L'autore, lanciando «pietre che rimbalzano sull'acqua» per far «comparire dei cerchi sempre più grandi, che finiscono per abbracciare lo stagno intero», offre una serie di riflessioni attorno alle questioni sorte nel periodo del lockdown. Le meditazioni hanno origine dall'esperienza drammatica della pandemia, ma allargano l'orizzonte tematizzando le questioni esistenziali di ogni giorno, anche se spesso nascoste, e che in momenti di crisi e calamità arrivano a galla. Ci sono esperienze primordiali che l'uomo ha già vissuto prima di riflettere su di esse; esperienze primordiali come la paura, il dolore, l'angoscia, la gioia, la speranza, l'amore, il senso di colpa. [...] Don Giuseppe Pani, con viva e profonda spiritualità, riflette sulle esperienze umane ed esistenziali in modo tale che divengano occasione per scrutare il mistero di Dio. Rilegge molte pagine della Sacra Scrittura evidenziando come in esse incontriamo un Dio di cui nessuna immagine è adeguata, un Dio che non si presta come risposta semplice e pronta alle inquietudini della vita, un Dio che sa sorprendere sempre di nuovo, perché la sua presenza salvifica rompe schemi umani ed opera al di là delle frontiere. Dalla Prefazione di Martin M. Lintner.
I temi centrali del pensiero del teologo Carlo Molari in un'unica opera. Le dinamiche della vita spirituale e di fede e le motivazioni di carattere concettuale e teorico Il nuovo libro del teologo Carlo Molari (1928) è prevalentemente tratto dalle centinaia di pagine trascritte, e riviste dall'Autore, dalle registrazioni dei corsi da lui tenuti a Camaldoli nel periodo 2012-2019, ogni anno su un tema specifico, e che sempre includono le considerazioni fondamentali e ricorrenti dei temi centrali del suo insegnamento: le dinamiche della vita spirituale e di fede - un'illustrazione di carattere pratico e di guida all'esercizio personale - e le relative motivazioni di carattere concettuale e teorico. Il cuore e lo scopo dell'insegnamento di don Carlo è il come vivere la vita spirituale. Per i cristiani questo passa attraverso l'esperienza della fede in Dio secondo il modello tracciato dal Gesù della storia; per tutti gli uomini attraverso la consapevolezza della dipendenza da una forza più grande e la volontà di adeguare a essa la propria esistenza Il pensiero dell'Autore si colloca nella prospettiva evolutiva da tempo tracciata dal pensiero scientifico e ormai fatta propria dalla Chiesa nei suoi documenti ufficiali; la sua teologia si sviluppa all'interno di questa visione del mondo che getta una luce nuova, e straordinariamente efficace, sul vivere dell'uomo e sulla creazione, sulle sue meraviglie e i suoi abissi; e dunque, per chi crede, sul nostro rapporto con il divino. È una teologia che non intimorisce né scoraggia i non addetti perché non è disquisizione accademica e dottrinale, ma offerta di vita profondamente vissuta e meditata. Oltre a ciò, questo libro è ricco di riferimenti ai dati che la scienza oggi ci offre: dagli studi sul cervello a quelli sul tempo, dalla fisica del cosmo alla fisiologia, dall'antropologia agli studi storico-linguistici.
Il cardinale Matteo Zuppi e il professor Andrea Segrè si interrogano, da prospettive diverse, sui principali cambiamenti in corso e su come sarà il nostro futuro. Che cosa rimarrà della drammatica esperienza della pandemia che ha colpito tutto il mondo? Come coglierne anche i tratti positivi, quelli che ci permettono di uscire dalla «normalità» delle nostre esistenze di prima e guardare a nuovi stili di vita per il futuro? A partire dalle parole che più usiamo nel nostro lessico quotidiano si confrontano due prospettive - una spirituale e religiosa, l'altra laica e scientifica - che nel discorso si integrano e forniscono al lettore un quadro di riferimenti e di valori per vivere il nostro nuovo tempo.
«Mentre in Italia veniva dichiarato il confinamento a causa della pandemia di Covid-19, mi recavo dal mio convento parigino a Lussemburgo, dove insegno e faccio ricerca. In quel frangente tutte le frontiere d’Europa sono state chiuse e mi sono ritrovato nel Seminario Maggiore, in solitudine. La prospettiva spirituale che mi sono dato è stata di vivere questo tempo nella meditazione, nella preghiera, nel lavoro quotidiano, evitando l’isolamento intellettuale e spirituale. Non potendo predicare in una chiesa, l'ho fatto "in digitale", in forma telematica, e questo libro raccoglie alcune delle riflessioni di quei giorni».
Sommario
Introduzione. Negli ospedali una liturgia invisibile, con il fiato sospeso. Che niente sia più dato per scontato. Anche le stelle piangono con noi. La lezione dell’esilio. Persone dietro la maschera. Riscoprire con Lazzaro la dignità dovuta ai morti. Guarire dal virus, ripensare la malattia. Nell’attesa di un abbraccio. La libertà cresce nella disciplina. Quella piazza vuota. Il profumo della vicinanza. Un mondo senza cuciture. Risvegliàti dal silenzio, come Adamo ed Eva. Teniamoci pronti ad accogliere il dono. Oltre il velo delle illusioni. Il segno vivo della memoria. L’imprevedibile che porta alla salvezza. Il velo e la croce. Sia lode alla luce. Uniti nell’amore del Dio nascosto. Anche l’interiorità ha bisogno di segni. Il cielo in una cella. Oggi è lo streaming il nostro «lembo del mantello». Il contagio della disuguaglianza. E adesso torniamo a guardare la natura. Un tempo per ringraziare.
Note sull'autore
Alberto Fabio Ambrosio, domenicano, è professore di Teologia e Storia delle religioni alla Luxembourg School of Religion & Society e direttore di ricerca al Collège des Bernardins (Parigi). Dopo aver condotto ricerche per più di dieci anni nel centro domenicano Dosti di Instambul sul sufismo ottomano, si dedica oggi alle relazioni tra vestito, moda e religioni. Tra le sue pubblicazioni recenti: Lotta continua. Lo stupore del Vangelo (San Paolo 2015), Un Dio curioso (Castelvecchi 2018) e Dio tre volte sarto. Moda, Chiesa e teologia (Mimesis 2020).
Descrizione
«È tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli. Dobbiamo rimettere in primo piano la fraternità universale, seminata dal Vangelo del Regno di Dio. (...) La forza della fraternità è la nuova frontiera del cristianesimo».
È questo l'invito che papa Francesco rivolge non solo ai credenti ma a tutti gli uomini di buona volontà; appello urgente di fronte all'individualismo, alle paure, al rancore,ma soprattutto, di fronte alla globalizzazione dell'indifferenza.
Liberata dall’enfasi illuministica (libertà, uguaglianza, fraternità) e da una certa ovvietà che spesso la caratterizza tanto, da farla apparire scontata, la fraternità è da riscoprire come nome proprio della Chiesa.
La motivazione teologica fondamentale è insita nell'evento dell'incarnazione: porre Cristo e il suo vangelo - e non altri e altro - a fondamento delle nostre relazioni significa assumere quella mistica della fraternità che papa Francesco offre come «nuovo linguaggio profetico ed ecclesiale-kerigmatico». La fraternità diventa il punto di partenza che permette di rileggere nella sua ottica le relazioni con Dio e con gli altri: famiglia, comunità, Chiesa, creato, politica.
Sommario
Introduzione. La fraternità, perché? I. Sui sentieri della Scrittura. 1. La fraternità omicida: Caino e Abele (Gen 4,1-16). 2. La fraternità ricostruita: Giuseppe e i suoi fratelli (Gen 37–40). 3. Da «unigenito» a «primogenito»: la fraternità di Gesù. 4. Nel cammino della Chiesa. II. La fraternità mistica contemplativa. 1. Per una grammatica della fraternità. III. Per una Chiesa fraterna. 1. Dentro una fraternità «data». 2. Fraternità come ospitalità. 3. L’ascolto anima della fraternità. 4. Fraternità cristiana e compagnia degli uomini.
Note sull'autore
Antonio Mastantuono, presbitero della Diocesi di Termoli-Larino, vice assistente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana dal 2016 al 2019, è vice direttore di Orientamenti Pastorali, mensile del Centro di Orientamento Pastorale. Dal 2018 è consulente ecclesiale dell’Associazione cristiana artigiani italiani. Tra le sue pubblicazioni: La profezia straniera. Il perdono in alcune figure della filosofia contemporanea (San Paolo 2002).
Nel 5° anniversario dalla morte del Cardinale Giacomo Biffi, don Samuele Pinna e Davide Riserbato con l'Arcidiocesi di Bologna ci offrono un libro in sua memoria. Non una semplice antologia di testi, ma una sintesi del suo pensiero teologico e pastorale nei punti fondamentali della sua teologia: Cristo, la Chiesa, l'uomo e l'importanza dell'annuncio della verità nella carità. Postfazione di Matteo Maria Zuppi.
In questi testi, scritti tra il 1964 e il 1993, il grande studioso francese, instancabile 'viaggiatore' di differenti mondi interiori ed esteriori, delinea un itinerario appassionato alla ricerca di un modo nuovo di pensare e di vivere la singolarità dell'opzione cristiana. Il cristiano contemporaneo, egli dice, si ritrova privo di certezze cui poggiarsi, non ha più il facile appiglio di istituzioni e pratiche consolidate: una situazione che condivide con l'«uomo comune» che de Certeau ha messo al centro di tutta la sua opera, l'uomo ogni giorno posto di fronte alla sfida del quotidiano, comune ma mai banale, anzi creativo, unico e speciale nell'intercettare l'esperienza concreta, la vita. E allora, come può quest'uomo, questo cristiano, trovare e percorrere il «sentiero non tracciato» che lo porti a pensare la sua fede e a inserirla positivamente nella società in cui vive? Immaginando i mondi possibili a partire proprio dal reale in trasformazione che si offre ai suoi occhi, prendendosi il rischio dell'incontro con la povertà non solo fisica, ma soprattutto spirituale: povertà di luoghi di identità religiosa, psichica, sociale; povertà come carattere ormai distintivo anche del credente contemporaneo. Perché è a quel punto che la «debolezza del credere» mostra la sua forza, evoca gesti e parole nuove per dar carne alla fede nell'oggi, suscita quel desiderio insaziabile e quella speranza senza pari che ci salva, nello scorcio di Novecento di de Certeau come nel nostro tempo di transizione radicale. Riproposti qui in una nuova edizione italiana, questi testi diventano allora per noi parole profetiche provenienti da un'intelligenza abbagliante, da un pensiero incisivo che non fa sconti alle facili consolazioni e convenzioni del discorso religioso, ma va dritto all'essenziale. Al fuoco, alla passione che devono agitare l'esperienza di fede. Prefazione di Stella Morra.
Nei giorni in cui più imperversava la pandemia da coronavirus, una delle menti più lucide del cattolicesimo contemporaneo ha tenuto una sorta di diario teologico, le cui pagine folgoranti sono state come distillate dalla gravità del momento. Non una retorica scontata - e quindi irritante in un tempo inedito come questo - ma parole e pensieri originali, potenti e persuasivi. Interrogato da un evento estremo, che impone la domanda della morte a dispetto di ogni sua rimozione, Sequeri ci restituisce l'essenziale di Dio, degli umani e della loro indistruttibile relazione. Uno sguardo penetrante che tocca l'anima, come quello di medici e infermieri, che prendendosi cura del corpo dei malati hanno raggiunto il loro spirito e quello di noi tutti. «Uno sguardo umano cambia la vita - e persino la morte». Ci siamo abituati a sguardi distratti, superficiali se non astiosi, nella frenesia delle nostre vite. Ora però abbiamo forse imparato a riconoscere la profondità e la potenza di uno sguardo buono, quello che ospita in sé la nostra fragile condizione umana. È lo stesso sguardo di Dio che vuole bene alla sua creatura e sa commuoversi davanti alle sue ferite. Tutte le pagine di questo prezioso libretto ci parlano della tenacia e della affidabile compassione del Dio di Gesù, misteriosa radice di ogni fiducia e speranza, anche quelle più esili. Ne saremo all'altezza? Impareremo a nutrire ogni giorno sguardi buoni per chi ci sta accanto, per l'altro che incontriamo, per la comunità umana a cui apparteniamo?
Dopo il volume dedicato in questa stessa collana a Leonard Cohen, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini si mettono alla ricerca degli elementi etici e religiosi presenti in uno degli eroi più noti e amati del fumetto italiano, il cowboy Tex Willer, ranger abilissimo nel maneggiare la Colt, amico dei pellerossa, antischiavista e avversario di ogni ingiustizia. «Tex Willer potrebbe essere considerato il modello del nuovo uomo italiano nel secondo dopoguerra, quasi a offrire, forse suo malgrado, un prontuario esistenziale per il Belpaese uscito con le ossa rotte dal conflitto. Reinventando l'identità nazionale andata in pezzi in una nuova, di stampo maschile, che fruga nella consolidata tradizione western per rinvenirvi un punto di riferimento atto a ripensare il problematico rapporto fra individuo e autorità. Un manuale di pronto utilizzo in cui centrali sono temi come lealtà, libertà, oppressione, violenza e linguaggio, grazie a cui Tex è destinato a diventare, nell'arco di pochi decenni, non solo un personaggio ben riconoscibile nella cultura pop tricolore, ma anche l'eroe di una delle più rilevanti e longeve saghe contemporanee» (Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
In questo volume il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione si misura con questo tempo vertiginoso, in cui il nulla incombe così potentemente sulla vita di ciascuno, insinuando il sospetto sulla positività del vivere e sulla consistenza ultima della realtà, per cui tutto sembra finire in niente, anche noi stessi. Un contesto che, paradossalmente, fa emergere l'insopportabilità di vivere senza un senso e il desiderio indistruttibile di essere voluti e amati. Un paragone avvincente con gli avvenimenti presenti e con i tentativi insufficienti di sopravvivere, tra distrazione e dimenticanza. La ricerca di una risposta che sia all'altezza della sfida: un «tu» che accolga il grido della nostra umanità, ridestando un amore a noi stessi e alla nostra vita. L'incontro con una comunità cristiana viva che rende affascinante il cammino insieme. La testimonianza di una fede che entra nell'esperienza presente, generando una conoscenza e una affezione nuove, una fede capace di valorizzare tutto ciò che di vero, bello e buono incontra lungo la strada.
Descrizione
La teologia trinitaria è da sempre impegnata nell’indagine sul mistero dell’unità e della pluralità in Dio. In questo percorso riveste un importante ruolo la dottrina delle processioni, con la quale si richiamano reciprocamente l’unità della sostanza divina e la pluralità delle persone. La Summa theologiae – dove lo studio su generazione e processione dello Spirito trova una decisiva sistematizzazione – presenta un impianto logico in cui le processioni rivestono un ruolo causale per la pluralità divina: dalle due processioni si passa alle quattro relazioni, delle quali tre sono sussistenti. Ciò che in questo modello appare carente è la reciprocità: se da una parte la Scrittura mostra il mutuo volgersi di ciascuna persona verso le altre, dall’altra la dottrina delle processioni si articola soltanto su quattro relazioni fra tre persone.
Bulgakov, Pannenberg e Greshake criticano il modello causale delle processioni e consentono di riflettere sulla generazione del Figlio e sulla processione dello Spirito in Dio da tre diversi punti di vista – monarchia, causalità e reciprocità – abbozzando un pensiero nel quale la dottrina delle processioni possa interagire maggiormente con i dati biblici.
Sommario
Ringraziamenti. Prefazione (D. Kowalczyk). Introduzione. I. La riflessione di Bulgakov sulle processioni. 1. Le critiche alle processioni. 2. Il Soggetto Assoluto Triipostatico. 3. La reciprocità delle relazioni nel Soggetto Assoluto Triipostatico. 4. La monarchia del Padre secondo Bulgakov. 5. Bulgakov e le processioni: sintesi e osservazioni. II. La riflessione di Pannenberg sulle processioni. 1. La reciprocità tra le divine Persone nella Scrittura. 2. Gli elementi filosofici di Pannenberg. 3. La critica all’impostazione causale delle processioni. 4. Il suggello della monarchia del Padre. 5. Pannenberg e le processioni: sintesi e osservazioni. III. La riflessione di Greshake sulle processioni. 1. Un potenziale non valorizzato e il ruolo causale delle processioni. 2. La reciprocità nella communio. 3. L’apparente abbandono della monarchia del Padre. 4. Greshake e le processioni: sintesi e osservazioni. IV. Le processioni divine: riflessione sistematica. 1. La premessa dell’analogia. 2. Ripresa di Bulgakov, Pannenberg e Greshake: guadagni e limiti. 3. La dottrina delle processioni: linee di reinterpretazione. Conclusione. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Federico Franchi, presbitero dell’arcidiocesi di Pisa, è vicario parrocchiale, direttore del Centro pastorale diocesano «Evangelizzazione e catechesi» e docente di Teologia dogmatica allo Studio Teologico Interdiocesano di Pisa e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana. Alunno dell’Almo Collegio Capranica dal 2013 al 2017, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana.
Descrizione
La necessità di una riscoperta dei concetti-chiave dell’evangelizzazione si impone per il rischio effettivo di una sua deformazione, che consiste nell’assimilazione a una precettistica morale. Per la verità, il malinteso è antico, poiché già l’apostolo Paolo polemizzava con quanti annunciavano «un altro vangelo». Anche se allora si trattava di una forma di giudeo-cristianesimo, oggi il fatto è sostanzialmente impresa di una cultura secondo la quale il cristianesimo e la moralità sono in un rapporto non solo indissolubile, ma anche di semplice equivalenza.
Il riduzionismo etico del cristianesimo, tipico di ogni posizione illuministica o semplicemente laica, e l’esito polemico dello stesso illuminismo nei confronti del cristianesimo e della sua dimensione morale suggeriscono di approfondire i testi originari del cristianesimo. È il solo modo per scoprire o riscoprire quale sia l’effettiva identità del cristiano e della evangelizzazione che l’accompagna.
Sommario
Introduzione. Il rischio di un travisamento moralistico. 1. Al primo posto c’è una missione. 2. L’evangelo consiste nella Parola. 3. Il contenuto vantaggioso: annuncio di un favore. 4. Il fattore-Chiesa. 5. L’inculturazione. 6. La componente dello scandalo. 7. La risposta della fede. 8. La conseguenza etica. Conclusione. Il vangelo è per l’uomo.
Note sull'autore
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle Università pontificie, ha approfondito la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Per EDB ha pubblicato Paolo scriba di Gesù (2009); L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009); Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (22010); Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (2010); Profili di Gesù (2011); Gesù di Nazaret nelle culture del suo tempo. Alcuni aspetti del Gesù storico (22013) e Gesù e Socrate. Cultura greca e impronta giudaica (2014); La Lettera di Paolo ai Romani (2018).