Chiunque potrebbe chiedersi: "La mia vita gira a vuoto o è in evoluzione verso una condizione liberata, nonostante le fatiche e le sofferenze?". Può capitare di essere prigionieri di quell'ignoranza esistenziale che non riguarda tanto il non sapere quanto il non aver mai scoperto, finora, un altro modo di esistere. Eppure in ognuno ci sono tre forze che premono perché sia possibile raggiungere una forma di vita buona: il bisogno, il desiderio e la libertà. In questo libro si segue anzitutto il dinamismo tipico di tali forze. Poi si cerca di comprendere come la loro interazione possa promuovere sia la coscienza di se stessi che la trasformazione dell'esistenza, liberandola il più possibile da quanto la opprime. Gandhi parlava della sua straordinaria esperienza biografica come di una serie di "esperimenti con la verità". Ma essi non possono darsi per nessuno senza gli "esperimenti" con la propria libertà. Non sono esperimenti da laboratorio, sono i passaggi di un cammino di esperienze e riflessioni vissute dalla persona per giungere a scoprire che cosa significhi diventare davvero liberi. Il libro indica alcune svolte essenziali per uscire dalla rassegnazione e dalla dispersione, mostrando la soglia d'accesso che ci toglie dalla prigionia del vivere solo per se stessi. Ci si trova allora in una vita dedicata e condivisa, che dà riscontro concreto all'universale aspirazione umana alla felicità.
Il volume tratteggia un disegno filosofico-educativo coagulato intorno ad alcune tematiche di ampio spessore pedagogico, quali il dialogo, la poetica, la morale dell’essere, la crescita dell’animus e la partecipazione. Coerenti con la riflessione di Edda Ducci, queste tematiche sono tenute insieme dal filo del filosofare, inteso come mezzo, o meglio, come cuore che pulsa e sempre rinnova l’oggetto della filosofia dell’educazione.
Presentazione del volume
I cinque saggi riportati in questo libro punteggiano un disegno filosofico-educativo coagulato intorno ad alcune tematiche di ampio spessore pedagogico, quali il dialogo, la poetica, la morale dell'essere, la crescita dell'animus e la partecipazione. Capaci di non cedere al fascino dell'immediatezza in cui il sapere pedagogico spesse volte trova il suo approdo, questi temi, intesi nella loro profonda umanità, potrebbero aiutare a comprendere quelle direzioni tese a un'azione educativa portatrice di fondanti valori etici. I pensatori a cui gli autori dei saggi si appoggiano per analizzare le singole tematiche hanno vissuto ed esperito l'uomo nella sua totalità: Platone, maestro insuperabile del dialogo, analizzato attraverso il suo Protagora, per scrutare la comprensione di un agire comunicativo fatto di indagine e di premesse, categorie essenziali per un dialogo educativo vero e autentico; Tommaso d'Aquino, interpretato attraverso il suo De Magistro, per cogliere gli strumenti del conoscere e insieme tentare di comprendere nell'educativo la necessità di una profonda riflessione tra poesia e pratica filosofica; Dhuoda, madre di un figlio lontano, letta attraverso il suo Liber Manualis, per indirizzare alla formazione di una coscienza personale portatrice di momenti paidetici essenziali quali l'umiltà, la volontà e la relazione; Seneca, autore senza età, per stimolare una desiderosa conoscenza di sé, per risvegliare un autentico interesse per l'educativo, per motivare a una professione responsabile e delicata quale quella dell'insegnante; Ebner, dialogista tra i più importanti del nostro tempo, per far comprendere, attraverso un'azione educativa partecipata, il confine tra natura e storia dell'uomo in cui lo spirito, tramite una comunicazione fatta non di suoni ma di parola, esprime pienamente ciò che rende umano l'uomo. Coerenti con la riflessione della filosofa dell'educazione Edda Ducci (1929-2007), queste direzioni sono tenute insieme dal filo del filosofare, inteso come mezzo, o meglio, come cuore che pulsa e sempre rinnova l'oggetto della filosofia dell'educazione.
Scritti di: Fiamma Albanesi, Stefano Bacchetta, Cosimo Costa, Barbara Minelli, Valeria Muti.
Cosimo Costa è ricercatore di Pedagogia generale e Filosofia dell'educazione presso la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma. Per l'editore Anicia ha curato Per una filosofia dell'educazione. La riflessione di Edda Ducci attraverso i suoi scritti (2015); Sulla natura dell'essere. Le origini di una filosofia dell'educazione (2016).
Indice
Carmela Di Agresti, Presentazione
Fiamma Albanesi, Il dialogo nell'agire educativo. Annotazioni su un dialogo platonico
(Dia-logos ed esistere; Dialogo o chiacchiera?; Il dialogo: cuore pulsante della realtà-uomo; Le categorie dell'incontro; Il percorso dialettico; Bibliografia)
Stefano Bacchetta, Filosofare con i bambini. Dal De magistro di Tommaso d'Aquino indicazioni per un'educazione poetica
(Introduzione; Chi può insegnare? Una risposta dal De magistro; Gli strumenti e i signa; Filosofia e poesia. Quando insegni al bambino il nome dell'uccello, il bambino non vede più l'uccello; Poesia come signum e strumento; La Poesia nella dinamica tra inventio e disciplina; Riflessioni; Quale filosofia con i bambini? Quale poesia?; Conclusioni; Bibliografia)
Cosimo Costa, Sulla formazione morale dell'essere. Spunti di riflessione dal Liber Manualis di Dhuoda
(Circa l'educazione morale; Dhuoda: anima "turbata dai molti affanni; La condizione dell'umiltà; Il motivo della volontà; L'etica della relazione; Conclusioni; Bibliografia)
Barbara Minellim Attendere all'umano (Attendas ad totum hominem)
(Filosofare sull'educativo; Inquietare; La proposta di Seneca; Seneca e lo Stoicismo; L'educazione dell'animo; Bibliografia)
Valeria Muti, La parola tra l'Io e il Tu in Ferdinand Ebner. Prossimità o partecipazione?
(La muraglia cinese; L'Io e il Tu; Dalla prossimità alla partecipazione; Bibliografia).
La fiducia genera futuro, amplia la realtà, trasforma l'inevitabile in imprevedibile, dà credito a una possibilità, è condizione di un bene condiviso.
Ma oggi vive sotto l'assedio del rischio, della paura, del sospetto e fatica a spalancare finestre sull'avvenire, sospesa tra accuse di ingenuità o di neutralità.
Una deriva senza uscita?
Un saggio a più mani, una piccola spilla per poter riannodare i legami, per investire ripartendo dalla fiducia.
Nel testo, frutto di un investimento convinto nel dialogo interdisciplinare, competenze ed esperienze sociologiche, economiche, giuridiche e filosofiche convergono nella costruzione di ragioni di speranza; così le voci di Baldassare Pastore, Monica Martinelli, Stefano e Vera Zamagni s'incontrano per aiutare a tessere reti di convivenza, responsabilità e apertura generativa verso il futuro attraverso quella corda invisibile e intangibile che è la fiducia.
Essenza e forme della simpatia (1923) di Max Scheler, proposto al lettore italiano in una nuova traduzione, è un testo centrale del pensiero fenomenologico, il cui influsso sul pensiero del '900 è rimasto in gran parte nell'ombra. Si tratta di un'opera che invita alla riscoperta dell'innovativo approccio scheleriano a questioni filosofiche e scientifiche oggi di stringente attualità. La simpatia, considerata fin dal '700 un "sentimento morale" e identificata con la compassione, quindi assurta con Darwin a origine della socialità umana e della morale, viene analizzata in maniera opposta alla tradizione. Per Scheler essa rappresenta uno dei nodi cruciali e oltremodo articolati dell'esperienza: infatti si costituisce attraverso l'apertura al mondo e ai suoi significati (natura, altri esseri umani, Dio), con un movimento di superamento dei confini dell'io e di ricezione, risposta, partecipazione e condivisione di ciò che è altro. La simpatia diventa così l'accesso primario al mondo, alle persone e alle cose. Il libro ne offre analisi ampie e differenziate che anticipano l'interesse, oggi molto vivo in ambito filosofico, nonché in importanti settori delle scienze cognitive, per le premesse intersoggettive del linguaggio e della conoscenza.
"Sviluppo sostenibile": è una formula in cui il sostantivo e l'aggettivo sono in lotta tra loro. Lo sviluppo infatti è inteso come figlio di una crescita illimitata, la quale però diventa sostenibile solo se viene limitata per rispettare i vincoli posti dalla natura. La contraddizione tra economia ed ecologia resta irrisolta. Per sciogliere il nodo non bastano rimedi tecnici, occorre che siano ripensati il modello di economia e la forma della convivenza sociale. In tale ottica questo libro propone un'idea integrale di sostenibilità e la correla con quella di democrazia.
Si delinea così il progetto di una società sostenibile, che è tale quando il suo ordinamento non offende la natura e non stravolge gli esseri umani. Per giungere a questa meta è imprescindibile l'impegno a costruire un'economia differente, concepita non più secondo il paradigma della produzione e del consumo in vista dell'accumulazione di capitale, bensì secondo il paradigma della cura del bene comune. Un'economia è davvero sostenibile quando sostiene equamente l'umanità intera e tutela gli equilibri naturali. La sostenibilità integrale riunisce il versante ambientale e quello antropologico, il quale si attua allestendo condizioni di vita che non disumanizzano persone e comunità.
Il percorso del testo si apre evidenziando come l'economia vigente risulti insostenibile non solo sul piano ecologico, ma già agli occhi del giudizio etico. Ciò chiarisce quanto sia miope ostinarsi a riformare il sistema per farlo "ripartire", mantenendone intatti i presupposti. Invece esso va superato portando alla luce un'economia che sia espressione fedele della democrazia. Qui non si tratta solo della forma di governo, ma della forma di società. Una società è realmente democratica se la dignità delle persone e il bene comune vengono rispettati. Solo una simile forma di convivenza potrà integrare sostenibilità ambientale e sostenibilità antropologica. La vera alternativa alla tendenza oggi prevalente - la mercatizzazione che soffoca tutto sotto il predominio del denaro - è la democratizzazione. Essa costituisce quel processo di trasformazione storica che assume la dignità umana, il bene comune e l'armonia con la natura come principi capaci di ispirare logiche organizzative e regole specifiche per un'economia che non faccia vittime.
Roberto Mancini è ordinario di Filosofia teoretica all'Università di Macerata. Inoltre insegna Economia Umana e Sviluppo sostenibile nell'Accademia di Architettura dell'Università della Svizzera Italiana a Mendrisio. È autore di numerosi volumi ed è editorialista della rivista Altreconomia.
Nel volume viene progressivamente messa in luce quella che per Husserl è la nostra paradossale qualità primordiale: l'intangibilità che sta al fondo di ogni essere personale come condizione essenziale di ogni relazione intersoggettiva. Ma l'inaccessibilità della sfera intima altrui rivela allo stesso tempo anche una trascendenza incolmabile che non potrà mai avere, a differenza della percezione della cosa, una piena soddisfazione. Questo lavoro mostra come lo sviluppo analitico di tale paradosso avvicini quasi inevitabilmente la posizione husserliana con l.etica di Levinas, dove l'esistenza individuale si rivela però, a differenza di Husserl, profondamente segnata dalla condizione di ostaggio della trascendenza assoluta. L'esistenza in ostaggio è il segno ineluttabile della perdita della misura individuale rispetto ad ogni vincolo comunitario. Ritornare a Husserl, senza eludere il peso dell'attuale frammentazione sociale, significa riprendere sino in fondo il senso liberale della sua fenomenologia, un senso sociale positivo che emerge dall'analisi e dalla descrizione dell'empatia, modalità necessaria dell'esperienza dell'altro in base a cui può essere riconosciuto il significato concreto della collettività: quello di una comunità formata dalla pluralità di irriducibili individualità personali.
"La cultura filosofica italiana dal 1945 al 2000 attraverso le riviste" è il tema del convegno di studi organizzato a Palermo nel novembre del 2005, i cui Atti sono stati pubblicati nel 2006 con il titolo "La cultura filosofica italiana attraverso le riviste. 1945-2000". Così come preannunciato nella nota introduttiva di quel volume, puntualmente, a distanza di meno di due anni (nell'aprile del 2008), è stato organizzato un secondo convegno, rivolto alla ricostruzione storica della filosofia italiana della seconda metà del secolo XX, attraverso la rilettura delle riviste filosofiche edite nel nostro paese. Questi due convegni si legano agli altri organizzati nel maggio 2001 (Le avanguardie della filosofia italiana nel XX secolo), nell'ottobre 2002 (Giovanni Gentile. La filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo) e nel marzo 2004 (Idealismo e anti-idealismo nella filosofia italiana del Novecento). Si tratta di testi fondamentali per chi volesse ripercorrere le tappe più significative della cultura filosofica italiana del Novecento, posta a confronto con quella europea ed extraeuropea, sulla scia del convegno di Anacapri organizzato nel 1981 e i cui Atti (La cultura filosofica italiana dal 1945 al 1980) furono pubblicati nel 1982, segnando una nuova stagione di storiografia filosofica.
In questo volume sono raccolti alcuni studi critici che indagano, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista teorico, differenti problemi i quali hanno conosciuto alcuni importanti approfondimenti nel corso del Novecento. Frutto dell'intenso lavoro posto in essere dai Seminari Salentini di Filosofia, sono presentati diversi sondaggi critici che spaziano dalle figure, poco studiate, di Francesco De Sarlo e di Piero Martinetti, all'analisi di alcuni aspetti problematici attivi nella riflessione di Antonio Banfi e di Giulio Preti, senza peraltro dimenticare né alcuni approfondimenti presenti nella ricerca inquieta dell'ultimo Croce, né il particolare significato civile della Resistenza italiana, qui documentato da una testimonianza di eccezione di un eroe come Giovanni Pesce. Chiude il volume una nutrita sezione espressamente consacrata alla rivista di filosofia e cultura "Il Protagora", fondata a Roma, nel 1959, da un pensatore - e partigiano - come Bruno Widmar.
L'autore in questo saggio sostiene che le relazioni umane siano sostanzialmente relazioni petitive, cioè basate sulla richiesta e sulla preghiera. In tal senso, le relazioni umane sono costituite da un continuo e reciproco scambio di richieste. Nella prima parte viene presentata una teoria generale della richiesta fondata biologicamente in riferimento a uno stato di mancanza tipico degli esseri viventi, uomo incluso, relativo alla loro sopravvivenza. La modalità di richiesta viene poi analizzata nella sua dinamica relazionale e nelle sue diverse articolazioni. Particolare attenzione è assegnata ai rapporti tra teoria della richiesta, retorica e teoria dell'argomentazione che sono considerate entro la teoria generale della richiesta. Nella seconda parte è esaminato un tipo particolare di richiesta, la preghiera, sia in ambito profano sia in quello religioso. La preghiera è un tipo particolare di richiesta in cui svolgono un ruolo rilevante la credenza e quella che sarà chiamata parapersuasione.