Immergersi nel grande mare della tecnologia ostacola nei giovani lo sviluppo di una serie di competenze sociali fondamentali per una crescita sana. Come risultato, rispetto alle generazioni precedenti, i giovani di oggi sono più impacciati nei rapporti sociali, hanno difficoltà a flirtare, non sono in grado di affrontare le paure e i rischi del rifiuto, non hanno modo di provare il batticuore tipico di quando si chiede un appuntamento. Preferiscono "andare sul sicuro", inciampando però nel reale e incrementando il gruppo sempre più numeroso di timidi sociali. Non solo. Ciò che si teme adesso, dato lo sviluppo di tecnologie in grado di realizzare oggetti tridimensionali virtuali creati appositamente per soddisfare i desideri sessuali primari, è che la pornografia diventi sempre più interattiva e coinvolgente al punto da far sembrare le relazioni sentimentali reali sempre meno attraenti. Di fronte all'incalzare della tecnologia e dei fatturati a nove zeri del mondo digitale, dei videogame, del sesso virtuale, cosa può fare l'uomo comune? Come possono le istituzioni aiutare i giovani a non cadere preda di certe trappole destinate a bloccare e ad ostacolare il normale sviluppo emotivo, personale e sociale dell'individuo? Pieno di racconti e aneddoti, ma anche di suggerimenti concreti, "Maschi in difficoltà" è un libro per il nostro tempo.
L'educazione alla consapevolezza economica rappresenta un aspetto importante nella formazione dei cittadini ed è globalmente riconosciuta come un fondamentale elemento di stabilità e di sviluppo socioculturale. A partire dagli approcci al benessere e all'educazione economica in ottica interdisciplinare (socio-psico-pedagogica) si vuole attuare un passaggio culturale che ponga le condizioni per cui l'educazione economica e finanziaria divenga, nella società, una cultura necessaria per la costruzione ed il mantenimento del benessere individuale e sociale. La pedagogia e le altre scienze umane, tradizionalmente poco coinvolte sul tema dell'educazione economica, possono fornire elementi utili in modo che l'"alfabetizzazione economica" non resti solo un problema di contenuti, ma anche di modalità e di significati. Nella prima parte del volume, Trame, gli interventi dei ricercatori affrontano la consapevolezza economica attraverso prerogative disciplinari psicologiche, sociologiche e pedagogiche. Nella seconda parte, invece, si narrano esperienze educative in Contesti differenti per età e approcci.
Lo sport rappresenta oggi uno dei fenomeni culturali di maggiore complessità e diffusione nella società contemporanea. La sportivizzazione della società e della cultura è un processo inarrestabile che presenta profonde implicazioni educative e richiede lo sguardo attento e critico della pedagogia quale scienza umana per essere compreso. Utilizzando un approccio ermeneutico volto a fare emergere le valenze, le contraddizioni e i paradossi del rapporto tra pedagogia e sport, il volume rintraccia la genesi storico-culturale della pratica sportiva evidenziando come essa sia, sin dalle sue origini, profondamente educativa. Dopo una prima parte dedicata a un'approfondita analisi critica della dimensione scientifica, formativa e antropologica dello sport, l'autore sviluppa una riflessione sui valori intrinseci della pratica sportiva (inclusione, diritti umani, democrazia e pace). Lo sport quale universale culturale è portatore di valori e virtù educative molto profonde che però non possono emergere da soli. Hanno infatti bisogno di un complesso processo di estrinsecazione che solo una scienza normativa e progettuale quale appunto la pedagogia può portare a compimento nella sua pienezza. Questa estrinsecazione trova la sua concreta attuazione nell'azione consapevole e critica degli agenti educativi dello sport (primi tra tutti la famiglia, l'allenatore e gli insegnanti di scienze motorie) che, attraverso una formazione più efficace, dovranno essere aiutati a svolgere nel miglior modo possibile il complesso compito etico ed educativo al quale sono chiamati dalla società e dalle nuove generazioni.
Tra educazione e vecchiaia possono stabilirsi legami virtuosi, a condizione che si appronti per tempo un ambiente affinché ciò possa avvenire. Si tratta certo di creare strutture e progetti, ma anche di esplicitare alcuni presupposti: che ciò sia di vantaggio non solo per gli anziani ma anche per il resto della popolazione, che sia sostenibile, che abbia come conseguenza un aumento del sapere e del benessere sociale diffuso, che la pedagogia sia uno dei principali saperi di riferimento per una "buona" società. Il libro è un tentativo di affrontare pedagogicamente il processo d'invecchiamento, tentando di coglierne le implicazioni educative, esplicite o latenti che siano, per individuare dei possibili orientamenti degli interventi educativi. Attraverso l'analisi di alcune questioni tra loro legate, senza la pretesa di approntare un'opera manualistica, nel testo si registrano e si rilanciano degli elementi di riflessione, utili a pedagogisti e non, a coloro che si accostano alla vecchiaia in quanto professionisti, ma anche a chi la vive in prima persona o attraverso l'esperienza dei congiunti.
Il volume è il frutto di una riflessione e di un lavoro condiviso sul tema dell'osservazione, che ha coinvolto professionisti ed esperti su campo, oltre agli stessi docenti del corso di studi in Educatore nei servizi per l'infanzia dell'Università di Bologna. Siamo partiti dalla volontà di riflettere sull'identità e quindi sulle ragioni stesse del nostro percorso di laurea triennale, innanzitutto per evitare il rischio della frammentazione e della disorganicità di un'offerta formativa molto ricca e differenziata, e insieme per promuovere negli studenti e nelle studentesse la consapevolezza del senso e del significato di una professionalità educativa rivolta alla prima infanzia. Una professionalità estremamente delicata e complessa che richiede la costruzione di buone prassi, orientate alla maturazione di competenze che trovano proprio nella capacità di osservare quell'elemento-chiave, che costituisce per noi il perno, l'asse portante, su cui si incentra il lavoro delle educatrici/ori nei nidi e nei servizi 0-3. I capitoli che compongono il volume affrontano infatti l'osservazione da diverse angolazioni, che convergono su ricorrenti parole-chiave (responsabilità, cura, ascolto, empatia, preoccupazione, sospensione del giudizio, attenzione), e che rimandano a costrutti teorici, a pratiche, strumenti, sperimentazioni. Eleggendo l'osservazione a nucleo tematico, trasversale, che fa da trait d'union tra gli insegnamenti teorici, i laboratori, l'attività di tirocinio, il volume valorizza la feconda interdipendenza tra il piano della teoria, quello della ricerca e quello della pratica, risultando dunque un imprescindibile strumento in grado di accompagnare le studentesse e gli studenti dei corsi per Educatore nei servizi per l'infanzia.
La costruzione dello Stato repubblicano in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale è segnata dalla presenza di un gruppo, limitato ma significativo, di donne attive nelle istituzioni parlamentari. Si tratta di figure per la maggior parte poco note, ma di grande spessore morale, che con il loro forte e appassionato impegno contribuirono a stabilire le basi sulle quali fondare la Repubblica. Donne cattoliche, laiche, socialiste e comuniste che rivelano una precisa sensibilità nello sviluppo della loro azione politica, un'attenzione privilegiata per l'affermazione e la difesa dei diritti civili e sociali, per la tutela della condizione femminile e dell'infanzia, per la lotta contro le diverse forme della diseguaglianza. L'opera delle donne in Parlamento nella prima fase repubblicana non è ancora stata sufficientemente messa in luce. Si tratta quindi di approfondirne le caratteristiche e i presupposti, le realizzazioni e le sconfitte, nella convinzione che la comprensione del loro percorso ai vertici dello Stato sia parte integrante di una ricostruzione a tutto tondo della storia repubblicana. Il presente lavoro, fondato sulla sistematica analisi dell'attività parlamentare, si colloca in quella direzione come un passo necessario per riconoscere alle "madri della Repubblica" il contributo dato alla costruzione e al consolidamento dello Stato democratico.
C'è qualcosa di davvero diverso in questo volume: un manuale per psicologi e psicoterapeuti che non parla solo di cura, ma di come aiutare giovani e adolescenti a crescere in modo sano. In questo delicato periodo dello sviluppo, la sfida evolutiva più importante è "crescere", che non significa solo diventare ogni anno "più vecchi". Perciò, smettiamo di considerare il passare del tempo come condizione sufficiente per crescere bene e impegniamoci a costruire i presupposti per creare adulti forti, capaci di affrontare le sfide emotive e cognitive della vita. Questo è il messaggio chiave degli autori, che mettono di fronte a una sfida importante, a un cambio di ruolo affascinante ma anche a un compito da far tremare i polsi: non essere solo semplici "meccanici" pronti ad aggiustare quello che è rotto e non funziona nei ragazzi che incontriamo in terapia, ma diventare il "contesto" che permette loro di sviluppare quelle competenze che gli consentiranno di crescere in modo sano. In una parola: resilienza. Questo volume è dunque per certi versi un manuale anomalo, ma affonda tuttavia le proprie radici in un terreno solido: l'Acceptance and Commitment Therapy (ACT), uno dei più recenti ed efficaci modelli evidence-based di psicoterapia cognitivo comportamentale, ricco di strumenti utili per aiutare i giovani a rispondere in modo nuovo e diverso ai propri pensieri, a riconoscere e gestire le proprie emozioni in modo efficace e a progettare azioni orientate verso che ciò hanno più a cuore. Esercizi, fogli di lavoro e report di sedute arricchiscono e completano questo testo rendendolo uno strumento pratico e d'immediato utilizzo per psicologi e psicoterapeuti che lavorano con giovani e adolescenti.
Erroneamente si pensa che i disastri naturali siano un tema poco legato alle scienze sociali. Al contrario la sociologia dei disastri in Italia ha radici profonde e un percorso storico consolidato. Sebbene ogni evento abbia una data e un'ora precisa, il ciclo del disastro è costituito da un pre-evento (prevenzione e mitigazione) e un post-evento (risposta e recupero) e l'impatto che un disastro ha su un territorio non dipende solo da fattori fisici ma anche dalla capacità delle comunità colpite di sapersi preparare, affrontare e rispondere all'evento catastrofico. Questa capacità non si crea nel momento dell'evento ma è legata alle dinamiche sociali, economiche e politiche del territorio. I disastri naturali amplificano le vulnerabilità sociali del territorio, evidenziano i meccanismi virtuosi e i malfunzionamenti dei sistemi di governance locale e valorizzano il capitale sociale. Il volume presenta una ricca e approfondita analisi di casi mettendo a confronto diversi disastri socio-naturali in un arco di tempo di più di mezzo secolo. Lo studio delle dinamiche sociali dei terremoti dell'Irpinia (1980), de L'Aquila (2009) e di Mirandola (2012), le alluvioni di Firenze (1966), di Giampilieri-Messina (2009) e del Sannio-Benevento (2015) e i rischi eruzione dei vulcani Etna e Vesuvio aiutano ad avviare nuove riflessioni per la sociologia dei disastri ed evidenziano che è ancora aperta una questione sociale dei disastri. Sviluppare tali prospettive appare ancora più urgente nel nostro paese, che compare ai primi posti in Europa per ricorrenza e intensità dei disastri, come purtroppo ci ricordano i terremoti che hanno colpito l'Italia centrale tra l'agosto del 2016 e il gennaio 2017.
Il testo intende fornire una Guida, completa e sintetica, alle conoscenze di project management ed alle relative abilità nell'impiego di strumenti e tecniche. I contenuti sono descritti in conformità alla norma UNI ISO 21500 ed alla Qualificazione ISIPM-Av®, promossa dall'Istituto Italiano di Project Management, e sono coerenti con i modelli (concetti, temi, processi e procedure, strumenti e tecniche) delle più diffuse best practice internazionali. La Guida si rivolge a tutti i coloro che sono interessati alla disciplina del project management, dai componenti dei team di progetto ai project e program manager, dai manager agli specialisti, sia appartenenti a organizzazioni pubbliche che private, sia in veste di committenti che di fornitori, oltre che a docenti, studenti e singoli professionisti. Oltre ad essere la naturale evoluzione "avanzata" del corpo di conoscenze legate alla Certificazione Base di Project Management (ISIPMBase ®), questa Guida integra l'approccio per processi, descritto dalla norma UNI ISO 21500, con la focalizzazione sui soft skill e sullo sviluppo delle abilità pratiche. Risulta quindi anche coerente con i requisiti relativi all'attività professionale del project manager definiti nella recente norma UNI 11648.
Il volume contiene una riflessione sulle trasformazioni sociali legate al processo di secolarizzazione, alla permanenza del sacro nella società contemporanea e ai cambiamenti che hanno interessato il cattolicesimo italiano. Si indaga sulle differenze di contenuti, obiettivi e stili di vita che caratterizzano i movimenti religiosi e che convivono sotto il grande ombrello della chiesa Cattolica. L'esperienza di credenti che militano in tre aggregazioni cattoliche - l'Azione Cattolica, l'Agesci e il Rinnovamento nello Spirito Santo - a cavallo tra il desiderio di Dio e la pura effervescenza comunitaria, portano a un'analisi comparativa che va oltre la comprensione del perché e come si continui a cercare, nei gruppi ecclesiali, la risposta alle domande di senso poste dalla vita quotidiana. Il mercato dell'offerta religiosa è visto come specchio per leggere, con maggiore consapevolezza, il disagio, le attese, le speranze che contrassegnano il cammino dell'uomo contemporaneo.
Attività specifiche e per i diversi livelli di istruzione vogliono aiutare gli adulti ad affrontare in classe i temi dei diritti uguali tra persone tutte diverse. Cambiamo piano, dal "perché" del bullismo al "come", per parlare di cyberbullismo, quello che utilizza Internet o il cellulare come strumento di aggressione o di divulgazione, sottolineandone i possibili rischi estremi sia per l'equilibrio della persona offesa, sia per la rilevanza penale dei comportamenti. Alla media education è dedicata l'ultima parte sia nella sezione teorica che nelle attività. È certo infatti che, come altri strumenti tecnologici, il cellulare e la rete costituiscano una meravigliosa opportunità di apprendimento e di relazione. Per questa generazione di bambini e ragazzi sono presenze naturali e irrinunciabili e divengono un prolungamento del sé su cui investono molto, che agli adulti piaccia o no. Per tutte queste ragioni è importante capire il loro punto di osservazione sui media e aiutarli ad esplicitarlo e a metterlo in discussione, confrontandosi anche con i rischi. Conoscere le regole della navigazione è fondamentale per arrivare all'approdo senza fare, senza farsi, troppo male. Questo libro-manuale è sicuramente un valido strumento e crediamo possa essere di aiuto a tanti docenti e operatori che lavorano nella scuola e nei servizi educativi.
L'accountability è la forza positiva che innalza le performance delle organizzazioni e degli individui, aiutando le persone a tutti i livelli a porsi la domanda "Che altro posso fare?" per raggiungere il risultato desiderato. Il principio di Oz è una lettura essenziale per chiunque abbia il compito di ottenere dei risultati. Nelle organizzazioni di oggi le persone, quando si trovano di fronte a prestazioni mediocri o a risultati non soddisfacenti, per lo più cominciano a cercare delle scuse e a fornire delle ragioni per cui non dovrebbero essere ritenute responsabili. Anche molte delle aziende più apprezzate si trovano a indulgere, di tanto in tanto, in atteggiamenti vittimistici, mancando così di comprendere e applicare quei principi e quegli atteggiamenti che sono essenziali per ottenere dei risultati. Nessuno ne è immune: leader che invece di assumersi la responsabilità dei fallimenti accampano pretesti di ogni genere, dall'insufficienza delle risorse all'incompetenza dei collaboratori, al sabotaggio dei concorrenti; collaboratori che, incontrando degli ostacoli effettivi al proprio lavoro, si abbandonano al vittimismo quando invece proprio loro, e nessun altro, avrebbero il potere di sbloccare la situazione. La sola cosa che possa rimettere una persona, un team o un'azienda sulla via del successo è imparare ad assumersi la responsabilità necessaria per ottenere i risultati desiderati, rispondendo pienamente delle proprie decisioni.