Libri sacri e rivelati per miliardi di persone, Bibbia e Corano sono testi da un lato simili, dall'altro radicalmente diversi. Le difficoltà e il fascino di un confronto, oggi ineludibile, derivano dal fitto intreccio di somiglianze e differenze. Quando si cercano punti comuni affiorano divergenze e viceversa. È fuor di dubbio che intere civiltà sono tuttora contrassegnate dalla presenza, diretta o indiretta, di questi due Libri. Le concezioni bibliche e quelle coraniche hanno inciso su mentalità e comportamenti. Per capirlo basta considerare termini come Dio, rivelazione, bene e male, fine dei tempi, giudizio universale. Altrettanto rilevante è pensare ai modi in cui si definiscono e operano nella storia le comunità che quei Libri ricevono, leggono e trasmettono: il popolo d'Israele, la Chiesa, l'umma musulmana. Come sempre, per comprendere occorre conoscere e confrontare.
Secondo il dogma musulmano, il testo canonico del Corano imposto a partire dal primo secolo dell'islam riflette scrupolosamente la parola divina custodita in un "archetipo celeste". Questo studio, attraverso un'analisi dei testi della tradizione musulmana e di antichi manoscritti coranici, mostra tuttavia che la genesi e la trasmissione iniziale del Corano sono state caratterizzate dalla pluralità e che diverse varianti sono state in circolazione per secoli, prima che il Corano delle origini fosse ridotto a una versione unica.
In questo libro su un tema oggi di grande attualità, l'autorevole storico Hugh Kennedy ricostruisce la lunga storia del califfato: dalle prime attestazioni nel Corano - dove sono chiamati "califfi" Adamo e David - ai più recenti attentati terroristici dell'ISIS, lungo un arco temporale di quattordici secoli e in un'area geografica che va dal Sud-Est asiatico al Portogallo e al Marocco. Al suo culmine, tra il IX e il X secolo, il califfato si estendeva infatti dalla Spagna ai confini della Gina e costituiva la più potente entità politica nell'Eurasia occidentale. In un'epoca in cui Parigi e Londra contavano poche migliaia di abitanti, Baghdad e il Cairo rappresentavano sofisticati crocevia commerciali e culturali, mentre i califfati omayyadi e abbasidi si distinguevano per i progressi nelle scienze, in medicina e in architettura. Ben diversa invece l'attualità. Il volume si chiude infatti sulla recente ricomparsa dell'ideologia califfale all'interno dell'Islam fondamentalista, sottolineando quanto sia importante per noi conoscere questa forma di governo per capire le idee politiche del cosiddetto Stato Islamico e degli altri gruppi islamisti del XXI secolo.
Tra i più citati ma meno noti “grandi codici dell’umanità”, il Corano occupa oggi un posto di rilievo in un confronto-scontro di civiltà nel quale prevale inesorabilmente l’aspetto mediatico e, quindi, semplicistico. Testo sacro per oltre un miliardo e mezzo di persone, il suo stile allusivo e frammentato può disorientare o scoraggiare anche i lettori più volonterosi; proporne una breve antologia aiuta dunque a sapere ciò che vi si afferma davvero su temi molto dibattuti e spinosi – come quello della violenza o della condizione femminile –, ciò che invece non vi compare – come la lapidazione e la circoncisione maschile – e ciò di cui non ci si aspetterebbe la presenza ma c’è – come l’enfasi sul tema della pace e del perdono, sulla gentilezza e la benevolenza. Il volume accompagna quindi in un viaggio alla scoperta di un messaggio che risuona da oltre quattordici secoli ma che, paradossalmente, resta in gran parte ancora da esplorare.
Come è possibile per un non musulmano avvicinarsi al testo sacro su cui si fonda l'islam orientandosi nella ricchezza dei suoi motivi senza dimenticarne però il principio fondamentale per cui esso è letteralmente "Parola di Dio"? Il volume offre un percorso di lettura della peculiare trama religiosa del Corano guidato, in primo luogo, dal testo stesso. Dalla fisionomia della creazione al significato della volontà umana, dalla funzione profetica alla natura del potere, dalla questione del jihàd alla condizione femminile: attraverso ampi e continui riferimenti testuali l'autrice si sofferma su nuclei tematici definiti, per favorire anche chi non abbia alcuna familiari-tà con la complessa struttura compositiva del Corano. L'auspicio è far emergere le differenze fra i tre monoteismi abramitici - giudaismo, cristianesimo e islam - contribuendo in pari tempo al dialogo interreligioso che, per essere fecondo e condiviso, non può non riconoscere la centralità dell'uomo come soggetto storico e l'istanza di ogni fede a sentirsi portatrice di verità.
Ludovico Marracci, membro dell'Ordine dei chierici regolari della Madre di Dio, fu una personalità centrale del Seicento italiano: per più di quarant'anni tenne la cattedra di Lingua araba alla Sapienza di Roma; alle sue competenze linguistiche si devono infatti la traduzione in latino del Corano e la Biblia Sacra Arabica. Fu autore di numerose opere di carattere scientifico e divulgativo, oltre ad essere stato confessore di papa Innocenzo XI Odescalchi e ad aver ricoperto numerose cariche curiali nelle più importanti congregazioni romane. Il volume ricostruisce le numerose sfaccettature di questo erudito lucchese. In particolare, i diversi contributi cercano di mettere in evidenza come, nel clima di grande spinta missionaria e controversistico tipico del Seicento, si siano creati quei presupposti per lo studio e la comprensione delle altre religioni - elementi basilari per il dialogo e la pace fra i popoli - di cui Ludovico Marracci fu un acutissimo interprete.
La novità del libro consiste nel descrivere in cinque capitoli, quanti i pilastri dell'Islam, la religione maggioritaria della Turchia, paese candidato a membro dell'Unione Europea. Conoscere l'Islam turco significa addentrarsi nei meandri dei gruppi sorti sulle spoglie degli antichi ordini sufi, che svolsero un ruolo fondamentale nell'Impero ottomano e sono ancor oggi attivi, sebbene in forma semiclandestina. Sospesa tra Europa e Asia e percorsa da intensi dibattiti, la Repubblica di Turchia ricerca delicati equilibri tra laicità e tradizione religiosa, tra democrazia e Islam, tra culto islamico ufficiale e dinamica spirituale sufi, tra religione e postmodernità.
Prima di essere un libro, il Corano è stato un insieme di messaggi trasmessi da Muhammad. Ma come sono divenuti un libro? A questa domanda, oggi viene normalmente data una risposta semplice: sotto il califfo 'Uthmân (r. 644-656), raccogliendo tutti questi messaggi, è stato composto un libro che ha acquisito lo statuto di Rivelazione. Eppure, gli storiografi musulmani dei primi secoli suggeriscono che la redazione del testo coranico conobbe una storia ben più complessa, che si concluse solo nel X secolo. In questo libro Alfred-Louis de Prémare affronta le origini del Corano alla luce dei metodi propri all'attuale ricerca sulla letteratura religiosa.
Il volume presenta un panorama storico del mondo musulmano dall'avvento dell'Islam (VII secolo) ad oggi, nelle sue diverse espressioni, da quelle dei paesi arabi a quelle africane e dell'Asia sud-orientale. L'oggetto privilegiato dell'analisi sono le società e i popoli che nell'Islam hanno trovato o cercano l'elemento fondante della loro identità etnico-politica o culturale, all'interno di contesti diversi sul piano geo-economico e politico. Attraverso una rivisitazione delle parti più "ideologiche" del testo, in questa nuova edizione (che copre gli eventi fino al febbraio 2013) viene esaminato l'impatto, a livello globale, dell'attentato alle Torri Gemelle e ancor più delle vicende che hanno connotato l'inizio del XXI secolo, fino alle cosiddette "primavere arabe": un tentativo insomma di fornire validi elementi di riflessione a chi studia o semplicemente vuole comprendere meglio il mondo musulmano.
Come ha fatto l'Islam ad emergere dall'oscurità dell'Arabia del VII secolo fino a raggiungere la ribalta mediatica del XXI? Perché le società musulmane e quelle occidentali siedono spesso agli estremi opposti del tavolo delle trattative? In questo breve saggio, Adam J. Silverstein ripercorre la nascita e l'espansione dell'Islam, mostrando come quella che era originariamente una ristretta e circoscritta comunità di credenti abbia dato vita a una religione con oltre un miliardo di fedeli in tutto il mondo e analizza il ruolo che la storia dell'Islam svolge sia nel contesto religioso che in quello politico, soffermandosi sulle controversie che ne accompagnano lo studio e sull'importanza che questa storia riveste tanto per i musulmani quanto per i non musulmani.
Nella lunga e complessa trama storica delle tradizioni costituzionali è determinante l'incontro con le tradizioni religiose. Se è noto il percorso che, durante duemila anni, si è sviluppato fra cristianesimo, nelle sue varie denominazioni, e costituzionalismo occidentale, sicuramente meno conosciuta, se non attraverso stereotipi che contribuiscono a renderla oscura, è la storia che si impone da quasi 1400 anni nel contesto culturale islamico. Il volume, che apre la Serie "Religioni e Costituzioni", mette in luce come in realtà i due itinerari si siano intrecciati in modo complesso, con accelerazioni e ritorni, contrasti ma anche reciproche influenze: essi si sono affermati attraverso una storia reale, primariamente ed eminentemente relazionale. Ripercorrerli, nella prospettiva di creare ponti, può portare a scoperte e a sorprendenti analogie che, superando antichi e duraturi stereotipi, possono favorire il dialogo fra queste due grandi aree geopolitiche.
"Il Tutto, dunque, in rapporto alla Causa prima è un instaurato e l'atto con cui è fatto esistere quel che esiste a partire dalla Causa prima non è certo tale da permettere all'inesistenza di avere potere sulle sostanze delle cose. Esso è invece un far esistere che, in ciò di cui si predica l'eternità, rende impossibile l'inesistenza in assoluto: questa è l'instaurazione assoluta e il far essere assoluto e non un certo far essere. E ogni cosa avviene a partire da quell'Uno e quell'Uno fa avvenire ogni cosa."