"Maria Madre di misericordia, la dolcezza del tuo sguardo
ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio.
Nessuno come te, Maria, ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo.
Tutto nella tua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne".
Papa Francesco, Misericordiae Vultus, 24
La misericordia implica un amore incondizionato verso ogni creatura, non pretende nulla in cambio, esiste in proporzione a quanto lo spirito di ogni uomo vive in sintonia con Dio.
La misericordia è azione allo stato puro; azione dell'anima, dello spirito, azione del corpo che si protende verso l'alto, a cuore aperto, lasciando che l'amore faccia il suo corso...
In questo libro sono offerte riflessioni sui brani dei Vangeli che ci fanno conoscere la Misericordia divina, nonché meditazioni sulle "opere di misericordia" e preghiere attinte, in particolare, dalle rivelazioni di Gesù a Santa Faustina Kowalska.
Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, Misericordiae Vultus, auspica che questo Anno Giubilare possa essere vissuto nella misericordia favorendo l'incontro con le varie religioni e in particolar modo con l'ebraismo e l'islam. Attraverso il presente volume, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, accoglie l'invito del Santo Padre ad incontrare le varie tradizioni religiose per proseguire, nel tema della misericordia, la via del dialogo e del superamento delle difficoltà. Il presente sussidio è il frutto di una collaborazione interreligiosa ed è stato redatto grazie al contributo di alcuni esperti appartenenti ad altre tradizioni religiose. È un invito indirizzato alle Conferenze Episcopali e, tramite loro, a tutti i cattolici volto ad esaminare ciò che abbiamo in comune con i credenti di altre religioni.
Il racconto degli anni santi dal 1300 ai giorni nos, conoscendo le storie di papi e imperatori, di martiri e di santi, visitando le basiliche e le catacombe romane.
"Tutte le strade portano a Roma"… anche viaggiando con la fantasia!
L'evento straordinario del Giubileo della Misericordia offre lo spunto per la condivisione di una profonda meditazione sul centro del mistero insondabile di Dio: l'Amore misericordioso. Luigi Mistò accompagna questi giorni di grazia, dall'8 dicembre del 2015 al 20 novembre del 2016, con una riflessione a commento delle incomparabili parole di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna".
«Niente unisce maggiormente con Dio che un atto di misericordia, sia che si tratti della misericordia con la quale il Signore ci perdona i nostri peccati, sia che si tratti della grazia che ci dà per praticare le opere di misericordia in suo nome» (papa Francesco).
La misericordia è uno dei cardini della teologia cristiana ed intorno ad essa si sono accese molte discussioni, alcune per enfatizzarne il rilievo, altre per deprimerne la centralità privilegiando altri motivi come quello della grazia divina e della iustitia sola fide. Nel Rinascimento la misericordia fu uno dei punti centrali del dibattito teologico ed antropologico, anche sullo sfondo di una ripresa di temi legati ad Origene, uno dei più grandi padri della Chiesa. Questo testo di Erasmo rappresenta per molti aspetti un momento decisivo della riflessione su questo concetto tanto complesso quanto affascinante. Nei nostri tempi la discussione intorno alla misericordia si è nuovamente accesa anzitutto per iniziativa di papa Bergoglio, che ne ha fatto uno dei centri della sua missione aprendosi per questa via anche a nuovi orizzonti con le altre confessioni, cristiane e non cristiane. Stampando un’agile traduzione del testo le Edizioni della Normale intendono riproporre un’opera che, oltre ad essere un capolavoro teologico, è di straordinaria attualità.
I Padri dei primi secoli cristiani hanno parlato del mistero della Chiesa attraverso immagini simboliche, spesso evocate nel recente insegnamento di papa Francesco e, prima, di papa Benedetto XVI. È forse doveroso, però, offrire ai lettori più attenti qualche ragguaglio sulle origini e l'attualità di una delle immagini ecclesiali care ai Padri, ossia quella della Chiesa come Luna, il mysterium Lunae. L'astro minore, infatti, quello che illumina il mondo immerso nelle tenebre per virtù della luce del Sole, immagine di Cristo, ci vuole ricordare la funzione vicaria della Chiesa illuminata da Cristo e che solo in lui trova il senso della sua esistenza nel mondo e la forza per essere fiaccola che nella storia illumina gli uomini e le donne chiamati a essere una cosa sola in Cristo.
Il volume raccoglie dieci meditazioni nella forma degli Esercizi Spirituali, un aiuto per cercare Dio nei giorni di ritiro, un sussidio per accompagnare quell'avventura dello Spirito che sono sempre gli Esercizi Spirituali. Non riflessioni erudire e nemmeno una lectio divina vera e propria, quanto piuttosto alcune suggestioni spirituali semplici ma efficaci, nutrite soprattutto di Sacra Scrittura, per camminare incontro a Cristo vivo in un percorso condotto nel cuore del Vangelo. Tema dominante p la Misericordia, considerata, per picchi di significato, un un arco che dal peccato dei progenitori arriva alla ricapitolazione di tutto in Cristo nel libro dell'Apocalisse. Centrale è, naturalmente, il "Vangelo della Misericordia" espresso nell'evento pasquale di Gesù Cristo.
"Misericordia" è oggi sinonimo di pietismo, paternalismo, buonismo. La virtù predicata da Gesù nel discorso della montagna è, per il comune sentire contemporaneo, un valore socialmente dubbio, sospetto quanto meno di falsa generosità e di altruismo autogratificante. Nel nostro mondo dominato dalla razionalità tecnologica si è infatti prodotta una separazione fra l'amore e la giustizia: il primo è diventato sentimentale e irrilevante, la seconda astratta e calcolatrice. E la nozione di carità, che originariamente traduce un tema di assoluta profondità teologica, è ridotta al banale significato di elemosina e beneficenza. A sgomberare il campo da questi equivoci e fraintendimenti provvedono - in questo secondo volume della collana dedicata alle beatitudini - un teologo e un filosofo. I due autori ricollocano la misericordia nel giusto ambito religioso e antropologico-culturale. Sequeri ne mette in rilievo il fondamento teologico, la sua profonda consonanza con l'agape (nell'accezione paolina, ripresa da Benedetto XVI nell'enciclica "Deus caritas est"). Demetrio, con un approccio più esistenziale, ne sottolinea il valore intimamente umano e universale, sia per i credenti sia per i non credenti "nobilmente pensosi".
Il grande Rabbi Yehudah soffrì per tredici anni poiché non aveva avuto compassione di un vitello portato al mattatoio. Ma poi fu risanato perché, citando un salmo sulla misericordia, salvò delle piccole donnole.Perché la compassione si dispieghi occorre che trovi almeno tre compagni di cammino. Ci deve essere sommovimento di viscere, vera vicinanza e la presenza di un positivo senso di colpa. Se siamo impassibili e guardiamo con distacco la sofferenza altrui, il cuore non è mosso a compassione e restiamo freddi, non compassionevoli, perché nessuno può essere coinvolto se resta distante.Una riflessione su tre radici verbali della lingua ebraica consente di approfondire il tema. La prima è connessa alle viscere o più specificatamente all'utero, la seconda all'abitare e la terza è legata a un'ambivalenza profonda poiché significa tanto pentirsi quanto consolare. Se non si avverte come sperequazione inaccettabile e ingiustificata il confronto tra la propria salute e la malattia altrui, tra la propria pienezza e la mancanza inscritta nella vita del nostro prossimo, tra la propria gioia e la tristezza dell'altro, tra la propria fiducia e l'altrui disperazione non si è mossi ad autentica compassione.