israele di Dio a cui dovrà rifarsi per non perdere la propria identità nel percorso della storia (Dt 4, 9-13; 1 Sam 7; 2 Cr 29, 29 ss; 30, 2 ss; Ne 8).
In questo cammino di esodo, reso presente dalla preghiera nelle mutate condizioni storiche, si inserisce Gesù di Nazaret, portandolo a compimento con il suo esodo di morte e risurrezione (cf. Lc 9, 31) che va a compiere a Gerusalemme dopo avere mostrato in Galilea quale deve essere il regno di Dio, la presenza qualificata di Dio nel mondo: dare speranza e liberazione ai poveri, moltiplicare il pane agli affamati, restituire integrità agli ammalati, togliere dalla alienazione delle forze maligne gli ossessi. È questo il messaggio che la chiesa raccoglie a pentecoste nel fare memoria del Cristo con il compito di portarlo fino alle estremità della terra (At 1, 8). La liturgia che è la vita stessa del credente letta alla luce della storia della salvezza porta al centro della nostra attenzione il vissuto della primitiva chiesa, imprimendolo nella vita di ogni giorno, collocandolo nei risvolti del tempo, affinchè il nostro cammino porti i segni di quello umano-divino del Cristo, e l'olio della nostra lampada non venga a mancare nei momenti bui della vita.