Il prof. Bruno Caon, esperto di storia locale, dopo un lungo lavoro di ricerca fra gli archivi della curia padovana ha trovato un documento, una visitationes, del 1695 dell'allora vescovo di Padova Gregorio Barbarigo dalla quale si desumerebbe l'esistenza in detta chiesa di due tele attribuibili a Tiziano e bottega. In conclusione, dopo ampie comparazioni con altri lavori sicuramente eseguiti da Tiziano nelle chiese di altre città venete, il prof. Caon ritiene che le tele oggetto del suo studio, siano attribuibili proprio, con buone motivazioni stilistiche, alla bottega del Tiziano e sono la parte rimanente di un insieme, smembrato nel tempo, che era posto sull'altare maggiore, con la rappresentazione centrale di un Crocifisso.
L'autore Vittorio Boesso, farmacista di professione ma da sempre attento alle problematiche storico-sociali del suo territorio, ha composto uno studio approfondito sui Veneti antichi, sul Graticolato romano e la Centuriazione, sulle origini cristiane del Salese e del Miranese e particolarmente sul vecchio e glorioso fiume Muson, con la sua storia e importanza fin dai tempi dei romani. Ha inoltre sviluppato una ricerca sul Castello di Stigliano dal Medioevo fino ai giorni nostri.
Il romanzo narra le paure, le insicurezze, le fragilità, legate anche all'ipocondria, di una ragazza che, lasciata da poco l'adolescenza, si avventura nel mondo del lavoro e dell'amore. La protagonista vede nel suo nuovo lavoro da insegnante e nel giorno delle nozze, che sta aspettando con ansia, l'unico modo per affermarsi agli altri e per realizzare sé stessa, per fuggire una volta per tutte dai fantasmi della sua ipocondria. Conta i giorni che la separano dal lieto evento, celando le proprie insicurezze dietro una maschera di apparente felicità che la nasconde sempre più. Il matrimonio non si celebrerà mai; la ragazza avrà bisogno di un incidente serio e di una lunga convalescenza per riuscire a sconfiggere i mali immaginari che attanagliano la sua psiche e per rendersi conto che è inutile nascondersi da sé stessi e aggrapparsi agli altri per trovare la propria forza.
Nella terapia intensiva di rianimazione a cui è sottoposto, Marco perde momentaneamente la percezione del proprio corpo, per ritrovarla apparentemente dopo pochi istanti, grazie all'influsso di un'onda azzurra. Oltre che un viaggio del corpo è soprattutto un viaggio interiore, della mente e dell'anima.
Il filo rosso che unisce questa raccolta di poesie alla precedente "Fuori e dentro di me" continua ad essere quello del viaggio. Un insieme di tanti piccoli viaggi fatti con gli occhi, con il cuore e con la memoria, nello spazio e nella storia. Il linguaggio poetico di Nardello riesce ad esprimere con una sintesi unica e musicalmente efficace, concetti ed emozioni profonde e durature. Conclude il libro una piccola testimonianza poetica di due scrittori locali: Romano Olivetto ed Edoardo Stocco.
Oltre a notizie dettagliate sulla vita del giovane seminarista Rolando Rivi, il volume contiene una lunga serie di testimonianze sul carattere, sul comportamento, sugli ideali, sulla spiritualità del giovane e sui vari episodi che ne hanno caratterizzato la breve esistenza; e soprattutto sulle assurde dolorose circostanze che hanno provocato la sua tragica fine. L'autore ha inoltre evidenziato l'imprevedibile risonanza che la figura di Rolando ha suscitato dopo la sua morte, l'accorrere di tante persone che si sono affidate alla sua intercessione e ancora i convegni organizzati per approfondirne l'intensa spiritualità.
In questo libro l'Autore ha voluto riprendere soltanto l'essenziale delle vicende partigiane del Comandante Masaccio- Primo Visentin-, soffermandosi a scegliere tra le numerosissime 'carte' dello stesso contenenti brani e frammenti fortunosamente ritrovati e diligentemente conservati, relativi alla sua vita privata.
Nel libro un giovane veneto del nostro tempo alle prese con problemi di salute. E alle prese con le cose del mondo, naturali e soprannaturali: il dolore, inspiegabile prodigio, la grazia divina, manifestatasi attraverso intercessioni eccezionali: la Vergine Maria, San Pio da Pietrelcina.
Una storia di non ordinaria quotidianità raccontata in presa diretta dal protagonista: senza enfasi, senza magniloquenza; si direbbe quasi "alla francescana", cioè in maniera semplice e scorrevole.
Non diversamente, peraltro, poteva essere raccontata quella esperienza pastorale non limitata a quell'evento particolare dell'operazione neurochirurgia, perché c'è stato un "seguito"…che continua, all'insegna di una domanda che dal protagonista si dilata e può riguardare ciascuno di noi: che cosa vuole il Signore da me?
Con un racconto romanzato e un saggio che permette al lettore di distinguere fra fantasia e fonti documentali l'Autore traccia un ritratto dell'apostolo del dubbio "che, fra i Dodici, ha un ruolo di spicco soltanto nel Vangelo di Giovanni".
Sconfinando in testi apocrifi, tradizioni, leggende, ipotesi e commenti di biblisti illustri, l'autore cerca di rispondere a domande come queste: Giuda fu il nome di Tommaso? Perché è tanto importante il vangelo gnostico? Il romanzo delle sue reliquie è limitato a Ortona e Chennai (Madras)? Perché Giacomo "fratello di Gesù2? Arrivò in India via mare o attraverso il Tibet?
L'autore Roberto Nardello ambienta questo suo romanzo storico nel periodo 1943-1945 che ha come scenario principale la realtà tragica dei lager nazisti. Il personaggio centrale è Candido, un giovanotto di un paesetto del padovano, che parte per la naia nel mese di luglio 1943. È l'ultima leva ad essere chiamata alle armi: quella del 1924. Il giovane era convinto di non esser obbligato a presentarsi perché pensava che la guerra fosse nella fase finale, invece anche lui, diciannovenne, riceve la cartolina di precetto. Quando l'Italia firma l'armistizio con gli angloamericani egli si trova ancora nella fase di addestramento iniziale. Dopo l'8 settembre parte dalla caserma di Udine, prigioniero passato alle armi, in una tradotta diretta in Germania. È uno dei tanti internati militari italiani deportati nelle migliaia di campi di concentramento nazisti. Dopo un lungo ed avventuroso viaggio, condannato ai lavori forzati, varca i cancelli del lager Dora-Mittelbau. Inizia così un calvario di sofferenza e di dolore accanto ai suoi amici commilitoni più cari. Ed è proprio qui che si consuma il dramma.