Nell'itinerario narrativo di Nagib Mahfuz, "Il ladro e i cani" segna l'affrancamento da alcune proposizioni del realismo e la ricerca di uno stile in cui confluiscano quotidianità e trascendenza, come segni esemplari del mondo concreto e del mondo fantastico. Nelle vicende di un ladro che, attraverso la vendetta, insegue un'improbabile giustizia per il tradimento degli ideali giovanili, si celebra infatti la rappresentazione allegorica di una concezione tragicamente catartica dell'esistenza. Le pagine del romanzo si affollano allora di personaggi identificanti le trascorse esperienze del protagonista e il rispecchiamento di questi in una mutevole realtà che sempre lo relega in quella dimensione dove verità e menzogna coincidono annullando sia i miti del passato sia le speranze nel futuro. Il saggio, il poliziotto, l'amico importante, la prostituta, l'oste, la moglie, il rivale e la figlia che lo rifiuta, costituiscono per Sadi Mahran un travagliato presente ossessivamente segnato dall'imperativo della rivalsa: un mondo fitto di viuzze, palmizi, taverne, periferie desolate, contrafforti sabbiosi e cimiteri prospicienti il deserto, in cui solamente il ricordo può guidarlo, dopo un cammino scandito da morti innocenti, all'appuntamento con il proprio destino. Infine il pensiero di Sadi Mahran si aggruma intorno all'idea di un'entità superiore, di cui la morte personifica l'araldo...
Senza mai chetarsi, ora infuriata ora implacabile, la voce delle onde ci accompagna durante tutta la lettura di questo romanzo. Si tratta di una storia d'amore che sulla sponda del mare nasce e si sviluppa, raggiungendo apici di toccante e poetica spontaneità e semplicità. La vita, fatta di coraggio e di sacrificio, di un povero villaggio di pescatori giapponesi è lo sfondo per le uscite sul mare in tempesta, la pesca delle perle e i convegni d'amore di due giovani protagonisti, Shinji e Hatsue, su al tempio di Yashiro, che dall'alto del monte domina l'Isola del canto - Uta-jima - come armoniosamente la chiamano i suoi abitanti.
Le lettere sono altrettanto fondamentali delle opere creative di un poeta che visse appena il tempo di scrivere cinque tra le più grandi odi che la nostra tradizione conosca. Non sono state soltanto la registrazione - dal tono modesto, colloquiale, spesso affrettato dall'abbandono - del dialogo che Keats intrattenne fra il 1817 e il 1820. Sono più segretamente, e a un più devoto sguardo, la testimonianza esemplare di una meditazione sulla poesia cui la vita di Keats interamente si dona. Nell'accelerazione di un precoce destino, Keats non conosce serene distinzioni tra la vita e l'opera, sì che scrivere la vita e vivere la poesia in lui sono, singolarmente, 'la stessa cosa'. Prefazione di Antonio Prete.
"Se è vero che nella vita Verlaine coltivò l'illusione della totalità nell'amore e nella fede religiosa, tutt'altra cosa è 'Romanze senza parole', dove l'immedesimazione nella natura e la ricerca di un'armonia tra soggettività e alterità non porta mai a negare la crisi, la pena, la finitudine. Dunque un'immedesimazione cercata non per identificarsi, ma per perdersi. Così in queste raccolte di poesie si può scorgere l'animazione della natura, che si esprime con tanti lievi segni, e che ripropone questa alternanza di appropriazione ed esclusione, di appartenenza ed estraneità." (Dall'Introduzione di Cesare Viviani)
Per Polleke non è facile accettare la perdita del nonno. Qualcuno le dice che il nonno continua a vivere in lei, qualcuno che lui la guarda sempre dal cielo e qualcuno che si è reincarnato in un altro essere vivente. E c'è chi, come la sua amica messicana, tratta il defunto come se fosse ancora vivo e insiste nel dire che non è rispettoso andare a trovarlo al cimitero senza portargli niente da bere e da mangiare: così le ragazzine vengono sorprese da due benpensanti mentre annaffiano di grappa la tomba. Tina e il maestro sono ormai sposati (ma i loro vivaci scambi di opinione non sono certo finiti), Spik ha finalmente trovato la sua strada e Mimun ha regalato a Polleke un bellissimo fazzoletto marocchino, scelto con l'aiuto della mamma. Nel frattempo un'altra estate è passata, Polleke ha compiuto tredici anni e il gruppo di amici si divide... Età di lettura: da 9 anni.
I dieci racconti che compongono questa raccolta sono una sintesi perfetta del percorso narrativo, politico ed esistenziale di Nadine Gordimer, una donna che ha avuto una profonda influenza sul proprio paese e una scrittrice che è stata capace di essere sensuale oltre che politica. L'eredità coloniale, il rapporto fra razze diverse, le ingiustizie sociali, le relazioni umane, l'amore nelle sue molteplici sfaccettature, la morte e l'aldilà sono i temi che affronta con uno sguardo aperto, interrogativo, a tratti ironico sulla natura della vita umana. Il tutto senza nascondere al lettore il privilegio di cui gode: la scrittura come mezzo per rendere reale l'immaginazione. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, l'oceano si ritira in seguito a un forte terremoto, rivelando così gli oggetti più svariati e la cupidigia dei sopravvissuti. "Come da protocollo" è la storia dell'idealismo di un burocrate, dei fantasmi della storia coloniale, e di una relazione d'amore che finisce in modo sorprendente. "La miniera di diamanti" è un esempio della sensualità del linguaggio nella Gordimer. E in "Karma" l'immaginazione dell'autrice si scatena: in una serie di reincarnazioni, un narratore ormai incorporeo ci mostra come il passato continui a influenzare il presente.
Sasa Belov e Kevin Joyce. Due ragazzi all'inseguimento di un sogno: vincere la medaglia d'oro del basket alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Uno si è allenato all'ombra della colossale statua della Grande Madre Russia a Stalingrado, l'altro sui campetti di cemento tra i grattacieli di New York. Due squadre. Due mondi contrapposti. Due culture. Quando arrivano allo scontro conclusivo, Usa-Urss non sarà solo una partita memorabile, sarà per sempre legata ai tre secondi più leggendari, contraddittori e ingarbugliati della storia dello sport. Ma Monaco '72 è anche la scena di una strage spaventosa: undici atleti israeliani cadono sotto l'attacco terroristico di Settembre Nero. Un lutto che dev'essere riassorbito in fretta, proprio per fare spazio alla sfida tra le due superpotenze. Molti anni dopo, inchiodato davanti alla replica notturna di quei quaranta minuti, inghiottito dal rivoltarsi continuo dei vinti in vincitori e dei vincitori in vinti, il narratore viene sbalzato in un mondo che non esiste più, riportato alle estati della sua infanzia nel campetto di pallacanestro di Cisternino, quando sognava di salire un giorno sul podio olimpico. Insieme a lui, stiamo con Kevin Joyce e Sasa Belov in una partita che incolla alla pagina fino a quei controversi tre secondi finali.
Ogni giorno i genitori si trovano a fare i conti con situazioni potenzialmente conflittuali che coinvolgono loro stessi e i propri figli e che cambiano man mano che i figli crescono: dalla suddivisione delle faccende domestiche al tempo da dedicare a televisione, computer e videogame, dall'uso delle parolacce agli scatti di rabbia o di insofferenza. Per non parlare poi degli infiniti litigi tra fratelli. In questo libro di facile lettura, ricco di esempi e consigli concreti, sarà facile riportare la calma in famiglia, comunicare con i figli in età scolare e adolescenziale e dare loro le competenze sociali di cui avranno bisogno da adulti per avere relazioni sane e gratificanti. I motivi di discussione con i figli sono all'ordine del giorno. Quale genitore può dire il contrario? La vera sfida, però, è come affrontarli per trasformarli in occasioni di crescita per i figli e perché le relazioni familiari ne escano rinsaldate anziché minate. Rita Steininger insegna ai genitori a creare all'interno della famiglia un terreno fertile per favorire il rispetto reciproco tra i membri della famiglia, senza ricorrere a grida e punizioni per risolvere problemi gestibili, al contrario, con calma e competenza.
Dopo il sangue sparso il 13 novembre a Parigi, tutta l'Europa si sente sotto attacco. E dopo le decapitazioni dei prigionieri, la pulizia etnico-religiosa nelle zone occupate dell'Iraq e la proclamazione di un Califfato, fatti che sembravano distanti da noi, l'Isis è diventata una minaccia concreta e vicina. Ma chi sono questi terroristi, da dove vengono, come hanno fatto a diventare così potenti, e fin dove possono arrivare? Dimenticate i talebani, che tenevano l'Afghanistan nel Medioevo. Dimenticate al Qaeda, che aleggiava senza una vera e propria potenza militare, capace solo di colpi isolati, di scarso valore geopolitico. Questa nuova minaccia ha puntato fin dall'inizio a un obiettivo ambizioso e terribile: far nascere dalle ceneri dei conflitti mediorientali non un nuovo gruppo terroristico, ma un vero e proprio stato con un suo territorio, una sua economia, una sua enorme forza di attrazione per i musulmani fondamentalisti di tutto il mondo. Loretta Napoleoni è stata la prima, nel novembre del 2014, a spiegare al pubblico le origini e le caratteristiche dell'Isis. Le sue diagnosi e le sue previsioni si sono puntualmente dimostrate accurate. In questa nuova edizione, le approfondisce e le aggiorna agli ultimi, terribili, avvenimenti.
Con questo libro Osho apre la trilogia Unio Mystica, di cui sono già stati pubblicati "Scolpire l'immenso" e "Il velo impalpabile". La trilogia raccoglie i commenti di Osho a "Il giardino cintato della verità", opera del mistico sufi Hakim Sanai e classico del sufismo. La vicenda di Hakim Sanai, un poeta di corte vissuto nel XII secolo inizia come un romanzo storico: Sanai, al seguito del sultano persiano e del suo esercito, è in viaggio alla conquista dell'India. A un certo punto, passando nei pressi di un giardino, una musica eterea e un canto sublime li obbligano a fermarsi. Incontrano così un mistico sufi, noto come un ubriacone: Lai-Kur, di fatto un illuminato. Quell'incontro trasforma Sanai: una trasmissione immediata della fiamma della consapevolezza lo risveglia e lo spinge ad abbandonare il sultano e a viaggiare in solitudine, per assorbire quell'"avvento". Il frutto di quella elaborazione fu il poema di cui Osho commenta alcuni brani in queste pagine: l'Hadiqa, "Il giardino cintato della verità". Così Osho apre il suo commento: "Libri come questi non vengono scritti, nascono; non sono costruiti nella mente, dalla mente; vengono dall'aldilà. Sono un dono. Nascono misteriosamente, nello stesso modo in cui nasce un bambino o un uccello, oppure una rosa. Vengono a noi, sono doni". E come un dono, dal nulla scaturiscono le parole di Osho, che risvegliano la visione tra le righe, dimensione in cui Sanai si immerse nove secoli fa, permettendo anche a noi di risvegliarci.
La psichiatria è disciplina medica che si occupa della diagnosi, della comprensione e delle strategie terapeutiche necessarie per avvicinare ciò che convenzionalmente chiamiamo "disturbo psichico". Ma essa non può sfuggire a certe scelte etiche che richiamano i grandi temi del senso della vita, della libertà, della responsabilità verso le esistenze deboli ed emarginate. La psichiatria ha a che fare soprattutto con la cura, ma la cura non può essere soltanto farmacologica: è anche psicologica e sociale e dipende soprattutto dalla capacità di ascoltare, per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci e i silenzi della propria anima, anche quando ci si trova persi nelle pieghe più profonde della sofferenza psichica. Questo libro affronta il grande tema della psicopatologia e della sua modernità. Descrive alcune fondamentali condizioni psicopatologiche e le loro strutture portanti mettendo in luce come, tra gli aspetti cruciali della sofferenza mentale, vi siano i modi soggettivi di essere nell'angoscia e nella tristezza, nella disperazione e nella dissociazione, nell'ossessività e nell'euforia, vale a dire i vissuti emozionali di ogni esperienza neurotica o psicotica.
Quanto influisce il "capitalismo flessibile" sulle concrete esperienze di vita delle persone? Flessibilità, mobilità, rischio sono le nuove categorie di vita contemporanee. Finisce l'assistenzialismo, la burocrazia si riduce, l'economia si fa più dinamica e spregiudicata, e la vita personale ne risente. Non esistono più stabilità e fedeltà all'azienda, forza del vecchio capitalismo; ora valgono incertezza, perenne innovazione e maggiori, seppur diverse, forme di potere e controllo e diseguaglianze. Tutto questo ha conseguenze importanti nell'autostima dei lavoratori: il senso di fallimento per l'incapacità di rispondere adeguatamente alle nuove sfide erode progressivamente l'integrità dell'io. Si manifesta una sempre crescente distorsione del carattere, i cui requisiti di stabilità, durata e permanenza sono in contrasto con la dinamicità, frammentarietà e mutevolezza del capitalismo flessibile. Lo si vede nei casi, narrati da Sennett, di Rico, figlio "arrivato" di immigrati italiani negli Stati Uniti, o di Rose, un'intelligente e insoddisfatta imprenditrice di mezza età... O dei fornai di un'ipertecnologica panetteria di Boston. E di molti altri come loro, protagonisti di questo drammatico affresco delle micro-realtà quotidiane che sono il prodotto del nuovo capitalismo.