Reso famoso dalla trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, che aiutò moltissimi italiani a prendere il diploma di scuola elementare, il maestro Alberto Manzi (1924-1997) ha sfidato l'analfabetismo anche dall'altra parte dell'oceano. Partito alla metà degli anni Cinquanta per studiare le formiche della foresta amazzonica, l'autore di Orzowei e di molti altri libri per ragazzi era rimasto colpito dalle condizioni di vita dei nativos e per oltre due decenni si era recato in Sudamerica, dove, con l'aiuto dei missionari salesiani aveva insegnato agli indios e li aveva aiutati a costituire cooperative agricole e piccole attività imprenditoriali. Accusato dalle autorità di essere un «guevarista» collegato ai ribelli, era stato imprigionato, torturato e dichiarato «non gradito». Aveva tuttavia continuato a recarsi clandestinamente in America Latina sino al 1984. Tre anni dopo venne invitato a collaborare al Piano nazionale di alfabetizzazione dell'Argentina, in seguito adottato in tutto il Sudamerica e premiato dall'Unesco.
La solidarietà con le popolazioni oppresse, l'appoggio al condono del debito estero dei Paesi poveri e il dialogo interreligioso sono alcuni dei temi che la Teologia della missione elabora a partire da una nuova visione culturale e pastorale del compito evangelizzatore della Chiesa. Questo testo ripercorre la storia della teologia missionaria, dall'impostazione tradizionale al suo superamento, evidenziando le problematiche pastorali del triplice dialogo con le culture, i poveri e gli oppressi e le religioni. Il risultato è un'indagine composita e documentata su contesti, problemi e dibattiti delle diverse confessioni cristiane nell'ambito della Teologia della missione. Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Questa raccolta di saggi consente di ripercorrere l’itinerario che nell’arco di alcuni decenni ha contribuito a delineare una risposta emiliano-romagnola alla riflessione sul principio generatore della teologia dell’evangelizzazione.
Nata dall’intreccio tra la teologia trinitaria e l’ecclesiologia con il compito di mettere a tema la missione della Chiesa, questa disciplina appartiene alla teologia fondamentale perché è riflessione razionale sulla concreta esperienza evangelizzatrice e ha una struttura testimoniale che la assimila a una teologia spirituale con un solido fondamento ecclesiologico.
Queste caratterizzazioni teologiche si rivelano in definitiva complementari e rappresentano le tre istanze fondative di un unico progetto teologico, che risponde a diverse domande e che delinea «un pensiero aperto, cioè incompleto», secondo l’espressione della Veritatis gaudium. Quale cristologia e pneumatologia possono ispirare l’essere Chiesa in un tempo secolarizzato e pluralista? Quale processo di generazione della comunicazione evangelica può avvenire in un contesto in cui tutti parlano, ma pochi dialogano? Quale profilo spirituale deve assumere il vissuto cristiano per rinnovare lo statuto testimoniale della verità evangelica? Contributi di Paolo Boschini, MassimoCassani, Erio Castellucci, Gian Domenico Cova, Mario Fini, Jean-Paul Hernández, Enzo Lodi, Luciano Luppi, Ermenegildo Manicardi, Valentino Maraldi, Maurizio Marcheselli, Matteo Prodi, Davide Righi, Brunetto Salvarani, Bruno Secondin, Giorgio Sgubbi, Maurizio Tagliaferri.
Sommario
Introduzione. Teologia dell’evangelizzazione: il percorso compiuto a Bologna (1997-2017) (M. Marcheselli). I. TESTI FONDATIVI. 1. La teologia dell’evangelizzazione: traiettorie dalla nascita dello STAB all’oggi della FTER (E. Castellucci). 2. La Teologia dell’evangelizzazione a Bologna nel quadro della teologia post-conciliare. Un bilancio tra continuità e sviluppi (L. Luppi). II. AREA BIBLICA. 1. La Bibbia nell’evento dell’evangelizzazione (E. Manicardi). 2. Scrittura ed evangelizzazione: nodi emergenti (G.D. Cova). 3. Contributi biblici a una teologia dell’evangelizzazione (M. Marcheselli). III. ARE FILOSOFICA. 1. Tra vangelo e culture: la teologia dell’evangelizzazione come scienza della fede annunciata (P. Boschini). 2. Dire Dio nel mondo secolarizzato. Il vangelo nel tempo dell’inquietudine (P. Boschini). 3. La questione antropologica come luogo della verità teologica in un contesto plurale (P. Boschini). 4. Dall’Evangelii nuntiandi alla Fides et ratio. Evangelizzazione ed esercizio della ragione (G. Sgubbi). IV. AREA SISTEMATICA. 1. Lo spirito protagonista dell’evangelizzazione (V. Maraldi). 2. Ecclesiologia, cristologia ed evangelizzazione (E. Castellucci). 3. «Chiesa che evangelizza»: modelli ecclesiologici e pastorali (M. Fini). Pluralismo religioso ed evangelizzazione (B. Salvarani). V. AREA ETICA. 1. Evangelizzazione ed etica: appartenenza e autonomie (M. Cassani). 2. Segni di speranza nella storia: prospettive offerte dai recenti sinodi sulla famiglia (M. Cassani). 3. La nuova umanità alla luce della Laudato si’ (M. Prodi). VI. AREA LITURGICA. 1. Liturgia ed evangelizzazione (E. Lodi). 2. La liturgia luogo di coinvolgimento del sensibile nello Spirito e il suo ruolo nell’evangelizzazione (D. Righi). 3. Lo spazio sacro come kerygma e mistagogia (J.-P. Hernández). VII. AREA DI TEOLOGIA SPIRITUALE. 1. La spiritualità: tra inquietudini e nuove chances. Tracce di spiritualità laicale per l’evangelizzazione (B. Secondin). VIII. AREA STORICA. 1. Opere di storia dell’evangelizzazione (M. Tagliaferri). Elenco degli autori. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Maurizio Marcheselli è professore ordinario di Nuovo Testamento alla Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna e docente invitato al Pontificio Istituto Biblico. Tra le sue pubblicazioni recenti: Il denaro, l’amore e il cielo. Beni & ricchezze (San Lorenzo 2008) e Studi sul Vangelo di Giovanni. Testi, temi e contesto storico (Pontificio Istituto Biblico 2016). Con EDB ha pubblicato «Avete qualcosa da mangiare?». Un pasto, il Risorto, la comunità (2006) e ha curato diverse opere tra cui Evangelizzare nelle criticità dell’umano. Atti del Convegno annuale della Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna a cura del Dipartimento di Teologia dell’Evangelizzazione, 1-2 marzo 2016 (2017).
La Rivista di Teologia dell’Evangelizzazione è espressione del Dipartimento di Teologia dell'evangelizzazione della Facoltà Teologica dell'Emilia-Romagna. Propone, con cadenza semestrale, approfondimenti monografici di attualità, note di storia e teologia dell'evangelizzazione, interventi legati a iniziative accademiche e connessi ai corsi di studio previsti dalla FTER per il conseguimento della Licenza in Teologia dell'evangelizzazione e in Storia della Teologia, recensioni e segnalazioni librarie, firmate da docenti della Facoltà, collaboratori e studiosi. La rivista è un'agorà specifica per mettere a punto una nuova evangelizzazione, dedicata a chi studia e opera nei campi della pastorale e della teologia.
I processi e le strutture che hanno permesso, fino a qualche decennio fa, di comunicare il Vangelo paiono oggi sempre più inadatti a svolgere questa funzione. La trasmissione della fede da una generazione all’altra, su cui per secoli si è potuto quasi naturalmente contare, si sta velocemente interrompendo ed è sempre meno chiaro o condiviso che cosa si debba fare affinché il messaggio cristiano torni a essere tale per le donne e gli uomini che vivono in Europa.
A partire dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium un gruppo di teologi riflette sulla «conversione» che il testo di papa Francesco richiede a diversi livelli e in diverse direzioni, sul terreno pratico e, prima ancora, su quello della riflessione accademica. Nel quadro di una lettura che prende in esame la Chiesa e la teologia latino-americane e il contesto culturale europeo, l’indagine si focalizza su due grandi orizzonti di conversione - il volto di Dio e la realtà della Chiesa – che richiedono di trovare concretezza in più specifici e circoscritti terreni: il diritto canonico, la liturgia, la morale e la spiritualità.
Le catastrofi naturali verificatesi in Cina alla fine del Cinquecento avevano messo in dubbio la capacità dell'imperatore di garantire l'armonia tra cielo e terra e, per esteso, di regnare. Conoscere la data precisa di un'eclissi, perfezionare il calendario da seguire per officiare i riti e scorgere i segni premonitori di un movimento tellurico erano dunque bisogni primari. Con l'esigenza dell'imperatore di conoscere, prevedere e controllare i fenomeni naturali e celesti, segno della comunione speciale del sovrano con l'universo e garanzia di ordine e stabilità coincide con la necessità dei padri gesuiti di legittimare la propria presenza e il proprio operato in Cina.Il Trattato sui terremoti, scritto a Pechino nel 1626, dopo un grande sisma avvenuto nei pressi della capitale, contribuisce a dare risposte più scientifiche a un fenomeno che prima di allora veniva attribuito ai movimenti sotterranei di un drago delle acque o di una tartaruga. Il testo, qui tradotto dall'edizione conservata alla Biblioteca nazionale di Francia, rappresenta un documento di straordinario interesse anche per ricostruire la formazione poliedrica dei gesuiti e l'incontro tra Europa e Cina nel quadro delle conoscenze scientifiche e della sensibilità religiosa del Seicento.
Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina, compì un'impresa mai riuscita prima: impiantare la Chiesa tra gli eredi del Celeste Impero. Il libro, frutto della consultazione degli archivi della Santa Sede, offre un inedito spaccato storico sul ruolo fondamentale svolto in Oriente dal futuro cardinale italiano. Promotore e presidente del concilio plenario di Shanghai del 1924, portò i primi vescovi cinesi alla consacrazione a Roma nel 1926. Nei tre anni seguenti fondò la prima Congregazione religiosa maschile indigena, l'Azione Cattolica Cinese, due scuole di arte sacra cinese sull'onda della decolonizzazione religiosa e dell'inculturazione cristiana. Si prodigò inoltre per un accordo tra la Santa Sede e la Cina al fine di instaurare relazioni diplomatiche, realizzate nel 1946. Prefazione del card. Pietro Parolin. Presentazioni di mons. Savio Hon Tai Fai, mons. Giuseppe Pellegrini, fr. John Chia Khee Long.
L'esercito mongolo guidato da Ögödei, terzogenito di Gengis Khan, diede inizio all'invasione dell'Europa alla fine dell'anno 1236. Dopo aver devastato le popolazioni di Ungheria, Bulgaria, Russia e Ucraina, gli invasori erano penetrati nel territorio austriaco arrivando fino ai confini del Friuli. La conquista dell'intero continente, allora diviso in numerosi regni e indebolito dal contrasto tra papato e impero, si interruppe inaspettatamente alla fine del 1241 con la morte di Ögödei. Poco più di tre anni dopo, papa Innocenzo IV decise di inviare ai Tartari un'ambasciata di pacificazione e investì del compito il socievole e colto frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, uno dei primi seguaci di san Francesco. Accanto alla missione ufficiale, egli era incaricato di raccogliere il maggior numero di informazioni sul misterioso popolo dei mongoli e soprattutto sul segreto della sua forza militare. L'avventuroso viaggio via terra iniziò da Lione il 16 aprile 1245, ma solo alla fine dell'anno successivo il frate riuscì a consegnare la missiva del Papa al Gran Kahn. La missione del primo europeo a essere ricevuto nel cuore del potere tartaro terminò solo alla fine del 1247: oltre alla risposta negativa dei mongoli, frate Giovanni portò in Europa un prezioso resoconto sulla geografia, la storia, la civiltà e la vita quotidiana di un popolo bellicoso allora pressoché sconosciuto.
Le missioni organizzate dai gesuiti nei territori dell'impero portoghese nella seconda metà del '500 sollevano inedite questioni di carattere morale. Casi di coscienza e interrogativi sull'amministrazione dei sacramenti si inquadrano nel tentativo di stabilire un nuovo ordine in grado di replicare ai Tropici, anche con modalità aggressive e intransigenti, i principali caratteri delle società europee. Attorno al rito del battesimo si elaborano le teorie di legittimazione del colonialismo, al matrimonio si attribuisce il compito di integrare coloni e popolazioni locali, mentre la confessione si dimostra lo spazio privilegiato per colmare la distanza fra codici e norme dell'Europa cristiana e quelli di un mondo che si presenta all'espansionismo lusitano nella sua multiforme, sorprendente differenza.