Uno dei più grandi storici dell'arte del Novecento ripercorre in questo libro le fasi più significative della storia della pala d'altare, dalle origini al Cinquecento. Protagonista indiscussa della pittura italiana nell'arco di tre secoli, la pala d'altare rappresenta un genere a sé, e come tale merita di essere indagata e analizzata. E proprio cimentandosi con questo particolare veicolo espressivo che pittori del calibro di Masaccio, Mantegna, Piero della Francesca e Tiziano hanno definito il loro stile e sancito l'immortalità delle loro opere. Prendendo spunto dal problema teorico della pala d'altare, l'autore ne rintraccia le origini nelle produzioni artistiche del 1100-1200, per dedicarsi infine a un'analisi storica della pala italiana attraverso l'esame di alcuni esempi fra i più significativi. Un libro per esperti e meno esperti, per chi intende approfondire un tema appassionante e per chi vi si avvicina per la prima volta.
Il volume ricostruisce il significato complessivo dell'itinerario intellettuale arendtiano che trova la propria continuità in una ridiscussione del tradizionale rapporto tra filosofia e politica, tra theoria e praxis. La riflessione di Hannah Arendt può essere compresa nei suoi aspetti politici, se si parte da quelli filosofici: ovvero la critica alla filosofia esistenzialista. La centralità di queste assunzioni filosofiche viene fatta emergere, soprattutto, nella parte del libro dedicata all'esame delle interpretazioni arendtiane, elaborate in scritti editi e indediti, delle filosofie di Platone e Aristotele, di Hobbes e Rousseau, di Hegel e Marx. Chiudono il testo le riflessioni dell'Arendt sul giudizio.
A cento anni dalla pubblicazione, questo breve saggio di Sombart è un invito a riflettere sulla società americana. Per l'autore, come del resto per Marx, il socialismo è figlio del capitalismo e delle sue contraddizioni. Così egli si chiede perché nel luogo ove il capitalismo ha raggiunto la massima espansione non vi sia anche un forte movimento socialista. Le interpretazioni di Sombart si possono ricondurre a due fattori: la particolare configurazione del sistema politico con i suoi meccanismi di trasmissione della domanda politica e rappresentanza degli interessi, da un lato, e l'esistenza della frontiera che permette di assorbire le contraddizioni e allargare illimitatamente le basi dell'accumulazione, dall'altro.
Una notizia di cronaca, un film di cassetta, un romanzo di successo. Possono artefatti come questi contribuire alla riflessione di una disciplina filosofica come l'estetica? Possono giungere a mutarne radicalmente concetti portanti come quelli di gusto o di bellezza? Che ne è dell'estetica quando il regno della bellezza e dei simboli è diventato una fonte diretta di valore economico? Da questi interrogativi prende spunto il libro, nella convinzione che un pensiero del presente debba essere in grado di mettere alla prova i concetti filosofici della tradizione con il dominio della comunicazione, dei media e delle merci.
"Lo Stato è un corpo": dal medioevo all'età moderna lo sforzo di comprendere la complessità di entità astratte come lo Stato e il potere si concretizza spesso in questa metafora conoscitiva. Tre snodi fondamentali della storia di questa metafora politica e cioè il Medioevo e Marsilio da Padova, Machiavelli, Hobbes mostrano come la solidarietà tra corpi celesti, corpi umani e corpi politici filtri da un'epoca a un'altra, consentendo di spiegare le ragioni della comunità, per cedere poi il passo ad una visione diversa, in cui lo Stato diventa una seconda natura, capace di creare autonomamente la propria materia, ovvero i cittadini. Il passaggio al moderno si illumina anche in questo passaggio di metafore.
Il volume presenta un'introduzione storica e filosofica ad alcune delle principali teorie dell'argomentazione sviluppate nella seconda metà del Novecento. Seguendo come filo conduttore il nesso tra argomentazione e logica formale, il testo si propone di illustrare alcune delle tradizioni teoriche più importanti degli ultimi cinquant'anni: dalla Nouvelle Rhétorique di Perelman, alla teoria degli argomenti di Toulmin, agli sviluppi argomentativi della logica conversazionale di Grice e della teoria degli atti linguistici di Austin e Searle, alla pragmatica comunicativa di Habermas, fino alla teoria dell'Interpersonal Reasoning di Walton e Krabbe.
Una donna italiana, bianca, insegnante universitaria di Arte dell'ascolto, da anni residente a Manhattan, decide di andare nel Sud del Bronx, per vedere di persona come si vive, cosa si pensa "dall'altra parte della barricata". In tre mesi di permanenza raccoglie una quantità di informazioni sulle forze positive e costruttive del Bronx, sui nuovi pionieri urbani. Il libro si colloca nel punto di incrocio fra il romanzo verità e l'etnografia urbana e narra l'incontro-scontro fra l'autrice, la sua cultura, le sue aspettative e gli straordinari organizzatori di comunità che la guidano dentro la vita quotidiana del Sud del Bronx, raccontandole dove e come sono riusciti a rendere abitabile e perfino amabile un intero quartiere.
Un storia contemporanea che copre un arco di oltre duecento anni, introdotta da un ampio capitolo metodologico che spiega questa periodizzazione alla luce del dibattito storiografico più recente. Il secondo volume si apre con la prima guerra mondiale (1914) e individua un momento di svolta epocale nell'ultimo venticinquennio del Novecento. Più che la fine del comunismo e del 'sistema bipolare', sono i processi di globalizzazione del mondo a segnare i caratteri costitutivi del tempo presente e l'inizio di una nuova epoca storica.
Gli ultimi anni del XX secolo hanno visto la fine dell'ordine politico, economico e sociale, che si era formato nell'immediato secondo dopoguerra. Forse quello che giunge a conclusione è un sistema storico più ampio, quello dell'Occidente industrializzato, o addirittura quello degli Stati nazionali. Attraverso un approccio storico comparato, gli autori combinano l'analisi storica, lo studio delle dinamiche economiche e finanziarie e del mutamento sociale, per ricostruire le analogie e le differenze tra la nostra epoca di transizione e due analoghe transizioni del passato: quella dall'egemonia olandese all'egemonia britannica nel XVIII secolo, e quella dall'egemonia britannica all'egemonia statunitense a cavallo tra XIX e XX secolo.
Questo libro, oltre ad offrire spunti per comprendere perché l'economia vede solo una forma di reciprocità, mostra anche che riuscire ad attivare più forme di reciprocità è essenziale per la stessa vita economica. Inoltre, da un punto di vista di "economia civile", solo quando una società sa attivare e armonizzare tutte le forme di reciprocità, anche quelle non contrattuali, è a pieno titolo una società civile. Il volume comprende una prima parte storico-teorica sull'idea di reciprocità nella tradizione "classica" della scienza economica e nella tradizione dell'economia civile; una seconda parte in cui si analizzano le diverse forme di reciprocità e le loro connessioni; la terza spiega le applicazioni della reciprocità.