Senza il collegamento alla persona, senza il riferimento alle sue condizioni di vita, senza l'attenzione ai principi che reggono comunità e popoli diversi, non è pensabile proporre modalità di gestione dell'economia e della ricchezza, come non è pensabile alcun progetto di crescita che non presupponga sviluppo integrale, equo e sostenibile. Senza l'Etica non ha neppure senso parlare di Economia, in quanto la loro interconnessione è nelle cose: Etica ed Economia rappresentano un binomio assolutamente inscindibile.
Questo testo offre agli addetti ai lavori, ma anche alle persone interessate e impegnate in discipline affini, uno strumento di orientamento generale e di lavoro di base. Per realizzare questo obiettivo, abbiamo cercato di impostare un "common ground" di nozioni e conoscenze, il più condivisibile da parte dei principali indirizzi della psicoterapia attuale. Ci siamo proposti di presentare una metodologia il più possibile trasversale, senza dimenticare il paradigma di provenienza di molti di noi, cioè la psicoanalisi. L'influenza di cui abbiamo tenuto conto, però, riguarda la stessa influenza che ciascuno psicoterapeuta riceve durante la sua formazione, dal più antico metodo di cura attraverso la relazione. Sullo sfondo del percorso storico della psicoanalisi, abbiamo assimilato tutto il meglio che ci può derivare da altri indirizzi nati dopo di essa. Questo libro vuole essere un manuale di agile consultazione per lo psicoterapeuta clinico del nostro tempo. Siamo impegnati nell'esporre le basi metodologiche dell'intervento di psicoterapia, a cominciare da una solida impostazione diagnostica della personalità e da una necessaria verifica dell'outcome, ovvero dei risultati di un intervento.
L'autorevolezza sembra essere l'elemento fondamentale che distingue gli insegnanti capaci di gestire una classe e di svolgere una lezione da quelli che non sono in grado di mantenere l'ordine in aula e di farsi ascoltare dagli studenti. Il corpo docente subisce diverse carenze: manca una riflessione condivisa sul ruolo dell'insegnante e sulla sua funzione di educatore (alcuni docenti non si ritengono educatori); manca un lavoro di squadra tra insegnanti e mancano norme e regole condivise dai docenti stessi (ogni docente si comporta in modo diverso rispetto ai propri colleghi); mancano competenze relazionali e pedagogiche che facilitino i rapporti con gli studenti (durante alcune ore di lezione regna il caos); mancano strumenti didattici innovativi e coinvolgenti che aiutino a interessare e a stimolare i ragazzi. Ben consapevoli delle difficoltà quotidiane che incontrano, spesso sono i docenti stessi che chiedono di poter partecipare a corsi di formazione volti a migliorare le loro capacità relazionali e didattiche. Il volume, che prende l'avvio da una ricerca sul campo condotta nelle classi prime e seconde di un istituto tecnico alla periferia di Roma, in un contesto territoriale disagiato, presenta i risultati di un'indagine focalizzata sui docenti e sul loro stile di insegnamento e offre alcune proposte concrete per aiutare gli adulti a riappropriarsi del ruolo autorevole a loro spettante.
Questo testo scaturisce dalla constatazione che, sebbene da un punto di vista clinico non esista una diagnosi specifica denominata "Disturbo alle Funzioni Esecutive", numerosi sono i bambini che presentano difficoltà di programmazione, organizzazione, controllo comportamentale o flessibilità nell'adattarsi a situazioni nuove. A ciò si aggiunge che la nostra organizzazione sociale impone, anche ai bambini, una sempre maggiore capacità di ottimizzare i tempi, per svolgere diverse attività in modo rapido ed efficiente; ma molti, anche in ambito scolastico, sono gli alunni che non hanno le risorse per adeguarsi a questi standard, manifestando la sintomatologia della Disfunzione Frontale, che ha notevoli sovrapposizione con quella del Disturbo di Attenzione / Iperattività. A partire da queste premesse, il testo si propone di offrire una panoramica aggiornata sul tema, che non dimentichi però anche uno sguardo alla pratica clinica; partendo dalla presentazione delle basi neuroanatomiche relative allo sviluppo delle Funzioni Esecutive, il volume illustra i disturbi evolutivi in cui sono esse sono coinvolte e gli strumenti per la loro valutazione diagnostica; inoltre rivolgendosi a un pubblico non solo di studenti e specialisti, ma anche di operatori, propone alcuni spunti per l.impostazione degli interventi riabilitativi.
Internet è diventato il più grande "spazio pubblico" mai creato dall'uomo: offre l'opportunità di acquistare conoscenza, creare e condividere idee, partecipare, incontrarsi, innamorarsi, allargare le proprie reti sociali, ridefinire la propria identità. È un luogo dove vivere e creare un nuovo corpo, il proprio "corpo digitale". L'autore, avvalendosi di ricerche e interventi a livello nazionale e internazionale, tocca vari aspetti del rapporto - esistente e potenziale - tra corpi reali e digital body. Non solo nuove sfide nella gestione - da parte nostra e di altri - del corpo digitale, ma anche problematiche relative all'interconnessione tra differenti identità digitali e all'influenza concreta esercitata dal nostro digital body sulla nostra mappa cerebrale, sulle risorse cognitive di ognuno di noi, probabilmente anche sul nostro patrimonio genetico, e in definitiva sulla nostra intera esistenza. Suggestioni, stimoli innovativi, riflessioni e storie di attualità, navigando in continenti digitali in parte sconosciuti alla ricerca di uno spirito critico e di una maggiore consapevolezza, per difenderci dai pericoli e dalle trappole del mondo digitale, e nel contempo per aprirci a una inarrestabile e ancor più straordinaria epoca di innovazione.
Il corpo è il centro delle preoccupazioni dell'uomo e della donna occidentali. Occorre renderlo bello, sano e forte per farne un veicolo di socializzazione e un'importante base per una personalità che vuole apparire sicura; ma la grande libertà di "lavorare" sul proprio corpo rivela anche degli aspetti critici, come l'insorgenza di nuove schiavitù che possono prendere la forma delle diete "fai da te", dell'assunzione di sostanze dopanti o della chirurgia estetica. Allo stesso tempo, i disequilibri dei sistemi relazionali sfogano i loro effetti sul corpo degli e delle adolescenti, innescando un aumento dei disturbi del comportamento alimentare che possono trasformarsi in vere e proprie patologie, come l'anoressia, la bulimia e vari tipi di dipendenze. Lo sport può avere un ruolo preventivo ed educativo: negli ultimi anni, soprattutto con la sua forma più popolare, il calcio, è divenuto centrale nella nostra società. Per la sua importanza e diffusione è stato anche definito "universale antropologico" ed è innegabile la sua valenza culturale per l'influsso che esercita sui comportamenti individuali e collettivi. Lo sport ha legami con la cultura e l'economia e svela una valenza formativa, una capacità di rafforzare identità e appartenenze e d'integrazione sociale che difficilmente si riscontrano in altri ambiti. In questo libro vedremo come strutturare percorsi di educazione al corpo equilibrati ed efficaci attraverso un nuovo modo d'interpretare lo sport e la cultura fisica.
Il principio del superiore interesse del minore si ritrova ovunque: nelle carte internazionali e sovranazionali dei diritti, nella legislazione, nel dibattito parlamentare, nei discorsi giornalistici e in ogni provvedimento giurisdizionale che si occupa della situazione di un bambino o di un adolescente. È un argomento efficace, perché basta richiamarlo per mettere tutti a tacere. Chi oserebbe sostenere che il bene degli adulti viene prima di quello dei bambini? Il principio non serve forse a sostenere una soluzione e anche il suo contrario? È, infine, un ottimo pretesto per giustificare decisioni che realizzano anche o soprattutto interessi diversi, sui quali tuttavia sarebbe molto più difficile raccogliere consenso. Una corretta interpretazione costituzionale non contempla la tirannia di un diritto o di un valore su tutti gli altri e guarda con sospetto la retorica dei diritti dei bambini che fa leva sul principio del superiore interesse del minore. Le armi con cui il volume affronta e combatte l'uso retorico del principio sono l'analisi del paradigma dei "best interests of the child" nella tradizione anglo-americana dei "childrens's rights", l'indagine circa la sua possibile collocazione all'interno della tradizione europeo-continentale dei diritti e la descrizione di come esso effettivamente opera nella giurisprudenza delle corti europee di Strasburgo e di Lussemburgo.
La demenza molto spesso ci fa dimenticare chi abbiamo di fronte: la malattia prende il sopravvento sulla persona e su coloro che si prendono cura di lei, a volte anche annullando la relazione, il dialogo e la possibilità di "vivere bene", nonostante la malattia. Questo manuale vuole fornire ai familiari della persona con demenza e a chi se ne prende cura (caregiver) un programma di stimolazione cognitiva individuale che può essere svolto anche a casa. Vengono proposte una serie di attività a tema, di esercizi semplici, divertenti e stimolanti e consigli su come svolgere questo trattamento nel rispetto della persona. Nella relazione con la persona con demenza sono infatti fondamentali le strategie per comprendere ed affrontare i cambiamenti nel comportamento e nel funzionamento mentale. La terapia di stimolazione cognitiva individuale favorisce la relazione tra il caregiver e la persona con demenza nella vita di ogni giorno, migliorando il benessere del caregiver stesso.
L'amore può far male? Qual è la natura intima dell'amore e che rapporto intrattiene con l'impulso passionale? Esiste nel mondo un numero crescente di individui che si dibatte in dinamiche amorose il cui esito finale è sempre la sconfitta e la sofferenza, e che, nonostante ciò, si dedicano all'amore con la stessa dedizione di un religioso per la sua fede. La psicologia contemporanea definisce questa patologia come dipendenza affettiva. La tesi dell'autore è che se la dipendenza affettiva è una patologia, essa lo è in un modo del tutto particolare: dotata in modo estremo (passionale, appunto) di risorse di libertà che il soggetto deve solo imparare a scoprire in se stesso per renderle infine funzionali alla salute e alla vita. Un libro destinato ad un pubblico vasto.
Questo libro non è scritto da economisti o da esperti del settore finanziario. Gli autori sono due criminologi e uno psichiatra, abituati per mestiere ad analizzare crimini spesso efferati e violenti. E questo loro occuparsi di crisi economica potrebbe apparire quantomeno strano ma, inoltrandosi nella lettura del volume, si scopre come il mondo dell'economia e dalla finanza sia frequentato anche da persone egocentriche, prive di capacità empatiche e di identificazione negli altri, spregiudicate, manipolatorie, machiavelliche, incapaci di rimorso, narcisiste, disoneste, menzognere. In pratica, psicopatici di successo. E così i saperi della criminologia e della psicopatologia diventano un interessante "grimaldello" per una rilettura delle vicende di questi ultimi anni, che sono state caratterizzate non solo da un economia in difficoltà ma anche da tanti improvvisi, quanto dannosi, crack di colossi finanziari e industriali. Gli autori, attraverso l'attenta analisi della letteratura scientifica sull'argomento e confrontando i risultati di una ricerca condotta tra un campione di manager italiani, arrivano alla conclusione che queste peculiarità individuali possano avere avuto buon peso nella genesi della crisi e che il saperle riconoscere sia fondamentale per ogni organizzazione, perché ne permette la sopravvivenza.
Come orchestrare una sessione di creatività per ottenere dei risultati soddisfacenti? Come guidare un gruppo in sentieri non ancora battuti? Come coinvolgere e stimolare un gruppo? Due libri in uno. La prima parte è una presentazione aggiornata della creatività pratica e della comunicazione sistemica. Mette l'accento sull'evoluzione dal Teaching al Learning e sulle nuove sfide che devono affrontare i formatori, gli animatori e i responsabili Risorse Umane. La seconda parte comprende 66 schede di tecniche creative da usare per stimolare, attivare e sviluppare il processo di training, in generale, e la ricerca di soluzioni originali e innovative, in particolare. Le tecniche illustrate possono essere utilizzate per ottimizzare la formazione alle "soft skills" del management e per svolgere le cinque tappe che caratterizzano il metodo creativo. Sono raggruppate in 13 sezioni: stimolare la curiosità; decondizionare i partecipanti; sviluppare l'assertività; presentarsi in modo originale e costruttivo; sapere sfruttare la logica analogica; aprire una sessione di ricerca; favorire l'esplorazione a 360° di un problema; operare un'analisi approfondita per fare la diagnosi esatta; praticare il pensiero divergente; stimolare la produzione di idee originali; selezionare le idee in modo realmente razionale; saper "vendere" le idee; come chiudere una sessione creativa.
Anche le persone con disabilità intellettiva diventano adulte. L'affermazione potrebbe apparire banale se limitata al dato anagrafico o ai cambiamenti morfologici determinati dal timer biologico. Diventa però meno scontata se pensiamo all'adultità come ad una dimensione esistenziale all'interno della quale le persone con disabilità intellettiva possono trovarsi ad affrontare nuovi compiti e a gestire nuove responsabilità. Perché oggi, a differenza che nel recente passato, si può parlare di una "adultità possibile" per queste persone? Cosa ha reso immaginabile questo cambiamento? Quali sono le conseguenze di questa "nuova condizione" per le persone disabili, per le famiglie e per i servizi? L'argomento è ancora trascurato dalla ricerca psicosociologica e pedagogica e questo probabilmente perché non sono stati ancora completamente esplorati i cambiamenti che hanno modificato sia la rappresentazione sociale della disabilità sia quella dell'età adulta. Questo volume raccoglie una serie di interventi promossi dall'Anffas di Cagliari sui temi dell'autodeterminazione, dell'autonomia e dell'adultità delle persone con disabilità intellettiva ed è pensato come uno strumento per comprendere meglio i cambiamenti in atto e per mettere in evidenza come l'accesso alla condizione adulta da parte delle persone con disabilità intellettiva stia diventando sempre più una realtà e al tempo stesso una sfida alla stessa adultità delle famiglie, degli operatori, dei servizi e della comunità.