La civiltà di Bisanzio ha prodotto, nei vari campi dell'arte, opere di raro splendore. Questo perché la città di Costantinopoli si è trovata nel punto di incontro tra Oriente e Occidente, erede delle civiltà greca e romana e proiettata verso il mondo slavo, il Caucaso e il Vicino Oriente. Ma anche perché alla base della sua cultura artistica, cristiana e imperiale, stava la convinzione che forme e simboli fossero riflesso di un'ispirazione giunta dall'alto, insegnamento attraverso l'immagine, manifestazione visiva della Verità.
Uno sguardo sulla storia recente della Repubblica popolare cinese, che negli ultimi vent'anni è stata la gigantesca incubatrice dei sogni e degli incubi imprenditoriali dell'Occidente, sull'idea e sulla pratica del suo sviluppo in questo primo mezzo secolo di socialismo (1949-99). L'idea da cui si parte è che sviluppo e conflitti sociali costituiscono due facce della stessa medaglia: in tutte le sue fasi, la questione centrale del potere nella Cina socialista non è stata tanto la dicotomia tra Stato e mercato quanto piuttosto il modo in cui gli interessi sociali, economici e politici sono stati accomodati nelle strategie dello Stato, dei suoi attori, delle sue élite e dei suoi cittadini.
Il libro tratta del tema della comunicazione negli organismi viventi. Lo studio di una delle patologie più gravi, come il cancro, attraverso le distorsioni dell'informazione che esso provoca nella rete biologica di un organismo, porta a formulare l'ipotesi che la comunicazione a livello delle cellule somatiche avvenga con le stesse modalità con cui avviene tra individui umani. La conclusione a cui si arriva è che non esiste dualismo tra mente e corpo, ma che l'organismo funziona come un'unica rete cognitiva, in cui il genoma costituisce il codice di significazione. Il cancro, da questo punto di vista, rappresenta una patologia in cui si manifesta un'incomunicabilità psicotica tra le cellule del corpo.
Cos'è un confine? Come funziona? Perché a un certo punto qualcuno decide di stabilire una linea di demarcazione? Come viene "vissuto" un confine? A queste domande risponde in modo ricco e suggestivo il libro di Zanini, utilizzando un vasto campionario di fonti (dalla geografia al cinema, dalla letteratura ai giochi, dall'architettura all'arte militare).
Un'originale raccolta di testi che consente un primo approccio diretto alla varietà e ricchezza del pensiero femminista. Temi e figure principali vengono presentati seguendo un itinerario storico-tematico e suddivisi per aree culturali, tenendo conto degli specifici contributi teorici delle singole aree: denuncia del patriarcalismo. dicotomia sesso-genere. lesbofemminismo e femminismo etnico negli Stati Uniti; femminismo socialista integrato dalla psicoanalisi in Gran Bretagna: teoria della differenza sessuale e scrittura femminile in Francia: differenza e pensiero sessuato in Italia.
L'autore in questo volume ha rinunciato a raccogliere passivamente i troppi contributi sparsi nelle sedi più diverse, tentando la strada della sintesi in uno stile affabile e poco accademico, rivolto a un pubblico composto non esclusivamente da specialisti. La scommessa è che ne possa risultare una sua idea di Dante, proprio perché egli ha ripensato tutto il suo lavoro nell'ottica di un'ipotesi unitaria che vede l'opera dantesca, segnatamente la "Commedia", come un supremo 'work in progress' costruito per successive approssimazioni fino all'approdo onnicomprensivo del "Paradiso".
Nelle ricerche più recenti sull'identità e sulle identità europee, delle singole nazioni come del continente intero, emerge un tratto costante: l'immagine di un continente senza confini rigidi, che è sempre stato sede di migrazioni, di interazioni, di ibridazioni, di contrasti, di conflitti fra popoli e stirpi differenti, che della diversità di radici ha fatto un elemento essenziale per i suoi sviluppi culturali e politici. E' questo il contesto di idee in cui sta attualmente emergendo la prospettiva di una storia d'Europa e delle identità europee. Nel presente volume sono intavolate feconde controversie sull'origine, sulle migrazioni e sulle diversificazioni dei popoli indeuropei e sulle relazioni internazionali.