Che rapporto c'è tra media education e formazione? Nella "società dell'informazione" la media education è la formazione. Chi si occupa di media education non può prescindere da competenze specifiche di progettazione formativa e chi si occupa di progettazione formativa non può che trarre giovamento da specifiche competenze di media education, se vuole proporre interventi formativi solidamente ancorati alle modalità odierne di diffusione del sapere. Nato da un lungo lavoro di équipe e da una pluriennale esperienza sul campo, il volume cerca di accompagnare il media educator - insegnante, educatore, formatore - in tutti quei momenti che si svolgono "dietro le quinte" e che rendono possibile (ed efficace) il suo intervento in aula: progettazione, ricerca dei finanziamenti, monitoraggio, valutazione e documentazione degli interventi. Partendo dal presupposto che non vi è nulla di più pratico di una buona teoria, i modelli proposti intendono sia guidare il principiante a sviluppare progetti non improvvisati ed estemporanei, sia offrire all'esperto una base teorica con cui analizzare e rielaborare la propria esperienza sul campo, attivando un processo di riflessione virtuosa e crescita professionale.
Pieni di timore per ogni cambiamento, i "drogati d'amore" soffocano lo sviluppo delle capacità individuali e sopprimono ogni desiderio e ogni interesse, condizionando e stravolgendo la loro vita e quella di chi gli sta vicino. L'amore richiede onestà e integrità personale; l'amore è interrelazione dinamica, accrescimento reciproco, scambio tra persone che si amano. Gli affetti che comportano paura, ossessione e dipendenza, tipici dei "love addict", sono invece destinati a distruggere l'amore. In questo libro si raccontano le esperienze di molte persone che sono riuscite a sconfiggere la dipendenza. Un percorso terapeutico che, operando cambiamenti anche dolorosi, ha permesso a questi "drogati d'amore" di riappropriarsi della loro vita, recuperando le emozioni, la comunicazione emotiva, l'autostima e delle sane relazioni di coppia. Frutto della lunga esperienza dell'autore nello studio e nella cura delle dipendenze comportamentali, questo volume si propone come strumento fondamentale per quanti vogliano indirizzare e sostenere verso la guarigione le persone che soffrono a causa di questa complessa patologia.
In questo libro è descritto, in modo chiaro ed agevole, lo sviluppo economico degli ultimi due secoli e mezzo, dalla rivoluzione industriale alle recenti trasformazioni prodotte dalla rivoluzione informatica, che sta cambiando il modo di lavorare e di vivere di quasi tutta l'umanità. Le forme e i modi in cui lo sviluppo si è realizzato hanno lasciato in eredità al secolo XXI numerosi problemi, fra i quali la sperequazione economica e sociale fra il nord e il sud del mondo e il forte incremento della popolazione. Il testo ripercorre le varie tappe dello sviluppo, con particolare riferimento all'Europa e all'Italia, trattando i momenti topici dei singoli paesi e allargando lo sguardo, per i tempi più recenti, alle grandi aree economiche mondiali. Esso ha due scopi dichiarati: illustrare le profonde trasformazioni economiche realizzate, in modo da determinare nel lettore maggiore consapevolezza delle problematiche del mondo attuale, e aiutare gli studenti universitari, ai quali il libro è innanzitutto rivolto, a comprendere concetti e problemi storici ed economici. Perciò, nelle note sono riportati, in forma di glossario, i termini economici necessari alla migliore comprensione degli argomenti trattati. Quest'edizione, che ricalca quella precedente, è stata complessivamente snellita, eliminando alcune ridondanze nelle prime due parti e aggiornando le tematiche emerse negli anni a noi più vicini, caratterizzati dal fenomeno della globalizzazione.
Tommaso Gallarati Scotti (Milano, 1878-1966), letterato e scrittore, esponente di una delle più illustri famiglie nobili lombarde, tra Otto e Novecento fu personaggio di spicco nel cattolicesimo milanese, vicino al movimento modernista. Volontario tra gli alpini, nel novembre 1916 fu chiamato al Comando supremo da Luigi Cadorna, al cui seguito partecipò alla conferenza della Pace del 1919. Nel dopoguerra fu tra i primi a rendersi conto della pericolosità del movimento fascista, che avversò e da cui fu combattuto. Il Diario, che viene qui proposto nella sua interezza, comincia proprio con la sua fuga dall'Italia dopo l'8 settembre, per sottrarsi alle ricerche della polizia fascista, e prosegue con la narrazione della sua vita di esule in Svizzera e dell'esperienza diplomatica in Spagna e in Gran Bretagna. Chiamato infatti nel luglio 1944 a ricoprire il ruolo di ambasciatore a Madrid, svolse con competenza e naturalezza un mestiere che non aveva mai fatto e si dimostrò uno dei migliori ambasciatori di quella nuova Italia che si stava ricostituendo nel Sud, quando al Nord infuriava ancora la guerra. La buona prova offerta a Madrid gli valse nell'ottobre 1947 la nomina di ambasciatore a Londra, incarico di grande responsabilità. Contribuendo al riavvicinamento tra Italia e Gran Bretagna, rilanciò il Paese nei rapporti diplomatici internazionali, ma un contrasto con la politica di De Gasperi sul problema di Trieste lo indusse a dimettersi alla fine del 1951.
Da parecchi anni cerco di pensare all'attività di ascolto musicale, quando vissuta in più di due persone, come ad un'occasione che consenta incontri, scambi, trasformazioni nel gruppo. Questo, normalmente, non accade. In diverse situazioni sociali, ivi comprese quelle che prevedono l'ascolto di musica, la dinamica di gruppo prevalente è quella del parallelismo : siamo in tanti, forse compiamo anche le stesse azioni, ma ciascuno vive l'evento grosso modo per conto suo. I "giochi d'ascolto" sono allora attività in cui una musica, ascoltata insieme con intenzionalità, funziona come rete, sostegno e suggeritore per il realizzarsi dell'interazione, generando un compiacimento di sé come gruppo, un rinnovato desiderio a stare con gli altri e anche a stare con la musica.
Qual è oggi il nuovo paradigma educativo dell.agire lavorativo nei contesti di innovazione? È possibile pensare di coniugare innovazione e sviluppo salvaguardando la dimensione umanizzante del lavoro? La scoperta del fallimento del modello di razionalità economica con cui nel passato si è incapsulato il legame uomo-lavoro apre il campo ad una nuova razionalità espressione di strategie locali di collaborazione e innovazione. Il riconoscimento dell'agire lavorativo emerge come bisogno e come istanza radicale di ricomposizione dell'umano dalla divisione del lavoro cognitivo, divenendo così l'unica possibilità di autorealizzazione e di orizzonte di senso nella generazione del valore. I processi di open innovation così come i nuovi modelli organizzativi a reti estese (comunità, network, enterprise 2.0) disegnano una sfida alla possibilità di preservare il valore e l'identità dell'uomo. L.agire lavorativo diventa il motore non solo della realizzabilità umana ma del potenziale antropologico correlato alla struttura dell'uomo e quindi alla generatività della intersoggettività che esprime. Il libro. rivolgendosi a studiosi, ricercatori, professionisti del mondo del lavoro e della formazione vuole offrire una occasione di riflessione su come l'agire lavorativo possa assumere una sua propria dimensione generativa, progettuale e intersoggettiva capace di coniugare innovazione e sviluppo, identità e prospettiva, azione e relazione, riconoscimento e libertà.
Qual è il segreto di un promotore di successo? Quali sono i comportamenti adatti per raggiungere gli obiettivi? Quali sono le capacità che in un contesto come quello attuale possono fare la differenza? Come posso pianificare la mia attività in modo strategico? Come posso incrementare l'efficacia della mia attività? Come posso creare relazioni efficaci con i miei clienti? Queste sono solo alcune delle domande alle quali abbiamo cercato di rispondere in questo libro. Non teorie, ma il risultato di una ricerca attraverso una serie di interviste, dei fattori di eccellenza del moderno promotore finanziario. Una cassetta degli attrezzi. Strumenti di immediata e concreta applicazione con l'obiettivo di creare "consapevolezza" in modo da essere in grado di analizzare comportamenti funzionali e disfunzionali per avere la possibilità di scegliere che promotore vogliamo essere o diventare. Conoscere se stessi, possedere se stessi e trasformare se stessi. È proprio questo a cui dovrebbe tendere ogni individuo: imparare progressivamente a conoscersi, a capirsi, ad accettarsi, a scoprire le proprie potenzialità, a vivere con la totalità del proprio essere, diventando sempre più consapevole della sua fondamentale libertà e possibilità di gestione creativa e responsabile.
Superato nella didattica un approccio prodotto-processo, un'ottica che determini l'insegnamento in funzione dell'apprendimento, i processi di insegnamento richiedono da un lato di mettere al centro l'azione, dall'altro di ripensare i processi didattici. Tutto ciò esige una riflessione sul senso e sui modelli della progettazione didattica. Diana Laurillard adotta un approccio che vede nell'interazione tra apprendimento e insegnamento il focus della didattica, proponendo le TLA (Teaching learning activities) come colonne portanti dell'impianto didattico. Le TLA sono gli "oggetti" che il docente predispone per supportare i processi di apprendimento e sono organizzate in differenti categorie: possono prevedere un apprendimento attraverso acquisizione, ricerca, discussione, pratica e collaborazione. Il parametro di qualità è dato da un'equilibrata presenza delle sei categorie. Il testo indaga il concetto di progettazione anche da altre prospettive: l'insegnamento è scienza della progettazione in quanto si occupa di come le cose potrebbero essere, a differenza delle scienze che invece descrivono le cose per come sono. E questo tanto più oggi in quanto il contesto richiede a scuole e università di preparare le future generazioni sulle competenze e sulla capacità di affrontare situazioni problematiche sempre diverse e in divenire.
Il rapporto uomo-macchina, le relazioni mediate dal web e le relazioni faccia a faccia, la rivoluzione apportata nella vita di ciascuno dalle nuove tecnologie sono problemi non eludibili nel nostro vivere quotidiano, coinvolgendo fortemente i ruoli di adulti e ragazzi. La prima parte del testo propone una nuova visione dell'uso positivo e negativo delle tecnologie, additandone i possibili fattori di rischio e in particolare le caratteristiche di una nuova forma di aggressione elettronica: il cyberbullismo. Il fenomeno del cyberbullismo viene approfondito attraverso l'analisi della letteratura più recente e riportando dati di ricerca che illustrano le principali caratteristiche del fenomeno. La seconda parte del volume offre una panoramica europea di buone pratiche utili per confrontarsi con i problemi che l'uso della rete e le condotte aggressive online oggi comportano per adolescenti ed adulti, descrivendo le strategie di prevenzione, linee di intervento ed esperienze scientificamente fondate che sono state condotte in Italia, Grecia, Inghilterra, Spagna e Germania. Questo libro vuole essere uno strumento utile a ricercatori, educatori, psicologi, genitori, insegnanti ed adolescenti, che desiderino approfondire la loro conoscenza sulle forme di aggressività presenti in adolescenza e confrontarsi con le più nuove strategie di intervento presenti in Italia e in Europa.
Figura liminale sempre al confine fra due spazi contrapposti (come lo era Ermes nella cultura pagana) a partire dai primi secoli dell'era cristiana l'arcangelo Michele assume progressivamente il ruolo di difensore dei luoghi sacri, di trasmigratore delle anime, di mediatore fra sacro e profano. Ma prima di essere figura, nell'Europa Alto medievale l'arcangelo è spazio, incarnando per il fedele la frontiera fra l'ignoto e il domestico: egli marca un limite e un passaggio. In epoca romantica, la riduzione dell'arcangelo da spazio a figura secondaria insieme agli altri attori (santi, diavoli, mostri) testimonierà un cambiamento che è prima di tutto sociale e culturale. Attraverso l'analisi semiotica di architetture, immagini, luoghi, questo testo ricostruisce l'avventura artistica e architettonica dell'arcangelo non solo e non tanto come storia iconografica, ma come successione diacronica di testi, illustrando un possibile percorso di ricerca e di metodo.
Con l'avvento della formazione universitaria dei docenti, il tirocinio si afferma quale dispositivo potenzialmente strategico per "apprendere la professione", luogo di auspicato dialogo e di attesa integrazione tra sapere accademico, di carattere generale, e sapere pratico, riferito all'agire in situazione. Il tirocinio si configura quale snodo cruciale per l'attivazione di sinergie tra università e scuola grazie al lavoro di figure tutoriali dedicate, cui è attribuita la responsabilità di trovare le strade migliori per introdurre gli aspiranti insegnanti "in campo", mettendoli in condizione di operare in maniera sempre più consapevole, autonoma, educativamente incisiva. Il volume, che si colloca nel contesto della ricerca nazionale Apred sul Supervisore di tirocinio, intende rispondere queste domande a partire da un inquadramento storico dei processi alla base dell'attuale assetto istituzionale-normativo, per prendere in esame la questione del partenariato scuola-università, focalizzandosi sui modi propri della "didattica della pratica", con specifica attenzione al ruolo fondamentale della scrittura come strumento (auto)formativo. In relazione alla ricostruzione del caso specifico del Corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria dell'Università di Torino, condotta secondo una metodologia partecipata, che assegna agli attori in situazione il ruolo di "fonti" conoscitive primarie, viene discussa e posta in prospettiva l'esperienza italiana della formazione dei docenti.
Per molti decenni, la dimensione urbana è stata oggetto di studi e riflessioni indirizzati principalmente agli aspetti di carattere urbanistico che definivano gli spazi, privati o pubblici. Inoltre, sono state anche oggetto di analisi economiche le problematiche più evidenti che il vivere in contesti sempre più densi di popolazione poneva in risalto, così come dal punto di vista giuridico le questioni relative ai diritti delle persone all'accesso e all'utilizzazione dei luoghi e dei servizi in ambito urbano. Recentemente, ci si sta rendendo conto dell'importanza di studiare l'insieme dei temi connessi, più in generale, alla partecipazione e all'accessibilità, quest'ultima intesa non solo come spaziale ma anche, e soprattutto, cognitiva, emotiva e culturale rispetto alle diverse aree urbane, ai luoghi di incontro, alle diverse funzioni di servizio che la città può e deve offrire. Ragionare in questi termini significa per l'autore sviluppare anche una riflessione che porti a considerare la governance urbana quale fondamentale strumento per consentire una reale partecipazione dei cittadini alla definizione delle decisioni che possono avere un forte impatto nel garantire una sostenibilità sociale ed economica del contesto urbano. Questo sarà possibile, aprendo o consolidando un processo di cambiamento e di relazioni, capaci di integrare tra loro diverse funzioni sociali che consentano di sviluppare città sicure, sostenibili e vivibili.